JEAN-CLAUDE LAUPRÊTRE
Jean-Claude Lauprêtre è nato il 4 gennaio 1844 a Mont-Saint-Vincent[1].
Operaio
meccanico nelle officine Schneider a Le Creusot,
militante molto attivo durante lo sciopero del gennaio 1870 e membro della
sezione dell'Internazionale.
Prese parte attiva
all'agitazione rivoluzionaria (in particolare con le manifestazioni del 28
febbraio 1871: sfilando dietro una bandiera rossa e piantando un albero della
libertà[2];
egli stesso, per adunare i cittadini, suonò la campana della chiesa di
Saint-Laurent). Partecipò anche alla proclamazione della Comune il
26 marzo 1871 e fu condannato in contumacia, dalla corte d'assise di
Chalon-sur-Saône[3], alla
deportazione in un recinto fortificato.
Era andato in esilio a
Ginevra, dove apparteneva alla sezione dei meccanici ginevrina, che rappresentò
al 4° congresso della Federazione romanda dell'Internazionale
tenutosi a Vevey il 2 e 3 giugno 1872.
[1] Nel dipartimento della Saona e Loira nella regione
della Borgogna-Franca Contea.
[2] L'Albero della libertà fu un
simbolo della Rivoluzione francese. Durante la Rivoluzione francese i
repubblicani piantarono il primo albero della libertà nel 1790, a Parigi. Gli
alberi della libertà vennero successivamente piantati in ogni municipio di
Francia e anche in Svizzera e in Italia. Generalmente gli alberi della libertà
erano piantati nella piazza principale della città. Molti di questi alberi
furono sradicati una volta passato il periodo rivoluzionario. Tuttavia, alcuni
sono ancora presenti. Un decreto della Convenzione del 1792 ne regolava l'uso e
l'addobbo: l'albero della libertà, che di fatto era un palo, era sormontato dal
berretto frigio rosso e adorno di bandiere. Veniva usato per cerimonie civili:
giuramento dei magistrati, falò di diplomi nobiliari e anche per festeggiamenti
rivoluzionari come la danza della Carmagnola.
L'albero della libertà rimase un simbolo della ideologia liberale repubblicana,
e come tale venne talvolta impiantato anche negli anni successivi, in occasione
di eventi repubblicani. A Conselice, nella bassa romagnola, il 14 giugno 1914,
nel corso della settimana rossa venne piantato un acero del Canada come albero
della libertà, con la scritta "Evviva la Rivoluzione sociale", altri
alberi furono piantati a Sant'Agata sul Santerno e a Massa Lombarda, con le bandiere
nere anarchiche e il berretto frigio della Rivoluzione francese.
[3] Nel dipartimento della Saona e Loira nella regione
della Borgogna-Franca Contea.