LA
CARMAGNOLE
La Carmagnole non è una canzone scritta durante, o
per, la Comune
di Parigi, ma noi ne parliamo ugualmente perché in quei settantadue giorni
fu moto cantata da* Comunard*, specialmente nei loro spettacoli di beneficenza che
si tennero nel maggio.
La Carmagnole è una canzone rivoluzionaria creata nel
1792 al momento della caduta della monarchia (giorno del 10 agosto 1792), in concomitanza con
la creazione della Convenzione Nazionale, l'arresto di Luigi XVI e poco prima
dell'avvento del Regime del Terrore, e che riscosse una grande popolarità. Il testo irride Luigi XVI e Maria Antonietta che vengono
indicati con i soprannomi di Monsieur Véto e Madam' Véto (Signore e signora
veto).
Divenne popolare in tutta la Francia dopo la caduta
del trono per diventare un inno dei senzatetto. Durante gli episodi
rivoluzionari che scossero il 19° secolo francese, riapparve adornandosi di
nuovi versi. L'aria è invece più antica.
Si chiamano anche carmagnoli i discorsi pronunciati
alla tribuna della Convenzione da Barère[1],
relatore del Comitato di salute pubblica, fine 1793 e inizio 1794, per
annunciare ai deputati le vittorie rivoluzionarie. Questi discorsi, inni lirici
dal tono arioso, sono stati chiamati così per segnare la loro analogia con la
canzone familiare dei patrioti.
Secondo Claude Duneton[2],
nella sua raccolta di canzoni ipotizza che se l'autore de La Carmagnole è
rimasto anonimo, fu perché era pericoloso per lui rivendicarla. Ha detto che un
cantante di strada, un certo Ladré, non avrebbe rischiato nulla. Da parte sua,
egli ritiene che l'autore sia forse una donna, alla luce del primo verso che si
rivolge a Maria Antonietta e non al re, e alla luce di certe espressioni. Dà il
nome di Madame Roland, il cui odio per Marie-Antoinette era noto e il cui
marito, il sig. Roland, ministro del re, fu legato agli eventi delle Tuileries.
Inoltre, la signora Roland fu ghigliottinata il 9 novembre 1793 e suo marito si
suicidò venendo a conoscenza della sua morte, il che avrebbe impedito ogni
ulteriore rivendicazione di «maternità» della canzone.
La Carmagnole ebbe una grande popolarità anche in Italia:
ne è una riprova indiretta il fatto che a Napoli i seguaci dei Borboni
composero un canto dei sanfedisti come risposta polemica alla Carmagnola.
Questo canto popolare divenne un'icona del periodo rivoluzionario: viene
eseguito dal coro nel terzo atto dell'opera lirica Andrea Chénier (1896) di
Umberto Giordano ed è menzionato in alcuni romanzi ambientati durante la
rivoluzione francese come Racconto di due città (1859) di Charles Dickens e il
quarto libro (La primula inafferrabile, 1908) del ciclo La primula rossa di
Emmuska Orczy. In uno sceneggiato della Rai (Luisa Sanfelice, 1966) sulla vita
di Luisa Sanfelice - nella versione romanzata da Alexandre Dumas - fu curata
una traduzione in italiano.
Si sono scritte diverse Carmagnoles.
·
Una seconda versione appare nel 1793. Dai suoi versi
citiamo:
Nei
giorni di festa, divertiamoci...
Divertirsi
è così dolce.
·
La Carmagnole de Fouquier-Tinville è contemporanea alla
Rivoluzione e all'ascesa di Robespierre sul patibolo. Dai suoi versi citiamo:
Fouquier-Tinville
aveva promesso
Alla
ghigliottina di tutta Parigi.
Ma lui
ha mentito,
Perché
è una scorciatoia.
·
La Carmagnole del partito operaio di Eugène Pottier:
Lunga
vita al partito operaio!
E il
suo programma e i suoi congressi!
·
• Un'altra versione nel 1869:
Cosa
serve al repubblicano?
Ferro,
piombo e poi pane.
·
E nel 1871:
Viva la
Comune di Parigi
Le sue
barricate e i suoi fucili.
o
Vive il
comune di Parigi
Le sue
mitragliatrici e i suoi fucili
La
Comune battuta
Non
arrenderti e basta.
Avrà la
sua vendetta
Viva il
suono, viva il suono.
·
Nel 1880 si trova La Carmagnole des tisseurs.
·
E l'8 febbraio 1885, La Carmagnole des corbeaux di Jules
Jouy10.
·
Nel 1893, La Ravachole canzone anarchica di Sébastien Faure[3],
sempre sull'aria di La Carmagnole viene pubblicata per la prima volta
nell'Almanach di Père Peinard[4]
nel 1894. Il nome fa riferimento all'anarchico François Ravachol[5]
che aveva lanciato bombe sulle case dei magistrati responsabili della condanna
all'anarchico. Dai suoi versi citiamo:
Nella
grande città di Parigi
Ci sono
borghesi ben nutriti
[...].
·
Fine del 19° secolo:
Di cosa
ha bisogno il plebeo
La
felicità di tutti e la sua.
·
Nel 1900, al Creusot, si canta:
La
Carmagnole è proibita
Cantarla
per strada [...]
Sarà la
canzone dell'ultimo grande sciopero prima delle repressioni.
·
Nel 1909, si canta la Carmagnole dei postini:
Cosa
vuole un onesto postino?
Non
voglio che la sua cartella venga truccata.
·
Versione del 1917:
Viva la
Comune di Russia
Le sue
mitragliatrici e i suoi fucili.
·
Nel 1957, durante lo sciopero delle banche:
Lo
sciopero alla BNCI
Tutto è
andato bene.
·
Esiste anche sulla stessa aria un canto tutt'altro: La
Cattolica, è stata scritta da Théodore Botrel[6]
all'inizio del 20° secolo.
La Carmagnole
I Madam’ Véto(*) avait promis Madam’ Véto avait promis De faire égorger tout Paris De faire égorger tout Paris Mais le coup a manqué Grâce à nos canonniers Refrain Dansons la carmagnole Vive le son vive le son! Dansons la carmagnole Vive le son du canon(**)!
II Monsieur Véto(*) avait promis Monsieur Véto avait promis D’être fidèle à son pays D’être fidèle à son pays Mais il a manqué Ne faisons plus quartier
III Antoinette avait résolu Antoinette avait résolu De nous faire tomber sur le cul De nous faire tomber sur le cul Mais son coup a manqué, Elle a le nez cassé
IV Son mari se croyant vainqueur Son mari se croyant vainqueur Connaissait peu notre valeur Connaissait peu notre valeur Va, Louis, gros paour, Du temple dans la tour
V Les Suisses(***) avaient promis Les Suisses avaient promis Qu’ils feraient feu sur nos amis Qu’ils feraient feu sur nos amis Mais comme ils ont sauté Comme ils ont tous dansé
VI Quand Antoinette vit la tour Quand Antoinette vit la tour Elle voulut faire demi-tour Elle voulut faire demi-tour Elle avait mal au cœur De se voir sans honneur
VII Lorsque Louis vit fossoyer Lorsque Louis vit fossoyer À ceux qu’il voyait travailler À ceux qu’il voyait travailler Il disait que pour peu Il était dans ce lieu
VIII Le patriote a pour amis Le patriote a pour amis Toutes les bonnes gens du pays Toutes les bonnes gens du pays Mais ils se soutiendront Tous au son du canon
IX L’aristocrate a pour amis L’aristocrate a pour amis Tous les royalistes à Paris Tous les royalistes à Paris Ils vous les soutiendront Tout comme de vrais poltrons
X La gendarmerie avait promis La gendarmerie avait promis Qu’elle soutiendrait la patrie Qu’elle soutiendrait la patrie Mais ils n’ont pas manqué Au son du canonnier
XI Amis, restons toujours unis Amis, restons toujours unis Ne craignons pas nos ennemis Ne craignons pas nos ennemis S’ils viennent nous attaquer, Nous les ferons sauter
XII Oui, je suis sans-culotte(4), moi Oui, je suis sans-culotte, moi En dépit des amis du roi En dépit des amis du roi Vivent les Marseillais Les Bretons et nos lois
XIII Oui, nous nous souviendrons toujours Oui, nous nous souviendrons toujours Des sans-culottes des faubourg Des sans-culottes des faubourg À leur santé, nous buvons, Vivent ces francs lurons |
La Carmagnola
I Madame Veto(*) aveva promesso Madame Veto aveva promesso Di far sgozzare tutta Parigi Di far sgozzare tutta Parigi Ma le è andata male Grazie ai nostri artiglieri Ritornello Balliamo la carmagnola Viva il suono, viva il suono Balliamo la carmagnola Viva il suono del cannone(**)!
II Monsieur Veto(*) aveva promesso Monsieur Veto aveva promesso Di essere fedele al suo paese Di essere fedele al suo paese Ma ha mancato Dobbiamo essere senza pietà
III Antonietta aveva deciso Antonietta aveva deciso Di farci cadere sul sedere Di farci cadere sul sedere Ma le è andata male E si è rotta il naso
IV Suo marito che si credeva vincitore Suo marito che si credeva vincitore Conosceva poco il nostro valore Conosceva poco il nostro valore Va, Luigi, grande pauroso Dal tempio alla torre.
V Gli Svizzeri(***) avevano promesso Gli Svizzeri avevano promesso Che avrebbero sparato sui nostri amici Che avrebbero sparato sui nostri amici Ma come hanno saltato! Come hanno danzato tutti!
VI Quando Antonietta vide la torre, Quando Antonietta vide la torre, Volle tornare indietro, Volle tornare indietro, Aveva la nausea A vedersi senza onore.
VII Quando Luigi vide scavare la fossa Quando Luigi vide scavare la fossa A coloro che vedeva lavorare, A coloro che vedeva lavorare, Egli diceva che per poco Sarebbe stato in quel luogo
VIII Il patriota ha per amici Il patriota ha per amici Tutte le brave persone del paese, Tutte le brave persone del paese, Ma essi si sosterranno Tutti al suono del cannone.
IX L’aristocratico ha per amici L’aristocratico ha per amici Tutti i monarchici a Parigi Tutti i monarchici a Parigi Essi li sosterranno Come dei veri codardi
X La gendarmeria aveva promesso La gendarmeria aveva promesso Che avrebbe sostenuto la patria Che avrebbe sostenuto la patria Ma essi non sono mancati Al suono del cannoniere
XI Amici, restiamo sempre uniti Amici, restiamo sempre uniti Non temiamo i nostri nemici Non temiamo i nostri nemici Se vengono ad attaccarci, Noi li faremo saltare
XII Si, io sono un sanculotto, io Si, io sono un sanculotto, io A dispetto degli amici del re A dispetto degli amici del re Viva i Marsigliesi I Bretoni e le nostre leggi
XIII Si, noi ci ricorderemo sempre Si, noi ci ricorderemo sempre Dei sanculotti dei sobborghi, Dei sanculotti dei sobborghi, Alla loro salute, noi beviamo, Viva questi franchi gagliardi. |
Note del brano:
(*) Luigi XVI e Maria Antonietta vengono indicati con i
soprannomi di Monsieur Véto e Madam Véto, per l’abuso del veto a danno
dell’Assemblea Costituente.
(**) Sono i cannoni della Presa delle Tuileries, il 10 agosto 1792: i parigini guidati dai
giacobini insorgono per la seconda volta in pochi mesi, invadendo le Tuileries; il 22 settembre 1792 venne proclamata la
Repubblica.
(***) I Cento Svizzeri della Guardia Reale sono stati
massacrati o dispersi dai Rivoluzionari durante la presa del Palazzo delle
Tuileries. Una parte dei soldati era stata corrotta ed era passata con i
Rivoluzionari
(****) “Senza culottes” ovvero i braghettoni al
ginocchio che erano ancora indossati dai nobili francesi: i nuovi intellettuali
e borghesi portavano invece i pantaloni!
In
questo video La Carmagnole cantata da Milva
[1] Bertrand Barère de Vieuzac, detto
Barère de Vieuzac (Tarbes, 10 settembre 1755 – Tarbes, 13 gennaio 1841) fu un
politico della Rivoluzione francese e giurista francese.
[2] Claude Duneton nato (Lagleygeolle,
21 aprile 1935 – Lille, 21 marzo 2012), era uno scrittore, romanziere e
traduttore francese, storico delle lingue, editorialista della Figaro
Littéraire e comico. Fece una campagna per le lingue regionali, compreso
l'occitano, e affinché una lingua francese fosse radicata nella gente. La
raccolta citata è Histoire de la chanson française - Vol 2. De 1780 à 1860
Éditions du seuil, ottobre 1998.
[3] Sébastien Faure (Saint-Étienne, 6
gennaio 1858 - Royan 14 luglio 1942) è stato un pedagogista, un propagandista e
un militante anarchico francese. È stato uno dei principali sostenitori,
insieme al russo Voline (Vsévolod Mijáilovich Eichenbaum), della forma
organizzativa anarchica conosciuta come anarchismo di sintesi o sintetismo,
rifacendosi alla teoria dell'anarchismo senza aggettivi.
[4] Le Père Peinard era un settimanale
anarchico fondato da Émile Pouget e pubblicato dal 1889 al 1900.
[5] Ravachol, pseudonimo di François
Koenigstein (Saint-Chamond Loire 14 ottobre 1859 - Montbrison, 11 luglio 1892)
è stato un anarchico illegalista e propagandista del fatto francese. Il 1°
maggio del 1891 il governo francese fece reprimere una manifestazione a
Fourmies con l'uso delle armi, 14 persone furono uccise e 40 ferite. Nello
stesso giorno a Clichy la polizia arrestò alcuni anarchici che avevano usato
delle armi, furono condannati a lunghe detenzioni e ai lavori forzati. Per
vendetta, l'11 marzo del 1892 Ravachol mise una bomba nella casa del giudice di
Clichy e il 27 marzo in casa del procuratore. Nello stesso mese organizzò un
attentato presso una caserma di Parigi. Gli attentati provocarono grossi danni
ma non fecero vittime. Ravachol fu riconosciuto dal proprietario di un
ristorante nel quale si trovava e arrestato. Alla vigilia del suo processo (26
aprile) il proprietario fu assassinato da una bomba messa nel suo ristorante.
Fu condannato ai lavori forzati a vita ma due mesi più tardi il processo passò
al tribunale di Montbrison dove era stato accusato di omicidio e la condanna fu
trasformata in condanna a morte per ghigliottinamento. Dopo il suo arresto, e
durante il processo, l'anarco-individualista Zo d'Axa, attarverso le pagine del
suo «L'Endehors», lanciò una sottoscrizione per i famigliari di Ravachol e dei
suoi complici. Distribuì denaro alle famiglie dei detenuti, il che portò al suo
arresto per «partecipazione ad associazione a delinquere». Nonostante la solidarietà
mostrata da diversi esponenti dell'anarchismo, l'esecuzione non fu impedita ed
ebbe luogo a Montbrison l'11 luglio 1892 per mano del boia Louis Antoine
Stanislas Deibler, lo stesso che ghigliottinerà Vaillant, Henry e Caserio.
Ravachol fu sepolto in seguito nello stesso luogo in cui avvenne l'esecuzione.
[6] Jean-Baptiste-Théodore-Marie Botrel
(14 settembre 1868 - 28 luglio 1925) è stato un cantautore, poeta e drammaturgo
francese. È meglio conosciuto per le sue canzoni popolari sulla sua nativa Bretagna,
di cui la più famosa è La Paimpolaise. Durante la prima guerra mondiale divenne
il "Bardo degli eserciti" ufficiale della Francia.