JEAN POISOT
Nato il 7 dicembre 1840 a Le Creusot,
Jean Poisot faceva il minatore presso le miniere della sua città; scioperante
nel 1870, partecipò alla Comune di Le
Creusot.
Sposato e padre di quattro
figli. Fu uno dei partecipanti allo sciopero dal 21 al 25 marzo 1870 e fu
condannato a un anno di prigione dalla Corte d'Appello di Digione[1]
il 27 aprile 1870 per aver tentato di istigare i metalmeccanici.
Graziato dopo l'annuncio
della Repubblica, nel settembre 1870, partecipò alle manifestazioni che
portarono alla proclamazione della Comune di Le
Creusot il 26 marzo 1871, dimostrandosi tra i più entusiasti del gruppo di Louis
Pillet. Fu, inoltre, uno dei pochi attori principali negli scioperi della
primavera del 1870 che si possono trovare nel movimento democratico e
socialista della primavera del 1871, secondo fonti attualmente note.
Giudicato davanti alla corte
d'assise di Saône-et-Loire[2]
nella sua sessione dal 28 giugno al 1° luglio 1871, con altri ventidue crousotini,
in particolare per aver sventolato la bandiera rossa, fu assolto.