ÉTIENNE
BOUDIN
Nato il 27 febbraio 1828 à Girolles[1],
era un falegname. Sotto la Comune era capitano aggiunto maggiore nel palazzo
delle Tuileries.
Étienne Boudin era sposato, separato giuridicamente
dalla moglie e padre di un bambino. Aveva prestato servizio nel 2° reggimento
del Genio, ed aveva la medaglia di Crimea. Finito il servizio militare, riprese
il suo lavoro di falegname a Parigi, dove abitava in rue Salneuve (17°
arrondissement), e lavorò alle Tuileries
negli appartamenti dell’Imperatrice. Durante la guerra, apparteneva al corpo
dei Cavalieri della Repubblica e venne
promosso, il 15 novembre, tenente in seconda del 2° squadrone; diventò
capitano in seconda il 29 dicembre. Quando il suo vecchio comandante Dardelle
fu nominato colonnello governatore delle Tuileries,
lo chiamò con il grado di vice capitano del palazzo, ebbe le chiavi dal 19
marzo 1871 e, fino al 20
maggio, fece turni di sorveglianza Dopo l'insurrezione, si ritirò a Batignolles,
sotto il nome di Godin che era quello della sua convivente. Arrestato in una
falegnameria di Clichy nel mese di settembre, fu accusato da testimoni di aver ordinato l'incendio, il 22
maggio, durante l'esecuzione del farmacista Koch arrestato nella sua casa
in rue Richelieu, per essersi opposto al costruzione di una barricata, mentre Bergeret,
Urbain e altri guardavano da un balcone. Boudin fu anche accusato del
saccheggio del Louvre e dell'incendio
delle Tuileries.
Il Terzo
Consiglio di Guerra ascoltò il ritratto romanzesco di Boudin che tramava,
una lanterna in mano, dopo aver ricevuto da Cluseret l'ordine di incendiare.
Nonostante le sue smentite, fu condannato a morte
il 16 febbraio 1872 e il ricorso in cassazione fu respinto. È stato fucilato il 25 maggio 1872
a Satory.