LUNEDÌ 22 MAGGIO 1871
(2 PRATILE
ANNO 79)
È solamente all'alba di oggi che i lavoratori di Parigi hanno notizia
della breccia operata dall’esercito di Versailles,
e Parigi si sveglia al suono del cannone.
I versagliesi, che trovano le porte e i bastioni abbandonati, hanno
sfruttato le debolezze della difesa. In serata, la divisione Douai ha aperto le
porte di Passy, Auteuil, Saint-Cloud, Sèvres e Versailles.
Nella notte, 130.000 soldati sono entrati a Parigi. Approfittando della
sorpresa, camminano al buio, uccidono silenziosamente le sentinelle federate
che incontrano e riescono a occupare quasi senza combattere la parte
occidentale del 15°
e il 16°arrondissement. Il battaglione volontario, che da solo cerca di opporsi
all'assalto, deve ritirarsi negli Champs-Élysées.
All'alba, verso le 5 del mattino, i soldati riprendono la marcia. Lungo
i bastioni, prendono sul retro le principali posizioni federate, rivolte verso
l'esterno della città. Sono riusciti a scavalcare le fortificazioni delle porte
di Maillot, Bineau, Courcelles, Asnieres e Clichy, delle costruzioni serie che
non avrebbero fatto nulla per la difesa della grande città.
Una divisione di versagliesi segue lo stesso percorso dall'esterno dei
bastioni. Sorprendono i Federati
di Neuilly, Levallois e St. Ouen, che nessuno ha pensato di avvisare, e che
sono costretti ad abbandonare le loro posizioni sotto il fuoco del battaglione
di linea. Molte guardie nazionali vengono catturate. Coloro che fuggono
rientrano a Parigi in ranghi dispersi.
Nella città ribelle, la resistenza è organizzata.
Per tutta la notte suonò la campana a martello e l’Hôtel de Ville batté
l’allarme generale in tutti i quartieri. Si barricano le strade, i viali, i
boulevards. I parigini si svegliano e trovano la città coperta di manifesti
firmati Delescluze,
delegato alla Guerra, che ha stampato nella notte. «Il popolo non sa nulla
delle manovre erudite, ma quando hanno un fucile in mano, il marciapiede sotto
i piedi, non temono tutti gli strateghi della scuola monarchica. Alle armi!
Cittadini, alle armi!»
Nei quartieri popolari uomini, donne, ragazzi
rafforzano le barricate e ne erigono altre.
“Dove avevo
la testa?” scrive Jules
Vallès “Credevo che la città fosse
finita prima di essere vinta, ed ecco che intervengono anche i ragazzi. Una bandiera
rossa, nuova di zecca, è piantata da una bella ragazza, e sulle pietre
grigie questa bandiera fa l'effetto di un papavero su un muro diroccato”.
Durante il giorno, i combattimenti sono
concentrati nella parte occidentale della città. Nella riva sinistra, i
versagliesi occupano la stazione di Montparnasse, la porta di Vanves e la
Scuola militare. Sorpresi alla Concorde da Brunel e dai suoi uomini, subiscono
pesanti perdite. Nella riva destra, occupano il palazzo dell'Eliseo, arrivano
in piazza Saint-Augustin e si sistemano nella caserma della Pépinière. In
serata, l'esercito dell'Ordine occupa l'intero 15° e 16°arrondissement, e più della metà del 7°
arrondissement a sud, e l'8°
e il 17°
arrondissement a nord. La linea del fronte parte dalla stazione di
Batignolles e scende alla stazione di Montparnasse.
Dietro la linea del fronte, vengono erette
barricate. A nord, place Clichy è fortificata, il crocevia del faubourg
Montmartre, Trinité, rue des Martyrs. A sud, il boulevard Saint-Michel, il Pantheon,
rue Saint Jacques, i Gobelins e le avenues del 13°
arrondissement. place
Blanche, una grande barricata è tenuta da un battaglione di cento donne,
tra cui Louise
Michel ed Elizabeth
Dmitrieff.
Stasera, le strade invase non saranno più
illuminate: all'ingresso del faubourg Montmartre, la luce si spegnerà
improvvisamente. I Federati
veglieranno tutta la notte in prima linea. In un Hôtel de Ville sotto
assedio, e nella confusione più totale, lo staff cerca di controllare le
informazioni, raccogliere forze e sviluppare una strategia. Mancano le
munizioni, le ritirate si moltiplicano e circolano voci contraddittorie. Nel
quartiere di Champ-de-Mars sono segnalate diverse conflitti a fuoco.
Ma già nei quartieri occidentali, sveltamente occupati dai versaglieli,
si instaura l'ordine di Thiers,
il nano mostruoso: l'ordine delle esecuzioni sommarie e del massacro per
piegare la resistenza operaia e liquidare definitivamente il socialismo.
Scrive Lissagaray:
“Cominciano queste tragiche notti che si
snoderanno nell'arco di una settimana. La Parigi ribelle è in piedi. Alcuni
battaglioni si dirigono al municipio, musica e bandiera rossa in testa, 200
uomini per battaglione, decisi a tutto. Altri battaglioni si formano per
strada; ufficiali si spostano lungo le linee di scontro per distribuire
munizioni; i piccoli vivandieri si danno da fare, orgogliosi di correre gli
stessi pericoli”.