I
CONSIGLI DI GUERRA
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Un tribunale di guerra a Versailles |
Nello stesso momento in cui venivano ammassati a Versailles
e nei porti le masse dei prigionieri Comunardi,
s organizzavano un ufficio di polizia e un ufficio di informazioni, incaricati
di preparare gli elementi che potevano servite all'istruttoria. Dal 19
marzo, a capo dell’amministrazione della Giustizia c’era il generale di
brigata comandante la sottodivisione di Seine-et-Oise e provvisoriamente la 1ª
divisione militare; nulla fu mutato per il ristabilimento in Parigi del comando
della 1ª divisione. Ma, nel momento in cui la Comune
crollava, non esistevano a Versailles
che quattro Consigli di guerra: il 1° e il 2°, permanenti, il 3° e il 4°,
creati il 22 gennaio 1871 dal Governo
della Difesa nazionale. Il 16
maggio 1871 fu stabilito che questi due ultimi consigli sarebbero stati
incaricati di deliberare esclusivamente sui fatti relativi all'insurrezione,
giacché dagli altri due dipendevano i casi in cui si trovassero implicati
militari e i delitti di carattere meramente militare o collegati con lo stato
d`assedio. Era impossibile, con una simile organizzazione, soddisfare a tutte
le esigenze. La legge del 7 agosto 1871 rese più agevole il funzionamento della
giustizia militare e autorizzò la creazione di nuovi consigli di guerra a
seconda delle necessità. Cosi furono creati, il 19 agosto, il 5° e il 6°
consiglio a Versailles,
il 7° e l'8° a Saint-Germain; il 19 agosto, l'11° a Rambouillet; il 23
settembre, il 12° a Rueil, il 13° e il 14° a Saint-Cloud, il 15° a Chartres; il
28 settembre, il 16° e il 17° a Versailles;
il 15 ottobre, il 19° e il 20° a Versailles.
Non fu tutto; per giudicare i militari accusati di fatti collegati con
l’insurrezione furono creati, il 15 ottobre 1871, il 18° consiglio di guerra a
Parigi; il 16 novembre il 21° a Parigi e il 22° e 23° a Vincennes. Tutti questi
tribunali, completati da due consigli di revisione, l'uno normale, l'altro
creato il 27 settembre, funzionarono simultaneamente, e, nonostante il ritmo
dei processi, all'inizio del febbraio 1872 rimanevano da giudicare ancora più
di 8.000 imputati; così vennero creati il 24° consiglio di guerra, il 3
febbraio al Mont Valérien; il 15, il 25° al Mont Valérien e il 26° a Chartres.
Nel mese di giugno 1871, il Servizio della giustizia poté considerarsi giunto
al termine della prima parte della sua missione: erano state emanate 22.240
ordinanze di non luogo a procedere, che tuttavia comportavano detenzioni
preventive di otto/nove mesi; le sentenze avevano portato a 195; assoluzioni e
8.545 condanne.
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Un tribunale di guerra |
Occorre notare che, per i soli ragazzini, vi furono
circa 460 ordinanze di non luogo a procedere; 80 ragazzini furono rinviati ai
Consigli di guerra che dovevano esprimersi sulla questione del discernimento e
applicare la legge con o senza il beneficio degli articoli 66 e 67 del codice
penale ordinario. 44 di questi ragazzini, “rottami della vita sociale”, avevano
un passato giudiziario. Quanto alle donne, 613 furono poste in libertà, sia
dopo un interrogatorio sommario, sia dopo un’ordinanza di proscioglimento.
Soltanto duecento circa furono deferite ai Consigli di guerra. Infine, ci sono
stati 1.715 stranieri arrestati; 1.136 beneficiarono di un non luogo a
procedere, e soltanto 62 di essi furono espulsi; 89 vennero trattenuti per un
supplemento d'istruttoria.
Liquidata la “prima serie”, la giustizia si dedicò
alla seconda serie degli incartamenti, riguardanti istruttorie che non erano in
rapporto immediato con la repressione propriamente detta, ma miravano ad
attuare il piano di eliminare dalla vita pubblica e civile tutti gli indesiderabili.
Questo lavoro si svolse su 19.180 incartamenti circa, di cui 1.190 furono
scartati dal principio perché si trattava di doppioni. Le istruttorie, che
continuarono sino al 31 dicembre 1874, si elevarono al numero di 10.200, ma le
decisioni giudiziarie furono ritardare in seguito alla soppressione di molti
Consigli di guerra: il decreto del 21 luglio 1871 soppresse il 2°, 11°, 15°,
24°, 25° e 26°; quello del 21 settembre 1872, il 7°, 8°, 12°, 13° e 14°, e
quello del 18 gennaio 1873, il 9° e il 10°. Restarono in funzione soltanto gli
otto Consigli di guerra risiedenti a Versailles,
3°, 4°, 5°, 6°, 16°, 17°, 19° e .20°. D'altronde, il 15 marzo 1874, il 3° e 4°
Consiglio di guerra lasciarono Versailles
per Parigi, dove sostituirono il 18° e il 11°, soppressi dal decreto del 14, e
il generale comandante la sottodivisione di Seino-et-Oise cessò di dirigere le
operazioni della Giustizia militare. Si può dire, grosso modo, che l’opera
della repressione giudiziaria terminò alla fine dell'anno. In quel momento si
potevano registrare:
·
9.291 Rifiuti d’istruttoria
·
25.025 Non luogo a procedere
·
2.461 Assoluzioni
·
10.04 Condanne contraddittorie
·
50.379 Condanne in contumacia
·
Totale delle decisioni = 50.579
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Un tribunale di guerra |
Ma la giustizia militare doveva ancora processare gli
individui compromessi nella Comune
che le sarebbero stati ulteriormente segnalati e giudicare i contumaci che
sarebbero stati arrestati, o che si sarebbero consegnati volontariamente.
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Generale Appert |
L’enorme compito dei Consigli di guerra fu
controllato dai consigli di revisione, che annullarono 2.960 sentenze, e dalla
Commissione delle grazie nominata dall'Assemblea Nazionale, il 1° luglio 1871,
esercitante senza limite il diritto di grazia unitamente al capo del potere
esecutivo, in virtù delle disposizioni della legge del 17 luglio 1871. Al 1° gennaio
1874 erano state accordate 310 grazie complete, oltre a 286 riduzioni di pena e
a 1.295 commutazioni, vale a dire in tutto 1891 misure di grazia su un totale
di 10.137 condanne.
Enorme compito quello esercitato dai Consigli di
guerra, che stritolarono nella loro terribile procedura le povere comparse del
dramma comunardo mal difese da un corpo di avvocati che ridusse al minimo
l'adempimento del dovere professionale, domato com'era. dai giudici.
I più terribili di questi Consigli di guerra furono
il 2°, 3°, 13° a Saint-Cloud: condanne a morte, all'ergastolo, ai lavori
forzati, alla detenzione, pronunciate in massa per completare l’annientamento
dell’insurrezione vinta, questo fu il loro bilancio. Certo essi applicavano la
legge, come aveva annunciato Thiers, ma era la loro legge, la legge del più
forte sul più debole, la legge dei vincitori sui vinti e, indipendentemente da
qualsiasi indulgenza, come se tra quei magistrati in uniforme, come tra i
deputati in giacca a doppio petto, non ci fosse un solo cristiano capace di
perdonare e un solo uomo politico capace di comprendere.
Le statistiche dal generale Appert
forniscono minute precisazioni sull'origine sociale degli individui arrestati,
sulla loro parte durante la Comune,
il loro stato civile, la loro istruzione, la loro mentalità, la loro
professione e le principali circostanze del loro arresto. Ciò che conviene
mettere in rilievo è il numero dei Federati,
che raggiungono i 22.807, ai quali vanno aggiunti i quadri, vale a dire 6.604
individui, e i corpi franchi e i corpi speciali, e cioè un totale generale di
29.575; si dimostra cosi l'interesse che prese al moto la Guardia
Nazionale. 5.546 individui soltanto sono stati arrestati che non hanno
fatto parte di quest’ultima. Nella cifra di 5.546 figurano 438 accusati che
hanno esercitato funzioni pubbliche, in particolare 27 membri della Comune,
45 membri del Comitato
centrale; i servizi delle delegazioni, della prefettura di polizia, dei
municipi e delle prigioni formano gli altri grossi contingenti. Per
quest'ultima categoria ci furono 44 assoluzioni, 11 condanne a morte, 6 delle
quali commutate.
L’insurrezione è stata nazionale, checché si sia
detto in proposito: contro 1.715 stranieri, 34.584 francesi. È stata
proletaria, come dimostra il quadro delle professioni inserito nel rapporto del
generale Appert[1].
Quanto alle condanne, esse si suddividono come segue:
23
7
151
1.160
5.417
160
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Condannati a morte, poi giustiziati
Condannati a morte, commutati
Lavori forzati a vita
Deportazione in un luogo fortificato
Deportazione semplice
Lavori forzati a tempo
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1.147
37
35
19
3.368
117
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Detenzione
Reclusione
Bando
Lavori pubblici
Imprigionamento o ammenda
Sorveglianza di polizia
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Detenzione in case di correzioni
(minorenni) ………. 55;
l processi in contumacia, in numero di 3.232, si
suddividono come segue:
A morte
|
175
|
Arrestati e giudicati in contraddittorio
|
4
|
|
Lavori forzati a tempo
|
114
|
Arrestati e giudicati in contraddittorio
|
6
|
Lavori forzati a vita.
|
159
|
6
|
|
Detenzione
|
22
|
13
|
Deportazione in un luogo fortificato
|
2.820
|
36
|
|
Reclusione
|
7
|
3
|
Deportazione semplice
|
190
|
160
|
|
Imprigionamento o ammenda
|
39
|
153
|
|
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In una casa di detenzione
|
1
|
15
|
Se si considera la suddivisione dei condannati in
relazione al genere dei delitti e al sesso, si ottengono le seguenti cifre:
·
Delitti contro l’ordine pubblico (fatti insurrezionali,
usurpazione: di funzioni, diserzioni, altri fatti): 9.315 uomini, 60 donne.
·
Delitti contro le persone (omicidi e tentativi, assassini e
tentativi, ferite e colpi gravi, sequestri di persone, altri casi): 391 uomini,
46 donne.
·
Delitti contro le proprietà (furti nelle chiese, saccheggi e
guasti di monumenti pubblici, furti con violenza, incendi, distruzione di
monumenti o di case, altri delitti): 297 uomini, 27 donne.
In totale: 9.910 uomini e 132 donne, più 54 ragazzi e
una giovinetta al disotto dei 16 anni.
Per i contumaci ripresi e giudicati in
contraddittorio, vi furono 136 assoluzioni e 287 condanne, la cui analisi è
indicata più su.
La Gazette des Tribunaux riporta la fisionomia
dei dibattimenti dei Consigli di guerra, i cui incartamenti, ormai accessibili,
potranno apportare ancora nuovi elementi alla storia della Comune.
Gli atteggiamenti di alcuni Comunardi
furono deplorabili, come Urbain,
che rimpianse di aver proposto il decreto sugli ostaggi e si indignò “degli
incendi e degli ultimi delitti della Comune”;
Jourde,
che spiegò come egli avesse fatto comprendere alla Banca di Francia la
necessità di abbandonare un po' di danaro per evitare che i sobborghi si
muovessero; Régère,
il quale affermò che “Parigi ha avuto a che fare con uomini ebbri di sangue,
di vino, e scatenati”; Champy,
il quale tentò di far credere di essere stato convinto che la Comune
dovesse occuparsi unicamente della pace con Versailles;
Rastoul,
che respinse ogni solidarietà con gli “uomini che hanno incendiato Parigi e
fucilato gli ostaggi”; Charles
Lullier, il quale confessò di aver lavorato per danaro a una
controrivoluzione.
D’altra parte ci furono quelli che affrontarono i
processi con coraggio e a viso aperto, come Trinquet,
il quale dichiarò con semplice coraggio:
“Io non ho commesso nessun attentato, ho preso
parte all’insurrezione e ho pagato di persona. Mi sono battuto e ho avuto il
Chepì e il cappotto forato dalle palle. Il mio solo rammarico è di non essere
stato ucciso: non avrei il dolore di assistere allo spettacolo dei miei
colleghi che cercano di eludere le responsabilità degli atti che sembravano che
sembravano così ansiosi di compiere”.
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Il colonnello Merlin, ufficiale e presidente
del Terzo Consiglio di guerra del 1871 |
Vi fu una dura lotta anche tra Théophile
Ferré e i suoi giudici. Ferré
tentò sino alla fine non già di scolparsi, ma di giustificare: i suoi atti, da
un capo d’accusa all’altro. Egli finì con queste parole:
“Membro della Comune
di Parigi, io sono tra le mani dei vincitori. Essi vogliono la mia testa.
Se la prendano! Mai salverò la mia vita con una viltà! Sono vissuto Libero, e
voglio morire tale!”
Fu in quel spiacevole giorno del 22 settembre, al 3°
Consiglio di guerra di Versailles,
presieduto dal colonnello Merlin, che vennero giudicati gli uomini enumerati tra
i più valorosi e il cui processo era iniziato il 17 agosto. Ferré
e Lullier
furono condannati a morte - Urbain
e Trinquet
ai lavori forzati a vita, Assi,
Billioray,
Champy,
Régère,
Grousset,
Verdure,
Férat alla deportazione in un luogo fortificato, Jourde
Rastoul
alla deportazione semplice, Courbet
a 6 mesi di prigione, Clément
a 3 mesi, Descamps
e Parent
furono assolti.
Il 16 dicembre 1871, il 6° consiglio di guerra,
presieduto dal colonnello Delaporte, processò Louise
Michel. La requisitoria pronunciata contro di lei era piena di assurdità e
di bassezze. Essa rispose semplicemente:
“Non voglio difendermi, non voglia essere difesa;
io appartengo tutt’intera alla Rivoluzione sociale, e dichiaro di accettare la
responsabilità dei miei atti … Ciò che reclamo da voi, che vi considerate
nostri giudici, che, perlomeno, non vi nascondete come la Commissione delle
grazie, è il campo
di Satory dove sono già caduti i miei fratelli. Vi è stato ingiunto di
tagliarmi fuori dalla società; ebbene, il commissario del Governo ha ragione.
Giacché sembra che ogni cuore che batte per la libertà abbia diritto soltanto
ad un po’ di piombo, ne reclamo la mia parte! Se mi lasciate vivere, non
cesserei di gridare vendetta, e denuncerei alla vendetta dei nostri fratelli
gli assassini delle Commissione delle grazie”.
Rossel
fu condannato a morte dal 3° Consiglio di guerra: tuttavia Merlin fu pieno di
riguardi per l’ufficiale insorto, che, dal canto suo, mostrò rispetto per
l’esercito, affermando di essere stato attivo verso la Comune
unicamente dalla speranza di una ripresa della guerra
contro i prussiani.
Gli avvenimenti relativi a Clément-Thomas
e al generale Lecomte,
a Chaudey,
agli ostaggidiedero luogo a dibattimenti spaventevoli e portarono a sentenze
terribili. All'inizio, i condannati a morte erano messi in cella nella prigione
di rue Saint-Denis; quando furono troppo numerosi, vennero chiusi in due
cantine della caserma di rue de Noailles.
Dopo l'esecuzione di Genton,
alcuni deputati e consiglieri municipali di Parigi intervennero presso Thiers
perché arrestasse l’effusione del sangue. Il giorno prima delle quattro
esecuzioni del 25 luglio 1872, si produsse una specie di mutamento
dell’opinione pubblica; durame le vacanze parlamentari, i deputati repubblicani
compreso Gambetta,
tentarono di intervenire presso Thiers
che, dopo aver rifiutato di rispondere, nel mese di ottobre, col far uscire sui
giornali una lettera di Barthélemy-Saint-Hilaire,
nella quale si diceva che, «salvo casi che era impossibile prevedere, non vi
sarebbero state più esecuzioni». Alla Commissione di grazia vi fu un conflitto
tra un gruppo minoritario indulgente, diretto da Mattel, e il gruppo
maggioritario dei giuristi, diretto da Batbie;
se la commutazione per Da
Costa fu ottenuta dagli indulgenti (20 dicembre), i repressivi ottennero
ancora, il 22 gennaio 1873, tre esecuzioni, le ultime per i Consigli di guerra
di Parigi. Così si scaglionano le 23 esecuzioni, dal 28 novembre 1871 al 22
gennaio 1873:
28 novembre 1871 …..….
2 febbraio 1872 ……..…..
19 marzo 1872 ….….……
30 aprile 1872 …….….….
25 maggio 1872 …….…...
6 luglio 1872 ……….….…
25 luglio 1872 ……….…..
18 settembre 1872 ……...
22 gennaio 1873 ………...
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Genton
(per l'esecuzione degli ostaggi della Roquette).
Beaudion e Rouilac
(il primo per l’incendio di Saint-Eloi e l’uccisione di un avversario; il
secondo per l’uccisione di un avversario)
Lolive
(per l'esecuzione di monsignor Darboy), Denivelle
e Deschamps
(per l'esecuzione del capitano dei Federati de Baufort).
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A questo funebre bilancio vanno aggiunti i
giustiziati di Marsiglia, Gaston
Crémieux (30 novembre 1871) e, qualche giorno prima di lui, i due soldati
Paquès ed Estragnat,
accusati della morte del poliziotto Vizentìni, gettato nella Senna al momento
delle manifestazioni della Bastiglia. Si può aggiungere anche un giovane
soldato fucilato nel 1875. Per lo meno questi morti si sottrassero ai lunghi
rigori della deportazione.
Una pubblicazione sui Consigli di guerra
Félix Antoine Appert (Saint-Remy-sur-Bussy,
12 giugno 1817 - Passy, XVI arrondissement di Parigi, 18 aprile 1891) era un
soldato e diplomatico francese. Durante la Comune
e fino al 1875, comandò la suddivisione della Seine-et-Oise. In tale veste, fu
responsabile della direzione della giustizia militare che giudicò i Comunardi
a Versailles.
Jules
Barthélemy-Saint-Hilaire (Parigi, 19 agosto 1805 – Parigi, 24 novembre 1895) è
stato un filosofo, giornalista e politico francese.
Anselme Batbie (Seissan, 31 maggio
1828 – Parigi, 12 giugno 1887) era un giurista e politico francese.