L'INTERNAZIONALE
Testo di Eugène Pottier [1871]
Musica di Pierre Chrétien Degeyter[1] [1888]
Cantata dal 1871 al 1888 sul motivo della "Marsigliese"
Prima Pubblicazione: a cura di Gustave Nadaud, Quel est le fou?, 1884
Prima edizione in volume autonomo: Eugène Pottier Chants révolutionnaires, 1887
Prima esecuzione: Lille, 23 luglio 1889
Si trattava in origine di una canzone scritta dallo chansonnier, poeta e goguettier[2], Eugène Pottier nel giugno del 1871, in piena repressione della Comune di Parigi. Seguendo la tradizione della goguette, l'Internazionale di Pottier era stata intesa come una canzone originale da cantare su un'aria conosciuta da tutti: in questo caso la Marsigliese, utilizzata del resto per un gran numero di canti rivoluzionari e di rivendicazione.
Tradotta in molte lingue, L'Internazionale è universalmente nota come il simbolo delle lotte sociali in tutto il mondo, come specifica il suo ritornello: "C'est la lutte finale / Groupons-nous et demain / L'Internationale / Sera le genre humain. (È la lotta finale / Raggruppiamoci e domani / l'Internazionale / Sarà il genere umano)". È cantata dai socialisti, dagli anarchici, dai comunisti, ma anche da alcuni membri di cosiddetti partiti socialisti o socialdemocratici e naturalmente da sindacati di sinistra e da dimostrazioni popolari. La sua versione russa fu invece l'Inno Nazionale dell'U.R.S.S. dal 1917 al 1944, quando, sostituita dal nuovo Inno dell'Unione Sovietica (la musica che vinse il concorso è del generale Aleksandr Aleksandrov), L'Internazionale divenne l'inno di partito del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Fu inizialmente tradotta da Aron Koc (vero nome: Arkadij Jakovlevič Koc) nel 1902 e fu pubblicata a Londra da Жизнь (Žizn', Vita), rivista per immigrati russi. La prima versione russa era formata da tre strofe e il ritornello, poi fu estesa e rimaneggiata. La strofa antimilitarista del testo originale di Pottier fu ufficialmente vietata nel 1935, su ordine di Mosca, a tutti i membri del Partito Comunista Francese per non spiacere ai militari.
La poesia
La storia di questa cancone e del suo autore è legata interamente alla tradizione ed alla pratica della goguette ed a quella di un concorso canoro. Nel 1883, Eugène Pottier presentò una canzone al concorso per cantautori della famosa goguette La Lice chansonnière e vinse il primo premio. In quell’occasione incontrò il cantautore Gustave Nadaud[3], che aveva già conosciuto nel 1848 e che gli aveva fatto grande impressione. Nadaud lo convinse a pubblicare, finanziandone la stampa, un volume di cinquanta canzoni, intitolato Quel est le fou? e salvate dall'oblio da Nadaud, che ammira molto il talento poetico di Pottier anche se non condivide affatto le sue idee politiche.
L'iniziativa di Nadaud incoraggiò gli amici e i compagni Comunardi di Pottier a pubblicare, nel 1887, le sue Chants révolutionnaires (Canzoni rivoluzionarie); in quel volume c’era, per la prima volta, il testo de L'Internazionale. Senza il concorso dei chansonniere e Nadaud[3], questa famosa canzone rivoluzionaria e le altre opere di Pottier oggi sarebbero dimenticate.
L'Internazionale fu dedicata da Pottier all'insegnante anarchico Gustave Lefrançais, combattente per la Comune.
La musica
Lo storico Robert Brécy disse: "Senza dubbio Pottier, come fa la maggior parte dei poeti chansonniers, ha scritto le sue parole con un motivo in testa (probabilmente La Marseillaise, che ha lo stesso taglio), ma non lo ha mai specificato".
Nel 1888, un anno dopo la prima edizione a stampa del testo, il coro del Partito dei Lavoratori Francesi di Lille chiese ad uno dei suoi membri, Pierre Degeyter[1], di comporre una musica originale per L'Internazionale. Il 23 luglio 1888, per la prima volta, il coro del Lyre des Travailleurs, riunito nella sede de La Liberté, in rue de la Vignette a Lille, nel distretto di Saint-Sauveur, interpretò per la prima volta la canzone dell'Internazionale sulla nuova aria di Degeyter[1], e come e conosciuta oggi in tutto il mondo. Il suo spartito venne pubblicato nel 1889.
Per la composizione musicale, Degeyter[1] si era senz'altro basato, nelle prime quattro misure (tema e armonie) sul finale dell'operetta Les bavards di Jacques Offenbach, composta nel 1862 e rappresentata, con grande successo popolare, al Théâtre des Bouffes Parisiens nel 1863.
Il successo
Dal 1904 l'Internazionale, dopo essere stata utilizzata per il Congresso di Amsterdam della Seconda Internazionale, è diventata l'inno dei lavoratori rivoluzionari che volevano che il mondo «cambiasse la sua base», e il canto tradizionale più celebre del movimento operaio.
L'Internazionale è stata tradotta in molte lingue. È cantata da tutti coloro che si ispirano all'ideale socialista e libertario, quindi socialisti, comunisti (a seguito delle successive scissioni dai partiti socialisti negli anni '20 da coloro che fonderanno i partiti comunisti sull'allora frattura politica attorno alla rivoluzione d'ottobre), da anarchici ma anche, attualmente più raramente, dai socialdemocratici.
Fu anche l'inno della rivolta degli studenti e degli operai durante le proteste di Piazza Tiananmen nel 1989.
L'Internazionale è ancora l'inno della maggioranza delle organizzazioni anarchiche, marxiste o comuniste.
In molti paesi europei questa canzone, dall'inizio del XX secolo, è stata illegale per anni a causa della sua immagine rivoluzionaria, comunista e anarchica e delle idee rivoluzionarie e insurrezionaliste che ha sostenuto, Più tardi, alcuni gruppi anarchici usavano più facilmente l'adattamento intitolato The Black International sebbene, in passato come al giorno d'oggi, sia stata e sia invece usata anche da partiti che intendevano raggiungere il socialismo mediante una via democratica e non insurrezionalista.
Nella fattoria degli animali di George Orwell l'inno viene parodiato nel motivo Beasts of England.
Tra le varie versioni dell'inno vi è quella prodotta nel 1974 dal gruppo di rock progressivo italiano Area, e quella di Robert Wyatt pubblicata nel 1982 nella raccolta di autori vari Recommended Records Sampler.
L'Internazionale (censurata) diretta da Arturo Toscanini – 1944
Il 25 maggio del 1944, per onorare la vittoria alleata in Italia, il grande Arturo Toscanini, fuggito dal Fascismo, decise di condurre una performance del’«Inno delle Nazioni» di Verdi durante un concerto di beneficenza per la Croce Rossa al Madison Square Garden di New York. L’«Inno» è una composizione che Verdi ha originariamente costruito intorno agli inni nazionali di Gran Bretagna, Francia e Italia. Per onorare tutti e quattro i maggiori alleati, Toscanini ha deciso di aggiungere «The Star Spangled Banner» per l'U.S. e «The Internationale» per l'Unione Sovietica. La musica è stata eseguita dalla NBC Symphony Orchestra, con il Coro di Westminister e il grande tenore Jan Peerce come solista; Condotto da Toscanini. È stato girato come un cortometraggio da mostrare nei cinema, ed è stato narrato da Burgess Meredith.
Nei primi anni '50, nel periodo della Red Scare, negli Stati Uniti, i censori hanno tagliato la parte di questa performance che ha caratterizzato l'Internazionale.
Per anni la sequenza nella caratteristica originale era considerata per sempre perduta. Ma di recente è stata riscoperta una copia di questo pezzo di film mancante, e ora questa riproduzione brusca dell'Internazionale - insieme al corale e all'orchestra sotto la direzione di un leggendario direttore d'orchestra - può ora essere goduto di nuovo.
La versione degli Area
All'interno di Are(A)zione, il primo disco live pubblicato dagli Area, che è probabilmente assai riduttivo definire come uno dei più grandi e significativi gruppi del prog italiano, troviamo, in chiusura, una straordinaria versione de L'Internazionale passata alla storia. L'album fu registrato durante una serie di concerti tenuti nel 1975 a Milano (Festa del Proletariato giovanile al Parco Lambro), a Napoli (Festa dell'Unità), a Rimini (Festa della gioventù) e a Reggio Emilia (concerto al Teatro Comunale). La versione de L'Internazionale arrangiata dagli Area era stata incisa per la prima volta nel novembre del 1974 sul 45 giri la cui foto è quì a fianco.
«Questo lavoro, registrato nel 1974 nell'insolito formato dei 45 giri, ebbe esclusivamente una diffusione militante.
I proventi servirono a finanziare le spese legali sostenute in difesa dell'anarchico Marini ingiustamente carcerato.
Del nostro arrangiamento dell'inno dei lavoratori si può dire tutto, ma non che non abbia fatto un gran casino; infatti pare che una volta, in virtù di un ascolto a volume esagerato, abbia bloccato il traffico in una via di New York e che Ceauşescu (non ho idea di chi gliela fece sentire) abbia detto che: "...è una vergogna!!!"»
Demetrio Stratos
L’Internazionale onorata da Lenin
“Nel novembre dello scorso anno –1912- è caduto il 25° anniversario della morte del poeta lavoratore francese Eugène Pottier, l’autore del celebre canto proletario ‘L’Internazionale’ (“Compagni, avanti, il gran partito”…).
Questo canto è stato tradotto in tutte le lingue europee, ed in altre. In qualunque paese un lavoratore provvisto di coscienza di classe si ritrovi a essere, quale che sia la sua sorte e per quanto possa sentirsi straniero, senza una lingua, senza amici e lontano dal suo paese natale, egli potrà in ogni caso trovare dei compagni e degli amici servendosi del fidato ritornello dell’Internazionale. I lavoratori di tutti i paesi hanno fatto proprio il canto del loro illustre combattente, di questo poeta proletario, e ne hanno fatto l’inno mondiale del proletariato.
E i lavoratori di tutti i paesi onorano adesso il ricordo di Eugène Pottier. Sua moglie e sua figlia sono ancora in vita, e vivono in povertà, così come l’autore dell’Internazionale trascorse la sua intera vita. Era nato a Parigi il 4 ottobre 1816. Aveva quattordici anni quando compose il suo primo canto, che si chiamava ‘Evviva la Libertà!’- Nel 1848 aveva combattuto sulle barricate tra le fila dei lavoratori, nella loro battaglia contro la borghesia. (…)
Fin dal 1840 aveva reagito a tutti gli eventi importanti nella storia di Francia con canti che risvegliarono la coscienza delle persone in disparte, che chiamarono i lavoratori all’unità e che esercitarono la critica più tagliente nei confronti della borghesia e del governo borghese francese.
Nei giorni in cui si costituì la grande Comune di Parigi (1871), Pottier ne fu scelto come membro. Sui 3.600 voti che furono scrutinati, ne ottenne 3.352. Prese parte a tutte le attività della Comune, il primo governo proletario del mondo.
Dopo la caduta della Comune, Pottier fu costretto a fuggire, prima in Inghilterra e poi in America. Il suo celebre canto ‘L’Internazionale’ fu scritto nel giugno del 1871, si potrebbe dire proprio il giorno dopo la sanguinosa sconfitta di maggio.
La Comune fu sconfitta, ma l’Internazionale di Pottier propagò le sue idee per il mondo intero; ed esse sono oggi più vive di allora. (…)
Fu solo nove anni dopo i giorni della Comune che Pottier poté rientrare in Francia, dove entrò immediatamente nel Partito dei Lavoratori. (…)
L’8 novembre 1887, i lavoratori parigini portarono il feretro di Eugène Pottier al cimitero del Père-Lachaise, dove sono sepolti anche i Comunardi assassinati. La polizia attaccò brutalmente il corteo funebre per strappare ai lavoratori la bandiera rossa che avevano portato con sé. Una grande folla prese parte alla cerimonia funebre pubblica. Da ogni parte si sentivano le grida di ‘evviva Pottier!’. Pottier morì in povertà, ma lasciò un ricordo che vivrà più a lungo di qualsiasi opera manuale. Egli fu uno dei maggiori propagandisti del canto proletario. Quando egli aveva composto il suo primo canto, tra i lavoratori c’era soltanto una quantità modesta di socialisti; oggi conoscono lo storico canto di Pottier non si sa quanti milioni di proletari.”
Vladimir Lenin.
(pubblicato per la prima volta sulla “Pravda” n° 2, 3 gennaio 1913)
I diritti d’autore
L’Internazionale è di dominio pubblico, in tutto il mondo.
Nell'unione europea, negli Stati Uniti e nella maggior parte dei paesi, i diritti d’autore decadono quando l'ultimo autore è morto da oltre 70 anni più gli anni di guerra richiesti dalla giurisprudenza. La poesia di Eugène Pottier (morto nel 1887) lo è diventata nel 1967, la musica di Pierre Degeyter[1] (che morì nel 1932) dal 2008.
Il testo
Della poesia di Eugène Pottier esiste una versione scritta a mano più vecchia della versione finale stampata nel 1887, che dovrebbe quindi essere considerata come la vera "versione originale"; in pratica, però, si tratta di una versione adesso quasi dimenticata; nel complesso, il suo carattere antimilitarista è ancora più chiaro e forte che nella versione storica. È stata scoperta e pubblicata nel 1990 da Robert Brécy:
Versione in francese:
Debout! l'âme du prolétaire
Travailleurs, groupons-nous enfin.
Debout ! les damnés de la terre!
Debout ! les forçats de la faim!
Pour vaincre la misère et l'ombre
Foule esclave, debout! Debout!
C'est nous le droit, c'est nous le nombre:
Nous qui n'étions rien, soyons tout!
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
Il n’est pas de sauveurs suprêmes:
Ni Dieu, ni César, ni Tribun.
Travailleurs, sauvons-nous nous-mêmes;
Travaillons au salut commun.
Pour que les voleurs rendent gorge,
Pour tirer l’esprit du cachot,
Allumons notre grande forge!
Battons le fer quand il est chaud!
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
Les rois nous saoulaient de fumées
Paix entre nous ! guerre aux Tyran!
Appliquons la grève aux armées
Crosse en l’air ! et rompons les rang!
Bandit, prince, exploiteur ou prêtre
Qui vit de l'homme est criminel;
Notre ennemi, c'est notre maître:
Voilà le mot d'ordre éternel.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
L'engrenage encor va nous tordre:
Le capital est triomphant;
La mitrailleuse fait de l'ordre
En hachant la femme et l'enfant.
L'usure folle en ses colères
Sur nos cadavres calcinés
Soude à la grève des Salaires
La grève des assassinés.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
Ouvriers, Paysans, nous sommes
Le grand parti des travailleurs.
La terre n’appartient qu’aux hommes.
L'oisif ira loger ailleurs.
C'est de nos chairs qu'ils se repaissent!
Si les corbeaux si les vautours
Un de ces matins disparaissent …
La Terre tournera toujours.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
Qu'enfin le passé s'engloutisse!
Qu'un genre humain transfiguré
Sous le ciel clair de la Justice
Mûrisse avec l'épi doré!
Ne crains plus les nids de chenilles
Qui gâtaient l'arbre et ses produits
Travail, étends sur nos familles
Tes rameaux tout rouges de fruits!
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
C’est la lutte finale
Groupons-nous et demain
L’Internationale
Sera le genre humain.
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Versione in italiano:
In piedi! Anima del proletariato!
Lavoratori, uniamoci infine.
In piedi! Dannati della terra!
In piedi! Forzati della fame!
Per vincere la miseria e l'oscurità
Massa di schiavi, in piedi! In piedi!
Siamo noi il diritto, siamo noi il numero:
Noi che non eravamo niente, siamo tutto!
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
Non ci sono supremi salvatori,
Né Dio, né Cesare, né Tribuno,
Lavoratori, salviamoci da soli;
Lavoriamo per il bene comune.
Affinché il ladro restituisca il maltolto
E per distogliere la mente dalla galera
Accendiamo la nostra grande forgia
Battiamo il ferro finchè è caldo!
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
I re ci hanno ubriacato di fumo!
Pace tra noi, guerra ai tiranni!
Applichiamo lo sciopero negli eserciti,
Fucili in aria! E rompiamo i ranghi!
Bandito, principe, sfruttatore o prete
Chi vive sull'uomo è criminale;
Il nostro nemico è il nostro padrone:
Ecco la parola d'ordine eterna.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
L’ingranaggio ancora ci schiaccia:
Il capitale sta trionfando;
La mitragliatrice provvede all'ordine
Falciando le donne e i bambini.
L’usura folle nella sua rabbia
Sui nostri cadaveri calcinati
Si unisce allo sciopero per i salari
Lo sciopero degli assassinati.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
Operai contadini, noi siamo
Il gran partito dei lavoratori,
La terra non appartiene che agli uomini,
Il fannullone dovrà sloggiare altrove!
Quanto si nutrono delle nostre carni,
Se i corvi se gli avvoltoi
Una di queste mattine scomparissero ….
La Terra girerebbe sempre.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
Che alfine il passato sprofondi!
Che un genere umano trasfigurato
Sotto il cielo chiaro della Giustizia
Maturi assieme alla spiga dorata!
Non temere più i verminai
Che sciupano l'albero e i suoi prodotti
Lavoro, stendi sulle nostre famiglie
I tuoi rami tutti rossi di frutti!
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
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Di seguito l'originale, con una traduzione letterale in italiano (ma non usata in Italia, la cui versione è riportata in seguito):
"Au citoyen Gustave Lefrançais, membre de la Commune (Al cittadino Gustave Lefrançais, membro della Comune)"
Debout, les damnés de la terre
Debout, les forçats de la faim!
La raison tonne en son cratère
C'est l'éruption de la fin.
Du passé faisons table rase
Foules, esclaves, debout, debout
Le monde va changer de base
Nous ne sommes rien, soyons tout!
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
Il n'est pas de sauveurs suprêmes
Ni Dieu, ni César, ni tribun,
Producteurs, sauvons-nous nous-mêmes
Décrétons le salut commun
Pour que le voleur rende gorge
Pour tirer l'esprit du cachot
Soufflons nous-mêmes notre forge
Battons le fer quand il est chaud.
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
L'état comprime et la loi triche
L'impôt saigne le malheureux
Nul devoir ne s'impose au riche
Le droit du pauvre est un mot creux
C'est assez, languir en tutelle
L'égalité veut d'autres lois
Pas de droits sans devoirs dit-elle
Egaux, pas de devoirs sans droits.
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
Hideux dans leur apothéose
Les rois de la mine et du rail
Ont-ils jamais fait autre chose
Que dévaliser le travail
Dans les coffres-forts de la bande
Ce qu'il a crée s'est fondu
En décrétant qu'on le lui rende
Le peuple ne veut que son dû.
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
Les rois nous saoulaient de fumées
Paix entre nous, guerre aux tyrans
Appliquons la grève aux armées
Crosse en l'air, et rompons les rangs
S'ils s'obstinent, ces cannibales
A faire de nous des héros
Ils sauront bientôt que nos balles
Sont pour nos propres généraux.
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
Ouvriers, paysans, nous sommes
Le grand parti des travailleurs
La terre n'appartient qu'aux hommes
L'oisif ira loger ailleurs
Combien, de nos chairs se repaissent
Mais si les corbeaux, les vautours
Un de ces matins disparaissent
Le soleil brillera toujours.
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
C'est la lutte finale
groupons-nous, et demain
Internationale
sera le genre humain
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In piedi, dannati della terra,
In piedi, forzati della fame!
La ragione tuona nel suo cratere,
È l'eruzione finale.
Del passato facciamo tabula rasa,
Folle, schiavi, in piedi! In piedi!
Il mondo sta cambiando radicalmente,
Non siamo niente, saremo tutto!
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
Non ci sono supremi salvatori,
Né Dio, né Cesare, né Tribuno,
Lavoratori, salviamoci;
Lavoriamo per il bene comune.
Affinché il ladro renda il maltolto
E respiri l'aria della galera
Soffiamo nella forgia, noi stessi
Battiamo il ferro quando è caldo!
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
Lo stato opprime e la legge imbroglia,
Le tasse dissanguano lo sventurato;
Nessun dovere è imposto al ricco,
Il diritto per i poveri è una parola vuota.
Basta languir nella tutela!
L'uguaglianza chiede altre leggi,
Niente diritti senza doveri, dice,
Uguali, nessun dovere senza diritti!
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
Orrendi nella loro apoteosi
I re della miniera e della ferrovia
Mai hanno fatto altra cosa
Che derubare il lavoro.
Nelle casseforti della banda
È stato fuso quel che s'è creato
Decretando che gli si renda
Il popolo non vuole che il dovuto.
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
I re ci hanno ubriacato di fumo!
Pace tra noi, guerra ai tiranni!
Applichiamo lo sciopero alle armate,
Cannone puntato in aria e rompiamo i ranghi!
Se si ostinano, questi cannibali
A far di noi degli eroi
Sapranno presto che le nostre pallottole
Son per i nostri generali!
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
Operai contadini, noi siamo
Il gran partito dei lavoratori,
La terra non appartiene che agli uomini,
Il fannullone sloggerà!
Quanto si nutrono della nostra carne,
Ma se i corvi e gli avvoltoi
Un mattino scompariranno
Il sole brillerà per sempre!
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
È la lotta finale
Uniamoci, e domani
L'Internazionale
Sarà l’umanità.
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La terza strofa riecheggia i "tre ideali traditi" della Rivoluzione Francese, un tema caro ai canti socialisti ottocenteschi e di inizio Novecento, in quanto il movimento operaio era visto come il prosecutore e il coronatore della lotta dei sanculotti.
La traduzione in italiano non è fedele all'originale e, all'inizio, fu criticata per questo. Nacque grazie ad un concorso indetto nel 1901 dal giornale socialista satirico L'Asino, in cui vinse una versione firmata dallo sconosciuto E. Bergeret (probabilmente pseudonimo di Ettore Marroni (1875-1943), giornalista che usava appunto firmarsi "Bergeret" o "Ettore Bergeret" nei suoi articoli su Il Mattino di Napoli o La Stampa di Torino, oppure di Umberto Zanni, avvocato e collaboratore di "Rassegna popolare del socialismo"). Questa è la versione cantata ancor oggi, seppur con piccole variazioni a seconda delle fonti. Benché non sia molto fedele all'originale francese è diventato col tempo la versione più conosciuta e cantata in Italia. A volte la terza e quarta strofa non vengono cantate per accorciare il canto, eseguito spesso prima di incontri, celebrazioni o congressi politici. Negli anni '70, il poeta Franco Fortini ne scrisse una versione leggermente più simile all'originale, ma poco conosciuta, cosicché è rimasto il testo di Bergeret il più famoso e diffuso in italiano. La prima strofa è quella che si avvicina di più al testo francese, in particolare all'ultima strofa dell'originale. L'ultimo verso dell'ultima strofa fa riferimento ancora una volta alla Rivoluzione Francese e in particolare al mese di Germinale, corrispondente nel calendario rivoluzionario francese al periodo dal 21 marzo al 19 aprile, l'inizio della primavera, simbolicamente la nascita della società proletaria, celebrata anche da Émile Zola nell'omonimo romanzo.
Compagni avanti, il gran Partito
noi siamo dei lavoratori.
Rosso un fiore in petto c'è fiorito
una fede ci è nata in cuor.
Noi non siamo più nell'officina,
entro terra, dai campi, al mar
la plebe sempre all'opra china
Senza ideale in cui sperar.
Su, lottiamo! L’ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro al fine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Un gran stendardo al sol fiammante
dinanzi a noi glorioso va,
noi vogliam per esso giù infrante
le catene alla libertà!
Che giustizia venga noi chiediamo:
non più servi, non più signor;
fratelli tutti esser vogliamo
nella famiglia del lavor.
Su, lottiamo! L’ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro al fine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Lottiam, lottiam, la terra sia
di tutti eguale proprietà,
più nessuno nei campi dia
l'opra ad altri che in ozio sta.
E la macchina sia alleata
non nemica ai lavorator;
così la vita rinnovata
all'uom darà pace ed amor!
Su, lottiamo! L’ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro al fine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Avanti, avanti, la vittoria
è nostra e nostro è l'avvenir;
più civile e giusta, la storia
un'altra era sta per aprir.
Largo a noi, all'alta battaglia
noi corriamo per l'Ideal:
via, largo, noi siam la canaglia
che lotta pel suo Germinal!
Su, lottiamo! L’ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro al fine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
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Canto Internazionale, o Internazionale anarchica, o Internazionale nera
Testo: Louise Michel
Musica: sull'aria di Wacht am Rhein
Anno: 1897
L’internazionale anarchica è un canto della fine del xix secolo, con un testo palesemente ispirato a quello di Pottier, ma cantato su una musica differente (sull'aria di una canzone popolare tedesca, Wacht am Rhein, ovvero "La guardia sul Reno", e dai contenuti più specificamente anarchici ed antimilitaristi. Scritta da Louise Michel, è stata originariamente pubblicato nell'Almanach du Père Peinard nel 1897.
Debout les damnés de la terre!
Les despotes épouvantés
Sentant sous leurs pas un cratère,
Au passé se sont acculés.
Leur ligue folle et meurtrière
Voudrait à l'horizon vermeil
Eteindre l'ardente lumière
Que verse le nouveau soleil.
Debout, debout, les damnés de la terre!
Ceux qu'on écrase en les charniers humains,
Debout, debout, les forçats de misère!
Unissons-nous, Latins, Slaves, Germains.
Que la troisième République
Se prostitue au tsar pendeur;
Qu'une foule extralunatique
Adore l'exterminateur!
Puisqu'il faut que tout disparaisse,
Peu nous importe! C'est la fin,
Partout les peuples en détresse
S'éveillent se donnant la main,
Debout, debout, les damnés de la terre!
Ceux qu'on écrase en les charniers humains,
Debout, debout, les forçats de misère!
Unissons-nous, Latins, Slaves, Germains.
Bons bourgeois que César vous garde,
César aux grands ou petits bras:
Pape, République batarde;
les tocsins sonnent votre glas
Rois de l'or hideux et féroces.
Les fiancés que vous tuez
Demain auront de rouges noces.
Tocsins, tocsins, sonnez, sonnez.
Debout, debout, les damnés de la terre!
Ceux qu'on écrase en les charniers humains,
Debout, debout, les forçats de misère!
Unissons-nous, Latins, Slaves, Germains.
Les potentats veulent la guerre
Afin d'égorger leurs troupeaux:
Pour cimenter chaque frontière
Comme on consacrait les tombeaux.
Mais il vient le temps d'Anarchie
Où, dans l'immense apaisement,
Loups de France et de Sibérie,
Loups humains jeûneront de sang.
Debout, debout, les damnés de la terre!
Ceux qu'on écrase en les charniers humains,
Debout, debout, les forçats de misère!
Unissons-nous, Latins, Slaves, Germains.
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In piedi, dannati della terra!
I despoti, terrorizzati,
sentendosi un cratere sotto ai piedi
han fatto un passo indietro nel passato.
La loro congrega folle e assassina
vorrebbe, nel rosso orizzonte,
spegnere la luce ardente
che il nuovo sole diffonde.
In piedi, in piedi, dannati della terra!
Color che son schiacciati nei mattatoi umani!
In piedi, in piedi, forzati della miseria!
Uniamoci, latini, slavi e germani.
La Terza Repubblica
si prostituisce allo zar impiccatore;
una folla abbacinata
adora lo sterminatore!
Affinché tutto ciò sparisca,
c’importa poco! E’ la fine,
ovunque i popoli sfruttati
si risvegliano e si danno la mano.
In piedi, in piedi, dannati della terra!
Color che son schiacciati nei mattatoi umani!
In piedi, in piedi, forzati della miseria!
Uniamoci, latini, slavi e germani.
Buoni borghesi, Cesare vi difenda,
Cesare dalle grandi o piccole braccia:
Papa o una repubblica bastarda,
le campane suonano la vostra ora.
Re de l’oro tremendi e feroci,
i fidanzati che uccidete
domani faranno delle nozze rosse,
campane, campane, suonate, suonate.
In piedi, in piedi, dannati della terra!
Color che son schiacciati nei mattatoi umani!
In piedi, in piedi, forzati della miseria!
Uniamoci, latini, slavi e germani.
I potenti vogliono la guerra
per poter sgozzare le loro greggi:
per cementare ogni frontiera
come si consacravan le tombe.
Ma viene il tempo dell’Anarchia,
quando, nell’immenso placarsi,
i lupi di Francia e di Siberia,
i lupi umani far digiuno di sangue.
In piedi, in piedi, dannati della terra!
Color che son schiacciati nei mattatoi umani!
In piedi, in piedi, forzati della miseria!
Uniamoci, latini, slavi e germani.
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L'Internazionale di Pinelli
Anonimo [1970]
Sull'aria dell'Internazionale
Sulla morte di Giuseppe Pinelli è stato composto un testo anonimo (ulteriore segno del rapidissimo ingresso della vicenda nel patrimonio popolare) addirittura sull'aria dell'Internazionale. Risale probabilmente anch'esso al 1970 ed è riportato da F.Schirone e S.Catanuto nel loro saggio sul canto anarchico italiano. Dal testo si può osservare facilmente quanto le minacce al commissario Calabresi "girassero" fin da subito.
Pinelli è stato assassinato
Calabresi morirà
per un compagno massacrato
uno sbirro la pagherà.
L'abbiam detto qui nell'officina
che lo stato reagirà
se solo s'alzerà la testa
se sol si grida: libertà!
Il fascismo mondiale
trama contro gli operai
e tu che vivi di lavoro
non dimenticarlo mai!
Nascosti nell'anonimato
garantiti dall'immunità,
dall'arroganza dello stato
che si nutre d'omertà
hanno preso Pino e l'hanno ucciso
con freddezza e con viltà
e con un piano ben preciso
hanno nascosto la verità.
Il fascismo mondiale
trama contro gli operai
e tu che vivi di lavoro
non dimenticarlo mai!
Insieme aperto han la finestra
per scaraventarlo giù
poi sul verbale, con la destra,
hanno scritto: - non nuoce più,
con gli anarchici non si può trattare
non si può scacciarli via;
se non si possono piegare
va distrutta l'anarchia –
Il fascismo mondiale
trama contro gli operai
e tu che vivi di lavoro
non dimenticarlo mai!
Pinelli non è morto invano
lo sappiamo bene noi,
noi che con la speranza in mano
vinceremo prima o poi.
Per voi tutti è già pronta la mitraglia
state certi che accadrà
inutile assoldare la sbirraglia
tanto al muro siete già.
Il fascismo mondiale
trama contro gli operai
e tu che vivi di lavoro
non dimenticarlo mai!
L'Anarchia solidale
è una grande realtà
e Pino Pinelli
lo si vendicherà!
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Alcune versioni dell’Internazionale:
Le origini dell'Internazionale nelle memorie dell'anarchico italiano Armando Borghi
Le memorie dell'anarchico italiano Armando Borghi, pubblicate nel 1954 con il titolo di "Mezzo secolo di Anarchia 1898-1954" dalle Edizioni Scientifiche Italiane (con prefazione di Gaetano Salvemini), si chiudono (pp. 362/363 nella ristampa del 1978 pubblicata dalle Edizioni Anarchismo di Alfredo Maria Bonanno) con un interessante storia di una ricerca effettuata dall'autore quando ancora si trovava rifugiato negli Stati Uniti: la ricerca sulle origini dell' "Internazionale". La ricerca si svolse sul finire del 1943 ed è collegata all'esecuzione dell'Internazionale (in quanto, allora, inno dell'Unione Sovietica alleata degli USA, della Gran Bretagna e della Francia) da parte di Arturo Toscanini. Chiunque abbia dimestichezza con questa pagina del sito leggerà qui di seguito delle cose già ben note; ma occorre immaginare una ricerca condotta, con grande emozione, da un anarchico italiano esule nato quando la Comune di Parigi era spenta da soli undici anni (Borghi era del 1882) in biblioteche di un paese lontano. Si tratta di una testimonianza succinta ma assai esatta, dalla quale risulta anche un assai inedito Arturo Toscanini che sottoscrive un abbonamento a una pubblicazione anarchica.
"L'amicizia mia con Arturo e Walter Toscanini nacque dalla simpatia con cui essi seguivano la campagna da me fatta nell' Adunata dei Refrattari contro i responsabili dell'avvelenamento fascista in America e certi opportunismi di antifascisti, sui quali è meglio non parlare. Arturo Toscanini fu così consenziente a quella campagna, che mandò all'Adunata un abbonamento sostenitore accompagnato da una lettera di incoraggiamento.
Quando nel novembre del 1943 il Maestro diresse un concerto che fu chiuso con l'Internazionale, io fui preso dall'idea di fare delle ricerche sull'origine di quell'inno. Le parole -già lo sapevo- erano dovute a Eugenio Pottier, un tessitore di Parigi, che prese parte alla Comune e scrisse quei versi dopo la disfatta della Comune. La biblioteca di New York mi insegnò molte altre cose. Rifugiatosi in America (a Newark, N. J.), il Pottier ritornò in Francia dopo l'amnistia del 1889, e quando venne a morte fu sepolto al Père-Lachaise, presso il muro dei Federati. La musica ha una storia a parte. La compose un dilettante, Pierre Degeyter. Una società corale e musicale di Lilla della quale il Degeyter era dirigente, lo incaricò di musicare le parole di Pottier. Il Degeyter scrisse la musica in una notte, e la pubblicò col suo cognome, non col nome di Pierre, per tema di subire rappresaglie sul lavoro. Aveva un fratello Adolfo, più giovane di lui, che venne indotto da un editore a cedergli il diritto di autore, dopo che l'inno era rimasto senza risonanza per quasi un decennio. Venute le edizioni col nome di Adolfo Degeyter, Pietro intentò processo all'editore; ma fece buchi nell'acqua. Solo nell'aprile 1915 Adolfo scrisse al fratello confessando la verità. Egli aveva ceduto alle pressioni dell'editore, che era il Sindaco (socialista) di Lilla che forse speculava per la tipografia sociale più che per sé, Adolfo era impiegato comunale e temeva il licenziamento. Pubblicai le notizie così raccolte su l'Adunata dei Refrattariin un articolo intitolato "Alle fonti dell'Internazionale" e mandai l'articolo a Toscanini. Questi mi ringraziò con una lettera che rimane fra i miei più preziosi ricordi."
La storia dell'Internazionale illustrata in due tavole di Olt
[1] Pierre Degeyter (Gand, 8 ottobre - Saint-Denis,26 settembre 1932) era un lavoratore e musicista belga famoso per aver composto la musica di L'Internationale. Nel luglio del 1888, quando era il primo direttore della società musicale di Lille la Lyre des travailleurs, ricevette da Gustave Delory, del Partito operaio francese, un ordinazione: mettere in musica una poesia di Eugène Pottier del 1871 per farne un canto di lotta del partito. Compose quella musica presso la sede dei Lavoratori di Lille, il Café la Liberté di Lille, in rue de la Vignette nel quartiere di Saint-Sauveur. La canzone ebbe un successo immediato, prima in Francia, poi in tutto il mondo.
[2] La goguette è un termine che indica una pratica della musica francese consistente nell'inserire un testo che può avere un carattere politico e contestatario su una melodia popolare preesistente o inventato. nacque in Francia intorno ai primi anni dell'Ottocento, grazie a delle società di canto - dette anch'esse Goguettes, al plurale - fra loro con dichiarati intenti di denuncia contro il Governo o la Chiesa cattolica: le canzoni interpretate esprimevano la denuncia sociale di chi praticava segretamente la fronda. Tra i maggiori esponenti del genere vi furono personaggi attivi non direttamente in campo politico ma in quello sociale, con intenti satirici e di opposizione: tra i più famosi si ricordano Émile Debraux, Charles Gille, Émile de La Bédollière, Jean-Baptiste Clément ed Eugène Pottier. Come genere musicale, la goguette perse d'importanza nel XX secolo, per la nascita di altri tipi di generi di protesta prima, e per la caduta della censura poi. La costituzione libera e segreta dei gruppi di cantori permise alla goguette di prendere di mira i più disparati temi in campo sociale e politico, con particolare riguardo a temi cari all'anarchismo, di cui le società di cantori furono la culla e la fucina di idee nella Francia del XIX secolo.
[3] Gustave Nadaud (Roubaix, 20 febbraio 1820 – Parigi, 28 aprile 1893), era un goguettier, poeta e cantautore francese.