mercoledì 6 novembre 2019

04-11-01 – La Canaille

LA CANAILLE

 

 

Canto rivoluzionario precursore della Comune di Parigi. Ho attribuito la canzone alla Dubois come interprete perché credo che la sua sia stata la prima incisione. Tuttavia la prima esecuzione fu di Rosa Bordas che nel 1871 la cantò davanti alla “canaille” assiepata nel salone dei Marescialli nel palazzo delle Tuileries. È stato uno dei "concerts communards" che si tennero nel maggio del 1871 prima che il palazzo, simbolo del Secondo Impero, venisse incendiato dalla “canaglia pezzente”. Il rogo durò tre giorni e dei fasti di Napoleone III non restarono che le ceneri…

In tempi più recenti la canzone è stata anche interpretata da Marc Ogeret, Francesca Solleville, Serge Utgé-Royo e dal gruppo rap La Canaille (giustappunto).

 

 

La canaille (La chanson des gueux)

 

Dans la vieille cité française

Existe une race de fer,

Dont l’âme comme une fournaise

A de son feu bronzé la chair.

Tous ses fils naissent sur la paille,

Pour palais, ils n’ont qu’un taudis.

C’est la canaille!

Eh bien! j’en suis!

 

Ce n’est pas le pilier du bagne ;

C’est l’honnête homme dont la main

Par la plume ou le marteau gagne,

En suant, son morceau de pain.

C’est le père, enfin, qui travaille

Les jours et quelquefois les nuits.

C’est la canaille!

Eh bien! j’en suis!

 

C’est l’artiste, c’est le bohème

Qui, sans souper, rime rêveur

Un sonnet à celle qu’il aime,

Trompant l’estomac par le cœur.

C’est à crédit qu’il fait ripaille,

Qu’il loge et qu’il a des habits.

C’est la canaille!

Eh bien! j’en suis!

 

C’est l’homme à la face terreuse,

Au corps maigre, à l’œil de hibou,

Au bras de fer à main nerveuse

Qui sortant d'on ne sait pas où,

Toujours avec esprit vous raille,

Se riant de votre mépris.

C’est la canaille!

Eh bien! j’en suis!

 

C’est l’enfant que la destinée

Force à rejeter ses haillons,

Quand sonne sa vingtième année,

Pour entrer dans nos bataillons.

Chair à canon de la bataille,

Toujours il succombe sans cris…

C’est la canaille!

Eh bien! j’en suis!

 

Ils fredonnaient la Marseillaise,

Nos pères, les vieux vagabonds,

Attaquant en quatre-vingt-treize

Les bastilles dont les canons

Défendaient la vieille muraille!

Que de trembleurs ont dit depuis:

«C’est la canaille!»

Eh bien! j’en suis!

 

Les uns travaillent par la plume,

Le front dégarni de cheveux.

Les autres martèlent l’enclume,

Et se soûlent pour être heureux;

Car la misère, en sa tenaille,

Fait saigner leurs flancs amaigris...

C’est la canaille!

Eh bien ! j’en suis!

 

Enfin, c’est une armée immense,

Vêtue en haillons, en sabots.

Mais qu’aujourd’hui la vieille France

Les appelle sous ses drapeaux,

On les verra dans la mitraille,

Ils feront dire aux ennemis:

C’est la canaille!

Eh bien ! j’en suis!

 

La canaglia (La canzone degli straccioni)

 

Nella vecchia città francese

alligna una genìa di ferro

cui l'anima, come una fornace,

ha col suo fuoco annerita la carne.

Tutti i suoi figli nascono su pagliericci,

per palazzo hanno solo un tugurio.

È la canaglia!

Ebbene, ne fo parte anch'io!

 

Non passa certo la vita in galera;

è l'onest'uomo la cui mano

si guadagna con la penna o col martello

il suo sudato pezzo di pane.

È, alla fin fine, il padre che lavora

di giorno e talvolta la notte.

È la canaglia!

Ebbene, ne fo parte anch'io!

 

È l'artista, è lo scapigliato

che sognator compone senza cena

un sonetto alla donna che ama,

tradendo lo stomaco per il cuore.

È a credito che beve qualcosa,

che ha dove stare e di che vestire.

È la canaglia!

Ebbene, ne fo parte anch'io!

 

È l'uomo dalla terrea faccia,

dal corpo magro e dall'occhio di gufo,

dal braccio ferreo e la man nervosa

che, uscendo da dove non si sa,

vi schernisce sempre con spirito,

irridendo il vostro disprezzo.

È la canaglia!

Ebbene, ne fo parte anch'io!

 

È il bambino che la sorte

obbliga a gettar via i propri stracci

al compiere i suoi vent'anni,

per entrare nei nostri battaglioni.

Carne da cannone in battaglia,

sempre soccombe senza un grido...

È la canaglia!

Ebbene, ne fo parte anch'io!

 

Canticchiavano la Marsigliese

i nostri padri, vecchi vagabondi,

attaccando nel '93

le bastiglie i cui cannoni

difendevan l'avita muraglia!

Quanti cacasotto han detto poi:

«È la canaglia!»

Ebbene, ne fo parte anch'io!

 

C'è chi lavora con la penna,

la fronte priva di capelli,

c'è chi batte sull'incudine

ubriacandosi per esser felice;

ché la miseria, nella sua tenaglia

fa sanguinar loro i fianchi smunti...

È la canaglia!

Ebbene, ne fo parte anch'io!

 

Infine, è un'armata immensa

vestita di stracci e in zoccoli,

ma che oggi la vecchia Francia

richiama sotto le sue bandiere.

Li si vedrà mitragliati,

faranno dire ai nemici:

È la canaglia!

Ebbene, ne fo parte anch'io!

 

 

Il brano è visibile nel seguente link:

https://youtu.be/UoSolIKGh8M