SEINE-ET-MARNE
La Seine-et-Marne durante la Comune
di Parigi
Il dipartimento della Senna e Marna (Seine-et-Marne) fa parte della regione dell'Île-de-France,
di cui rappresenta il 49% del territorio. Capoluogo del dipartimento è la città
di Melun.
Nella Seine-et-Marne, le idee
repubblicane e socialiste erano molto presenti alla fine del Secondo
Impero, come attestarono le ultime elezioni, in particolare nelle città con
alta popolazione di operai, di artigiani e lavoratori agricoli gravemente
sfruttati dai grandi proprietari terrieri.
Al tempo della Comune
di Parigi, il dipartimento era occupato dai prussiani, ad eccezione dei
pochi comuni situati sulla riva sinistra della Senna. La presenza
dell'occupante e la sorveglianza degli agenti dell'autorità versagliese
ostacolavano le comunicazioni con Parigi. Ciò non
impedì agli scritti (volantini, manifesti, giornali) della Comune
parigina di raggiungere la popolazione del dipartimento confinante, come
dimostrano le segnalazioni delle autorità prefettizie elencate di seguito in
corsivo: "Siamo stati ovunque, nelle
strade e nei campi". Per
garantire questo processo di diffusione è ampiamente utilizzato
il treno: "Emissari gettano al vento, dalle porte dei vagoni, una
serie di proclami ai lavoratori dei campi". Il prefetto
informò il Governo che "quasi tutto
il personale della stazione di Montereau[1]", tra
cui il capostazione considerato come "uno dei capi occulti del partito demagogico".
Il prefetto richiese di spostare il
commissario del controllo amministrativo presso la stazione di Montereau "che
l’opinione pubblica designa come ardente sostenitrice della Comune,
e che ne approva fermamente le sue gesta".
Il sotto-prefetto di Meaux[2] segnalò
l'azione di "donne
di malaffare, ma forti e ben messe, che nascondevano sotto le gonne i manifesti
e li incollavano sui muri durante la notte". Lo stile di
questo funzionario, per cercare di infangare le donne che agirono in favore
della Comune
di Parigi, suggerisce che leggesse attentamente la stampa di Versailles,
che infangava in tutti i modi i Comunardi
e le Comunarde.
Un rapporto della polizia indicò il
passaggio di un pallone aerostatico che distribuiva proclami "degli operai parigini per i lavoratori nei
campi". Il
sottoprefetto di Fontainebleau segnalò la presenza di un "individuo"
sospettato di reclutare volontari per combattere a fianco degli insorti
parigini. Il prefetto
analizzò questa situazione: "Sappiamo
quali sono in generale le loro tendenze e di come le idee socialiste hanno
fatto progressi in mezzo a loro ... Più ci avviciniamo a Parigi e più troviamo
radicate queste idee".
La breve Comune di Montereau
Il 10 aprile 1871, a Montereau si tenne
una manifestazione in cui fu piantato un albero della libertà[3] sormontato
da una bandiera
rossa. I
manifestanti saccheggiarono un’armeria e occuparono la gendarmeria. Il sindaco
della città, fece suonare l'allarme per tutta la notte. L’indomani,
l'arrivo di molte squadre di polizia convinse gli insorti a restituire il
potere alle autorità prefettizie.
Senza raggiungere l’importanza di
quella di Montereau, altre manifestazioni a favore del Comune
di Parigi si sono tenute a Coulsdon, Souppes, Château-Landon
e Nemours. La
situazione della Seine-et-Marne durante la Comune
di Parigi può essere riassunta nelle parole del sottoprefetto di Meaux che
credeva che "tutte
le persone che volevano manifestare attendevano l’ora ed erano pronti a
marciare, ma davanti le baionette prussiane, non si mossero". Nel suo
linguaggio amministrativo, l’ufficiale di Versailles
confermò che una parte significativa della popolazione di Seine-et-Marne fu
acquisita dalle idee della Comune
parigina.
Conselice: l'albero della libertà |
[1] Nel
dipartimento di Senna e Marna nella regione dell'Île-de-France.
[2] Nel
dipartimento di Senna e Marna nella regione dell'Île-de-France.
[3] L'Albero
della libertà fu un simbolo della Rivoluzione francese. Durante
la Rivoluzione francese i repubblicani piantarono il primo albero della libertà
nel 1790, a Parigi. Gli alberi della libertà vennero successivamente piantati
in ogni municipio di Francia e anche in Svizzera e in Italia. Generalmente gli
alberi della libertà erano piantati nella piazza principale della città. Molti
di questi alberi furono sradicati una volta passato il periodo rivoluzionario.
Tuttavia, alcuni sono ancora presenti. Un decreto della Convenzione del 1792 ne
regolava l'uso e l'addobbo: l'albero della libertà, che di fatto era un palo,
era sormontato dal berretto frigio rosso e adorno di bandiere. Veniva usato per
cerimonie civili: giuramento dei magistrati, falò di diplomi nobiliari e anche
per festeggiamenti rivoluzionari come la danza della Carmagnola. L'albero della
libertà rimase un simbolo della ideologia liberale repubblicana, e come tale
venne talvolta impiantato anche negli anni successivi, in occasione di eventi
repubblicani. A Conselice, nella bassa romagnola, il 14 giugno 1914, nel
corso della settimana rossa venne piantato un acero del Canada come albero
della libertà, con la scritta "Evviva la Rivoluzione sociale", altri
alberi furono piantati a Sant'Agata sul Santerno e a Massa Lombarda, con le
bandiere nere anarchiche e il berretto frigio della Rivoluzione francese.