venerdì 6 settembre 2019

03-03 - Seine et Marne

SEINE-ET-MARNE


La Seine-et-Marne durante la Comune di Parigi

Il dipartimento della Senna e Marna (Seine-et-Marne) fa parte della regione dell'Île-de-France, di cui rappresenta il 49% del territorio. Capoluogo del dipartimento è la città di Melun.
Nella Seine-et-Marne, le idee repubblicane e socialiste erano molto presenti alla fine del Secondo Impero, come attestarono le ultime elezioni, in particolare nelle città con alta popolazione di operai, di artigiani e lavoratori agricoli gravemente sfruttati dai grandi proprietari terrieri.
Al tempo della Comune di Parigi, il dipartimento era occupato dai prussiani, ad eccezione dei pochi comuni situati sulla riva sinistra della Senna. La presenza dell'occupante e la sorveglianza degli agenti dell'autorità versagliese ostacolavano le comunicazioni con Parigi. Ciò non impedì agli scritti (volantini, manifesti, giornali) della Comune parigina di raggiungere la popolazione del dipartimento confinante, come dimostrano le segnalazioni delle autorità prefettizie elencate di seguito in corsivo: "Siamo stati ovunque, nelle strade e nei campi". Per garantire questo processo di diffusione è ampiamente utilizzato il treno: "Emissari gettano al vento, dalle porte dei vagoni, una serie di proclami ai lavoratori dei campi". Il prefetto informò il Governo che "quasi tutto il personale della stazione di Montereau[1]", tra cui il capostazione considerato come "uno dei capi occulti del partito demagogico".
Il prefetto richiese di spostare il commissario del controllo amministrativo presso la stazione di Montereau "che l’opinione pubblica designa come ardente sostenitrice della Comune, e che ne approva fermamente le sue gesta".
Il sotto-prefetto di Meaux[2] segnalò l'azione di "donne di malaffare, ma forti e ben messe, che nascondevano sotto le gonne i manifesti e li incollavano sui muri durante la notte". Lo stile di questo funzionario, per cercare di infangare le donne che agirono in favore della Comune di Parigi, suggerisce che leggesse attentamente la stampa di Versailles, che infangava in tutti i modi i Comunardi e le Comunarde.
Un rapporto della polizia indicò il passaggio di un pallone aerostatico che distribuiva proclami "degli operai parigini per i lavoratori nei campi". Il sottoprefetto di Fontainebleau segnalò la presenza di un "individuo" sospettato di reclutare volontari per combattere a fianco degli insorti parigini. Il prefetto analizzò questa situazione: "Sappiamo quali sono in generale le loro tendenze e di come le idee socialiste hanno fatto progressi in mezzo a loro ... Più ci avviciniamo a Parigi e più troviamo radicate queste idee".


La breve Comune di Montereau

Il 10 aprile 1871, a Montereau si tenne una manifestazione in cui fu piantato un albero della libertà[3] sormontato da una bandiera rossa. I manifestanti saccheggiarono un’armeria e occuparono la gendarmeria. Il sindaco della città, fece suonare l'allarme per tutta la notte. L’indomani, l'arrivo di molte squadre di polizia convinse gli insorti a restituire il potere alle autorità prefettizie.
Senza raggiungere l’importanza di quella di Montereau, altre manifestazioni a favore del Comune di Parigi si sono tenute a Coulsdon, Souppes, Château-Landon e Nemours. La situazione della Seine-et-Marne durante la Comune di Parigi può essere riassunta nelle parole del sottoprefetto di Meaux che credeva che "tutte le persone che volevano manifestare attendevano l’ora ed erano pronti a marciare, ma davanti le baionette prussiane, non si mossero". Nel suo linguaggio amministrativo, l’ufficiale di Versailles confermò che una parte significativa della popolazione di Seine-et-Marne fu acquisita dalle idee della Comune parigina.



Conselice: l'albero della libertà
[1] Nel dipartimento di Senna e Marna nella regione dell'Île-de-France.
[2] Nel dipartimento di Senna e Marna nella regione dell'Île-de-France.
[3] L'Albero della libertà fu un simbolo della Rivoluzione francese. Durante la Rivoluzione francese i repubblicani piantarono il primo albero della libertà nel 1790, a Parigi. Gli alberi della libertà vennero successivamente piantati in ogni municipio di Francia e anche in Svizzera e in Italia. Generalmente gli alberi della libertà erano piantati nella piazza principale della città. Molti di questi alberi furono sradicati una volta passato il periodo rivoluzionario. Tuttavia, alcuni sono ancora presenti. Un decreto della Convenzione del 1792 ne regolava l'uso e l'addobbo: l'albero della libertà, che di fatto era un palo, era sormontato dal berretto frigio rosso e adorno di bandiere. Veniva usato per cerimonie civili: giuramento dei magistrati, falò di diplomi nobiliari e anche per festeggiamenti rivoluzionari come la danza della Carmagnola. L'albero della libertà rimase un simbolo della ideologia liberale repubblicana, e come tale venne talvolta impiantato anche negli anni successivi, in occasione di eventi repubblicani. A Conselice, nella bassa romagnola, il 14 giugno 1914, nel corso della settimana rossa venne piantato un acero del Canada come albero della libertà, con la scritta "Evviva la Rivoluzione sociale", altri alberi furono piantati a Sant'Agata sul Santerno e a Massa Lombarda, con le bandiere nere anarchiche e il berretto frigio della Rivoluzione francese.