MARSIGLIA
La Comune di Marsiglia[1]
è stato un movimento insurrezionale che si proclamò solidale con la rivolta
della Comune di Parigi del 18 marzo 1871. Il suo scopo fu quello di
sostenere la nascente Repubblica contro le manovre dei "versaigliesi"
e consentire alla città di Marsiglia di governare autonomamente i propri
interessi, affermando una volontà politica regionale indipendente dalla
capitale. Essa riunì a se i repubblicani moderati e blanquisti[2],
i socialisti, e membri della Prima Internazionale. La Comune rivoluzionaria fu diretta «ufficialmente» da una commissione
dipartimentale che sostituì il prefetto dandosi come capo l’avvocato-poeta Gaston
Crémieux. La Comune di Marsiglia durò molto meno della sorella parigina, al
contrario della seconda conobbe molto presto la violenza del governo versaigliese.
Incapace di assicurare i suoi compiti legali, si mise nelle mani di delegati Comunardi
di Parigi incompetenti e violenti. Per evitare che si organizzassero
elezioni ed ottenere in tal modo una vera e propria legittimità democratica, il
generale versaigliese Henri Espivent di Villesboisnet[3]
la dichiarò fuorilegge e inviò contro la città le sue truppe. La Comune di
Marsiglia fu repressa nel sangue la notte tra il 4 e il 5 aprile 1871. Con lei
morì l'ultima speranza della Comune
di Parigi di ottenere il sostegno delle province. La Comune di Marsiglia
durò in tutto quattordici giorni, dal 22 marzo al 5 aprile 1871.
Il porto di Marsiglia nel 1870 |
Le sue
origini risalgono alla fine
dell'Impero, e affondò le sue radici con la prima rivolta del 1° novembre
1870. Durante il Secondo
Impero, la città conobbe uno sviluppo senza precedenti. Il nuovo bacino de La
Joliette, lo sviluppo della navigazione a vapore e l'apertura del canale di
Suez ne fecero la porta dell'Oriente e il vestibolo dell'Algeria.
Parallelamente, la città si
ricoprì di monumenti: il palazzo Longchamp, il palazzo della Borsa, il palazzo
di Giustizia, il palazzo del Pharo offerto all'imperatrice Eugénie, dove verrà
fucilato Gaston
Crémieux, e la basilica Notre-Dame-de-la-Garde, da cui il generale
Espivent[3] bombarderà la Comune. 8.000 disoccupati furono impiegati nella
costruzione della Corniche (la lunga strada panoramica di Marsiglia che
costeggia il mare) per allontanarli dalle barricate. Questa politica di grandi
lavori attirò un'abbondante manodopera. Dal 1851 al 1872, la popolazione
marsigliese passò da
La loggia "La Réunion des Amis choisis" del
Grande Oriente, composta da repubblicani e blanquisti, per incoraggiare la
formazione di altre logge, l'11 febbraio 1868 fondò il Comitato Centrale di
iniziativa delle logge formato da dieci membri: l'avvocato Gaston
Crémieux, Barne, Brochier[5],
Carriol, Chappuis de Pleuc, Dhionnet, Massip, Rouvier[6]
e Adolphe Royannez[7].
Contemporaneamente si formarono L'Associazione marsigliese
dell'insegnamento, dell’istruzione e dell’educazione di entrambi i sessi e
la Cassa centrale di sicurezza. Grazie alle nuove concessioni
fatte alla stampa molti di giornali videro la nascita, tra questi, un certo
numero di giornali repubblicani, sorvegliati dalla polizia, spesso repressi, ma
molto attivi, tra cui il quotidiano Le Peuple, diretto da Gustave
Naquet.
La Comune di
Marsiglia è stata preceduta da molti avvenimenti importanti scaglionati tra il
1867 e il 1870: la creazione della sezione marsigliese dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (A.I.T.), più nota con il nome di 1ª Internazionale, e che contò fino a 4500 membri, la fondazione della Lega
del Mezzogiorno (Ligue du Midi) per la difesa della Repubblica e
una prima Comune. La sezione marsigliese dell'Internazionale
è stata fondata nel luglio 1867 da André
Bastelica, un giovane tipografo e giornalista corso. Come quella di Lione, essa fu
influenzata da Bakunin,
a cui si sentiva vicino. La sezione di Marsiglia contava, sin dal 1871, 4.500
membri organizzati in 27 corporazioni operaie.
La Lega del Mezzogiorno (Ligue du Midi)
«Il porto di
Marsiglia era uno dei focolai più attivi del movimento. È la sezione dei
dockers, diretta da Chauvin, che scatenerà il primo sciopero insurrezionale
della Comune marsigliese (Antoine Oliveti, La Commune de 1871 à
Marseille et ses origines)».
L’insurrezione fu il frutto di un'alleanza
nata tra i borghesi radicali, rappresentati dall’avvocato e attivista
blanquista Gaston
Crémieux, e la sezione dell'Internazionale
diretta da André
Bastelica.
I primi potevano vantarsi di aver
fatto subire una cocente sconfitta all'Impero,
facendo eleggere nel 1869, nel dipartimento di Bouches-du-Rhône, due deputati
repubblicani: Léon
Gambetta (allora considerato radicale) e Alphonse Esquiros[8],
giornalista e scrittore. La creazione della Ligue du Midì, comitato
repubblicano formato a Marsiglia il 18 settembre 1870, durante la guerra
franco-prussiana, corrisponde all'aspirazione di tredici dipartimenti del
Sud-Est a partecipare direttamente alla difesa nazionale contro i prussiani.
Guidata a livello locale da Esquiros[8], da Bastelica
e da Crémieux,
era a favore della repubblica (in Francia si prospettava una nuova monarchia),
quando la “repubblica” era ancora considerata una sorta di liberazione dalla
monarchia. "Ciò che vogliamo, non è formare un'associazione politica
meridionale al di fuori delle altre regioni della Francia", si
difesero i promotori della Lega del Mezzogiorno. "La Repubblica deve
restare unita e indivisibile, ma viste le circostanze, vi è luogo di formare
una specie di confederazione provvisoria che ci permetterebbe di agire di
concerto. Il Mezzogiorno potrà forse salvare il Nord, se uniamo le forze dei
dipartimenti del Mezzogiorno", essi dichiararono.
Dopo il crollo del Secondo
Impero causato della Prussia di Bismarck,
la Francia si dotò di un governo provvisorio guidato da Gambetta,
ma a Marsiglia un primo tentativo di insurrezione annunciò la fragilità e
l’asprezza di quei nuovi giorni.
Ci furono diversi conflitti
tra la Ligue e il governo repubblicano di difesa nazionale, che hanno
sottolineato la difficoltà intrinseca affrontata dalla cultura politica
repubblicana "giacobina" nell'accogliere qualsiasi misura sostanziale
dell'autonomia locale nella Francia del diciannovesimo secolo. Questi conflitti attirarono anche
l'attenzione sulla difficile relazione tra autorità civili e militari, i
problemi tra il governo e i suoi stessi amministratori prefettorali e infine le
tensioni tra il governo "centrale" e gli organi eletti repubblicani
locali e gruppi politici. Sebbene la Ligue sia stata un fallimento nel breve
periodo, la sua apparizione ha illustrato il dinamismo e la creatività della
cultura politica repubblicana alla vigilia della Terza
Repubblica - in particolare nella sua concezione di cittadinanza attiva e
il suo impegno per una forma di municipalismo decentrato e repubblicano.
Accusata di separatismo, la
Lega fu sciolta il 28 dicembre 1870.
Da un’insurrezione all’altra
Il 7 agosto 1870 ci fu la prima
rivolta popolare, una folla imponente di 40.000 persone guidata da Gaston
Crémieux, Emile
Bouchet, Maurice Rouvier[6] e Gustave
Naquet, si presentò alla prefettura per reclamare le armi. I marsigliesi
portavano con loro la bandiera tricolore, su cui era scritto: "la
patrie est en danger; le peuple réclame des armes (la patria è in
pericolo; il popolo reclama le armi)". Ma il prefetto rifiutò e
Alfred Naquet[9] fu
arrestato. La stessa sera, i radicali si riunirono in rue Vacon con i
socialisti, formando un comitato centrale di azione, e il giorno dopo Crémieux
si ritrovò a capo di questa prima sollevazione popolare insieme ad Emile
Bouchet, Maurice Rouvier[6], Delpech,
Sorbier
e Albertini. Il popolo ritornò alla prefettura per reclamare la liberazione di
Naquet[9]. Dopo un nuovo rifiuto, i manifestanti si avviarono al comune e lo
presero d'assalto,
vi installarono un comitato rivoluzionario, formato da Crémieux,
Paul Giraud, Clovis
Hugues, Felix Granet[10],
Cabasse, un impiegato del municipio, Joseph
Tardif, i giornalisti Auguste
Sorbier e Armand Elbert, l'internazionalista Charles
Alérini, Étienne-Louis
Combes, Victor
Bosc, Philibert Gilbert[11],
Jean
Frédéric Bordes, Auguste
Conteville e Célestin
Matheron. Si unirono a loro un imprenditore: Felix
Debray, un calzolaio: Joseph
Maviel, un muratore: Spirit Tourniaire ed un impiegato: Eugene Barthélémy.
Questo primo movimento
insurrezionale venne severamente represso dall’amministrazione locale fedele
alle leggi imperiali. I «ribelli» furono arrestati e imprigionati in una cella
di Fort Saint-Jean. Il 27 agosto, un consiglio di guerra deliberò sulla sorte
dei capi e li condannò a trascorrere alcuni mesi nel carcere di Saint-Pierre.
Pierre Bernard, Tardif,
Barthélémy e Giraud furono condannati ad un mese; Tourniaire a tre mesi; Crémieux,
Combe,
Bosc
e Sorbier
a sei; Bordes
ad otto; Conteville,
Gilbert[11], Debray
e Maviel,
ad un anno.
Il 4
settembre 1870, giorno della proclamazione
della Repubblica, ci fu un’amnistia; Gambetta
confermò l'ordine di rilasciarli; quando uscirono una grande folla andò
incontro ai prigionieri liberati nella notte tra il 4 e il 5. Lo stesso giorno,
il nuovo capo del governo nominò Alphonse Esquiros[8] amministratore superiore
del dipartimento di Bouches-du-Rhône con funzione di prefetto, Adolphe
Joseph Carcassonne venne nominato presidente del comune di Marsiglia,
mentre Labadié
venne nominato prefetto; il tricolore fu issato sul municipio. Il 7 Settembre Crémieux
accolse Esquiros[8] presso la stazione di Saint-Charlese e l’accompagnò alla
prefettura.
Tuttavia, numerosi
conflitti erano maturati nel Consiglio comunale di Marsiglia tra repubblicani
moderati e blanquisti.
La prima Comune
Il 3 ottobre 1870 Il
"Commissario Generale della Lega del Mezzogiorno per la difesa della
Repubblica" incaricò Gaston
Crémieux affinché la regione si unisse alla loro causa. Per l'avvocato
marsigliese, era il momento di far valere le sue idee:
"Noi siamo determinati a fare qualsiasi
sacrificio, e se rimaniamo da soli, faremo appello alla rivoluzione, alla
rivoluzione implacabile ed inesorabile, la rivoluzione con tutto il suo odio,
la rabbia e la furia patriottica. Partiremo da Marsiglia in armi, noi non
predichiamo nel nostro cammino la nostra guerra santa".
La Ligue du Midi non aveva
però mire separatiste, anzi, cercava l'unione delle altre regioni (federalismo
anarchico) e, nel corso di un summit all'Alhambra (Granada - Spagna) del 19
ottobre
Tra gli obiettivi fissati in
quel summit possiamo citare: <<la riscossione di una tassa di 30 milioni
sulla ricchezza, la requisizione di armi e cavalli, la confisca dei beni dei
traditori e del clero, la separazione tra Chiesa e Stato, l'iscrizione dei
sacerdoti nel esercito, l'epurazione dei funzionari dell'impero, la libertà di
stampa (senza più vincoli), l'elezione dei giudici da parte del popolo, la
soppressione delle scuole religiose e la requisizione di tutti i loro immobili,
destinandoli alle scuole laiche>>.
Decreto della elezione per la Comune di Marsiglia del 3 aprile 1871 |
Esquiros[8] diede allora le
dimissioni. Fu sostituito per poco tempo da Louis
Anthony Delpech, che anch’egli si dimise immediatamente.
Il conflitto tra Marsiglia e Gambetta
si intensificò, alimentato dalla rivalità tra la Guardia Nazionale (borghese) e
la Guardia Civica (operaia) creata da Esquiros[8]. I membri della Commissione
dipartimentale insurrezionale allora chiamarono i marsigliesi a prendere le
armi.
Il 30 ottobre, Gambetta
nominò prefetto di Marsiglia Alphonse Gent[13].
Il 1° novembre, Marsiglia
apprese la capitolazione del maresciallo di Francia Françoise Achille Bazaine[14]
e la sua armata a Metz.
"La
caduta di Metz non era il pretesto per una insurrezione contro il governo,
è stata semplicemente la conferma dell’incapacità del governo centrale che gli
estremisti marsigliesi avevano continuato a dichiarare, non ha causato la
nascita della Comune, ma l’ha giustificata (Antoine Olivesi La Comune de
Il 1° novembre 1870, Il
municipio venne occupato e fu proclamata la Comune. Ne fecero parte nove membri
della 1ªInternazionale.
Dopo aver partecipato alla
Comune della città di Lione, Gustave
Cluseret[15] arrivò
a Marsiglia il giorno successivo, appena in tempo per essere nominato
comandante generale della Guardia
Nazionale e capo delle truppe della Lega del Sud, Clovis
Hugues divenne capo della Legione urbana ed Esquiros[8] divenne capo del
Consiglio Comunale.
"Vive PARIS!"
Lo stesso 2 novembre Gent[13],
che giunse a Marsiglia alla stazione ferroviaria di Saint-Charles, fu accolto a
colpi di pistola (Crémieux
assente, si trovava ad una riunione ad Isère), venendo
leggermente ferito da una pallottola, abilmente si fece passare per una
vittima, ma fu abile a non cadere nella trappola della repressione eccessiva.
Durante quei pochi giorni, la
popolarità di Esquiros[8] rimase intatta, ma la morte di suo figlio, causata
dal tifo cambiò le carte in tavola, perché per questo motivo Esquiros[8]
accettò di essere sostituito da Alphonse Gent[13].
Le circostanze giocarono anche
a favore del nuovo prefetto. L'attacco di cui fu vittima al suo arrivo in città
gli portò il sostegno popolare. Questa simpatia nei sui riguardi gli permise di
riconquistare il potere per conto del governo. Con una
fraternizzazione apparente, Gent[13] fuse i
battaglioni operai della Guardia civica dentro la Guardia nazionale borghese. Ma la maggior parte
degli uomini della Guardia civica preferì unirsi all'esercito di Garibaldi.
I dirigenti del movimento ritennero che la partita ormai era persa. Gustave
Cluseret[15] fuggì a Monaco, André
Bastelica si ritirò e Alphonse Esquiros[8] partì per Bordeaux.
Il 13
novembre, Alphonse Gent[13] telegrafò a Gambetta
le seguenti parole "l’ordine regna a Marsiglia".
La pace fu firmata con la
Prussia, ed il governo dovette dimettersi. Le elezioni parlamentari si tennero
l’8 febbraio
Crémieux
assistette il 12 febbraio del 1871 alla prima seduta dell'Assemblea Nazionale
riunita a Bordeaux.
Dalla tribuna del pubblico difese Garibaldi dagli insulti dei numerosi deputati
monarchici, eletti soprattutto nelle province, e che impedirono al nizzardo,
pur essendo eletto deputato, di parlare alla prima riunione parlamentare, dalla
tribuna Crémieux
lanciò l'invettiva famosa: "Maggioranza rurale, la vergogna della
Francia!"
La folla che si trovava alle
tribune applaudì fortemente il disappunto di un altro marsigliese, Adolphe
Thiers.
La rivolta di
novembre si riposò nei mesi invernali per rinvigorire in primavera. Il 10
marzo, il porto di Marsiglia entrò in sciopero. Il 17, le strade
non vennero spazzate. Il 18 gli autisti smisero di lavorare, i panettieri
fermano i loro forni il 21 ... Fu in questo clima di scioperi che i marsigliesi
appresero, il 22 marzo, l'instaurazione della Comune
a Parigi. Lo stesso
giorno arrivò la notizia delle minacce di Adolphe
Thiers, nuovo capo del governo, di disarmare Parigi.
La sera
stessa, Gaston
Crémieux diventò capo di una terza un'insurrezione, pronunciò un acceso discorso al club dell’Eldorado
che infuocò gli animi degli aderenti al club (formato da repubblicani radicali
e socialisti): "il governo di Versailles
ha cercato di sollevare una stampella contro quella che ha definito l'insurrezione
di Parigi; ma si è rotta tra le sue stesse mani e la Comune
è venuta fuori ... (...) Qual è il governo che voi riconoscete come legale? È quello di
Parigi? È quello di Versailles?"
La stanza
all’unanimità gridò:" Vive
Paris!"
"Io
vengo a chiedervi un giuramento, che è quello di difendervi con tutti i mezzi
possibili, lo giurate voi?", Chiese Crémieux. "Noi lo
giuriamo!", replicò la stanza. «Rientrate nelle vostre case, prendere i vostri fucili,
non per attaccare ma per difendere voi stessi", concluse Crémieux,
che così lanciò una chiamata alle armi.
La nascita della Comune rivoluzionaria
L'imbarazzo
del nuovo prefetto, il contro-ammiraglio
Cosnier, mise fuoco alle polveri dando così la spinta alla nascita della
Comune di Marsiglia.
Allarmati
dalla riunione in favore di Parigi, il nuovo prefetto e il generale
Espivent[3], la stessa sera, convocarono la Guardia
Nazionale per dare l’ordine di radunarsi il giorno successivo in favore di Versailles.
Il loro appello cade nel vuoto, le guardie nazionali, i
sostenitori dell’ordine non si presentarono alla convocazione Quando Cosnier si
rese conto del fatto, fu troppo tardi.
"Alle
sette del mattino, il tamburo batté e i battaglioni popolari risposero. Alle dieci,
erano al cortile di Chapître, l'artiglieria della Guardia nazionale si allineò
in corso St. Louis. A mezzogiorno, cecchini, guardie nazionali, soldati di
tutte le armi si unirono e si raggrupparono in corso Belzunce dove, fraternizzando, si unirono ai garibaldini,
la popolazione marsigliese e ai resti della guardia civica di Esquiros[8]. I battaglioni della Belle-de-Mai e di
Endoume arrivarono al completo, gridando: "Viva Parigi!" Nel primo
pomeriggio, diverse migliaia di uomini si riversarono nella Cannebière e per la
via St Ferreol e si presentarono davanti la prefettura. (...) Un colpo di fuoco partì. La folla per
strada, fermarono il prefetto, i suoi due segretari, e il generale Ollivier. Gaston
Crémieux si affacciò dal balcone, parlò dei diritti di Parigi e si
raccomandò che fosse mantenuto l'ordine. La folla
applaudì e continuò ad avanzare, cercava, voleva le armi. Crémieux
organizzò due colonne, li inviò nelle fucine e nei cantieri navali di Menpenti
furono presi i fucili (Prosper-Olivier
Lissagaray; Histoire de la Commune de 1871)".
I membri
dell'Internazionale
presero l'iniziativa di impadronirsi della stazione e del porto, ma si trascurò
di occupare i forti Saint-Jean e Saint-Nicolas e la collina di
Notre-Dame-de-la-Garde. Nacque così,
quel 23 marzo, nacque la Comune di Marsiglia.
Evitare «l’anarchia» [Sigh (NDR)]
Il Prefetto fu fatto prigioniero, il
sindaco si dimise ed Espivent[3] fuggì. Venne creata
una commissione dipartimentale, con alla testa Gaston
Crémieux che prese il posto del prefetto e ottenne
il raduno del consiglio municipale; alla commissione facevano parte 12
membri tra cui due Radicali (Job ed
Étienne), due membri dell’Internazionale,
della Guardia
Nazionale (Bouchet,
Cartoux) e delegati del Consiglio municipale.
Crémieux,
affacciatosi dal balcone del municipio a nome del comitato dipartimentale,
dichiarò la solidarietà di Marsiglia a Parigi, e si appellò alla
popolazione di mantenere l'ordine e propose di rilasciare l'ex prefetto,
l’ammiraglio Cosnier; ma la folla rifiutò.
Copia del Petit Marseillais che illustra gli avvenimenti dei giorni 4, 5, 6 aprile 1871 a Marsiglia |
Spaventati dal rifiuto della
folla, i membri del consiglio comunale cercarono di ritirarsi dalla Comune. Crémieux
convinse Bouchet
a rimanere al suo posto. Il 26 marzo, il consiglio era
isolato. "Nessuno complottava contro di esso, ma nessuno lo ha
riunito" constatò
semplicemente Lissagaray.
Il 27 i consiglieri municipali si ritirarono dalla prefettura. Il Generale Espivent de la Villeboisnet[3] era fuggito durante
la notte ad Aubagne[16] con le truppe
regolari e i funzionari amministrativi. "Espivent[3] imitò le tattiche di Thiers. Aveva derubato
Marsiglia di tutte le amministrazioni", disse Lissagaray. Lo storico della Comune
descrisse Espivent[3] come "ottuso legittimista, un ebete devoto e un generale
d’anticamera". Nel frattempo, la
commissione del dipartimento non fece che tergiversare.
Il 27 marzo 1871 arrivarono
tre delegati parigini Bernard
Landeck, Charles
Amouroux e Albert May
detto Seligman, ma non furono d’aiuto alla Comune,
anzi...
Landeck
si mise a capo della Commissione dipartimentale e interrogò tutti i moderati sospetti.
Arrestò, rilasciò, minacciò, senza avere potere, si
oppose a Crémieux
che lo ritenne troppo moderato, ed
arrivò anche al punto di minaccialo di farlo fucilare, Crémieux
a sua volta fu tentato di dimettersi. Landeck
sciolse il consiglio municipale e invitò la popolazione
a nuove elezioni il 5 aprile al fine di stabilire una nuova legalità
proprio mentre Bouchet
si augurava che la bandiera
rossa diventasse l'emblema della Comune. Crémieux
propose allora la bandiera nera, per lui segno del dolore (e non d'anarchia).
La sua preoccupazione costante durante questo periodo fu quella di garantire la
continuità della legge, di evitare il disordine (quello che lui definì
anarchia) in modo da non scoprire il fianco alla critica dei loro avversari. Ma
i capi delle amministrazioni si dimisero: quelli del telegrafo, i procuratori,
gli agenti della forza pubblica ... e la Comune di Marsiglia non poté opporsi
alla loro decisione.
Nonostante i
crescenti pericoli, la commissione della contea non si preoccupò di organizzare
la difesa, convinta che le truppe nemiche avrebbero fraternizzato con gli
insorti.
Il 28 marzo, il generale Espivent di
Villeboisnet[3], capo delle truppe militari del dipartimento, che fece
confluire i suoi uomini al di fuori delle mura della città di Aubagne[16],
proclamò (senza alcuna base legale) Bouches-du-Rhône in stato di guerra e si
schierò a favore del governo di Adolphe
Thiers.
Mentre l'ordine
venne ripristinato nelle altre città che si dichiararono Comuni: Lyon, Toulouse, Saint-Etienne,
Limoges, Narbonne,
le lotte interne raggiunsero il loro apice a Marsiglia.
La fine
I bombardamenti sulla Comune del 4 aprile 1871 |
La sera del 3
aprile, il generale Espivent[3] diede
l'ordine di marciare alle sue truppe verso Marsiglia. Gli “Aubagnais”
percorsero di notte i
Il piccolo esercito di Versailles
giunse fino alle barricate di rue Saint-Ferreol. Prese di mira la prefettura,
dove si erano trincerati i difensori dell'insurrezione.
Crémieux
tentò di negoziare con la prima linea cercando di
parlamentare con il capitano Villeneuve: "Quali sono
le vostre intenzioni?" chiese. "Noi veniamo per ristabilire l'ordine", rispose
l'ufficiale. "E per questo, avete il coraggio di sparare sul
popolo?", Esclamò.
Crémieux
che tentò di affrontare i soldati Due battaglioni del sesto
reggimento dei cacciatori delle alpi fraternizzarono;
alzarono i fucili in aria tra le acclamazioni della
folla. Crémieux
credeva ancora nel trionfo della Comune. Dopo un breve incontro con Crémieux,
Espivent[3] finse di ritirarsi. Altri soldati fraternizzarono (molti di loro
furono poi fucilati).
Subito dopo
il generale Espivent[3] diede l’ordine ai
militari di avanzare. Alle ore 10, arrivarono presso la prefettura. Partì un colpo di
fuoco ed un ufficiale venne ucciso. Il combattimento ebbe così inizio.
Dei colpi partirono contro gli insorti da un club legittimista, che si trovava
nella «casa dei fratelli della dottrina cristiana», causando molte vittime tra
gli insorti. La lotta era incerta. I garibaldini
che difendevano la stazione ferroviaria opposero una seria resistenza alle
truppe del generale, un centinaio di tiratori scelti
furono inviati alla stazione, ma si ritirano; alla fine gli «aubagnais» ebbero la meglio, fucilarono
il commissario della stazione, di fronte a suo figlio di sedici anni, e
si accamparono
nella piazza Castellane, nei pressi della prefettura che fu difesa da uomini
decisi e ben armati.
Improvvisamente, intorno a
mezzogiorno, Espivent[3]
decise di bombardare la città con i cannoni di
Fort Saint-Nicolas e quelli della collina di Notre Dame de la Garde, che da
allora gli valse il soprannome popolare di «Notre
Dame de la Bombarde».
Stretta tra i marinai e le truppe
dei cacciatori delle alpi, bombardata dai cannoni piazzati sulle colline, il
porto sotto il controllo di due navi da guerra, la città e la prefettura non
poterono resistere a lungo, e dopo aver ricevuto più di 280 cannonate,
la prefettura cadde il 5 aprile alle 7 del mattino, dopo dieci ore di aspri
combattimenti.
Gli ultimi prigionieri del Castello d’If
Espivent[3] costruì la propria leggenda scrivendo a Versailles: "Ho fatto
il mio ingresso trionfale nella città di Marsiglia con le mie truppe; Ho molto
successo ..." In effetti la folla lo aveva accolto con fischi e lancio
di pietre. Un altro pericoloso mitomane, Thiers,
sosterrà dinanzi l'Assemblea che la prefettura di Marsiglia è stata presa
d'assalto dai marinai "coll’ascia d’abbordaggio (Prosper-Olivier
Lissagaray; Histoire
de la Commune de 1871)". La realtà fu meno gloriosa. Poche settimane prima di Parigi,
Marsiglia sperimentò una sanguinosa repressione che fece almeno 150 morti tra
la popolazione.
Landeck
fuggì a Parigi,
Bastelica
andò in Spagna, Royannez[8], Clovis
Hugues, tutti i principali rivoluzionari della Comune riuscirono a sfuggire
dopo i combattimenti. Le truppe di Espivent[3] subirono un totale di 30 morti e
50 feriti, (gli insorti ebbero circa 150 morti e più di 500 prigionieri). Il
giorno dopo marciarono vittoriosamente tra due ali di fedeli a Versailles
che gridavano: "Viva Gesù! Viva il
Sacro Cuore!".
Quando le esecuzioni sommarie cessarono, iniziano gli arresti. Più di 900
prigionieri sono gettati dentro le prigioni di Marsiglia.
Gaston
Crémieux, che nel frattempo, rifiutò di fuggire, fu arrestato l’8 di aprile
1871 nel cimitero ebraico (è ancora possibile visitare
la cella in cui Gaston
Crémieux fu imprigionato per quattro giorni presso il Castello d'If,
un'isola prigione al largo di Marsiglia, prima di essere trasferito a Fort San
Nicola). Il suo processo ebbe inizio il 12 giugno davanti al primo
consiglio di guerra, con lui gli altri marsigliesi, leader locali, in genere
moderati, Bouchet,
Ducoin,
Breton,
Pelissier,
Duclos,
Novi,
Nastorg,
Hermet, Genetiaux, Chachuat,
Eberard
e Matheron.
Molti di loro furono assolti. Ma l'accusa volle dare un esempio; il 28 giugno il
dibattito si concluse con un processo militare. Crémieux
(al quale fu riconosciuto lo status di prigioniero politico) fu l'unico
condannato a morte. Clovis
Hugues fu catturato quattro mesi più tardi. La Corte di Cassazione confermò
la sentenza nell’appello il 15 settembre.
Adolphe
Thiers, diventato presidente, chiese la grazia di Étienne e di Pelissier.
Egli trattenne quattro giorni il
dossier di Crémieux
alla Presidenza. Ma Crémieux
fu condannato; la commissione di grazia cedette alla ripetuta insistenza del
generale Espivent[3].
L’esecuzione di Crémieux
fu eseguita nei giardini del Pharo, il 30
novembre 1871. La maggior parte dei suoi compagni
furono deportati in Nuova
Caledonia. I Comunardi di Marsiglia furono probabilmente gli ultimi
prigionieri del castello d'If.
La Comune del
Permetteteci di
fare una piccola nota (che comunque non ha niente a che vedere con la comune
marsigliese): un tale clima sociale e politico ha lasciato una traccia
importante su un bambino che osservava con occhi spalancati quel mondo che non
era certo il mondo delle favole, di lustrini e chiffon. Quel bambino si chiamava Alexandre Marius
Jacob[17].
BIOGRAFIA DI ALCUNI COMUNARDI MARSIGLIESI
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|
☺ Bastia (Francia)
20 marzo 1842 - U Vinh (Nghe, An,
Tonkino, Indocina francese; ora Vietnam) 24 luglio 1901. Membro dell'Internazionale (A.I.T.). Il 7 agosto 1870 prese parte all'occupazione del
Municipio di Marsiglia, dove fu istituita la Comune
Rivoluzionaria. Il 23 marzo 1871, fu di nuovo leader di un movimento
insurrezionale a Marsiglia; da quella insurrezione nacque la seconda Comune marsigliese. Di cui fu
membro del comitato esecutivo dipartimentale che organizzò la resistenza
armata. Dopo il fallimento di questo nuovo movimento insurrezionale, si
rifugiò a Barcellona (Catalogna). Nel mese di dicembre 1871, entrò a far parte
dell'Alleanza
della Democrazia Socialista e successivamente all’Internazionale
antiautoritaria. Fu amnistiato
il 17 maggio, 1879. |
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☺ 1846 - U ?. Muratore. Per aver partecipato all'insurrezione e
alla Comune di Marsiglia, nel marzo-aprile 1871, fu condannato, il 22 luglio
1871, ad un anno di prigione. |
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☺ Bastia (Francia) 14 dicembre 1845
– U Marsiglia 5
settembre 1884. Operaio tipografo, anarchico,
attivista della 1ª Internazionale, aderente all’Alleanza
Internazionale della Democrazia socialista di Bakunin.
Giornalista, scrisse per La
Marseillaise di Parigi, L'Égalité e Le Peuple di Marsiglia.
Oltre a far parte della Comune
di Parigi, prese parte al tentativo di formare le Comuni rivoluzionarie a
Lyon e a
Marsiglia. Il Consiglio
della Comune di Parigi lo nominò direttore delle contribuzioni indirette.
Responsabile della difesa del forte
d'Issy. Durante la Settimana
sanguinante combatté sulle barricate, gravemente ferito, riuscì a
sfuggire alla repressione del governo di Versailles
rifugiandosi a Londra. Fu amnistiato il 24 maggio 1879. |
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☺ Saint-Clar (Francia) 4 giugno
1830 - U ?. Fu condannato dal consiglio
di guerra a cinque anni di lavori forzati e alla deportazione in Nuova
Caledonia per la sua partecipazione alla Comune di Marsiglia, dal 23
marzo al 4 aprile 1871. Fu amnistiato
nel 1879
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☺ 1844 - U ?. Apparteneva alla sezione marsigliese dell’Internazionale
ed ha partecipato all'occupazione del Municipio e all'organizzazione di
un’effimera Comune rivoluzionaria.
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☺ Bardenac (Francia) 25
gennaio 1824 - U ?. Per la sua partecipazione al movimento comunardo di
Marsiglia, il 23 marzo-4 aprile, fu condannato, il 22 luglio 1871, dal Consiglio
di guerra di Marsiglia, a sei anni di detenzione; la pena venne ridotta a
quattro anni il 23 dicembre 1874.
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☺ Nîmes (Francia) 5
gennaio 1837 - U ?. Membro della sezione marsigliese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Fu condannato il 25 luglio |
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☺ Martigues (Francia) 7
marzo 1809 - U Marsiglia 6 febbraio 1875. Sindaco di Marsiglia durante gli eventi
insurrezionali della Comune marsigliese, con la squadra municipale sostenne
il movimento comunardo.
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☺ Marsiglia (Francia)
1 gennaio 1842 - U ?. Membro della sezione marsigliese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori e membro della Comune Rivoluzionaria
proclamata a Marsiglia. Il 30 gennaio 1872 fu condannato in contumacia dal Consiglio
di guerra alla deportazione in un recinto fortificato. |
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☺ Embrun (Francia)
1 gennaio 1842 - U ?. Un Consiglio
di guerra lo ha processato dal 12 al 28 giugno ma fu assolto il 28 giugno
1871. |
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☺ Romans (Francia)
? - U ?. Fece parte del comitato
esecutivo della prima Comune rivoluzionaria proclamato a Marsiglia il 1°
novembre 1870. Arrestato e imprigionato immediatamente dopo il fallimento
della Comune, Breton venne processato dal 12 al 28 giugno 1871, fu condannato
alla semplice espulsione. La sua condanna fu commutata il 17 gennaio 1872, a
dieci anni di esilio. |
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☺ Marsiglia (Francia)
15 marzo 1826 - U Marsiglia 8
ottobre 1894. Appartenne
al Comitato Centrale della Ligue du Midi. Durante gli eventi insurrezionali
del 1° novembre 1870, fu eletto presidente della Comune rivoluzionaria
proclamata a Marsiglia. |
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☺ Algeri (Algeria) 11 febbraio
1845 - U ?. Membro
dell'Internazionale
di Marsiglia, era anche membro del comitato esecutivo della Comune
Rivoluzionaria proclamata il 1° novembre 1870 e apparteneva alla Ligue du
Midi e al Club Alhambra. Durante l'insurrezione
del 23 marzo 1871, fu uno dei primi a invadere la prefettura di Bouches-du-Rhône.
Portato davanti al Consiglio
di guerra, fu processato con i principali insorti del movimento comunista
dal 12 al 28 giugno 1871. Il 28 giugno Chachuat fu condannato alla
deportazione in un recinto fortificato e venne espulso in Nuova
Caledonia. Fu graziato
il 15 gennaio 1879. |
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☺ Suresnes (Francia) 13 giugno 1823
- U Hyères 21 agosto
1900. Militare, partecipò alla
spedizione dei Mille guidata da Garibaldi
nel 1860 nelle Due Sicilie e nel 1862 alla Guerra di secessione americana
arruolato tra i nordisti con il grado
di colonnello. Partecipò alle insurrezioni del 1870 di Lione (con Bakunin)
e Marsiglia. Sotto la Comune
di Parigi ottenne il comando della Guardia
Nazionale e fu nominato delegato alla Guerra e fece parte della
Commissione esecutiva per la guerra. Venne eletto al Consiglio
della Comune di Parigi il 16
aprile 1871. Nel corso della Settimana
sanguinante, riuscì a fuggire e sfuggire ai rigori della repressione
di Versailles, la cui corte
marziale lo condannò a morte in contumacia il 30 agosto 1871. fuggito in
Inghilterra, venne amnistiato
nel 1880. |
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☺ Marsiglia (Francia)
14 novembre 1843 - U ?. Operaio verniciatore di
sedie; attivista della sezione di Marsiglia
dell'Internazionale;
partecipò alle Comuni di Lione e
Marsiglia. Face parte del Comitato rivoluzionario con la Ligue du Midi. Fu
condannato in contumacia dal consiglio
di guerra di Lione alla deportazione per aver partecipato
all'insurrezione di Lione del
settembre 1870. Il 12 febbraio 1872 fu nuovamente condannato in contumacia,
ma questa volta dal consiglio
di guerra di Marsiglia, a quattro anni di carcere, una multa di mille
franchi e dieci anni di interdizione per aver partecipato alla Comune di
Marsiglia e per essere un membro dell'Internazionale
|
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☺ ? - U ?. Attivista dell'Internazionale
e membro della Comune Rivoluzionaria di Marsiglia.
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☺ Aubenas (Francia) 1839 - U ?. Operaio montatore; membro
dell'Internazionale,
faceva parte della Ligue du Midi. Era membro della Commissione della Comune
Rivoluzionaria proclamata a Marsiglia il 1° novembre 1870 |
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☺ Nîmes (Francia) 22
giugno 1836 - U Marsiglia 30 novembre 1871 Elemento di spicco nella Ligue
du Midi. Fu processato il 12 giugno e condannato a morte da un tribunale
militare. Fu fucilato nel campo di tiro del Pharo di Marsiglia |
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☺ Parigi (Francia) 30 luglio
1844 - U Parigi 24
ottobre 1886. Commesso viaggiatore,
partecipò all'occupazione del Municipio di Marsiglia. |
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☺ La Tour d'Aigues (Francia) 8 settembre 1834 - U Parigi 2
aprile 1896. Faceva i contabile ed era
attivista dell’A.I.T..
Partecipò alla Comune di Marsiglia. |
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☺ Saint-Martory (Francia) 18 maggio
1835
- U ?. Falegname; partecipò alla
Comune di Marsiglia. Capitano d'artiglieria della Guardia Nazionale di Marsiglia. Venne condannato alla deportazione in un recinto
fortificato, pena poi commutata in semplice espulsione e poi in dieci anni di
reclusione con degrado civico. |
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☺ Luçon (Francia) 1826 - U ?. Appaltatore di murature;
partecipò alla Comune di Marsiglia. Deferito davanti al Consiglio
di guerra, il suo processo ebbe luogo con i principali protagonisti
dell'insurrezione, dal 12 al 28 giugno 1871. Nonostante l'accusa pronunciata
dal pubblico ministero il 21 giugno, il 28 giugno, è stato assolto. |
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☺ Chaudon (Francia) 28 giugno
1822 - U ?. Partecipò alla Comune di
Marsiglia. Era membro del Comitato rivoluzionario e della Ligue du
Midi. È stato condannato a dieci anni di prigione. Il 15 agosto 1876,
beneficiò dello sconto della sua pena. |
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☺ Tarare (Francia) 22 aprile
1849 - U ?. Simpatizzante della Comune
di Marsiglia. Il Consiglio di guerra di Marsiglia lo condannò alla pena di
morte il 23 maggio 1871. Fu giustiziato il 30 ottobre. |
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☺ Gardanne (Francia) 1º aprile 1819 - U ?. Facchino; partecipò alla Comune di Marsiglia. Fu
anche membro del Consiglio dipartimentale e della Ligue du Midi. Aderì anche
al Club de
la Révolution. Condannato il 28 giugno 1871 dal 1º
consiglio di guerra alla pena di morte, pena fu commutata, il 27 novembre
1871, in semplice deportazione in Nuova
Caledonia. |
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☺ Marsiglia (Francia) ? - U Ginevra ?. Membro dell’A.I.T.
e partecipante alla Comune di Marsiglia. |
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☺ ? - U ?. partecipò al movimento comunardo di Marsiglia del
23 marzo-4 aprile 1871. Per questo motivo fu condannato in contumacia da un consiglio
di guerra marsigliese. |
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☺ Marsiglia (Francia) 28
febbraio 1827 - U ?. Commerciante di vini. condannato in contumacia il
31 gennaio 1872 da un consiglio
di guerra di Marsiglia, alla deportazione in un recinto fortificato per
la partecipazione alla Comune di Marsiglia. |
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☺ Uzès (Francia) 8 dicembre
1829
- U ?. Era uno scalpellino e membro
dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Partecipò
al movimento insurrezionale di Marsiglia dal 23 marzo al 4 aprile
1871. Fu graziato
il 17 maggio 1879. |
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☺ Ménerbes (Francia) 3 novembre 1851 - U Parigi 11 giugno. Poeta; giornalista deputato socialista e massone;
difese la Comune
di Parigi e Marsiglia. Il consiglio
di guerra, il 21 settembre 1871, gli inflisse seimila franchi di multa e
tre anni di carcere che l'applicazione della coercizione corporale[18]
per insolvenza li portò a quattro. |
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☺ Saint-Maximin
la Sainte-Baume (Francia) 29 novembre 1828 - U ?. Cuoco, repubblicano, membro dell'Internazionale.
Fece parte della Comune Rivoluzionaria proclamata a Marsiglia. Riuscito a
scappare dopo il fallimento della Comune, accusato di aver preso parte attiva
al movimento insurrezionale, fu processato in contumacia dal Consiglio
di guerra e condannato in contumacia alla pena di morte. |
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☺ Lézignan (Francia) 12 aprile
1814 - U Marsiglia 2
gennaio 1892. Fu uno dei più feroci
avversari dell'Imperatore.
Partecipò alla Comune di Marsiglia. |
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☺ Marsiglia (Francia) 4 settembre
1825
- U ?. Attivista dell'Internazionale,
partecipò alla Comune di Marsiglia. Il Consiglio
di guerra di Marsiglia lo condannò il 2 agosto 1871 a dieci anni di
lavori forzati, pena commutata in cinque anni di prigione nel febbraio 1872.
ottenere la remissione del resto della sentenza il 7 luglio 1876. |
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☺ Marsiglia (Francia) 1 maggio 1841 – U Marsiglia 28 luglio 1911 Attivista repubblicano, membro dell'Internazionale,
editore per il giornale Le Peuple. Membro
della Comune Rivoluzionaria proclamata il 1° novembre 1870 a Marsiglia. Fece parte
del Comitato rivoluzionario della Ligue du Midi. Non è stato processato per
il suo lavoro nella Comune ma per essere un’affiliato all'Internazionale.
Nonostante le implacabili autorità di polizia, beneficiò di un non luogo a
procedere il 3 febbraio 1872. |
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☺ Marsiglia (Francia) 30 giugno
1840 a Marsiglia - U ?. Membro della sezione
marsigliese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, Partecipò alla Comune di Marsiglia. Il suo
processo ebbe luogo dal 12 al 28
giugno 1871. Nonostante quest’accusa, Matheron fu assolto il 28 giugno 1871.
Tuttavia, tre anni dopo, l'11 agosto 1874, fu nuovamente arrestato e messo in
prigione. Il 1°
Consiglio di Guerra lo condannò, il 7 ottobre 1874, a cinque anni di
prigione e dieci anni di privazione dei diritti civili. Il 3 dicembre 1875,
beneficiò di una remissione totale della pena che gli rimaneva da compiere. |
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☺ Lapanouse-de-Séverac (Francia) 27 ottobre 1847 - U Boulanger 5 giugno 1905. Calzolaio, membro della
Commissione dipartimentale insurrezionale nel 1871; membro dell'Internazionale.
Fu condannato in contumacia il 26 gennaio 1872, alla pena di morte. Venne graziato
il 17 maggio 1879. |
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☺ Rouen (Francia) 7 marzo
1845
- U ?. Indoratore. Prese parte alle
Comuni di Marsiglia e di Parigi.
Nel 1872 maggio si rifugiò a Londra. Il 1° giugno 1874, fu condannato in
contumacia dal 3°
Consiglio di Guerra alla deportazione in un recinto fortificato, una
sentenza che gli era già stata imposta a Marsiglia il 22 gennaio 1872. Fu amnistiato
l'8 aprile 1879. |
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☺ ? (Germania) 26 marzo 1853 - U ?. Operaio costruttore di sedie; partecipò alla comune
di Marsiglia. Fu condannato, il 22 ottobre 1874, dal 1°
Consiglio di guerra di Marsiglia, a cinque anni di lavori forzati e venti
anni di sorveglianza. È stato l'amnistiato.
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☺ ? - U ?. Punzonatore alla Borsa di
Marsiglia e membro dell’A.I.T..
Partecipò alla rivolta del 23 marzo-4 aprile 1871. Il Consiglio
di guerra di Marsiglia lo condannò in contumacia il 12 febbraio 1872
nella deportazione in un recinto fortificato. Fu arrestato a Genova.
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☺ ? - U 1886. Redattore, giornalista,
poeta, sostenne senza partecipare direttamente la Comune Rivoluzionaria
proclamata il 1 ° novembre 1870 a Marsiglia. |
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☺ Tolosa (Francia) 10 novembre
1840
- U 1886. Sostenne la Comune di
Marsiglia. Fu condannato alla deportazione in un recinto fortificato. La sua
condanna fu commutata in semplice espulsione. E il 23 dicembre 1878 fu
ridotta a dieci anni di esilio. Fu amnistiato
nel 1880. |
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☺ Lucérame (Francia)
15 febbraio 1833 - U 1886. Partecipò alla Comune di Marsiglia; fu processato
dal 12 al 28 giugno con i principali protagonisti dell'insurrezione di Marsiglia.
I giudici del Consiglio
di Guerra lo condannarono a dieci anni di lavori forzati. . Il 15 gennaio
1879, ricevette la remissione
della pena. |
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☺ ? 1817 - U aprile 1871. Tappezziere, membro dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Fece parte della Comune di Marsiglia. Fu
ucciso dalle truppe regolari durante i combattimenti nell'aprile 1871. |
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☺ Tain (Francia) 28 aprile
1839
- U ?. Generale della Guardia Nazionale, partecipò alla Comune di Marsiglia. Il 28 giugno 1871, fu
condannato a morte. Il 27 novembre la sua condanna fu commutata: fu deportato
in Nuova
Caledonia. Non si sa bene quando ottenne l’amnistia.
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||
☺ Algeri (Algeria) 1831 - U ?. Costruttore; membro della sezione di
Marsiglia dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori; partecipò alla Comune di Marsiglia. Condannato, in contumacia,
nel 1872 a due anni di prigione per aver preso parte all'insurrezione di
Marsiglia e per essere membri dell'Internazionale. |
||
☺ Loreto-di-Casinca (Corsica) 24 dicembre 1845 - U ?. Membro dell'Internazionale,
fu arrestato a Parigi il 6 febbraio 1873 e condannato, il 20 marzo successivo,
dal 1°
Consiglio di guerra, a dieci anni di reclusione, perdita dei diritti
civici e alla sorveglianza permanente per la partecipazione all'insurrezione
di Marsiglia. Fu graziato
il 29 marzo 1879. |
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☺ (Italia) ? - U ?. Comandante del deposito
garibaldino nella caserma degli Incurables, a Marsiglia, durante il movimento
comunardo di Marsiglia del 23 marzo-4 aprile 1871. Fu condannato in
contumacia il 9 febbraio 1872 dalla corte
marziale di Marsiglia, alla deportazione in un recinto fortificato. |
||
☺ Saintes (Francia) 1838 - U ?. Partecipò alla Comune di
Marsiglia. Al suo processo, che ebbe luogo dal 12 al 28 giugno 1871, 1°
Consiglio di guerra lo assolse. |
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☺a Saint-Julien d'Asse 1834 - U ?. Membro della sezione dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Partecipò alla Comune di Marsiglia. Fu
arrestato il 31 luglio 1871; al suo processo, tenutosi il 15 maggio 1872, fu
assolto.
|
||
☺ ? - U ?. Membro della sezione di
dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Partecipò all'occupazione del municipio di
Marsiglia. Fu arrestato a Genova per aver preso parte all'insurrezione
di Marsiglia e per essere membri dell'Internazionale.
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[1] Città
della Francia meridionale, capoluogo della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e del dipartimento di Bouches-du-Rhône (Bocche del Rodano)
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.
[3] Henri Espivent de
La Villesboisnet (Londra, 30 marzo 1813 – Parigi, 25 gennaio 1908) è stato un
militare francese. Nel 1871 venne inviato a Marsiglia per reprimere i movimenti
insurrezionali della Comune di Marsiglia che stava modellandosi sulla Comune di Parigi.
Dopo i fervori rivoluzionari, rimase alla testa del 15º corpo d'armata di
stanza a Marsiglia dal 28 settembre 1873 al 28 settembre 1876 per poi passare
all'11º corpo d'armata di stanza a Nantes dal 28 settembre 1876 al 31 marzo
1878. Nel frattempo, dal 30 gennaio 1876 venne nominato senatore della terza
repubblica francese sotto la quale aveva prestato giuramento, rimanendo in
carica per ben 21 anni.
[4] Jean-Claude
Izzo (Marsiglia, 20 giugno 1945 – Marsiglia, 26 gennaio 2000) è stato uno
scrittore, poeta, giornalista, drammaturgo e sceneggiatore francese.
[5] Jean-Baptiste Brouchier: nato a Marsiglia il 25 aprile 1829; avversario del Secondo
Impero. Durante le elezioni del Consiglio generale di Bouches-du-Rhone del
giugno 1870, Brochier fu eletto consigliere generale del primo cantone di
Marsiglia. Alla proclamazione
della Repubblica, il 4 settembre 1870, fu nominato nel Consiglio
dipartimentale. Il 14 ottobre 1870, per ordine di Alphonse Esquiros,
Amministratore superiore di Bouches-du-Rhône, fu nominato direttore generale
del Dipartimento d’istruzione primaria. Sembra che J. B. Brochier non abbia
partecipato attivamente agli eventi insurrezionali della Comune rivoluzionaria
del 1° novembre 1870 e della Comune del 23 marzo 1871. Per lo meno, non ha
esercitato alcuna funzione di natura per poterlo ammettere.
[6] Maurice-Pierre Rouvier
(Aix-en-Provence 17 aprile 1842 - Aix-en-Provence 17 giugno 1911) è stato un
politico francese. Alla proclamazione della Repubblica del 4
settembre 1870, Rouvier fu in prima linea per coloro che contribuirono alla
caduta
dell'Impero a Marsiglia. È stato anche uno dei fondatori del Comitato di
salute pubblica istituito nei locali di Le Peuple, con l'aiuto di Gustave
Naquet, Louis Delpech, A Leroux, Klinger, Morel, Étienne, Ménard e Albert
Baume. Il comitato, sciolto dal 5 settembre, è stato sostituito da una
commissione dipartimentale provvisoria il cui scopo era amministrare la nuova
Repubblica nelle Bocche del Rodano. Rouvier ne fu un membro. Quel giorno
fu, allo stesso tempo, nominato dal Segretario Generale della Prefettura da Leon
Gambetta; Una posizione che mantenne fino al dicembre 1870. Il 25 ottobre
1870, Rouvier faceva parte del Consiglio dipartimentale della Ligue du Midi. Il
14 dicembre 1870, fu nominato dal Prefetto Gent come membro della Commissione
per studiare e supervisionare la costruzione del campo alpino. Si è presentato
alle elezioni legislative dell'8 febbraio 1871 nella lista radicale dell'Unione
Democratica sostenuta da Popolo ed Uguaglianza. Venne battuto, raggiunge solo
la 14a posizione; undici membri dovevano essere eletti. È stato il Primo
Ministro della Francia due volte: la prima dal 30 maggio al 12 dicembre 1887 e
la seconda dal 24 gennaio 1905 al 13 marzo 1906. Massone, fu membro della
Loggia "La Réforme" del Grande Oriente di Francia, nella quale fu
iniziato Léon
Gambetta.
[7] Adolphe
Royannez: nato il 7 marzo
[8] Alphonse François Henry Esquiros
(Parigi, 23 maggio 1812 – Versailles, 12 maggio 1876) è stato un autore
romantico e un politico francese. Più volte deputato, è stato eletto senatore
il 30 gennaio 1876 ed è morto durante il suo mandato. Il giorno dopo l'annuncio
della Repubblica, il 4
settembre 1870, fu nominato amministratore superiore del Bouches-du-Rhône,
dove ottenne la fiducia della popolazione adottando misure energiche a favore
della difesa nazionale. Tuttavia, molti dei suoi ordini, tra cui la sospensione
della Gazette du Midi, un giornale legittimista, e lo scioglimento della
congregazione gesuita a Marsiglia, dispiacquero al governo e venne ripudiato da
Gambetta.
Si dimise quindi il 23 settembre 1870, prima di essere cacciato. Dopo essersi
definitivamente dimesso dal suo incarico il 2 novembre, è stato nuovamente
eletto all'Assemblea Nazionale l'8 febbraio 1871, nono su undici, con 46.986
voti su 75.803 elettori e 140.189 iscritti. Quindi fu eletto al Senato il 30
gennaio 1876 con 86 voti su 171 elettori. Membro dell'estrema sinistra, firmò e
votò la proposta di amnistia
presentata da Victor
Hugo. Poco dopo si ammalò e morì a Versailles il 12 maggio 1876.
[9] Alfred Naquet,
nato a Carpentras (Vaucluse) il 6 ottobre 1834 e morto a
Parigi il10 novembre 1916,
era un medico, chimico e politico attivista blanquista francese,
promotore del divorzio giudiziario e partigiano della separazione tra Chiesa e
Stato. Nel
settembre del 1870, Alfred Naquet prese una parte molto attiva nel rovesciamento
dell'Impero. Eletto da Vaucluse nel febbraio 1871, si dimise e la sua
elezione fu contestata. Dall'8 marzo al 2 luglio, rimase ad Avignone dove
scrisse la Democrazia del Sud. Rieletto il 2 luglio, sempre a Vaucluse, si è
seduto all'estrema sinistra.
[10] Félix Granet, nato a Marsiglia il
29 luglio 1849 e morto a Saint-Raphaël (Var) il 12 marzo 1936 è un alto
funzionario e politico francese del diciannovesimo secolo.
[11] Philibert
Gilbert Era un membro della sezione Marsiglia (Bocche del Rodano)
dell'Associazione internazionale dei lavoratori; continuò, nel maggio
[12] Situata
nella Francia centro-occidentale, è il capoluogo
del dipartimento Indre e
Loira
nella regione Centro-Valle della Loira.
Il 25 settembre 1461, il nuovo re Luigi XI spostò la sua residenza da Parigi a Tours, città a lui devota, e la rese capoluogo della contea di Tours o Turenna. Pose la sua nuova residenza nel castello dei Montils (attuale castello del Plessis a La Riche, nei sobborghi di Tours) e impiantò le prime seterie, una nuova zecca (Denier Tournois) e due grandi Fiere Reali di quindici giorni a maggio e a settembre. Fino al XVI secolo Tours e la sua regione rimasero residenza stabile dei re di Francia e della loro corte con Luigi XI, Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I. Ebbe così inizio il cosiddetto Rinascimento francese. Tours ancora oggi si caratterizza per i grandiosi monumenti sorti durante quel periodo, quando furono costruite numerose dimore private e castelli, in parti riuniti sotto la generica denominazione di castelli della Loira. Il ritorno permanente della corte a Parigi e quindi a Versailles segnarono l'inizio di un lento declino. Nonostante ciò il ruolo di capitale di Francia le si ripresentò per altre due volte, anche se per brevi e non molto felici vicissitudini. Come nella disfatta del 1870 nella Guerra franco-prussiana, quando il governo in fuga da Parigi vi si rifugiò prima che anche Tours cadesse sotto i prussiani. Come pure nel 1940 quando il governo francese in fuga dai nazisti vi fece tappa prima di rifugiarsi a Vichy.
[13] Alphonse Gent, nato a Roquemaure il
27 ottobre 1813 e morto a Parigi il 26 gennaio 1894, massone, avvocato e
politico repubblicano, è stato anche sindaco di Avignone, deputato di Vaucluse,
poi senatore.
[14] François
Achille Bazaine (Versailles, 13 febbraio 1811 – Madrid, 23 settembre 1888) è
stato un generale francese, maresciallo di Francia dal 1864. Allo scoppio della
Guerra
franco-prussiana il maresciallo Bazaine fu posto al comando del III Corpo d'armata dell'Armata del Reno. Prese
parte alle prime battaglie, ma Napoleone
III ben presto gli affidò il comando dell'intera armata.
[15] Gustave Cluseret nel 1860 raggiunse l'Italia per partecipare alla
spedizione garibaldina nelle Due Sicilie, Ne 1862 partecipò alla Guerra di
secessione americana tra le forze nordiste. Nel 1867 sbarcò in Irlanda per
sostenere il movimento irredentista, partecipando in febbraio all'attacco di
Chester Castle, a seguito del quale fu condannato a morte in contumacia dalla
giustizia inglese. Rientrato in Francia, oppositore del regime bonapartista,
nel 1868 fu incarcerato per gli articoli pubblicati sul suo giornale L'Arte
poi espulso in quanto cittadino americano. Iscritto alla Prima Internazionale, alla proclamazione
della Repubblica, nel settembre del 1870, si stabilì a Parigi, poi a Lione, dove
con Bakunin
partecipò alla fallita insurrezione del 28 settembre, e infine a Marsiglia,
dove fu il capo militare della breve esperienza rivoluzionaria di novembre.
[16] Nel
dipartimento delle Bocche del Rodano della regione della Provenza Alpi Costa
Azzurra.
[17] Alexandre
Marius Jacob (Marsiglia, 29 settembre 1879 - Bois Saint-Denis, Indre, Francia,
28 agosto 1954) è stato un "ladro" anarchico francese, una sorta di
Robin Hood che rubava ai ricchi per sostenere gli anarchici e le persone in
difficoltà. Dotato di un forte senso dell'umorismo, ispirò Maurice Leblanc nella
creazione del personaggio, presentato nel giugno del 1905, di Arsenio Lupin.
Diversamente da Arsenio Lupin, Jacob mise le sue capacità, la sua intelligenza,
la sua vivacità, il suo coraggio, la sua audacia e la sua energia al servizio
dell'anarchismo.
[18] Misura di esecuzione legale che
consiste nell'arrestare di pieno diritto un condannato affinché adempia al suo
dovere. La costrizione per corpo è una misura di carattere primitivo. Nelle
civiltà più antiche, era consuetudine ridurre in servitù un debitore che non
aveva pagato il suo debito: a Roma, il creditore non pagato aveva la
possibilità di sequestrare la persona fisica del suo debitore; poteva
trattenerlo per un certo tempo, ma aveva comunque l'obbligo di presentarlo un
certo numero di volte e su mercati diversi, affinché una cauzione si
presentasse e accettasse di pagare per lui; quando nessuno si presentava, il
debitore diventava allora schiavo del suo creditore e pagava il suo debito con
il suo lavoro.