martedì 3 settembre 2019

03-02 - Marsiglia

MARSIGLIA

 

 

La Comune di Marsiglia[1] è stato un movimento insurrezionale che si proclamò solidale con la rivolta della Comune di Parigi del 18 marzo 1871. Il suo scopo fu quello di sostenere la nascente Repubblica contro le manovre dei "versaigliesi" e consentire alla città di Marsiglia di governare autonomamente i propri interessi, affermando una volontà politica regionale indipendente dalla capitale. Essa riunì a se i repubblicani moderati e blanquisti[2], i socialisti, e membri della Prima Internazionale. La Comune rivoluzionaria fu diretta «ufficialmente» da una commissione dipartimentale che sostituì il prefetto dandosi come capo l’avvocato-poeta Gaston Crémieux. La Comune di Marsiglia durò molto meno della sorella parigina, al contrario della seconda conobbe molto presto la violenza del governo versaigliese. Incapace di assicurare i suoi compiti legali, si mise nelle mani di delegati Comunardi di Parigi incompetenti e violenti. Per evitare che si organizzassero elezioni ed ottenere in tal modo una vera e propria legittimità democratica, il generale versaigliese Henri Espivent di Villesboisnet[3] la dichiarò fuorilegge e inviò contro la città le sue truppe. La Comune di Marsiglia fu repressa nel sangue la notte tra il 4 e il 5 aprile 1871. Con lei morì l'ultima speranza della Comune di Parigi di ottenere il sostegno delle province. La Comune di Marsiglia durò in tutto quattordici giorni, dal 22 marzo al 5 aprile 1871.

Il porto di Marsiglia nel 1870

Le sue origini risalgono alla fine dell'Impero, e affondò le sue radici con la prima rivolta del 1° novembre 1870. Durante il Secondo Impero, la città conobbe uno sviluppo senza precedenti. Il nuovo bacino de La Joliette, lo sviluppo della navigazione a vapore e l'apertura del canale di Suez ne fecero la porta dell'Oriente e il vestibolo dell'Algeria.

Parallelamente, la città si ricoprì di monumenti: il palazzo Longchamp, il palazzo della Borsa, il palazzo di Giustizia, il palazzo del Pharo offerto all'imperatrice Eugénie, dove verrà fucilato Gaston Crémieux, e la basilica Notre-Dame-de-la-Garde, da cui il generale Espivent[3] bombarderà la Comune. 8.000 disoccupati furono impiegati nella costruzione della Corniche (la lunga strada panoramica di Marsiglia che costeggia il mare) per allontanarli dalle barricate. Questa politica di grandi lavori attirò un'abbondante manodopera. Dal 1851 al 1872, la popolazione marsigliese passò da 195.500 a 313.000 abitanti. "Marsiglia non è tuttavia una città rossa tutt'al più è un bastione repubblicano", secondo quanto affermò lo scrittore Jean-Claude Izzo[4] (La Commune de Marseille). Infatti, sentimenti repubblicani si affermarono dentro la città, ed i sindaci di Marsiglia politicamente potremmo certamente definirli repubblicani moderati, ma furono molto attivi contro l’Impero. Inoltre, dal 1865, i massoni marsigliesi più radicali svilupparono nella città una reale politica di mutuo soccorso, dove si ritrovarono tutti gli oppositori di Napoleone III.

La loggia "La Réunion des Amis choisis" del Grande Oriente, composta da repubblicani e blanquisti, per incoraggiare la formazione di altre logge, l'11 febbraio 1868 fondò il Comitato Centrale di iniziativa delle logge formato da dieci membri: l'avvocato Gaston Crémieux, Barne, Brochier[5], Carriol, Chappuis de Pleuc, Dhionnet, Massip, Rouvier[6] e Adolphe Royannez[7]. Contemporaneamente si formarono L'Associazione marsigliese dell'insegnamento, dell’istruzione e dell’educazione di entrambi i sessi e la Cassa centrale di sicurezza. Grazie alle nuove concessioni fatte alla stampa molti di giornali videro la nascita, tra questi, un certo numero di giornali repubblicani, sorvegliati dalla polizia, spesso repressi, ma molto attivi, tra cui il quotidiano Le Peuple, diretto da Gustave Naquet.

La Comune di Marsiglia è stata preceduta da molti avvenimenti importanti scaglionati tra il 1867 e il 1870: la creazione della sezione marsigliese dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (A.I.T.), più nota con il nome di 1ª Internazionale, e che contò fino a 4500 membri, la fondazione della Lega del Mezzogiorno (Ligue du Midi) per la difesa della Repubblica e una prima Comune. La sezione marsigliese dell'Internazionale è stata fondata nel luglio 1867 da André Bastelica, un giovane tipografo e giornalista corso. Come quella di Lione, essa fu influenzata da Bakunin, a cui si sentiva vicino. La sezione di Marsiglia contava, sin dal 1871, 4.500 membri organizzati in 27 corporazioni operaie.

 

 

La Lega del Mezzogiorno (Ligue du Midi)

 

«Il porto di Marsiglia era uno dei focolai più attivi del movimento. È la sezione dei dockers, diretta da Chauvin, che scatenerà il primo sciopero insurrezionale della Comune marsigliese (Antoine Oliveti, La Commune de 1871 à Marseille et ses origines)».

L’insurrezione fu il frutto di un'alleanza nata tra i borghesi radicali, rappresentati dall’avvocato e attivista blanquista Gaston Crémieux, e la sezione dell'Internazionale diretta da André Bastelica.

I primi potevano vantarsi di aver fatto subire una cocente sconfitta all'Impero, facendo eleggere nel 1869, nel dipartimento di Bouches-du-Rhône, due deputati repubblicani: Léon Gambetta (allora considerato radicale) e Alphonse Esquiros[8], giornalista e scrittore. La creazione della Ligue du Midì, comitato repubblicano formato a Marsiglia il 18 settembre 1870, durante la guerra franco-prussiana, corrisponde all'aspirazione di tredici dipartimenti del Sud-Est a partecipare direttamente alla difesa nazionale contro i prussiani. Guidata a livello locale da Esquiros[8], da Bastelica e da Crémieux, era a favore della repubblica (in Francia si prospettava una nuova monarchia), quando la “repubblica” era ancora considerata una sorta di liberazione dalla monarchia. "Ciò che vogliamo, non è formare un'associazione politica meridionale al di fuori delle altre regioni della Francia", si difesero i promotori della Lega del Mezzogiorno. "La Repubblica deve restare unita e indivisibile, ma viste le circostanze, vi è luogo di formare una specie di confederazione provvisoria che ci permetterebbe di agire di concerto. Il Mezzogiorno potrà forse salvare il Nord, se uniamo le forze dei dipartimenti del Mezzogiorno", essi dichiararono.

Dopo il crollo del Secondo Impero causato della Prussia di Bismarck, la Francia si dotò di un governo provvisorio guidato da Gambetta, ma a Marsiglia un primo tentativo di insurrezione annunciò la fragilità e l’asprezza di quei nuovi giorni.

Ci furono diversi conflitti tra la Ligue e il governo repubblicano di difesa nazionale, che hanno sottolineato la difficoltà intrinseca affrontata dalla cultura politica repubblicana "giacobina" nell'accogliere qualsiasi misura sostanziale dell'autonomia locale nella Francia del diciannovesimo secolo.  Questi conflitti attirarono anche l'attenzione sulla difficile relazione tra autorità civili e militari, i problemi tra il governo e i suoi stessi amministratori prefettorali e infine le tensioni tra il governo "centrale" e gli organi eletti repubblicani locali e gruppi politici. Sebbene la Ligue sia stata un fallimento nel breve periodo, la sua apparizione ha illustrato il dinamismo e la creatività della cultura politica repubblicana alla vigilia della Terza Repubblica - in particolare nella sua concezione di cittadinanza attiva e il suo impegno per una forma di municipalismo decentrato e repubblicano.

Accusata di separatismo, la Lega fu sciolta il 28 dicembre 1870.

 

 

Da un’insurrezione all’altra

 

Il 7 agosto 1870 ci fu la prima rivolta popolare, una folla imponente di 40.000 persone guidata da Gaston Crémieux, Emile Bouchet, Maurice Rouvier[6] e Gustave Naquet, si presentò alla prefettura per reclamare le armi. I marsigliesi portavano con loro la bandiera tricolore, su cui era scritto: "la patrie est en danger; le peuple réclame des armes (la patria è in pericolo; il popolo reclama le armi)". Ma il prefetto rifiutò e Alfred Naquet[9] fu arrestato. La stessa sera, i radicali si riunirono in rue Vacon con i socialisti, formando un comitato centrale di azione, e il giorno dopo Crémieux si ritrovò a capo di questa prima sollevazione popolare insieme ad Emile Bouchet, Maurice Rouvier[6], Delpech, Sorbier e Albertini. Il popolo ritornò alla prefettura per reclamare la liberazione di Naquet[9]. Dopo un nuovo rifiuto, i manifestanti si avviarono al comune e lo presero d'assalto, vi installarono un comitato rivoluzionario, formato da Crémieux, Paul Giraud, Clovis Hugues, Felix Granet[10], Cabasse, un impiegato del municipio, Joseph Tardif, i giornalisti Auguste Sorbier e Armand Elbert, l'internazionalista Charles Alérini, Étienne-Louis Combes, Victor Bosc, Philibert Gilbert[11], Jean Frédéric Bordes, Auguste Conteville e Célestin Matheron. Si unirono a loro un imprenditore: Felix Debray, un calzolaio: Joseph Maviel, un muratore: Spirit Tourniaire ed un impiegato: Eugene Barthélémy.

Questo primo movimento insurrezionale venne severamente represso dall’amministrazione locale fedele alle leggi imperiali. I «ribelli» furono arrestati e imprigionati in una cella di Fort Saint-Jean. Il 27 agosto, un consiglio di guerra deliberò sulla sorte dei capi e li condannò a trascorrere alcuni mesi nel carcere di Saint-Pierre. Pierre Bernard, Tardif, Barthélémy e Giraud furono condannati ad un mese; Tourniaire a tre mesi; Crémieux, Combe, Bosc e Sorbier a sei; Bordes ad otto; Conteville, Gilbert[11], Debray e Maviel, ad un anno.

Il 4 settembre 1870, giorno della proclamazione della Repubblica, ci fu un’amnistia; Gambetta confermò l'ordine di rilasciarli; quando uscirono una grande folla andò incontro ai prigionieri liberati nella notte tra il 4 e il 5. Lo stesso giorno, il nuovo capo del governo nominò Alphonse Esquiros[8] amministratore superiore del dipartimento di Bouches-du-Rhône con funzione di prefetto, Adolphe Joseph Carcassonne venne nominato presidente del comune di Marsiglia, mentre Labadié venne nominato prefetto; il tricolore fu issato sul municipio. Il 7 Settembre Crémieux accolse Esquiros[8] presso la stazione di Saint-Charlese e l’accompagnò alla prefettura.

Tuttavia, numerosi conflitti erano maturati nel Consiglio comunale di Marsiglia tra repubblicani moderati e blanquisti.

 

 

La prima Comune

 

Il 3 ottobre 1870 Il "Commissario Generale della Lega del Mezzogiorno per la difesa della Repubblica" incaricò Gaston Crémieux affinché la regione si unisse alla loro causa. Per l'avvocato marsigliese, era il momento di far valere le sue idee:

"Noi siamo determinati a fare qualsiasi sacrificio, e se rimaniamo da soli, faremo appello alla rivoluzione, alla rivoluzione implacabile ed inesorabile, la rivoluzione con tutto il suo odio, la rabbia e la furia patriottica. Partiremo da Marsiglia in armi, noi non predichiamo nel nostro cammino la nostra guerra santa".

La Ligue du Midi non aveva però mire separatiste, anzi, cercava l'unione delle altre regioni (federalismo anarchico) e, nel corso di un summit all'Alhambra (Granada - Spagna) del 19 ottobre 1870, l'avvocato Gaston Crémieux pronunciò quella che possiamo definire la “piattaforma” della Comune di Marsiglia.

Tra gli obiettivi fissati in quel summit possiamo citare: <<la riscossione di una tassa di 30 milioni sulla ricchezza, la requisizione di armi e cavalli, la confisca dei beni dei traditori e del clero, la separazione tra Chiesa e Stato, l'iscrizione dei sacerdoti nel esercito, l'epurazione dei funzionari dell'impero, la libertà di stampa (senza più vincoli), l'elezione dei giudici da parte del popolo, la soppressione delle scuole religiose e la requisizione di tutti i loro immobili, destinandoli alle scuole laiche>>.

Decreto della elezione per la Comune di Marsiglia del 3 aprile 1871
Alphonse Esquiros[8] era a favore di questo programma, e questa sua posizione fece inquietare, e di conseguenza, perdere la fiducia di Gambetta. I conflitti tra Esquiros[8] e Gambetta raggiunsero il loro apice quando, molti dei decreti del prefetto furono considerati illegali dal ministro degli interni del governo provvisorio (come la sospensione del quotidiano monarchico Gazette du Midi e lo scioglimento della Congregazione dei Gesuiti Marsiglia). Alphonse Esquiros[8], non ce la fece più ad opporsi apertamente il governo provvisorio di Tours[12] e nel settembre inviò Gaston Crémieux a Tours[12], per parlare con Adolphe Crémieux e Gambetta per tentare una conciliazione, ma questi non ci riuscì.

Esquiros[8] diede allora le dimissioni. Fu sostituito per poco tempo da Louis Anthony Delpech, che anch’egli si dimise immediatamente.

Il conflitto tra Marsiglia e Gambetta si intensificò, alimentato dalla rivalità tra la Guardia Nazionale (borghese) e la Guardia Civica (operaia) creata da Esquiros[8]. I membri della Commissione dipartimentale insurrezionale allora chiamarono i marsigliesi a prendere le armi.

Il 30 ottobre, Gambetta nominò prefetto di Marsiglia Alphonse Gent[13].

Il 1° novembre, Marsiglia apprese la capitolazione del maresciallo di Francia Françoise Achille Bazaine[14] e la sua armata a Metz. "La caduta di Metz non era il pretesto per una insurrezione contro il governo, è stata semplicemente la conferma dell’incapacità del governo centrale che gli estremisti marsigliesi avevano continuato a dichiarare, non ha causato la nascita della Comune, ma l’ha giustificata (Antoine Olivesi La Comune de 1871 a Marseille et ses origines).

Il 1° novembre 1870, Il municipio venne occupato e fu proclamata la Comune. Ne fecero parte nove membri della 1ªInternazionale.

Dopo aver partecipato alla Comune della città di Lione, Gustave Cluseret[15] arrivò a Marsiglia il giorno successivo, appena in tempo per essere nominato comandante generale della Guardia Nazionale e capo delle truppe della Lega del Sud, Clovis Hugues divenne capo della Legione urbana ed Esquiros[8] divenne capo del Consiglio Comunale.

 

 

"Vive PARIS!"

 

Lo stesso 2 novembre Gent[13], che giunse a Marsiglia alla stazione ferroviaria di Saint-Charles, fu accolto a colpi di pistola (Crémieux assente, si trovava ad una riunione ad Isère), venendo leggermente ferito da una pallottola, abilmente si fece passare per una vittima, ma fu abile a non cadere nella trappola della repressione eccessiva.

Durante quei pochi giorni, la popolarità di Esquiros[8] rimase intatta, ma la morte di suo figlio, causata dal tifo cambiò le carte in tavola, perché per questo motivo Esquiros[8] accettò di essere sostituito da Alphonse Gent[13].

Le circostanze giocarono anche a favore del nuovo prefetto. L'attacco di cui fu vittima al suo arrivo in città gli portò il sostegno popolare. Questa simpatia nei sui riguardi gli permise di riconquistare il potere per conto del governo. Con una fraternizzazione apparente, Gent[13] fuse i battaglioni operai della Guardia civica dentro la Guardia nazionale borghese. Ma la maggior parte degli uomini della Guardia civica preferì unirsi all'esercito di Garibaldi. I dirigenti del movimento ritennero che la partita ormai era persa. Gustave Cluseret[15] fuggì a Monaco, André Bastelica si ritirò e Alphonse Esquiros[8] partì per Bordeaux.

Il 13 novembre, Alphonse Gent[13] telegrafò a Gambetta le seguenti parole "l’ordine regna a Marsiglia".

La pace fu firmata con la Prussia, ed il governo dovette dimettersi. Le elezioni parlamentari si tennero l’8 febbraio 1871. A Marsiglia, Esquiros[8] venne rieletto mentre Gent[13] si dimise, indignato per le condizioni dell'armistizio. Il Parlamento si riunì a Bordeaux. La camera era una rappresentanza dei comuni rurali; ed era particolarmente reazionaria. Una maggioranza formata da legittimisti e orleanisti uscì fuori dalle urne.

Crémieux assistette il 12 febbraio del 1871 alla prima seduta dell'Assemblea Nazionale riunita a Bordeaux. Dalla tribuna del pubblico difese Garibaldi dagli insulti dei numerosi deputati monarchici, eletti soprattutto nelle province, e che impedirono al nizzardo, pur essendo eletto deputato, di parlare alla prima riunione parlamentare, dalla tribuna Crémieux lanciò l'invettiva famosa: "Maggioranza rurale, la vergogna della Francia!"

La folla che si trovava alle tribune applaudì fortemente il disappunto di un altro marsigliese, Adolphe Thiers.

La rivolta di novembre si riposò nei mesi invernali per rinvigorire in primavera. Il 10 marzo, il porto di Marsiglia entrò in sciopero. Il 17, le strade non vennero spazzate. Il 18 gli autisti smisero di lavorare, i panettieri fermano i loro forni il 21 ... Fu in questo clima di scioperi che i marsigliesi appresero, il 22 marzo, l'instaurazione della Comune a Parigi. Lo stesso giorno arrivò la notizia delle minacce di Adolphe Thiers, nuovo capo del governo, di disarmare Parigi.

La sera stessa, Gaston Crémieux diventò capo di una terza un'insurrezione, pronunciò un acceso discorso al club dell’Eldorado che infuocò gli animi degli aderenti al club (formato da repubblicani radicali e socialisti): "il governo di Versailles ha cercato di sollevare una stampella contro quella che ha definito l'insurrezione di Parigi; ma si è rotta tra le sue stesse mani e la Comune è venuta fuori ... (...) Qual è il governo che voi riconoscete come legale? È quello di Parigi? È quello di Versailles?"

La stanza all’unanimità gridò:" Vive Paris!"

"Io vengo a chiedervi un giuramento, che è quello di difendervi con tutti i mezzi possibili, lo giurate voi?", Chiese Crémieux. "Noi lo giuriamo!", replicò la stanza. «Rientrate nelle vostre case, prendere i vostri fucili, non per attaccare ma per difendere voi stessi", concluse Crémieux, che così lanciò una chiamata alle armi.

 

 

La nascita della Comune rivoluzionaria

 

L'imbarazzo del nuovo prefetto, il contro-ammiraglio Cosnier, mise fuoco alle polveri dando così la spinta alla nascita della Comune di Marsiglia.

Allarmati dalla riunione in favore di Parigi, il nuovo prefetto e il generale Espivent[3], la stessa sera, convocarono la Guardia Nazionale per dare l’ordine di radunarsi il giorno successivo in favore di Versailles. Il loro appello cade nel vuoto, le guardie nazionali, i sostenitori dell’ordine non si presentarono alla convocazione Quando Cosnier si rese conto del fatto, fu troppo tardi.

"Alle sette del mattino, il tamburo batté e i battaglioni popolari risposero. Alle dieci, erano al cortile di Chapître, l'artiglieria della Guardia nazionale si allineò in corso St. Louis. A mezzogiorno, cecchini, guardie nazionali, soldati di tutte le armi si unirono e si raggrupparono in corso Belzunce dove, fraternizzando, si unirono ai garibaldini, la popolazione marsigliese e ai resti della guardia civica di Esquiros[8]. I battaglioni della Belle-de-Mai e di Endoume arrivarono al completo, gridando: "Viva Parigi!" Nel primo pomeriggio, diverse migliaia di uomini si riversarono nella Cannebière e per la via St Ferreol e si presentarono davanti la prefettura. (...) Un colpo di fuoco partì. La folla per strada, fermarono il prefetto, i suoi due segretari, e il generale Ollivier. Gaston Crémieux si affacciò dal balcone, parlò dei diritti di Parigi e si raccomandò che fosse mantenuto l'ordine. La folla applaudì e continuò ad avanzare, cercava, voleva le armi. Crémieux organizzò due colonne, li inviò nelle fucine e nei cantieri navali di Menpenti furono presi i fucili (Prosper-Olivier Lissagaray; Histoire de la Commune de 1871)".

I membri dell'Internazionale presero l'iniziativa di impadronirsi della stazione e del porto, ma si trascurò di occupare i forti Saint-Jean e Saint-Nicolas e la collina di Notre-Dame-de-la-Garde. Nacque così, quel 23 marzo, nacque la Comune di Marsiglia.

 

 

Evitare «l’anarchia» [Sigh (NDR)]

 

Il Prefetto fu fatto prigioniero, il sindaco si dimise ed Espivent[3] fuggì. Venne creata una commissione dipartimentale, con alla testa Gaston Crémieux che prese il posto del prefetto e ottenne il raduno del consiglio municipale; alla commissione facevano parte 12 membri tra cui due Radicali (Job ed Étienne), due membri dell’Internazionale, della Guardia Nazionale (Bouchet, Cartoux) e delegati del Consiglio municipale.

Crémieux, affacciatosi dal balcone del municipio a nome del comitato dipartimentale, dichiarò la solidarietà di Marsiglia a Parigi, e si appellò alla popolazione di mantenere l'ordine e propose di rilasciare l'ex prefetto, l’ammiraglio Cosnier; ma la folla rifiutò.

Copia del Petit Marseillais che illustra gli avvenimenti dei giorni 4, 5, 6 aprile 1871 a Marsiglia

Spaventati dal rifiuto della folla, i membri del consiglio comunale cercarono di ritirarsi dalla Comune. Crémieux convinse Bouchet a rimanere al suo posto. Il 26 marzo, il consiglio era isolato. "Nessuno complottava contro di esso, ma nessuno lo ha riunito" constatò semplicemente Lissagaray.

Il 27 i consiglieri municipali si ritirarono dalla prefettura. Il Generale Espivent de la Villeboisnet[3] era fuggito durante la notte ad Aubagne[16] con le truppe regolari e i funzionari amministrativi. "Espivent[3] imitò le tattiche di Thiers. Aveva derubato Marsiglia di tutte le amministrazioni", disse Lissagaray. Lo storico della Comune descrisse Espivent[3] come "ottuso legittimista, un ebete devoto e un generale d’anticamera". Nel frattempo, la commissione del dipartimento non fece che tergiversare.

Il 27 marzo 1871 arrivarono tre delegati parigini Bernard Landeck, Charles Amouroux e Albert May detto Seligman, ma non furono d’aiuto alla Comune, anzi...

Landeck si mise a capo della Commissione dipartimentale e interrogò tutti i moderati sospetti. Arrestò, rilasciò, minacciò, senza avere potere, si oppose a Crémieux che lo ritenne troppo moderato, ed arrivò anche al punto di minaccialo di farlo fucilare, Crémieux a sua volta fu tentato di dimettersi. Landeck sciolse il consiglio municipale e invitò la popolazione a nuove elezioni il 5 aprile al fine di stabilire una nuova legalità proprio mentre Bouchet si augurava che la bandiera rossa diventasse l'emblema della Comune. Crémieux propose allora la bandiera nera, per lui segno del dolore (e non d'anarchia). La sua preoccupazione costante durante questo periodo fu quella di garantire la continuità della legge, di evitare il disordine (quello che lui definì anarchia) in modo da non scoprire il fianco alla critica dei loro avversari. Ma i capi delle amministrazioni si dimisero: quelli del telegrafo, i procuratori, gli agenti della forza pubblica ... e la Comune di Marsiglia non poté opporsi alla loro decisione.

Nonostante i crescenti pericoli, la commissione della contea non si preoccupò di organizzare la difesa, convinta che le truppe nemiche avrebbero fraternizzato con gli insorti.

Il 28 marzo, il generale Espivent di Villeboisnet[3], capo delle truppe militari del dipartimento, che fece confluire i suoi uomini al di fuori delle mura della città di Aubagne[16], proclamò (senza alcuna base legale) Bouches-du-Rhône in stato di guerra e si schierò a favore del governo di Adolphe Thiers.

Mentre l'ordine venne ripristinato nelle altre città che si dichiararono Comuni: Lyon, Toulouse, Saint-Etienne, Limoges, Narbonne, le lotte interne raggiunsero il loro apice a Marsiglia.

 

 

La fine

I bombardamenti sulla Comune del 4 aprile 1871

 

La sera del 3 aprile, il generale Espivent[3] diede l'ordine di marciare alle sue truppe verso Marsiglia. Gli “Aubagnais” percorsero di notte i 17 km che separano il villaggio di Aubagne[16] da Marsiglia. Alle 11 di sera, gli ufficiali garibaldini avvisarono Landeck di movimenti di truppe. Il richiamo alla mobilitazione fu fatto alle 1,30 di notte. Alle 4, 400 guardie nazionali si riunirono presso la prefettura. Barricate furono costruite intorno all'edificio e in rue de Rome, rue Armeny, rue Grignan, rue Saint-Ferreol.

Il piccolo esercito di Versailles giunse fino alle barricate di rue Saint-Ferreol. Prese di mira la prefettura, dove si erano trincerati i difensori dell'insurrezione.

Crémieux tentò di negoziare con la prima linea cercando di parlamentare con il capitano Villeneuve: "Quali sono le vostre intenzioni?" chiese. "Noi veniamo per ristabilire l'ordine", rispose l'ufficiale. "E per questo, avete il coraggio di sparare sul popolo?", Esclamò.

Crémieux che tentò di affrontare i soldati Due battaglioni del sesto reggimento dei cacciatori delle alpi fraternizzarono; alzarono i fucili in aria tra le acclamazioni della folla. Crémieux credeva ancora nel trionfo della Comune. Dopo un breve incontro con Crémieux, Espivent[3] finse di ritirarsi. Altri soldati fraternizzarono (molti di loro furono poi fucilati).

Subito dopo il generale Espivent[3] diede l’ordine ai militari di avanzare. Alle ore 10, arrivarono presso la prefettura. Partì un colpo di fuoco ed un ufficiale venne ucciso. Il combattimento ebbe così inizio. Dei colpi partirono contro gli insorti da un club legittimista, che si trovava nella «casa dei fratelli della dottrina cristiana», causando molte vittime tra gli insorti. La lotta era incerta. I garibaldini che difendevano la stazione ferroviaria opposero una seria resistenza alle truppe del generale, un centinaio di tiratori scelti furono inviati alla stazione, ma si ritirano; alla fine gli «aubagnais» ebbero la meglio, fucilarono il commissario della stazione, di fronte a suo figlio di sedici anni, e si accamparono nella piazza Castellane, nei pressi della prefettura che fu difesa da uomini decisi e ben armati.

Improvvisamente, intorno a mezzogiorno, Espivent[3] decise di bombardare la città con i cannoni di Fort Saint-Nicolas e quelli della collina di Notre Dame de la Garde, che da allora gli valse il soprannome popolare di «Notre Dame de la Bombarde».  Stretta tra  i marinai e le truppe dei cacciatori delle alpi, bombardata dai cannoni piazzati sulle colline, il porto sotto il controllo di due navi da guerra, la città e la prefettura non poterono resistere a lungo, e dopo aver ricevuto più di 280 cannonate, la prefettura cadde il 5 aprile alle 7 del mattino, dopo dieci ore di aspri combattimenti.

 

 

Gli ultimi prigionieri del Castello d’If

 

Espivent[3] costruì la propria leggenda scrivendo a Versailles: "Ho fatto il mio ingresso trionfale nella città di Marsiglia con le mie truppe; Ho molto successo ..." In effetti la folla lo aveva accolto con fischi e lancio di pietre. Un altro pericoloso mitomane, Thiers, sosterrà dinanzi l'Assemblea che la prefettura di Marsiglia è stata presa d'assalto dai marinai "coll’ascia d’abbordaggio (Prosper-Olivier Lissagaray; Histoire de la Commune de 1871)". La realtà fu meno gloriosa. Poche settimane prima di Parigi, Marsiglia sperimentò una sanguinosa repressione che fece almeno 150 morti tra la popolazione.

Landeck fuggì a Parigi, Bastelica andò in Spagna, Royannez[8], Clovis Hugues, tutti i principali rivoluzionari della Comune riuscirono a sfuggire dopo i combattimenti. Le truppe di Espivent[3] subirono un totale di 30 morti e 50 feriti, (gli insorti ebbero circa 150 morti e più di 500 prigionieri). Il giorno dopo marciarono vittoriosamente tra due ali di fedeli a Versailles che gridavano: "Viva Gesù! Viva il Sacro Cuore!".

Quando le esecuzioni sommarie cessarono, iniziano gli arresti. Più di 900 prigionieri sono gettati dentro le prigioni di Marsiglia.

Gaston Crémieux, che nel frattempo, rifiutò di fuggire, fu arrestato l’8 di aprile 1871 nel cimitero ebraico (è ancora possibile visitare la cella in cui Gaston Crémieux fu imprigionato per quattro giorni presso il Castello d'If, un'isola prigione al largo di Marsiglia, prima di essere trasferito a Fort San Nicola). Il suo processo ebbe inizio il 12 giugno davanti al primo consiglio di guerra, con lui gli altri marsigliesi, leader locali, in genere moderati, Bouchet, Ducoin, Breton, Pelissier, Duclos, Novi, Nastorg, Hermet, Genetiaux, Chachuat, Eberard e Matheron. Molti di loro furono assolti. Ma l'accusa volle dare un esempio; il 28 giugno il dibattito si concluse con un processo militare. Crémieux (al quale fu riconosciuto lo status di prigioniero politico) fu l'unico condannato a morte. Clovis Hugues fu catturato quattro mesi più tardi. La Corte di Cassazione confermò la sentenza nell’appello il 15 settembre.

Adolphe Thiers, diventato presidente, chiese la grazia di Étienne e di Pelissier.

Egli trattenne quattro giorni il dossier di Crémieux alla Presidenza. Ma Crémieux fu condannato; la commissione di grazia cedette alla ripetuta insistenza del generale Espivent[3].

L’esecuzione di Crémieux fu eseguita nei giardini del Pharo, il 30 novembre 1871. La maggior parte dei suoi compagni furono deportati in Nuova Caledonia. I Comunardi di Marsiglia furono probabilmente gli ultimi prigionieri del castello d'If.

La Comune del 1871 ha lasciato un’impronta di sangue nella città. Ma una cinquantina di morti, circa centocinquanta feriti e ottocento arresti non hanno messo a tacere la lotta di classe, anche se, proprio come Parigi e Lione, la città rimase in stato di assedio fino al 1876. Il Congrès ouvrier français di Marsiglia, dal 20 al 30 ottobre 1879, e il ritorno dei Comunardi dopo l’amnistia del 1880 segnarono di fatto un rinnovamento del movimento operaio. 1883: il porto di Marsiglia viene bloccato per venti giorni. Diciottomila operai incrociano le braccia. L’anno successivo viene costituita l’Union des Chambres Syndicales Ouvrières e poi nel 1888, la Borsa del Lavoro. In questo rigoglio di socialismo marsigliese, l’anarchismo appare particolarmente dinamico.

Permetteteci di fare una piccola nota (che comunque non ha niente a che vedere con la comune marsigliese): un tale clima sociale e politico ha lasciato una traccia importante su un bambino che osservava con occhi spalancati quel mondo che non era certo il mondo delle favole, di lustrini e chiffon. Quel bambino si chiamava Alexandre Marius Jacob[17].

 

A. RABATAU - La ville de Marseille – L’insurrection du 23 mars 1871 et la loi du 10 vendémiaire an IV

 

 

 

BIOGRAFIA DI ALCUNI COMUNARDI MARSIGLIESI

Cliccare sul nome che interessa per collegarsi alla biografia

 

 

Charles ALÉRINI





 

Bastia (Francia) 20 marzo 1842 - U Vinh (Nghe, An, Tonkino, Indocina francese; ora Vietnam) 24 luglio 1901.

Membro dell'Internazionale (A.I.T.). Il 7 agosto 1870 prese parte all'occupazione del Municipio di Marsiglia, dove fu istituita la Comune Rivoluzionaria. Il 23 marzo 1871, fu di nuovo leader di un movimento insurrezionale a Marsiglia; da quella insurrezione nacque la seconda Comune marsigliese. Di cui fu membro del comitato esecutivo dipartimentale che organizzò la resistenza armata. Dopo il fallimento di questo nuovo movimento insurrezionale, si rifugiò a Barcellona (Catalogna). Nel mese di dicembre 1871, entrò a far parte dell'Alleanza della Democrazia Socialista e successivamente all’Internazionale antiautoritaria. Fu amnistiato il 17 maggio, 1879.

 

Pierre BARTHÉLEMY

 

1846 - U ?.

Muratore. Per aver partecipato all'insurrezione e alla Comune di Marsiglia, nel marzo-aprile 1871, fu condannato, il 22 luglio 1871, ad un anno di prigione.

 

 

André BASTELICA

 

Bastia (Francia) 14 dicembre 1845 – U Marsiglia 5 settembre 1884.

Operaio tipografo, anarchico, attivista della 1ª Internazionale, aderente all’Alleanza Internazionale della Democrazia socialista di Bakunin. Giornalista, scrisse per La Marseillaise di Parigi, L'Égalité e Le Peuple di Marsiglia. Oltre a far parte della Comune di Parigi, prese parte al tentativo di formare le Comuni rivoluzionarie a Lyon e a Marsiglia. Il Consiglio della Comune di Parigi lo nominò direttore delle contribuzioni indirette. Responsabile della difesa del forte d'Issy. Durante la Settimana sanguinante combatté sulle barricate, gravemente ferito, riuscì a sfuggire alla repressione del governo di Versailles rifugiandosi a Londra. Fu amnistiato il 24 maggio 1879.

 

Alexandre BAUCHE

 

Saint-Clar (Francia) 4 giugno 1830 - U ?.

Fu condannato dal consiglio di guerra a cinque anni di lavori forzati e alla deportazione in Nuova Caledonia per la sua partecipazione alla Comune di Marsiglia, dal 23 marzo al 4 aprile 1871. Fu amnistiato nel 1879

 

 

Pierre BERNARD

 

1844 - U ?.

Apparteneva alla sezione marsigliese dell’Internazionale ed ha partecipato all'occupazione del Municipio e all'organizzazione di un’effimera Comune rivoluzionaria.

 

 

Pierre BLANC

 

Bardenac (Francia) 25 gennaio 1824 - U ?.

Per la sua partecipazione al movimento comunardo di Marsiglia, il 23 marzo-4 aprile, fu condannato, il 22 luglio 1871, dal Consiglio di guerra di Marsiglia, a sei anni di detenzione; la pena venne ridotta a quattro anni il 23 dicembre 1874.

 

 

Jean BORDE

 

Nîmes (Francia) 5 gennaio 1837 - U ?.

Membro della sezione marsigliese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Fu condannato il 25 luglio 1871 a dieci anni di reclusione per aver partecipato alla Comune di Marsiglia. Ottenne la grazia 15 gennaio 1879.

 

 

Jacques BORY



 

Martigues (Francia) 7 marzo 1809 - U Marsiglia 6 febbraio 1875.

Sindaco di Marsiglia durante gli eventi insurrezionali della Comune marsigliese, con la squadra municipale sostenne il movimento comunardo.

 

 

Victor BOSC

 

Marsiglia (Francia) 1 gennaio 1842 - U ?.

Membro della sezione marsigliese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori e membro della Comune Rivoluzionaria proclamata a Marsiglia. Il 30 gennaio 1872 fu condannato in contumacia dal Consiglio di guerra alla deportazione in un recinto fortificato.

 

 

Émile BOUCHET

 

Embrun (Francia) 1 gennaio 1842 - U ?.

Un Consiglio di guerra lo ha processato dal 12 al 28 giugno ma fu assolto il 28 giugno 1871.

 

 

 

 Claude BRETON



 

Romans (Francia) ? - U ?.

Fece parte del comitato esecutivo della prima Comune rivoluzionaria proclamato a Marsiglia il 1° novembre 1870. Arrestato e imprigionato immediatamente dopo il fallimento della Comune, Breton venne processato dal 12 al 28 giugno 1871, fu condannato alla semplice espulsione. La sua condanna fu commutata il 17 gennaio 1872, a dieci anni di esilio.

 

 

Adolphe Joseph CARCASSONNE

 

Marsiglia (Francia) 15 marzo 1826 - U Marsiglia 8 ottobre 1894.

Appartenne al Comitato Centrale della Ligue du Midi. Durante gli eventi insurrezionali del 1° novembre 1870, fu eletto presidente della Comune rivoluzionaria proclamata a Marsiglia.

 

 

Henri CHACHUAT

 

Algeri (Algeria) 11 febbraio 1845 - U ?.

Membro dell'Internazionale di Marsiglia, era anche membro del comitato esecutivo della Comune Rivoluzionaria proclamata il 1° novembre 1870 e apparteneva alla Ligue du Midi e al Club Alhambra. Durante l'insurrezione del 23 marzo 1871, fu uno dei primi a invadere la prefettura di Bouches-du-Rhône. Portato davanti al Consiglio di guerra, fu processato con i principali insorti del movimento comunista dal 12 al 28 giugno 1871. Il 28 giugno Chachuat fu condannato alla deportazione in un recinto fortificato e venne espulso in Nuova Caledonia. Fu graziato il 15 gennaio 1879.

 

Gustave Paul CLUSERET



 

Suresnes (Francia) 13 giugno 1823 - U Hyères 21 agosto 1900.

Militare, partecipò alla spedizione dei Mille guidata da Garibaldi nel 1860 nelle Due Sicilie e nel 1862 alla Guerra di secessione americana arruolato tra i nordisti  con il grado di colonnello. Partecipò alle insurrezioni del 1870 di Lione (con Bakunin) e Marsiglia. Sotto la Comune di Parigi ottenne il comando della Guardia Nazionale e fu nominato delegato alla Guerra e fece parte della Commissione esecutiva per la guerra. Venne eletto al Consiglio della Comune di Parigi il 16 aprile 1871. Nel corso della Settimana sanguinante, riuscì a fuggire e sfuggire ai rigori della repressione di Versailles, la cui corte marziale lo condannò a morte in contumacia il 30 agosto 1871. fuggito in Inghilterra, venne amnistiato nel 1880.

 

Étienne COMBE

 

Marsiglia (Francia) 14 novembre 1843 - U ?.

Operaio verniciatore di sedie; attivista della sezione di Marsiglia dell'Internazionale; partecipò alle Comuni di Lione e Marsiglia. Face parte del Comitato rivoluzionario con la Ligue du Midi. Fu condannato in contumacia dal consiglio di guerra di Lione alla deportazione per aver partecipato all'insurrezione di Lione del settembre 1870. Il 12 febbraio 1872 fu nuovamente condannato in contumacia, ma questa volta dal consiglio di guerra di Marsiglia, a quattro anni di carcere, una multa di mille franchi e dieci anni di interdizione per aver partecipato alla Comune di Marsiglia e per essere un membro dell'Internazionale

 

Eugène COMBE

 

? - U ?.

Attivista dell'Internazionale e membro della Comune Rivoluzionaria di Marsiglia.

 

 

 

Auguste CONTEVILLE

 

Aubenas (Francia) 1839 - U ?.

Operaio montatore; membro dell'Internazionale, faceva parte della Ligue du Midi. Era membro della Commissione della Comune Rivoluzionaria proclamata a Marsiglia il 1° novembre 1870

 

 

Gaston CRÉMIEUX



 

Nîmes (Francia) 22 giugno 1836 - U Marsiglia 30 novembre 1871

Elemento di spicco nella Ligue du Midi. Fu processato il 12 giugno e condannato a morte da un tribunale militare. Fu fucilato nel campo di tiro del Pharo di Marsiglia

 

 

Felix DEBRAY

 

Parigi (Francia) 30 luglio 1844 - U Parigi 24 ottobre 1886.

Commesso viaggiatore, partecipò all'occupazione del Municipio di Marsiglia.

 

 

 

Louis DELPECH

 

La Tour d'Aigues (Francia) 8 settembre 1834 - U Parigi 2 aprile 1896.

Faceva i contabile ed era attivista dell’A.I.T.. Partecipò alla Comune di Marsiglia.

 

 

 

Jean-Baptiste DUCLOS

 

Saint-Martory (Francia) 18 maggio 1835 - U ?.

Falegname; partecipò alla Comune di Marsiglia. Capitano d'artiglieria della Guardia Nazionale di Marsiglia. Venne condannato alla deportazione in un recinto fortificato, pena poi commutata in semplice espulsione e poi in dieci anni di reclusione con degrado civico.

 

 

Eugène DUCOIN

 

Luçon (Francia) 1826 - U ?.

Appaltatore di murature; partecipò alla Comune di Marsiglia. Deferito davanti al Consiglio di guerra, il suo processo ebbe luogo con i principali protagonisti dell'insurrezione, dal 12 al 28 giugno 1871. Nonostante l'accusa pronunciata dal pubblico ministero il 21 giugno, il 28 giugno, è stato assolto.

 

Alphonse EBÉRARD

 

Chaudon (Francia) 28 giugno 1822 - U ?.

Partecipò alla Comune di Marsiglia. Era membro del Comitato rivoluzionario e della Ligue du Midi. È stato condannato a dieci anni di prigione. Il 15 agosto 1876, beneficiò dello sconto della sua pena.

 

 

Joseph ESTRAGNAT

 

Tarare (Francia) 22 aprile 1849 - U ?.

Simpatizzante della Comune di Marsiglia. Il Consiglio di guerra di Marsiglia lo condannò alla pena di morte il 23 maggio 1871. Fu giustiziato il 30 ottobre.

 

 

Auguste ÉTIENNE

 

Gardanne (Francia) 1º aprile 1819 - U ?.

Facchino; partecipò alla Comune di Marsiglia. Fu anche membro del Consiglio dipartimentale e della Ligue du Midi. Aderì anche al Club de la Révolution. Condannato il 28 giugno 1871 dal 1º consiglio di guerra alla pena di morte, pena fu commutata, il 27 novembre 1871, in semplice deportazione in Nuova Caledonia.

 

Émile FONTANEAU

 

Marsiglia (Francia) ? - U Ginevra ?.

Membro dell’A.I.T. e partecipante alla Comune di Marsiglia.

 

 

 

GILLET

 

? - U ?.

partecipò al movimento comunardo di Marsiglia del 23 marzo-4 aprile 1871. Per questo motivo fu condannato in contumacia da un consiglio di guerra marsigliese.

 

 

Barthélemy GRAILLE

 

Marsiglia (Francia) 28 febbraio 1827 - U ?.

Commerciante di vini. condannato in contumacia il 31 gennaio 1872 da un consiglio di guerra di Marsiglia, alla deportazione in un recinto fortificato per la partecipazione alla Comune di Marsiglia.

 

 

Antoine GRANIER

 

Uzès (Francia) 8 dicembre 1829 - U ?.

Era uno scalpellino e membro dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Partecipò al movimento insurrezionale di Marsiglia dal 23 marzo al 4 aprile 1871. Fu graziato il 17 maggio 1879.

 

 

Clovis HUGUES



 

Ménerbes (Francia) 3 novembre 1851 - U Parigi 11 giugno.

Poeta; giornalista deputato socialista e massone; difese la Comune di Parigi e Marsiglia. Il consiglio di guerra, il 21 settembre 1871, gli inflisse seimila franchi di multa e tre anni di carcere che l'applicazione della coercizione corporale[18] per insolvenza li portò a quattro.

 

 

Joseph JOB

 

Saint-Maximin la Sainte-Baume (Francia) 29 novembre 1828 - U ?.

Cuoco, repubblicano, membro dell'Internazionale. Fece parte della Comune Rivoluzionaria proclamata a Marsiglia. Riuscito a scappare dopo il fallimento della Comune, accusato di aver preso parte attiva al movimento insurrezionale, fu processato in contumacia dal Consiglio di guerra e condannato in contumacia alla pena di morte.

 

Alexandre LABADIÉ



 

Lézignan (Francia) 12 aprile 1814 - U Marsiglia 2 gennaio 1892.

Fu uno dei più feroci avversari dell'Imperatore. Partecipò alla Comune di Marsiglia.

 

 

 

Antoine LOMBARD

 

Marsiglia (Francia) 4 settembre 1825 - U ?.

Attivista dell'Internazionale, partecipò alla Comune di Marsiglia. Il Consiglio di guerra di Marsiglia lo condannò il 2 agosto 1871 a dieci anni di lavori forzati, pena commutata in cinque anni di prigione nel febbraio 1872. ottenere la remissione del resto della sentenza il 7 luglio 1876.

 

 

Philippe MABILLY

 

Marsiglia (Francia) 1 maggio 1841 – U Marsiglia 28 luglio 1911

Attivista repubblicano, membro dell'Internazionale, editore per il giornale Le Peuple. Membro della Comune Rivoluzionaria proclamata il 1° novembre 1870 a Marsiglia. Fece parte del Comitato rivoluzionario della Ligue du Midi. Non è stato processato per il suo lavoro nella Comune ma per essere un’affiliato all'Internazionale. Nonostante le implacabili autorità di polizia, beneficiò di un non luogo a procedere il 3 febbraio 1872.

 

Célestin MATHERON

 

Marsiglia (Francia) 30 giugno 1840 a Marsiglia - U ?.

Membro della sezione marsigliese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, Partecipò alla Comune di Marsiglia. Il suo processo  ebbe luogo dal 12 al 28 giugno 1871. Nonostante quest’accusa, Matheron fu assolto il 28 giugno 1871. Tuttavia, tre anni dopo, l'11 agosto 1874, fu nuovamente arrestato e messo in prigione. Il 1° Consiglio di Guerra lo condannò, il 7 ottobre 1874, a cinque anni di prigione e dieci anni di privazione dei diritti civili. Il 3 dicembre 1875, beneficiò di una remissione totale della pena che gli rimaneva da compiere.

 

Joseph MAVIEL

 

Lapanouse-de-Séverac (Francia) 27 ottobre 1847 - U Boulanger 5 giugno 1905.

Calzolaio, membro della Commissione dipartimentale insurrezionale nel 1871; membro dell'Internazionale. Fu condannato in contumacia il 26 gennaio 1872, alla pena di morte. Venne graziato il 17 maggio 1879.

 

 

Albert MAY

 

Rouen (Francia) 7 marzo 1845 - U ?.

Indoratore. Prese parte alle Comuni di Marsiglia e di Parigi. Nel 1872 maggio si rifugiò a Londra. Il 1° giugno 1874, fu condannato in contumacia dal 3° Consiglio di Guerra alla deportazione in un recinto fortificato, una sentenza che gli era già stata imposta a Marsiglia il 22 gennaio 1872. Fu amnistiato l'8 aprile 1879.

 

Édouard MEYER

 

? (Germania) 26 marzo 1853 - U ?.

Operaio costruttore di sedie; partecipò alla comune di Marsiglia. Fu condannato, il 22 ottobre 1874, dal 1° Consiglio di guerra di Marsiglia, a cinque anni di lavori forzati e venti anni di sorveglianza. È stato l'amnistiato.

 

 

Alfred MOREL

 

? - U ?.

Punzonatore alla Borsa di Marsiglia e membro dell’A.I.T.. Partecipò alla rivolta del 23 marzo-4 aprile 1871. Il Consiglio di guerra di Marsiglia lo condannò in contumacia il 12 febbraio 1872 nella deportazione in un recinto fortificato. Fu arrestato a Genova.

 

 

Gustave NAQUET

 

? - U 1886.

Redattore, giornalista, poeta, sostenne senza partecipare direttamente la Comune Rivoluzionaria proclamata il 1 ° novembre 1870 a Marsiglia.

 

 

Jean NASTORG

 

Tolosa (Francia) 10 novembre 1840 - U 1886.

Sostenne la Comune di Marsiglia. Fu condannato alla deportazione in un recinto fortificato. La sua condanna fu commutata in semplice espulsione. E il 23 dicembre 1878 fu ridotta a dieci anni di esilio. Fu amnistiato nel 1880.

 

 

Philippe NOVI

 

Lucérame (Francia) 15 febbraio 1833 - U 1886.

Partecipò alla Comune di Marsiglia; fu processato dal 12 al 28 giugno con i principali protagonisti dell'insurrezione di Marsiglia. I giudici del Consiglio di Guerra lo condannarono a dieci anni di lavori forzati. . Il 15 gennaio 1879, ricevette la remissione della pena.

 

 

Pierre PACINI

 

? 1817 - U aprile 1871.

Tappezziere, membro dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Fece parte della Comune di Marsiglia. Fu ucciso dalle truppe regolari durante i combattimenti nell'aprile 1871.

 

 

Alphonse PÉLISSIER

 

Tain (Francia) 28 aprile 1839 - U ?.

Generale della Guardia Nazionale, partecipò alla Comune di Marsiglia. Il 28 giugno 1871, fu condannato a morte. Il 27 novembre la sua condanna fu commutata: fu deportato in Nuova Caledonia. Non si sa bene quando ottenne l’amnistia.

 

 

Jean-Baptiste PILLARD

 

Algeri (Algeria) 1831 - U ?.

 Costruttore; membro della sezione di Marsiglia dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori; partecipò alla Comune di Marsiglia.

Condannato, in contumacia, nel 1872 a due anni di prigione per aver preso parte all'insurrezione di Marsiglia e per essere membri dell'Internazionale.

 

Eugène POLETTI

 

Loreto-di-Casinca (Corsica) 24 dicembre 1845 - U ?.

Membro dell'Internazionale, fu arrestato a Parigi il 6 febbraio 1873 e condannato, il 20 marzo successivo, dal 1° Consiglio di guerra, a dieci anni di reclusione, perdita dei diritti civici e alla sorveglianza permanente per la partecipazione all'insurrezione di Marsiglia. Fu graziato il 29 marzo 1879.

 

Mariano SCIUFFI

 

(Italia) ? - U ?.

Comandante del deposito garibaldino nella caserma degli Incurables, a Marsiglia, durante il movimento comunardo di Marsiglia del 23 marzo-4 aprile 1871. Fu condannato in contumacia il 9 febbraio 1872 dalla corte marziale di Marsiglia, alla deportazione in un recinto fortificato.

 

Auguste SORBIER

 

Saintes (Francia) 1838 - U ?.

Partecipò alla Comune di Marsiglia. Al suo processo, che ebbe luogo dal 12 al 28 giugno 1871, 1° Consiglio di guerra lo assolse.

 

 

 

Joseph TARDIF

 

a Saint-Julien d'Asse 1834 - U ?.

Membro della sezione dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Partecipò alla Comune di Marsiglia. Fu arrestato il 31 luglio 1871; al suo processo, tenutosi il 15 maggio 1872, fu assolto.

 

 

Marius VIEUX

 

? - U ?.

Membro della sezione di dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Partecipò all'occupazione del municipio di Marsiglia. Fu arrestato a Genova per aver preso parte all'insurrezione di Marsiglia e per essere membri dell'Internazionale.

 

 

 



[1] Città della Francia meridionale, capoluogo della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e del dipartimento di Bouches-du-Rhône (Bocche del Rodano)

[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.

[3] Henri Espivent de La Villesboisnet (Londra, 30 marzo 1813 – Parigi, 25 gennaio 1908) è stato un militare francese. Nel 1871 venne inviato a Marsiglia per reprimere i movimenti insurrezionali della Comune di Marsiglia che stava modellandosi sulla Comune di Parigi. Dopo i fervori rivoluzionari, rimase alla testa del 15º corpo d'armata di stanza a Marsiglia dal 28 settembre 1873 al 28 settembre 1876 per poi passare all'11º corpo d'armata di stanza a Nantes dal 28 settembre 1876 al 31 marzo 1878. Nel frattempo, dal 30 gennaio 1876 venne nominato senatore della terza repubblica francese sotto la quale aveva prestato giuramento, rimanendo in carica per ben 21 anni.

[4] Jean-Claude Izzo (Marsiglia, 20 giugno 1945 – Marsiglia, 26 gennaio 2000) è stato uno scrittore, poeta, giornalista, drammaturgo e sceneggiatore francese.

[5] Jean-Baptiste Brouchier: nato a Marsiglia il 25 aprile 1829; avversario del Secondo Impero. Durante le elezioni del Consiglio generale di Bouches-du-Rhone del giugno 1870, Brochier fu eletto consigliere generale del primo cantone di Marsiglia. Alla proclamazione della Repubblica, il 4 settembre 1870, fu nominato nel Consiglio dipartimentale. Il 14 ottobre 1870, per ordine di Alphonse Esquiros, Amministratore superiore di Bouches-du-Rhône, fu nominato direttore generale del Dipartimento d’istruzione primaria. Sembra che J. B. Brochier non abbia partecipato attivamente agli eventi insurrezionali della Comune rivoluzionaria del 1° novembre 1870 e della Comune del 23 marzo 1871. Per lo meno, non ha esercitato alcuna funzione di natura per poterlo ammettere.

[6] Maurice-Pierre Rouvier (Aix-en-Provence 17 aprile 1842 - Aix-en-Provence 17 giugno 1911) è stato un politico francese. Alla proclamazione della Repubblica del 4 settembre 1870, Rouvier fu in prima linea per coloro che contribuirono alla caduta dell'Impero a Marsiglia. È stato anche uno dei fondatori del Comitato di salute pubblica istituito nei locali di Le Peuple, con l'aiuto di Gustave Naquet, Louis Delpech, A Leroux, Klinger, Morel, Étienne, Ménard e Albert Baume. Il comitato, sciolto dal 5 settembre, è stato sostituito da una commissione dipartimentale provvisoria il cui scopo era amministrare la nuova Repubblica nelle Bocche del Rodano. Rouvier ne fu un membro. Quel giorno fu, allo stesso tempo, nominato dal Segretario Generale della Prefettura da Leon Gambetta; Una posizione che mantenne fino al dicembre 1870. Il 25 ottobre 1870, Rouvier faceva parte del Consiglio dipartimentale della Ligue du Midi. Il 14 dicembre 1870, fu nominato dal Prefetto Gent come membro della Commissione per studiare e supervisionare la costruzione del campo alpino. Si è presentato alle elezioni legislative dell'8 febbraio 1871 nella lista radicale dell'Unione Democratica sostenuta da Popolo ed Uguaglianza. Venne battuto, raggiunge solo la 14a posizione; undici membri dovevano essere eletti. È stato il Primo Ministro della Francia due volte: la prima dal 30 maggio al 12 dicembre 1887 e la seconda dal 24 gennaio 1905 al 13 marzo 1906. Massone, fu membro della Loggia "La Réforme" del Grande Oriente di Francia, nella quale fu iniziato Léon Gambetta.

[7] Adolphe Royannez: nato il 7 marzo 1829 a Parigi (6° arrondissement). Giornalista socialista. Si stabilì a Marsiglia negli ultimi anni del Secondo Impero. Ha militato nei ranghi dell'opposizione più avanzata, definendosi un rivoluzionario, ateo e socialista. Ha continuato, dopo il 4 settembre, a svolgere un certo ruolo nella vita politica di Marsiglia, sempre all'estrema sinistra. Nel luglio 1871, nel suo modesto giornale La Voix du Peuple, socialista di ispirazione proudhoniana, osò attaccare il governo di Thiers e glorificare la Comune e il socialismo.

[8] Alphonse François Henry Esquiros (Parigi, 23 maggio 1812 – Versailles, 12 maggio 1876) è stato un autore romantico e un politico francese. Più volte deputato, è stato eletto senatore il 30 gennaio 1876 ed è morto durante il suo mandato. Il giorno dopo l'annuncio della Repubblica, il 4 settembre 1870, fu nominato amministratore superiore del Bouches-du-Rhône, dove ottenne la fiducia della popolazione adottando misure energiche a favore della difesa nazionale. Tuttavia, molti dei suoi ordini, tra cui la sospensione della Gazette du Midi, un giornale legittimista, e lo scioglimento della congregazione gesuita a Marsiglia, dispiacquero al governo e venne ripudiato da Gambetta. Si dimise quindi il 23 settembre 1870, prima di essere cacciato. Dopo essersi definitivamente dimesso dal suo incarico il 2 novembre, è stato nuovamente eletto all'Assemblea Nazionale l'8 febbraio 1871, nono su undici, con 46.986 voti su 75.803 elettori e 140.189 iscritti. Quindi fu eletto al Senato il 30 gennaio 1876 con 86 voti su 171 elettori. Membro dell'estrema sinistra, firmò e votò la proposta di amnistia presentata da Victor Hugo. Poco dopo si ammalò e morì a Versailles il 12 maggio 1876.

[9] Alfred Naquet, nato a Carpentras (Vaucluse) il 6 ottobre 1834 e morto a Parigi il10 novembre 1916, era un medico, chimico e politico attivista blanquista francese, promotore del divorzio giudiziario e partigiano della separazione tra Chiesa e Stato. Nel settembre del 1870, Alfred Naquet prese una parte molto attiva nel rovesciamento dell'Impero. Eletto da Vaucluse nel febbraio 1871, si dimise e la sua elezione fu contestata. Dall'8 marzo al 2 luglio, rimase ad Avignone dove scrisse la Democrazia del Sud. Rieletto il 2 luglio, sempre a Vaucluse, si è seduto all'estrema sinistra.

[10] Félix Granet, nato a Marsiglia il 29 luglio 1849 e morto a Saint-Raphaël (Var) il 12 marzo 1936 è un alto funzionario e politico francese del diciannovesimo secolo.

[11] Philibert Gilbert Era un membro della sezione Marsiglia (Bocche del Rodano) dell'Associazione internazionale dei lavoratori; continuò, nel maggio 1870, a causa di questa appartenenza, ricevette un ordine non conforme il 15 settembre successivo.

[12] Situata nella Francia centro-occidentale, è il capoluogo del dipartimento Indre e Loira nella regione Centro-Valle della Loira. Il 25 settembre 1461, il nuovo re Luigi XI spostò la sua residenza da Parigi a Tours, città a lui devota, e la rese capoluogo della contea di Tours o Turenna. Pose la sua nuova residenza nel castello dei Montils (attuale castello del Plessis a La Riche, nei sobborghi di Tours) e impiantò le prime seterie, una nuova zecca (Denier Tournois) e due grandi Fiere Reali di quindici giorni a maggio e a settembre. Fino al XVI secolo Tours e la sua regione rimasero residenza stabile dei re di Francia e della loro corte con Luigi XI, Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I. Ebbe così inizio il cosiddetto Rinascimento francese. Tours ancora oggi si caratterizza per i grandiosi monumenti sorti durante quel periodo, quando furono costruite numerose dimore private e castelli, in parti riuniti sotto la generica denominazione di castelli della Loira. Il ritorno permanente della corte a Parigi e quindi a Versailles segnarono l'inizio di un lento declino. Nonostante ciò il ruolo di capitale di Francia le si ripresentò per altre due volte, anche se per brevi e non molto felici vicissitudini. Come nella disfatta del 1870 nella Guerra franco-prussiana, quando il governo in fuga da Parigi vi si rifugiò prima che anche Tours cadesse sotto i prussiani. Come pure nel 1940 quando il governo francese in fuga dai nazisti vi fece tappa prima di rifugiarsi a Vichy.

[13] Alphonse Gent, nato a Roquemaure il 27 ottobre 1813 e morto a Parigi il 26 gennaio 1894, massone, avvocato e politico repubblicano, è stato anche sindaco di Avignone, deputato di Vaucluse, poi senatore.

[14] François Achille Bazaine (Versailles, 13 febbraio 1811 – Madrid, 23 settembre 1888) è stato un generale francese, maresciallo di Francia dal 1864. Allo scoppio della Guerra franco-prussiana il maresciallo Bazaine fu posto al comando del III Corpo d'armata dell'Armata del Reno. Prese parte alle prime battaglie, ma Napoleone III ben presto gli affidò il comando dell'intera armata.

[15] Gustave Cluseret nel 1860 raggiunse l'Italia per partecipare alla spedizione garibaldina nelle Due Sicilie, Ne 1862 partecipò alla Guerra di secessione americana tra le forze nordiste. Nel 1867 sbarcò in Irlanda per sostenere il movimento irredentista, partecipando in febbraio all'attacco di Chester Castle, a seguito del quale fu condannato a morte in contumacia dalla giustizia inglese. Rientrato in Francia, oppositore del regime bonapartista, nel 1868 fu incarcerato per gli articoli pubblicati sul suo giornale L'Arte poi espulso in quanto cittadino americano. Iscritto alla Prima Internazionale, alla proclamazione della Repubblica, nel settembre del 1870, si stabilì a Parigi, poi a Lione, dove con Bakunin partecipò alla fallita insurrezione del 28 settembre, e infine a Marsiglia, dove fu il capo militare della breve esperienza rivoluzionaria di novembre.

[16] Nel dipartimento delle Bocche del Rodano della regione della Provenza Alpi Costa Azzurra.

[17] Alexandre Marius Jacob (Marsiglia, 29 settembre 1879 - Bois Saint-Denis, Indre, Francia, 28 agosto 1954) è stato un "ladro" anarchico francese, una sorta di Robin Hood che rubava ai ricchi per sostenere gli anarchici e le persone in difficoltà. Dotato di un forte senso dell'umorismo, ispirò Maurice Leblanc nella creazione del personaggio, presentato nel giugno del 1905, di Arsenio Lupin. Diversamente da Arsenio Lupin, Jacob mise le sue capacità, la sua intelligenza, la sua vivacità, il suo coraggio, la sua audacia e la sua energia al servizio dell'anarchismo.

[18] Misura di esecuzione legale che consiste nell'arrestare di pieno diritto un condannato affinché adempia al suo dovere. La costrizione per corpo è una misura di carattere primitivo. Nelle civiltà più antiche, era consuetudine ridurre in servitù un debitore che non aveva pagato il suo debito: a Roma, il creditore non pagato aveva la possibilità di sequestrare la persona fisica del suo debitore; poteva trattenerlo per un certo tempo, ma aveva comunque l'obbligo di presentarlo un certo numero di volte e su mercati diversi, affinché una cauzione si presentasse e accettasse di pagare per lui; quando nessuno si presentava, il debitore diventava allora schiavo del suo creditore e pagava il suo debito con il suo lavoro.