lunedì 3 dicembre 2018

02-11-22 - Sabato 8 aprile 1871

SABATO 8 APRILE 1871
(18 GERMINALE ANNO 79)


Il 18 marzo, quando fuggirono atterriti a Versailles, Thiers e soci disponevano di un esercito di appena 12.000 uomini; oltretutto non completamente sicuri e infatti una parte aveva fraternizzato con gli insorti. Thiers cercherà di raccogliere dei volontari, ma fuori dei soliti mercenari attirati dalla paga, e di qualche nobiluzzo bretone, non avrà risposta dai «buoni cittadini».
Ma c'era una riserva importante di soldati scarsamente «contaminati», in quanto provenienti dalla campagna, dove persisteva l'influenza del clero. Questi «buoni» soldati si trovano (come non averci pensato prima?) nei campi di prigionia in Prussia. Non è certo, questo che ci può impensierire! Negoziano con Bismarck, che non chiede di meglio che vedere la rivoluzione Parigina schiacciata il più duramente e il più rapidamente possibile, temendo che il «virus» repubblicano varchi la frontiera.
Si aprono le trattative a Rouen, dove si trova il quartier generale delle truppe prussiane. E Jules Favre ottiene il rimpatrio accelerato dei prigionieri, circa 100 mila uomini. In cambio della sbrigativa ratifica della pace di Francoforte, con la quale è concesso alla Prussia tutto ciò che chiede.
Man mano che rimpatriano, i prigionieri sono isolati in appositi campi e sottoposti ad una intensa propaganda. Come esempio, si legga questo proclama del generale versagliese Ducrot: “Una turba di miserabili cerca di imporre il trionfo dell'ignavia, della dissolutezza, del brigantaggio e dell'assassinio. Parigi è preda di questa gente, feccia di una funesta guerra. È nostro dovere di soldati liberare Parigi dalla loro presenza”.
Tra i rimpatriati, un buon numero è rappresentato da militari di carriera, veterani della repressione in Messico o in Algeria, per i quali conta solo una buona razione, la paga, la carriera.
Thiers conta anche molto sulla moderna tecnologia bellica per venire a capo della resistenza comunarda. “Ero convinto (dirà più tardi) che con una maggiore capacità di fuoco avremmo trionfato”. Fa dunque trasferire in tutta fretta dagli arsenali le batterie della marina i cui obici devasteranno le strade di Parigi provocando incendi, e seminando morte e rovina.

Manifesto della massoneria