lunedì 3 dicembre 2018

02-11-23 - Domenica 9 aprile 1871

DOMENICA 9 APRILE 1871
(19 GERMINALE ANNO 79)


L'avanzata dei versagliesi dopo la presa di Courbevoie è stata fermata a Neuilly dagli uomini del generale Dombrowski. Appena nominato, il generale polacco ha giocato d’audacia, riuscendo a sorprendere le truppe di Versailles ad Asnières. Thiers, che affidò la guida delle truppe al generale Mac Mahon, un ufficiale dell'Impero.
Uscita federata sul ponte di Asnières
Dombrowski
Stanotte, alla testa di due battaglioni di Montmartre, Dombrowski ha lanciato un attacco a sorpresa ed ha cacciato i versagliesi da Asnières. Approfittando del suo vantaggio tattico, è riuscito ad impossessarsi dei cannoni e delle auto blindate che le truppe hanno abbandonato nel villaggio, e da lì ha bombardato Courbevoie e il ponte di Neuilly. Nel frattempo suo fratello Théophile ha tolto il castello di Bécon ai soldati di Versailles, che è sulla strada da Asnières a Courbevoie. Questa è la prima vera battuta d'arresto dell'esercito di Versailles, e la Comune lo deve a Dombrowski.
La sortita di Asnières restituisce speranza ai parigini ribelli. Thiers, esasperato, chiede a Jules Favre di andare a chiedere a Bismark di aumentare il numero delle sue forze armate. In effetti, l'armistizio concluso con la Prussia non autorizza la Francia ad avere più di 40.000 uomini intorno a Parigi. Il cancelliere prussiano ha accettato il rimpatrio di 60.000 prigionieri di guerra francesi per rafforzare l'esercito dell'Ordine. Il generale Mac Mahon, che è in carica dal 6 aprile del comando dell'esercito di Versailles, può così contare su 100.000 uomini.
Triste spettacolo che un governo che si è ridotto a implorare l'occupante possa massacrare il proprio popolo!  Dombrowski, che può contare solo su 2500 uomini al massimo per tenere Asnières, Neuilly e Gennevilliers, sta cercando urgentemente rinforzi.
Martial Senisse scrive nel proprio diario: “Domenica di Pasqua. Oggi a Sussac i giovani indossano una blusa nuova per andare a corteggiare le ragazze all'uscita da messa. Le granate sono cadute sui Champs-Elysées nell'ora del passeggio dei Parigini. Molte case intorno all'Etoile sono crollate”.
Maxime Vuillaume annota: “Su rue des Acacias uno dei rari passanti ci dice che una granata è caduta in una panetteria. Il ragazzo di bottega è stato ucciso sul colpo. La moglie del panettiere ha avuto le gambe tranciate. Il padrone è ferito gravemente. Canaglie, canaglie, che ci bombardano come facevano i prussiani”.
Altra forma di liberazione culturale è il proliferare di manifesti e giornali redatti da singoli cittadini, da comitati di quartiere, da associazioni. Nei vent'anni del l'Impero la censura aveva praticamente abolito qualsiasi libertà d'espressione. Parigi libera già dal primo giorno non conosce più costrizioni: dozzine di giornali sono strillati nelle strade. “Cittadini comprate Père Duchêne. Sapeste quanto è in collera Père Duchêne. Bisogna vederlo!...
Nelle sue quotidiane riunioni la Comune prende importanti decisioni. Certo in una Parigi in stato di assedio non si può considerare il problema della fondazione di una nuova società. Traspare comunque dalle discussioni, dal contenuto dei decreti, una riflessione profonda, la proposta di una nuova concezione del mondo; c'è la volontà, innanzi tutto, di stabilire nei rapporti sociali il principio dell'eguaglianza. Basti pensare ai decreti concernenti il trattamento economico dei pubblici funzionari, la soppressione del parassitismo e dei privilegi del clero, la pensione obbligatoria agli invalidi di guerra. Il 10 aprile sarà promulgato un decreto per estendere la pensione alle vedove e agli orfani dei caduti. Un decreto, ispirato ad un principio rivoluzionario, rimette in discussione una delle istituzioni fondamentali della borghesia: il matrimonio. Il decreto precisa relativamente alla qualifica di vedove: «sposate o no». Questo significa riconoscere ufficialmente la libera unione, praticata da una buona metà dei lavoratori Parigini.
Ponte di Asnières 1871