CÉLESTIN
MATHERON
Célestin, Jean-Baptiste
Matheron è nato il 30 giugno 1840 a Marsiglia. Partecipò alla
Comune di Marsiglia, dove ha vissuto in rue Clapier, 4.
Era anche domiciliato in
boulevard la Madeleine, 12. Agente assicurativo, Matheron era membro della
sezione marsigliese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. L'8 agosto 1870 partecipò all'insurrezione
guidata da Gaston
Crémieux che portò all'occupazione del municipio. Ma il procedimento contro
di lui fu abbandonato: le accuse erano insufficienti. Il 5 settembre 1870
divenne capo di una delle tre compagnie della Guardia civica che fungeva da
polizia ed esercito. Nel marzo del 1871 partecipò all'insurrezione
di Marsiglia. Dopo il fallimento della Comune,
Matheron riuscì a fuggire.
Quando i gendarmi lo
arrestarono, non solo diede loro un falso nome, sostenendo di essere chiamato
Fabre, ma fu anche trovato in possesso di un fucile del tipo Chassepot e una
sciabola a baionetta. Durante il suo processo, che ebbe luogo dal 12 al 28
giugno 1871, il Pubblico ministero, nella sua accusa, dichiarò che Matheron era
«uno di quelli il cui atteggiamento non rivela in alcun modo la consapevolezza
della gravità delle sue azioni: soddisfatto, scaltro, sembra estraneo al dramma
che si sta svolgendo. È uno dei capi secondari dell'orda che ha invaso la
prefettura il 23 marzo con grida di: Vive Paris!». Nonostante quest’accusa,
Matheron fu assolto il 28 giugno 1871. Tuttavia, tre anni dopo, l'11 agosto
1874, fu nuovamente arrestato e messo in prigione. Il 1° Consiglio
di Guerra lo condannò, il 7 ottobre 1874, a cinque anni di prigione e dieci
anni di privazione dei diritti civili per aver effettuato o fatto arresti
illegali da parte della sua compagnia di guardie civiche dal 24 al 27 settembre
1870. Gustave
Naquet ha parlato nel suo libro Les révélations sur l’état de siège à
Marseille (Le rivelazioni sullo stato di assedio a Marsiglia), di quest'arresto.
Il giornalista ha dichiarato: «Un'anziana signora di nome Aymès, che era stata
brutalmente arrestata per non so quali parole esaltate, in una dichiarazione
molto confusa disse che era stato Matheron a fare il suo arresto. Nessuna
testimonianza ha confermato quest’affermazione della quale Matheron ha
fortemente negato. Ciò non ha impedito al Consiglio di guerra di condannarlo a
cinque anni di prigione». Inoltre, un poliziotto, un certo Meyer che è comparso
davanti alla corte per aver arrestato l'ufficiale di polizia Guiard, ha
precisato di aver arrestato la giovane Aymès, il cui arresto era stato
incriminato a Matheron, ma non all’agente di polizia. Matheron quindi era stato
condannato senza prove per fatti riconosciuti da un altro.
Con decisione del 3 dicembre
1875, beneficiò di una remissione totale della pena che gli rimaneva da compiere.