JOSEPH
MAVIEL
Joseph, Etienne Maviel è nato
il 27 ottobre 1847 a Lapanouse-de-Séverac[1]
e faceva il calzolaio a Marsiglia;
membro della Commissione dipartimentale insurrezionale nel 1871; membro dell'Internazionale.
Joseph Maviel fece un giro
della Francia dal 1860 al 1870. Fu esonerato dal servizio militare. L'8 agosto
1870 partecipò all'occupazione del Municipio di Marsiglia.
Arrestato, è stato condannato ad un anno di prigione, ma è stato rilasciato il 4
settembre, alla proclamazione della Repubblica. Fu quindi uno dei sedici
firmatari dell'Appello per i lavoratori germanici lanciato dalla sezione
marsigliese dell’Internazionale
dopo il crollo
dell'Impero e l'annuncio della Repubblica.
Maviel partecipò quindi all'insurrezione
di Marsiglia, dal 23 marzo al 4 aprile 1871, come membro della Commissione
dipartimentale. Quindi riuscì a imbarcarsi con alcuni compagni tra cui Alerini
diretto alle Isole Baleari, poi a Barcellona. Fu condannato in contumacia il 26
gennaio 1872, alla pena di morte.
Graziato
il 17 maggio 1879, tornò a Marsiglia,
si sposò, aprì una piccola fabbrica di scarpe, crebbe tre figli e fu eletto
presidente dell'associazione dei produttori. Prese parte ad una campagna contro
il generale Boulanger[2],
ma il più delle volte si tenne lontano dalla vita politica.
È morto in questa città il 5
giugno 1905.
[1] Del
dipartimento dell'Aveyron della regione dell'Occitania.
[2] Georges-Ernest-Jean-Marie
Boulanger, generale e uomo politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837,
morto a Bruxelles il 30 settembre 1891. Si presentò come candidato alla
deputazione nel dipartimento del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma
elettorale aveva propugnata la revisione della costituzione del 1875. Malgrado
l'appoggio di partiti filo monarchici e bonapartisti, la sua proposta di
revisione fu respinta dalla camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida
coalizione che lo sosteneva risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati,
che furono spinti a riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime.
L'allarme divenne più forte quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di
Boulanger, nominandolo deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose
il suo proposito d'aspirare alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più
una semplice tappa verso la restaurazione della monarchia. Il ministro
dell'Interno, Constant, iniziò silenziosamente una procedura giudiziaria,
imputando del delitto di alto tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un tratto
dal panico, fuggì a Bruxelles il 1° aprile 1889.