SABATO 15 APRILE 1871
(25 GERMINALE
ANNO 79)
Martial Senisse annota nel suo diario: “Thiers
ha fatto sistemare 95 pezzi d'artiglieria sulla terrazza di Meudon, al
Moulin-de-Pierre, a Chatillon, a Brimborton, a Bretenil, alla lanterne de
Diogène, al ponte di Sèvres. Già hanno sparato più di 400 colpi”.
Nonostante la minacciosa morsa versagliese,
nonostante i bombardamenti, continua l'opera di liberazione di Parigi. La
strada appartiene veramente ai lavoratori: fin dall'alba comincia a fluire una
vita animata, gioiosa; i piccoli venditori ambulanti sistemano liberamente la
loro mercanzia sui marciapiedi senza paura di essere cacciati dalla polizia; i
giornali, appena stampati, sono venduti in tutta la città; c'è anche chi per
uno o due soldi vende caricature, opuscoli, canzoni piene di odio e disgusto
per i traditori di Versailles
e per il clero. È tutto un fiorire culturale legato alla realtà sociale che si
sta vivendo.
Si direbbe che i muri parlino parole operaie, coperti
come sono di manifesti, proclami alla Comune e dei Comitati
di quartiere, delle donne, delle associazioni...
La gente
si ferma, parla, discute, bistratta gli scettici, i disfattisti. Scrive Courbet
ai genitori: “Parigi è un vero paradiso; niente polizia, niente stupidaggini,
niente tasse... Bisognerebbe che continuasse sempre così!”.