MERCOLEDÌ 26 APRILE 1871
(6 FIORILE
ANNO 79)
Terminata la tregua, riprendono i bombardamenti. I
versaglieli avanzano nel settore sud, occupano «Les Moulineaux», si avvicinano
ai due forti che restano nelle mani dei Federati, Vauves e Issy. È l'inizio di
un durissimo scontro, sotto una vera pioggia di bombe, poiché, oltre i cannoni
di Mont Valérien e quelli della gigantesca batteria di Montretout, Thiers
(colui che sarà chiamato nei libri di storia il salvatore della Francia), per
spezzare la resistenza operaia, ha fatto sistemare a Meudon e a Chatillon 293
grossi pezzi di marina. Mai, prima d'allora era stata messa in atto
una simile concentrazione di fuoco.
Vermorel,
redattore de «L'Ami
du peuple», ottimista circa la possibilità di stabilire
il nuovo potere, scrive: “La rivoluzione
del 18 marzo consacra l'avvento politico del proletariato, così come la
rivoluzione del 1789 ha consacrato quello della borghesia”.
Dal diario di Martial Senisse: “Questa sera un ragazzino di sette anni è stato ucciso dallo scoppio di
una bomba sul marciapiede dell'avenue de la Grande Armée”.
Escono di continuo nuove testate giornalistiche. Nel
solo mese di aprile 30 nuovi titoli sono strillati nelle strade di Parigi; ce
ne saranno altrettanti in maggio.
C'era tutto da dire, tutto da ricostruire, c'era un
profondo bisogno, nel cuore di ognuno, di esprimersi individualmente e
collettivamente.