AMI DU PEUPLE (AMICO DEL POPOLO)
Giornale politico di Auguste
Vermorel, membro della Comune.
Amministrazione: rue Croissant
13.
Formato da un grande foglio
con sei colonne per pagina. Ne sono stati pubblicati quattro numeri: il primo
numero è uscito domenica
23 aprile; l’ultimo, il numero 4, sabato
29 aprile. Il suo prezzo era di 5 centesimi; Auguste
Vermorel ne fu il direttore.
I primi due numeri, che furono
stampati da August
Vallée, in rue del Croissant 16, erano formati da otto pagine con un
disegno curioso sormontato dalla seguente epigrafe: «L'ignoranza è schiavitù.
L'istruzione è libertà». La vignetta, disegnata da Randon, rappresenta un
cittadino che con una mano dà ai contadini la Dichiarazione dei diritti
dell'uomo e, con l'altra, offre ai bambini il catechismo repubblicano. I
rimanenti due numeri dell’Ami du peuple
erano formati da un unico foglio di grande formato, due pagine soltanto; la
redazione si trovava in rue du Coq-Héron 5. L’editore era Léon.
Picard.
All’inizio del suo primo
articolo, Vermorel
aveva scritto: «Questo non è un giornale». Nonostante ciò, al numero 3, il 28
aprile, questo piccolo foglio venne trasformato in un quotidiano politico
Vermorel,
spiegò nel numero 3, che volle fare di questa pubblicazione un resoconto ai
suoi elettori e ai suoi concittadini nel genere di Lettere ai suoi elettori di Robespierre o dell’Ami du Peuple di Marat, ma di fronte l'insistenza dei suoi amici e
collaboratori, accettò la trasformazione in giornale. I numeri 1 e 2
erano composti, quindi, essenzialmente da un testo di Vermorel
e da alcune notizie alla fine. Vermorel
riassumeva l'attività della Comune,
dopo aver insistito lungamente sul fatto che la rivoluzione
del 18 marzo era stata spontanea, senza premeditazione né cospirazione.
Contro «le affermazioni del governo di Versailles»,
dichiarava che il Consiglio
della Comune era nato da elezioni assolutamente libere ed eque e non era
stato il Consiglio
ad iniziare la guerra civile. "Non
stiamo combattendo per il potere; lottiamo per il diritto, per le persone
giuste". Ciò significava che la Comune non
aveva altro scopo che quello di promuovere le riforme sociali in grado di
assicurare la formazione e il benessere di tutti. "La rivoluzione del 18 marzo,
consacra l’ascesa alla politica del proletariato, come la Rivoluzione del 1789
aveva consacrato l'ascesa alla politica della borghesia". Dobbiamo
rispettare la libertà individuale, arrivare alla giustizia sociale e fare che
il lavoro sia l’"unica fonte di
ricchezza". I numeri 3 e 4 contenevano varie notizie, notizie
militari, atti ufficiali e le risposte molto forti di Vermorel
a Pyat,
che lo aveva accusato di aver ricevuto sovvenzioni dal Ministro dell'Impero
Rouher. Per lavare questa accusa, Vermorel
pubblicò anche nel numero 4, un articolo intitolato Mon Dossier: Storico e scrittore di talento, Vermorel
ha dimostrato un entusiasmo ed una generosità molto vivace, ma che non si
basava sempre su un grande realismo politico. (...)
Le copie dell'Ami du Peuple