FRÉDÉRIC ERNEST VERDAGUER
Frédéric
Ernest Verdaguer, o Godéric Joseph, Jean Verdaguer, o Gaudéric Verdaguer, è
nato il 15 settembre 1842 a Bouleternère[1];
sposato.
Arruolato nel
1859, all'età di diciassette anni, Verdaguer era stato un soldato in Africa per
sette anni; quando scoppiò la guerra
tra Francia e Prussia lavorava come ferroviere nella stazione di Tolone[2]
e riprese volontariamente il servizio nell’armata francese; nel settembre del
1870, era un cecchino del Var[3]
e sergente dell'88° battaglione. Con la sconfitta dell’esercito francese, tornò
a Tolone, venne accolto con la musica e portato in trionfo. Non lasciò
l'esercito, e il 18
marzo 1871, alle sette del mattino, Verdaguer con il suo 88° battaglione,
che si trovava a Parigi, ricevette, senza ulteriori spiegazioni, l'ordine di
raggiungere Montmartre
per prendere i cannoni si trovavano lì. Fu lui che avrebbe spinto ad alzare il
calcio dei fucili in aria, scatenando così la ribellione; di fronte
all'inesperienza di un giovane sottotenente, il prestigio dell'ex soldato
d'Africa avrebbe facilmente vinto, ha detto il rapporto al sesto
consiglio di guerra. È stato riconosciuto, tuttavia, che il dibattito in
aula non fece la minima luce sui fatti. I testimoni invocati dall'accusa non
furono influenti: la maggior parte di loro erano ufficiali africani. Verdaguer,
eletto capo del 91° battaglione federato, ammise di aver guidato i suoi uomini
e partecipato a due sortite: una alla porta di Asnières, ma il battaglione
ridotto a quindici uomini era fuggito; l'altra quando entrarono le truppe
versagliesi.
Si nascose
per tre giorni "con una giovane donna", poi quattro giorni nel boulevard Malesherbes.
Arrestato il 3 giugno, è stato dichiarato colpevole di aver spinto, il 18
marzo 1871, i soldati versagliesi alla ribellione, e venne condannato, il
18 novembre 1871, alla pena di morte per l'omicidio dei generali Thomas
e Lecomte,
e fucilato con Lagrange
ed Herpin-Lacroix,
il 22 febbraio 1872 a Satory.