JACQUES
LEON CLÉMENT-THOMAS
Jacques Léon Clément-Thomas è nato il 31 dicembre 1809 a Libourne[1]. Era un generale dell'esercito, comandante in capo della
Guardia
Nazionale francese in due occasioni e deputato parlamentare. Repubblicano
della vecchia guardia.
18 marzo 1871, fucilazione di Lecomte e Clément-Thomas in un fotomontaggio di Eugène Appert |
Entrò nell'esercito, come
volontario, all'età di venti anni. Sottufficiale (maresciallo capo) al 9º
corazzieri, di tendenze repubblicane, fu compromesso in diversi complotti (tra
cui quello di Lunéville
nell'aprile 1834) durante la Monarchia
di luglio.
Arrestato nel 1834 e
condannato alla deportazione, riuscì a fuggire dalla prigione parigina di Sainte-Pélagie.
Esiliato in Inghilterra,
rientrò in Francia dopo l'amnistia del 1837. Collaborò allora al giornale Le National, l'organo della maggioranza
"borghese repubblicana". Favorevole alla Seconda
Repubblica, fu eletto deputato della Gironda[2]
all'Assemblea costituente nel 1848.
Quando scoppiò la rivolta del giugno
1848, fu posto al comando della Guardia
Nazionale della Senna, che represse duramente i
rivoltosi operai degli Ateliers Nazionali. Non riuscì ad essere eletto
deputato dell'Assemblea legislativa nel 1849.
Si oppose al Colpo
di Stato del 2 dicembre 1851 di Luigi Napoleone Bonaparte e tentò invano di
sollevare la Gironda[2]. Durante il Secondo
Impero si esiliò in Belgio e poi in Lussemburgo. Tornò a Parigi dopo la proclamazione
della Repubblica il 4 settembre 1870. Il governo
della Difesa nazionale lo promosse generale e lo nominò comandante in capo
della Guardia
Nazionale della Senna durante l'assedio
di Parigi. Partecipò al disastroso tentativo di fuga di Buzenval del 20
gennaio 1871 e si dimise dal suo comando il 13 febbraio.
Durante l'insurrezione
del 18 marzo che diede origine alla Comune, in
abiti civili, Clément-Thomas perlustrò le barricate di Montmartre.
Riconosciuto, fu catturato dalla folla e arrestato dalle guardie nazionali. Accusato
di spionaggio, fu gettato sul cadavere del generale Claude
Lecomte, che era stato linciato pochi minuti prima, e giustiziato a sua
volta. I loro decessi sono stati registrati il 21
marzo presso il municipio del diciottesimo
arrondissement. I loro corpi rimasero esposti per due giorni in rue
des Rosiers (ora rue du Chevalier-de-la-Barre). Gli ufficiali che erano
stati fatti prigionieri con loro vennero rilasciati la sera stessa.
La storia secondo cui i
generali Lecomte e Thomas furono fucilati insieme da un plotone d'esecuzione si
basa su un fotomontaggio messo in scena dal fotografo Eugène Appert[3],
che è stata pubblicata a giugno, tre mesi dopo.
È sepolto nel cimitero del Père
Lachaise.
[1] Nel dipartimento
della Gironda nella regione Aquitania-Limosino-Poitou-Charentes.
[2] Dipartimento
francese della regione Nuova Aquitania.
[3] Eugène-Léon Appert (Châteauroux, 30
marzo 1830 – Médan, 4 marzo 1905) era un fotografo famoso per le sue
fotografie contraffatte della Comune di
Parigi del 1871. Durante la Comune di
Parigi, Appert sostenne la causa per i versagliesi contro i Comunardi.
Ha preso, per conto di Thiers
e del regime di Versailles,
un gran numero di immagini della repressione di Versailles,
sia sul terreno operativo che nelle prigioni di versagliesi. Ha usato il
principio del fotomontaggio per dare l'impressione di aver fotografato
un'azione reale, a fini di propaganda. Nelle settimane successive agli eventi,
ha prodotto una serie di fotomontaggi dal titolo Les Crimes de la Commune,
presentando in particolare l'esecuzione di ostaggi nella prigione di Roquette,
quella dei Domenicani in Place d'Italie, e quella di la villa degli ostaggi in
rue Haxo, perpetuata durante la Settimana
sanguinante. Ha anche realizzato un fotomontaggio dell'esecuzione di Louis
Rossel, Pierre
Bourgeois e Théophile
Ferré al campo
di Satory da parte dell'esercito di Versailles.