JEAN-BAPTISTE
TAMET
Jean-Baptiste Tamet è nato a Saint-Étienne
il 21 novembre 1817, vi soggiornava in rue de Champagne; sposato; padre di
quattro figli; operaio vellutaio; membro attivo dell'Internazionale.
Fu a capo dell'insurrezione
del 24-27 marzo 1871 a Saint-Étienne, per l'istituzione della Commissione
che doveva dirigere la città in attesa delle elezioni fissate per il 29.
Ufficiale della Guardia
Nazionale (secondo l'Eclaireur de Saint-Étienne e la Gazette
des Tribunaux, resoconto dei dibattiti, era estraneo alla Guardia
Nazionale, il che non gli impedì d'altronde di combattere nella
compagnia del capitano Marconnet.
Accettò l'incarico di aiutante di posto ed era presente al Municipio al momento
dell'omicidio del prefetto. Acclamato membro del Comitato insurrezionale, fece
subito occupare, con Jolivalt,
la stazione ferroviaria e il telegrafo di Châteaucreux a Saint-Étienne,
e rimase al suo posto fino alla fine.
Non negò di essere aderente all'Internazionale
e fu condannato, il 5 dicembre 1871, dalla corte d'assise di Riom[1],
alla deportazione in un carcere fortificato.
Beneficiò di una commutazione in dieci anni di esilio
l'8 maggio 1879, poi della consegna del resto il 27 novembre successivo. In
precedenza non aveva subito alcuna condanna.
In seguito, nel 1884, partecipò all'organizzazione
delle manifestazioni di disoccupati con gli anarchici e fu allora condannato ad
un giorno di prigione dal tribunale civile di Saint-Étienne.
Tamet fu uno dei pochi aderenti all'Internazionale
rimasti fedeli, dopo la Comune,
ai principi dell'associazione.