LIMOGES
4 aprile 1871 la breve Comune di Limoges
A Limoges[1] l'attività industriale si affermò alla
fine del XVIII secolo, intorno al tessile e alla
porcellana; l’ideale socialista influenzò fortemente la classe operaia. La
città era già temprata ai conflitti sociali.
Sotto Napoleone
III,
in città e nella regione, numerosi repubblicani furono incarcerati ed esiliati.
Tornati dall'esilio dopo il 4
Settembre 1870 ripresero il loro posto nella lotta politica, partecipando
alla creazione di una «Società Popolare Della Difesa Repubblicana». Hanno
creato, dalla fine degli anni 1870, il loro giornale «La défense
républicaine» ed ebbero diversi eletti al nuovo consiglio municipale
guidato dal repubblicano moderato Casimir Ranson[2].
Inoltre, quando il 18
marzo 1871 Parigi si sollevò, la Comune
trovò subito un’eco favorevole. La Società Popolare decise di inviare un
emissario, Louis Baubiat, a prendere contatto con il Comitato
Centrale della Guardia nazionale. Il 22 marzo, il Consiglio comunale di
Limoges chiese alla Prefettura «l’immediato armamento della popolazione» per
«impedire ai cospiratori monarchici di strangolare ancora una volta la
Repubblica». In risposta, il prefetto Massicault, repubblicano proclamato,
venne sostituito da Léopold Delpon, rinomato monarchico. I consiglieri
municipali socialisti tentarono di organizzare il movimento crescente
costituendo un comitato. Erano in sei: Pierre
Rebeyrolle, orologiaio (esiliato nel 1851); Elie
Duboys, postino (che aveva organizzato a Parigi nel 1848
un club socialista) esiliato anche lui; Jean-Baptiste
Roubinet, orologiaio; Maury,
calzolaio; Aragon,
lavoratore della porcellana; Laporte,
locandiere.
Fu il 4 aprile che la situazione prese una svolta. Un
reggimento di stanza a Limoges, il 9° di linea, venne inviato a rinforzare le
truppe di Versailles
che assediavano Parigi. Dovevano raggiungere alla stazione un treno che,
secondo le voci correvano in città, portava su da Périgueux[3],
altre truppe e munizioni. Tra la caserma e la stazione, scrisse il giornale La
défense républicaine, «i 3 o 400 militari che lo componevano apparivano in
preda ad una certa animazione. Gridavano di tanto in tanto “Viva la
Repubblica”». Un altro quotidiano locale, di destra, La discussion, scrisse
con la penna di Louis Guibert: «Una folla composta da donne e bambini,
accolsero le truppe con grida di ”Viva la Repubblica! Viva Parigi! Viva la
Comune!” E le donne chiedevano ai soldati: ”Sparerete sui vostri
fratelli?”».
Quella folla fu accompagnata da un distaccamento
della Guardia
Nazionale, guidato dal pittore di porcellane Couessac,
la cui missione era di impedire al treno dei rinforzi versaillesi di partire
per Parigi. La folla invase la stazione. «In un istante», continuò Louis
Guibert, «senza che noi potessimo sapere quale scintilla ha determinato
l'esplosione, le truppe e la folla si mischiarono, la locomotiva fu sganciata;
gli ostacoli furono rimossi dai binari; alcuni uomini, una trentina, chiesero
le armi e i militari gli diedero le loro».
Descrizione di più minuziosa fu fatta da La
défense républicaine: «I soldati offrirono i loro fucili e cartucce a chi
le voleva: 80 fucili caddero in questo modo nelle mani della popolazione di
Limoges».
Nel frattempo, un altro raggruppamento di persone
invase la prefettura. Il prefetto fuggì, travestito da domestico. L’Hôtel de Ville
fu invaso, la Comune di Limoges venne proclamata, mentre le strade circostanti
furono chiuse dalle barricate.
Verso le dieci di sera, l'esercito iniziò una manovra
a tenaglia, con un distacco dell’81° Reggimento di Fanteria, sotto il comando
del capitano Nadaud, e con il 4° corazzieri, comandati dal colonnello Billet.
La cavalleria arrivò presso l'ingresso principale, dove gli insorti stavano
cercando ancora di costruire una barricata. Il giornalista de «La discussion»
disse di aver visto «una donna che portava il suo bambino su un braccio e dei
ciottoli sull'altro». Improvvisamente scoppiò la sparatoria. Ci fu una
confusione totale, che le successive testimonianze non furono chiare.
Alcuni dissero che i soldati erano pronti per ogni
manifestazione di aggressività, altri dissero di aver sentito il colonnello
ordinare ai corazzieri di impugnare le spade, altri ancora che diversi
manifestanti furono feriti. Uno disse di aver sentito uno degli insorti
gridare: ”nessuna provocazione” poco prima della sparatoria. In ogni
caso quel che è certo è che il comandante Billet fu ferito a morte.
Mentre militari si ritiravano, la folla si sciolse;
nessuna direttiva sembrò essere stata data o sentita. Il distaccamento che
occupava la stazione non venne informato della sparatoria. Le strade si
svuotarono progressivamente. Il giorno dopo, fu proclamato l'assedio e arrivano
in città rinforzi militari: tre reggimenti e un battaglione di fanteria, un
secondo reggimento di corazzieri, due batterie di artiglieria, una mezza batteria
di mitraglieri. La sede della Société populaire, dove i soldati ammutinati
trovarono rifugio, venne assalita dai militari versagliesi.
La Comune di Limoges durò ventiquattro ore. Il giorno
dopo, iniziano gli arresti...
Il 10 aprile il Consiglio comunale si dimise, e una
commissione militare di 22 membri, sotto il comando del generale Dalesme,
assunse l'autorità.
Arresti e denunce si moltiplicano al punto che il
procuratore si lamentò del "gran numero di lettere e di informazioni
anonime".
Il sindaco uscente Casimir Ranson, senza aver dato
alcun sostegno all'insurrezione, si dichiarò indulgente, come il loro giornale
La défense républicaine. Ma a Versailles,
Thiers
non l’intendeva allo stesso modo. "A Limoges, disse, si è prodotta una
emozione più dannosa; ma i comunisti di questa città, ansiosi di dimostrarsi
all'altezza dei comunisti
di Parigi, hanno assassinato il colonnello del reggimento di corazzieri,
che era di stanza in quel dipartimento. La repressione seguirà a questo vile
attentato".
I due protagonisti di quel giorno d’insurrezione, Rebeyrolle
e Duboys,
che riuscirono a fuggire alle «forze dell’ordine» furono condannati a morte in
contumacia. Al processo furono pronunciate trenta pene detentive.
Il 30 aprile si svolse una nuova elezione comunale,
che diede la vittoria ai repubblicani moderati, i quali, se si considera che le
elezioni furono fatte "sotto la pressione delle baionette" si
dimisero immediatamente. Come conferma dello spirito della città: Elie
Duboys, venne rieletto nonostante fosse esiliato.
Nella regione
Oltre a Limoges, diverse città della regione hanno
manifestato simpatia per la Comune
di Parigi: Tulle, Saint-Junien, Solignac, Aubusson, La Souterraine,
Saint-Léonard-de-Noblat. Diverse furono messe sotto assedio, e sciolti i
consigli comunali.
Tra i Comunardi
arrestati a Parigi dopo la Settimana
sanguinante (33.584), 1.314 provenivano dalla regione Limosino (953 di
Creuse, 388 di Haute-Vienne, 173 di Corrèze). Creuse è stato il terzo
dipartimento per il numero di arresti dopo Seine, Parigi e la vicina
periferia (8939) e la Seine-et-Oise
(1257).
BIOGRAFIA
DI ALCUNI COMUNARDI LIMOGESI
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☺ Limoges (Francia)
11 giugno 1838 - U Limoges 18 settembre 1884. Operaio lavoratore della porcellana. Militante sindacale. Partecipò al
movimento comunardo di Limoges. Venne tradotto l'8 giugno 1871 davanti al consiglio
di guerra della 21ª divisione militare; non si trova traccia della sua
condanna.
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☺ Eymoutiers (Francia)
4 gennaio 1838 - U Limoges 27 aprile 1916. Pittore su porcellana; partecipò alla Comune di Limoges. Il consiglio
di guerra della 21ª divisione militare, l'8 giugno 1871, lo ha condannato
a due anni di carcere.
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☺ Bujaleuf (Francia)
24 dicembre 1824 - U ?. Imprenditore di autotrasporto, partecipò alla Comune di
Limoges. Il consiglio
di guerra della 21ª divisione militare lo ha condannato in contumacia,
l'8 giugno 1871, alla pena di morte. È stato graziato
il 24 maggio 1879.
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☺ Saint-Solve (Francia)
16 agosto 1822 - U ?. Locandiere, partecipò alla rivolta
scoppiata a Limoges il 4 aprile 1871. Il consiglio
di guerra della 21ª divisione militare, lo condannò ad un anno di
prigione.
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☺ Limoges (Francia)
26 aprile 1832 - U Limoges 5 gennaio 1917. Partecipò alla rivolta scoppiata il 4 aprile 1871 a Limoges, il consiglio
di guerra della 21ª divisione militare, lo assolse.
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☺ Limoges (Francia)
15 settembre 1839 - U Limoges 12 febbraio 1902. Capitano della Guardia
nazionale, partecipò attivamente alla rivolta che
scoppiò a Limoges il 4 aprile 1871. Il consiglio
di guerra della 21ª divisione militare, lo ha condannato a tre anni di carcere.
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☺ Saint-Paul
d'Eyjeaux (Francia) 26 aprile 1832
- U Limoges 24 gennaio 1906. Partrcipò al movimento
comunardo di Limoges, per questo fu condannato in contumacia, dal consiglio
di guerra della 21ª divisione militare, alla pena di morte. È stato graziato,
il 24 maggio 1879.
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☺ ? - U ?. Operaio meccanico. Fu uno dei capi della rivolta che
scoppiò in questa città il 4 aprile 1871
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