LE SIRE DE FISCH-TON-KAN
Testo
di Paul
Burani-
Musica di Louis
Antonin (1870)
Le Sire di
Fisch Ton Kan è una canzone scritta nel 1870 da Paul
Burani su musica di Louis
Antonin. Fu creata da Joseph
Arnaud al Théâtre dell'Ambigu. Questo canto è precursore della Comune di
Parigi.
Chi è questo
"misterioso" Sire de
Fisch-Ton-Kan? Sembrerebbe una sorta di mandarino cinese, ma in
realtà, sotto questo nome, si nasconde il "Sire di Fiche-Ton-Camp", ovvero il
"Signore di Da-Te-La-Gamb", alias Luigi
Napoleone Bonaparte, noto anche come Napoleone
III,
Imperatore Le Sire di Fisch Ton Kan fustiga l'Imperatore
Napoleone III che, con il suo stato maggiore trainato da perfetti
incompetenti, condusse la Francia al disastro e alla sconfitta
di Sedan, da cui i numerosi giochi di parole contenuti in
questa canzone.
Sotto la Comune,
questa canzone vendicativa contro l'Impero e i suoi militari incapaci, canzone
di troppo coinvolgente, fu ripresa dagli insorti parigini. Ha fatto data e la
si canta ancora oggi ai «Caffè concerto» e nelle riunioni pubbliche.
Con Napoleone
III,
si chiude il cerchio iniziato con la Rivoluzione del 1789, durante la quale la
borghesia, servendosi delle masse popolari, aveva distrutto l'Ancien Régime aristocratico; con il
colpo di stato del cittadino Bonaparte del 2 dicembre 1851 (ricordiamo che
esattamente tre anni prima, il 2 dicembre 1848, si era fatto eleggere
presidente della Repubblica), la borghesia instaurò il suo regime assoluto. E
sono stato quasi vent'anni di trionfo della borghesia francese, finché, nel
1870, l'assai poco marziale Napoleone
III
(durante il suo lungo regno, c'erano state fino a quel momento "solo"
due guerre) cadde come un pollo nel tranello tesogli dall'abilissimo
cancelliere prussiano Bismarck
e si lanciò in un conflitto che si è risolto in poco tempo in una disfatta di
proporzioni incalcolabili. A Sedan,
il 2 settembre 1870 (il giorno stesso in cui in Italia ci fu la presa di Porta
Pia), l'Imperatore
venne fatto prigioniero, la Francia venne occupata, e la Prussia si annettè le
due ricche regioni dell'Alsazia e della Lorena, da sempre contese. La stessa
borghesia che aveva appoggiato incondizionatamente Napoleone
III
passò in gran parte dalla parte dei capitulards,
mentre l'Imperatore
fuggÌ in esilio in Inghilterra assieme alla frivola e regal consorte,
l'Imperatrice Eugenia de Montijo, e a tutta la corte, dove morirà tre anni più
tardi. Nel frattempo, il popolo fu l'unico a pagare veramente l'occupazione
prussiana; si crearono le condizioni per la rivolta che portò, il 18
marzo 1871, alla prima vera esperienza di governo popolare al mondo, la Comune di
Parigi, schiacciata nel sangue due mesi dopo dalle marziali forze della
repubblica borghese.
Poco dopo la sconfitta
di Sedan, Paul
Burani scrisse questa canzone satirica che è un capolavoro di doppi sensi e
omofonie. Una traduzione che ne possa rendere interamente le sottigliezze in
italiano è impossibile; ci siamo quindi aiutati con delle note.
Le Sire de Fisch-Ton-Kan
Il avait un’
moustache énorme, Un grand sabre
et des croix partout, Partout,
partout! Mais tout ça
c’était pour la forme, Et ça
n’servait à rien du tout, Rien du tout, C’était un
fameux capitaine Qui t’nait
avant tout à sa peau, A sa peau! Un jour il
voit qu’son sabre l’gêne, Aux ennemis,
il en fait cadeau, Quel beau
cadeau!
V’la le sir’
de Fisch-ton-Kan Qui s’en
va-t-en guerre, En deux temps
et trois mouv’ments, Badinguet,
fisch’ton camp L’pèr’, la
mèr’,Badingue, A deux sous
tout l’paquet, L’pèr’, la
mèr’,Badingue, Et le p’tit
Badinguet
Enfin, pour
finir la légende, De c’monsieur
qu’on croyait César, Croyait César! Sous ce grand
homm’ de contrebande, V’la qu’on
n’trouve plus qu’un mouchard, Qu’un
mouchard! Chez c’bohomm’là,
tout était louche, Et la moral’
de c’boniment, C’est qu’étant
porté sur sa bouche Il devait
finir par Sédan Par Sédan.
V’la le sir’
de Fisch-ton-Kan Qui s’en
va-t-en guerre, En deux temps
et trois mouv’ments, Badinguet,
fisch’ton camp, L’pèr’, la
mèr’,Badingue, A deux sous
tout l’paquet, L’pèr’, la
mèr’,Badingue, Et le p’tit
Badinguet.
|
Il signore di da-te-la-gamb
Aveva dei baffoni enormi, una gran sciabola e croci ovunque, ovunque, ovunque! Ma era tutto quanto per la forma e non serviva proprio a nulla, proprio a nulla. Era un famoso capitano che prima di tutto teneva alla pelle, alla pelle! Un giorno vede che la spada gli dà noia e allora la regala ai nemici, che bel regalo!
Eccolo il signore di Da-Te-La-Gamb Che se ne va alla guerra, In due tempi e tre movimenti Badinguet [*], dàttela a gambe, Il papà, la madre, Badinguet Tutto il pacchetto per due soldi Il papà, la madre, Badinguet compreso il piccolo Badinguet.
Infine, per terminar la leggenda Di questo signore che si credeva Cesare, Si credeva Cesare ! Sotto ‘sto grand’uomo di contrabbando Ecco che non c’è più che uno spione, Uno spione! Con quel tizio tutto quanto era losco, E la morale delle sue frottole È che, siccome era in tutte le bocche Doveva finire en cedant Sédan[**], En cedant Sédan.
Eccolo il signore di Da-Te-La-Gamb Che se ne va alla guerra, In due tempi e tre movimenti Badinguet, dattela a gambe, Il papà, la madre, Badinguet Tutto il pacchetto per due soldi Il papà, la madre, Badinguet Compreso il piccolo Badinguet.
|
NOTE
[*] Badingue e Badinguet erano soprannomi dati comunemente a Napoleone
III
sin dai primi anni del II Impero. Sembra che derivino dal nome di
tale Badingue, un muratore cui aveva preso i vestiti per fuggire dal carcere di
Ham prima di essere eletto presidente della Repubblica nel 1848.
[**] Gioco di
parole intraducibile. Poiché Napoleone
III
e le sue frottole erano portati in tutte le bocche, finì per cedere «Sedan»,
nome della località delle Ardenne dove subì la sua disfatta, ma totalmente
omofono di « ses dents », « i suoi denti ». A tale riguardo, nella traduzione
ho sfruttato un famoso scioglilingua basato proprio sugli omofoni : «Napoléon,
cedant Sédan, ceda ses dents» («Napoleone, cedendo Sédan, cedette i suoi
denti»).
In questo link il video del brano