lunedì 11 novembre 2019

04-11-06 – Paris pour un beefsteak

PARIS POUR UN BEEFSTEAK

Testo di Émile Dereux (1870) Sull'aria di "Dis-moi, Trochu, dis-moi, t'en souviens-tu?".

 

 

Famosa canzone rivoluzionaria anteriore alla Comune di Parigi e risalente a poco dopo la sconfitta definitiva della Francia nella disastrosa guerra franco-prussiana voluta da Napoleone III, che portò alla sua caduta e alla sua vergognosa fuga. La canzone, in realtà, è ferocemente diretta contro la borghesia francese che prima aveva appoggiato la guerra patriottarda di Napoleone III, fregandosene poi di ogni cosa (comprese le "sacre" Alsazia e Lorena, che furono annesse alla Germania e che lo restarono fino alla I guerra mondiale) pur di riempirsi la pancia. È stata scritta durante e a proposito dell'assedio di Parigi nel 1870, il 15 ottobre 1870, da Émile Deureux, libraio a Montmartre in rue des Abbesses, 46 e pubblicata sul giornale di Blanqui La Patrie en danger del 15 novembre 1870, poi venduta in fogli per le strade di Parigi nel gennaio 1871, al momento della capitolazione, uno dei firmatari del Manifesto rosso del 6 gennaio 1871.

Forse è più una canzone contro una certa pace, la pace di comodo dei borghesi che prima avevano voluto e strombazzato la guerra...

 

Paris pour un beefsteak

 

Vive la Paix! La France est aux enchères;

Demain, bourgeois, vous pourrez regoinfrer.

Bismarck attend au château de Ferrières

Que dans Paris, Thiers lui dise d’entrer.

Favre griffonne un dernier protocole,

Trochu renonce à son plan incompris...

Allons Brébant, tourne la casserole:

Pour un beefsteak, on va vendre Paris.

Allons Brébant, tourne la casserole:

Pour un beefsteak, on va vendre Paris.

 

Que font à moi l’Alsace et la Lorraine?

Dans ces pays, je n’ai ni champ ni bien.

Que le Prussien nous les laisse ou les prenne,

Je m’en bats l’œil, car je n’y perdrais rien.

Plus que Strasbourg, ma table m’intéresse:

Metz ne vaut pas une aile de perdrix;

Et puis, tout ça fait bouder ma maîtresse...

Pour un beefsteak, messieurs, rendons Paris.

Et puis, tout ça fait bouder ma maîtresse...

Pour un beefsteak, messieurs, rendons Paris.

 

J’entends des fous parler de résistance,

De lutte à mort, de patrie et d’honneur!

Mon ventre seul exige une vengeance:

Sous le nombril j’ai descendu mon cœur.

Libre aux manants de rester patriotes,

Et de mourir sous les feux ennemis;

Moi, j’aime mieux la sauce aux échalotes...

Pour un beefsteak, messieurs, rendons Paris.

 

On dit encor que la France est mourante;

Que l’étranger lui ronge les deux flancs;

Et que partout, sous leur botte sanglante,

Comme des serfs, nous courbent les uhlans.

Pleure qui veut de cette scène amère,

Mais que la paix mette fin à ces cris!

La viande manque chez ma cuisinière...

Pour un beefsteak, messieurs, rendons Paris.

La viande manque chez ma cuisinière...

Pour un beefsteak, messieurs, rendons Paris.

 

Allons, c’est dit, bobonne, fais toilette;

Au salon bleu remets des rideaux neufs.

Et toi, Manon, va battre l’omelette:

Grâce aux Prussiens, nous mangerons des œufs.

Je veux demain recevoir à ma table

Trois Bavarois, et je veux qu’on soit gris...

Vive la paix ! la Patrie est au diable!

Pour un beefsteak, on a rendu Paris.

Vive la paix ! la Patrie est au diable!

Pour un beefsteak, on a rendu Paris.

 

Parigi per una bistecca

 

Viva la pace! La Francia è venduta all’asta;

Domani, borghesi, potrete rimpinzarvi.

Bismarck attende al castello di Ferrières

Che Thiers gli dica d’entrare a Parigi.

Favre scribacchia un ultimo protocollo,

Trochu rinuncia al suo piano non capito…

Andiamo, Brébant, rivolta la padella:

Per una bistecca Parigi sarà venduta.

Andiamo, Brébant, rivolta la padella:

Per una bistecca Parigi sarà venduta.

 

Che me ne frega dell’Alsazia e della Lorena?

In quei posti là non ho campi né beni.

E che il Prussiano ce le lasci o se le prenda,

mi fa un bel baffo, perché non ci perderei nulla.

Più che Strasburgo, m’interessa della mia tavola,

Metz non val più d’un’ala di pernice;

E poi, tutto questo fa mettere il broncio alla mia amante…

Per una bistecca, signori, diamogli Parigi.

E poi, tutto questo fa mettere il broncio alla mia amante…

Per una bistecca, signori, diamogli Parigi.

 

Sento degli stupidi parlare di resistenza,

Di lotta fino alla morte, di patria e di onore!

La mia pancia e basta esige una vendetta:

Sotto il bellico ormai mi è sceso il cuore.

Che ‘sti zoticoni restino pure patrioti,

Muoiano pure sotto il fuoco nemico;

IO preferisco assai la salsa agli scalogni…

Per una bistecca, signori, diamogli Parigi.

 

Si dice ancora che la Francia sia moribonda,

Che lo straniero le roda entrambi i fianchi;

E che ovunque, sotto i loro stivali insanguinati,

Come dei servi ci fanno inchinare gli ulani.

Pianga chi vuole per quest’amara scena,

Ma che la pace metta fine a questi pianti!

Alla mia cuoca manca la carne…

Per una bistecca, signori, diamogli Parigi.

Alla mia cuoca manca la carne…

Per una bistecca, signori, diamogli Parigi.

 

Forza, domestica, fai le pulizie

E metti le tende nuove nel salotto buono.

E tu, Manon, sbatti le uova per la frittata:

Grazie ai Prussiani, mangeremo uova.

Domani avrò ospiti alla mia tavola

Tre bavaresi e voglio che si beva bene…

Viva la pace ! Al diavolo la patria!

Per una bistecca, gli abbiam dato Parigi.

Viva la pace ! Al diavolo la patria!

Per una bistecca, gli abbiam dato Parigi.

 

 

In questo link il video del brano

https://youtu.be/rJfZWZlq38E