BERNARD CABANIÉ
Bernard Cabanié, detto Carcassonne-l'Ami-des-Arts, è
nato il 22 luglio 1810 a Villeneuve-lès-Montréal[1];
carpentiere, professore di carpenteria e di geometria; simpatizzante della Comune di Parigi.
Era figlio di Giles Cabanié, un falegname istruito
(firmava frequentemente come testimone degli atti di stato civile del suo
comune), allora trentenne, e di Catherine Ourière. Il 18 marzo 1843 sposò a
Parigi, civilmente nel municipio del 5°
arrondissement. e religiosamente nella chiesa di Saint-Laurent (10°
arrondissement), Augustine Joséphine Lagasse (1818-1876), un'insegnante che
gli diede due figlie. Risiedeva allora al numero 70 di rue du Faubourg
Saint-Martin ed esercitava la funzione di professore di matematica,
probabilmente a destinazione di carpentieri. Nel 1853 pubblicò un manuale, Charpente
générale, théorique et pratique, che conobbe diverse edizioni fino al 1873.
Parallelamente alla sua attività d’insegnante
esercitava come imprenditore. Nel 1845 creò con altri quindici carpentieri, tra
cui Jean-Benoît Berton[2]
e quattro investitori, una società denominata «Compagnie des Charpentiers
unis». La ragione sociale era: »Mm. Gagnux, Cabanié et compagnie» e la società
aveva per oggetto l’impiego di lavori di carpenteria a Parigi e fuori Parigi.
Risiedeva allora al 138 di rue du Faubourg Saint-Denis (10°
arrondissement)
Durante la Comune fu
uno dei delegati che parteciparono, accanto ai massoni parigini alla
manifestazione del 29
aprile 1871 a favore della Comune di
Parigi. Controfirmò l'appello del 5
maggio che si concludeva con queste parole: «Viva la Repubblica! Vivono le
Comuni di Francia federati con quella di Parigi! ».
Alla sua morte, avvenuta il 21 ottobre 1879, Bernard Cabanié risiedeva a Parigi in boulevard
Voltaire, 130, nell’11°
arrondissement. Fu sepolto al cimitero di Père
Lachaise. Sulla sua tomba figura lo stemma dei compagni passanti
carpentieri in cui s’intersecano l'equestre e il compasso, ma anche l’ascia,
strumento emblematico del carpentiere. Vi figurano anche le lettere U.V.G.T.,
abbreviazione la cui lettura più comune è il motto «Unione, Virtù, Genio (o
Geometria), Lavoro».
[1] Nel dipartimento
dell'Aude nella regione dell'Occitania.
[2] Jean,
Benoît Berton, nato nel 1801 a Rebais (Seine-et-Marne). Falegname e commerciante di vino a Belleville,
nel 1848
era l'uomo prudente dei falegnami del Consiglio delle varie industrie.
Commissario del Club des Montagnards de Belleville, il 15 maggio ha partecipato
all'invasione dell'Assemblea nazionale e alla marcia sul municipio. Dal 23 al
26 giugno non ha smesso di combattere contro le barricate del Faubourg du
Temple, è entrato in una delle ultime e ha sparato di nuovo attraverso le
persiane. Il 15 luglio è stato arrestato e ha trovato accanto a un inginocchiatoio
a capo del suo letto un pezzo di giornale a colori che ritrae Charlotte Corday
che sale al patibolo. Trasportato, fu rieletto, durante la sua prigionia,
pudico titolare, dagli appaltatori strutturali. Ottenne la grazia nel settembre
1849.