DOMENICA 26 MARZO 1871
(5 GERMINALE
ANNO 79)
Da Versailles,
Thiers,
«il pappagallo con gli occhiali», continua a inquinare la provincia di
menzogne. Comunica, ad esempio: “Le odierne elezioni non sono libere”.
Intanto, nelle vie dell'antica capitale dei re, i notabili si interrogano
angosciati su questa Parigi comunarda. Per la
verità nel popolo si nota una bonaria noncuranza, un ingiustificato
ottimismo. Scrive Lissagaray:
“È tornata primavera. Parigi riprende
fiato, come chi esce da un tunnel ed è
scampato ad un grande pericolo. A Versailles
l'atmosfera è pesante, i gendarmi presidiano la stazione, ordinano con protervia di esibire i documenti e
sequestrano i giornali Parigini. A Parigi invece si entra liberamente. Le
strade sono animate, i caffè rumorosi, i ragazzi strillano «Paris-Journal» e «La Commune»;
attacchi alla Comune,
proteste di dissidenti sono affissi accanto ai proclami del Comitato
Centrale. S'è sbollita la collera del popolo essendo venuto meno il suo
timore. La scheda ha sostituito il fucile”.
La grande
festa popolare delle elezioni continua a Belleville
fino a notte tarda con una fiaccolata.