L'offensiva versagliese e l'infelice esito della sortita dei Comunardi
spingono i Parigini a rinforzare le barricate, soprattutto quelle che difendono le porte della città.
Si inizia pure una «campagna
di riconciliazione». I conciliatori sono presenti soprattutto tra le file dei
repubblicani moderati, come Clémenceau e Schoelcher[1],
tra i massoni (assai numerosi), e naturalmente nel mondo degli affari. La
Comune comunque non si lascia ingannare e la sua Commissione esecutiva taglia
corto: “conciliazione e tradimento sono
tutt'uno”. Il primo editoriale del giornale «L'action»,
curato da Lissagaray;
espone perfettamente questa posizione: “A
morte! Hanno bombardato Parigi senza preavviso, come i prussiani. Questo
giornale, concepito prima di questo bombardamento, non può dire che: Avanti! Il
suo redattore capo lascia momentaneamente la penna, non vedendo, in questo
momento, che un solo modo di combattere: sulle barricate con un fucile in mano”.
Malgrado una situazione
militare angosciosa, il
popolo parigino si prepara a festeggiare un grosso avvenimento politico. Su
iniziativa del Comitato dell'11°
arrondissement (dove si trovava la famigerata prigione
della Roquette) si decide di inviare, il mattino seguente, il 137°
battaglione a rue Folie-Méricourt, per requisire la ghigliottina; poi portarla
davanti al municipio,
ai piedi della statua di Voltaire «difensore di Sirven e di Calas», e qui, pubblicamente, nel tripudio popolare,
dare alle fiamme questo sinistro patibolo
usato soprattutto contro i lavoratori, spesso indotti al furto dalla miseria.
(Alcuni erano. stati ghigliottinati come «mestatori» in occasione di scioperi).
[1] Victor
Schoelcher (Parigi, 22 luglio 1804 – Houilles, 25 dicembre 1893) è stato un
politico e imprenditore francese. Dopo l'abdicazione di Napoleone III, fu rieletto
deputato della Martinica all'Assemblea nazionale dal marzo 1871 al dicembre
1875. Nell'aprile 1871, pubblicò un appello per l'assemblea di Versailles a
scegliere la conciliazione piuttosto che il confronto con la Comune:
"L'Assemblea, pur avendo il diritto dalla sua parte, non può avere il
pensiero criminale, per farla prevalere, di assediare la Comune". Il 16
dicembre 1875 fu eletto senatore irremovibile dall'Assemblea nazionale.