lunedì 3 dicembre 2018

02-11-20 - Giovedì 6 aprile 1871

GIOVEDÌ 6 APRILE 1871
(16 GERMINALE ANNO 79)


Giorno di lutto e di raccoglimento: oggi avranno luogo le esequie delle prime vittime vilmente assassinate dai versagliesi e dei i primi Federati che sono morti in combattimento. Oggi ricevono grandiosi funerali, degni del loro coraggio. È la prima volta che il popolo può, senza intimidazioni poliziesche, commemorare solennemente i propri caduti. Il che avviene nel segno della grandezza e della dignità proletaria.
Dopo Flourens, apprendiamo della morte di Duval, fucilato per ordine del generale Vinoy. I Federati, che resistono all'avanzata dei versagliesi, occupano i forti intorno a Parigi. 
La ghigliottina è distrutta in piazza Voltaire, attuale piazza Léon Blum

Emile Duval, che resistette eroicamente a Chatillon fino alla mattina del 4 aprile, fu codardamente assassinato. I Federati della sua unità si erano arresi alla promessa di essere salvati. Non appena ebbero deposto le armi, vennero immediatamente colpiti. I sopravvissuti furono portati a Versailles a piedi, dove vennero fatti sfilare. La città ospita i parigini più conservatori sostenitori di Thiers e dell'Assemblea monarchica, che sono emigrati a Versailles dopo il 18 marzo 1871. Quando i prigionieri sono arrivati in città, i versagliesi si gremiscono su di loro. Questi vengono insultati, umiliati, picchiati da una folla di gente elegante e borghese. Il convoglio ha fatto diverse soste per permettere a queste persone "oneste" di placare le loro sinistre passioni.
Si brucia la ghigliottina in place Voltaire, attuale place Léon Blum
La Comune è intervenuta immediatamente. Prima ha votato una pensione per le vedove delle guardie nazionali cadute, sposate o meno, e i loro figli. Questa misura tiene conto della realtà delle famiglie parigine più povere, che spesso non sono sposate e costituisce un primo riconoscimento legale della libera unione.
Ma poi doveva anche rispondere alla violenza di Versailles. L'Assemblea comunale ha quindi adottato un decreto che dichiara tutti gli individui riconosciuti colpevoli di complicità con Versailles come ostaggi. In risposta alle esecuzioni sommarie, la Comune ha emesso un decreto che ordina l'esecuzione di un numero doppio di ostaggi per ogni guardia nazionale uccisa.
Questa mattina, mentre i combattimenti si concentrano tra Courbevoie, Neuilly e Asnières, nell'undicesimo arrondissement, la Guardia Nazionale ha marciato sul piazzale del municipio. In piazza Voltaire, il 130° Battaglione della Guardia Nazionale porta una ghigliottina. Viene installata di fronte alla statua del filosofo, grande difensore dell'arbitrio giudiziario. Simbolo della repressione e del vecchio ordine, la ghigliottina viene bruciata. La folla entusiasta grida "Abbasso la pena di morte!” mentre i federali hanno dato fuoco al patibolo.
Questo pomeriggio la Comune ha seppellito i suoi soldati, che sono morti per difendere la Repubblica. È un'enorme processione che ha lasciato l'ospedale Beaujon verso il cimitero di Père-Lachaise. In un silenzio che solo il tamburo disturba ad intervalli regolari, centinaia di migliaia di parigini seguono lentamente le bare decorate con le bandiere rosse delle 105 guardie nazionali che hanno dato la vita per la Comune. Alla testa della processione sei membri della Comune, con sciarpa rossa e a capo scoperto. Dietro di loro ci sono le famiglie dei morti, i battaglioni della Guardia Nazionale e il popolo di Parigi. In lontananza, sentiamo l'eco del bombardamento.
Nel cimitero di Père-Lachaise, è Delescluze che pronuncia l'elogio funebre. Il vecchio repubblicano ha rifiutato ogni discorso lungo, "ci sono costati troppo". Ha chiesto "giustizia per le famiglie delle vittime ... Giustizia per la grande città che, dopo cinque mesi di assedio, tradito dal suo governo tiene ancora nelle sue mani il futuro dell'umanità ... Non piangere i nostri fratelli caduti eroicamente ma giurate di continuare il loro lavoro e di salvare la Libertà, la Comune, la Repubblica!"
Questa la testimonianza di Maxime Vuillaume: “Affollano la strada, straripando nelle vie adiacenti, guardie federali, popolani, borghesi, donne, bambini, con armi e senza, tutti con un crisantemo all'occhiello, tutti col cappello in mano. Ogni tanto da questa moltitudine si leva un grido: Viva la Comune! Li vendicheremo! Infine il corteo si organizza. Lentamente, partendo da Besujon, scende verso la Madeleine per il Faubourg Saint-Honoré. Tutti si levano il cappello in segno di omaggio. In testa, apre il corteo il battaglione dei giovani volontari della Repubblica, con la loro divisa grigio ardesia. Seguono i battaglioni dei federati, banda in tuta, tamburi coperti a lutto, una bandiera rossa ornata di crespo. I catafalchi sono sommersi da corone di fiori. Agli angoli fasci di bandiere rosse. Ai battaglioni seguono altri battaglioni. Dietro un fiume umano che si allunga ad ogni passo”.
Scrive Jules Vallès nel «Cri du peuple»: “Il popolo che oggi ha reso omaggio ai propri caduti non perdonerà. Tra il popolo e gli assassini si è aperto un baratro di disprezzo e di odio, profondo quanto la fossa nella quale sono stati seppelliti i cadaveri”.