GIOVEDÌ 6 APRILE 1871
(16 GERMINALE
ANNO 79)
Giorno di lutto e di raccoglimento: oggi avranno
luogo le esequie delle prime vittime vilmente assassinate dai versagliesi e dei
i primi Federati che sono morti in combattimento. Oggi ricevono grandiosi funerali,
degni del loro coraggio. È la prima volta che il popolo può, senza
intimidazioni poliziesche, commemorare solennemente i propri caduti. Il che
avviene nel segno della grandezza e della dignità proletaria.
La ghigliottina è distrutta in piazza Voltaire, attuale piazza Léon Blum |
Emile Duval, che resistette eroicamente a Chatillon fino alla mattina del 4 aprile, fu codardamente assassinato. I Federati della sua unità si erano arresi alla promessa di essere salvati. Non appena ebbero deposto le armi, vennero immediatamente colpiti. I sopravvissuti furono portati a Versailles a piedi, dove vennero fatti sfilare. La città ospita i parigini più conservatori sostenitori di Thiers e dell'Assemblea monarchica, che sono emigrati a Versailles dopo il 18 marzo 1871. Quando i prigionieri sono arrivati in città, i versagliesi si gremiscono su di loro. Questi vengono insultati, umiliati, picchiati da una folla di gente elegante e borghese. Il convoglio ha fatto diverse soste per permettere a queste persone "oneste" di placare le loro sinistre passioni.
Si brucia la ghigliottina in place Voltaire, attuale place Léon Blum |
Ma poi doveva anche rispondere alla violenza di Versailles.
L'Assemblea
comunale ha quindi adottato un decreto che dichiara tutti gli individui
riconosciuti colpevoli di complicità con Versailles
come ostaggi. In risposta alle esecuzioni sommarie, la Comune ha emesso un
decreto che ordina l'esecuzione di un numero doppio di ostaggi per ogni guardia
nazionale uccisa.
Questa mattina, mentre i combattimenti si concentrano
tra Courbevoie, Neuilly e Asnières, nell'undicesimo
arrondissement, la Guardia
Nazionale ha marciato sul piazzale del municipio.
In piazza Voltaire, il 130° Battaglione della Guardia
Nazionale porta una ghigliottina. Viene installata di fronte alla statua
del filosofo, grande difensore dell'arbitrio giudiziario. Simbolo della repressione e del
vecchio ordine, la ghigliottina viene bruciata. La folla entusiasta grida
"Abbasso la pena di morte!” mentre i federali hanno dato fuoco al
patibolo.
Questo pomeriggio la Comune ha seppellito i suoi
soldati, che sono morti per difendere la Repubblica. È un'enorme processione che ha lasciato l'ospedale Beaujon verso il cimitero
di Père-Lachaise. In un silenzio che solo il tamburo disturba ad intervalli
regolari, centinaia di migliaia di parigini seguono lentamente le bare decorate
con le bandiere
rosse delle
105 guardie nazionali che hanno dato la vita per la Comune. Alla testa della
processione sei membri della Comune, con sciarpa rossa e a capo scoperto.
Dietro di loro ci sono le famiglie dei morti, i battaglioni della Guardia
Nazionale e il popolo di Parigi. In lontananza, sentiamo l'eco del
bombardamento.
Nel cimitero di Père-Lachaise,
è Delescluze
che pronuncia l'elogio funebre. Il vecchio repubblicano ha rifiutato ogni
discorso lungo, "ci sono costati troppo". Ha chiesto "giustizia
per le famiglie delle vittime ... Giustizia per la grande città che, dopo
cinque mesi di assedio, tradito dal suo governo tiene ancora nelle sue mani il
futuro dell'umanità ... Non piangere i nostri fratelli caduti eroicamente ma
giurate di continuare il loro lavoro e di salvare la Libertà, la Comune, la Repubblica!"
Questa la testimonianza di Maxime
Vuillaume: “Affollano la strada,
straripando nelle vie adiacenti, guardie federali, popolani, borghesi, donne,
bambini, con armi e senza, tutti con un crisantemo all'occhiello, tutti col
cappello in mano. Ogni tanto da questa moltitudine si leva un grido: Viva la
Comune! Li vendicheremo! Infine il corteo si organizza. Lentamente, partendo da
Besujon, scende verso la Madeleine per il Faubourg Saint-Honoré. Tutti si
levano il cappello in segno di omaggio. In testa, apre il corteo il battaglione
dei giovani volontari della Repubblica, con la loro divisa grigio ardesia.
Seguono i battaglioni dei federati, banda in tuta, tamburi coperti a lutto, una
bandiera
rossa ornata di crespo. I catafalchi sono sommersi da
corone di fiori. Agli angoli fasci di bandiere
rosse. Ai battaglioni seguono altri battaglioni. Dietro un fiume
umano che si allunga ad ogni passo”.
Scrive Jules
Vallès nel «Cri
du peuple»: “Il popolo che oggi
ha reso omaggio ai propri caduti non perdonerà. Tra il popolo e gli assassini
si è aperto un baratro di disprezzo e di odio, profondo quanto la fossa nella
quale sono stati seppelliti i cadaveri”.