GIOVEDÌ 18 MAGGIO 1871
(28 FIORILE
ANNO 79)
Oltre i confini della Francia, perfino al di là
dell'Atlantico, i Comunardi
suscitano interesse e simpatia. La stampa ne parla.
Oggi a New York si può leggere nel settimanale «The Nation» un'analisi puntuale della Comune: “Autentici operai seggono al Consiglio
nei saIoni dorati del Municipio. Questi uomini fanno di tutto per scardinare,
abolire tutti i meccanismi morali o materiali che le classi ricche e istruite
hanno inventato giudicandoli necessari all'opportuna conduzione della cosa pubblica... Questo ha dato una
credibilità pratica a ciò che generalmente si schernisce come utopico”.
L'esempio della Comune
favorisce un'espansione dell'Internazionale
negli Stati Uniti. Il 2 luglio New York, con una grande manifestazione, renderà
omaggio all'eroismo dei lavoratori di Parigi. E milioni di dollari saranno
raccolti in appoggio ai Comunardi
in esilio.
“Popolo! L'oro che scorre su questi muri, è il tuo sudore”.
Questo il cartello appeso
all'interno del palazzo
delle Tuileries, che fa riflettere
le migliaia di lavoratori venuti ad assistere al terzo concerto eseguito per
raccogliere fondi per l'assistenza sanitaria. L'affluenza supera quella del
precedente concerto, essendo generale il desiderio di vedere questo covo di
tiranni, dove tanta ricchezza era stata sperperata.
I giardini sono illuminati da
lanterne rosse appese agli alberi. Drappeggiato di rosso il palco. Vivandiere
offrono coccarde simboleggianti il berretto frigio. C'è anche un buffet. Anche
qui è passata la rivoluzione. Niente cibi costosi e cari: cose buone, semplici
nello stile sobrio di una città che vive frugalmente.
Ecco come Vuillaume
descrive questo buffet improvvisato: “Abbiamo
superato il portico del padiglione centrale, dell'Orologio. A sinistra due
federati, il gomito appoggiato al fucile, sorvegliano l'entrata di una vasta
sala, dove tutti possono entrare liberamente. Entriamo. Ci troviamo davanti a
una tavola lunga quasi quanto la sala. Centinaia di bicchieri, bottiglie,
boccali, pieni di bionda birra, montagne di brioches e pacchetti di biscotti”.
La Bordas
canta nuovamente La
canaille, c'è lo stesso silenzio; la stessa appassionata attenzione, lo stesso
esplodere del refrain cantato in coro: “Chi
è la teppa? Siamo noi la teppa!”