MAXIME VUILLAUME
Maxime Vuillaume è nato a
Saclas[1]
il 19 novembre 1844, ed è stato un ingegnere, giornalista francese, Cavaliere
della Legion d'Onore.
Figlio di Claude Vuillaume e
di Augustine Grégoire, Maxime si laureò in ingegneria mineraria nell'École des
mines di Parigi.
Oppositore del regime
napoleonico, fondò nel 1870 il giornale La Misère e durante l'assedio
di Parigi militò nella Guardia
Nazionale.
Vuillaume prese parte alle
fallite insurrezioni contro il governo
di difesa nazionale del 31
ottobre 1870 e del 22
gennaio 1871. Il 6 marzo 1871 fondò con Eugène
Vermersch e Alphonse
Humbert il quotidiano Le
Père Duchêne, che nel titolo
riprendeva il nome del famoso giornale di Hébert[2].
Fu uno dei giornali più letti nel periodo della Comune.
Arrestato dalle truppe di Versailles
il 25
maggio, dopo un processo
sommario fu condannato a morte ma riuscì a evadere dal carcere e a raggiungere
la Svizzera, passando dal Giura, mentre un nuovo processo
istruito in Francia lo condannava nuovamente a morte.
Nel 1872 venne assunto come
segretario dall'imprenditore Luigi Favre[3], trasferendosi ad Altdorf, nel
cantone dell’Uri per le esigenze aziendali. Lavorò come segretario generale
nella Compagnia per il traforo del San Gottardo durante la fase attiva dello
scavo e visse ad Altdorf, scrivendo anche testi di divulgazione scientifica.
Attraverso i suoi numerosi articoli pubblicati sulla rivista scientifica La
Nature, sotto lo pseudonimo di Maxime Helena, rese noto l'avanzamento dei
lavori al tunnel del Gottardo e sulla persona di Louis Favre[4].
Pubblicò anche articoli sugli esplosivi, argomento che era il suo campo.
Nel 1878, Louis Favre gli
affidò, per esigenze dello scavo del tunnel, la gestione della fabbrica di
dinamite installata a Varallo Pombia, in Piemonte. Nel 1882, fu direttore di
una nuova fabbrica di dinamite in Liguria, a San Pier d'Arena. Poi è diventò
direttore della Società Continentale delle glicerine e delle dinamiti, fondata
a Lione nel 1882.
Amnistiato
nel 1879, tornò in Francia, lavorò per la società Nobel - nel 1882 andò
anche in Russia per occuparsi dei lavori nel bacino carbonifero del Donec - e
continuò a interessarsi di politica collaborando ai giornali repubblicani
L'Aurore, La Justice, Le Radical. Fu anche presidente dell'Associazione dei
giornalisti repubblicani. Finì la sua lunga vita in povertà, morendo in un
ospizio di Neuilly-sur-Seine[5],
il 25 novembre 1925.
La sua opera
maggiore è la raccolta dei ricordi del periodo della Comune, Mes cahiers rouges, pubblicati dal 1908
al 1914 e scritti in uno stile vivace e arguto, che fanno di Vuillaume «il
miglior memorialista della seconda metà del XIX secolo».
[1] Nel dipartimento
dell'Essonne nella regione dell'Île-de-France.
[2] Jacques-René Hébert (Alençon, 15 novembre 1757 – Parigi, 24 marzo 1794) è
stato un giornalista e rivoluzionario francese. Fondatore nel 1790 del giornale
Le Père Duchesne, iscritto al Club dei Cordiglieri e a quello dei Giacobini,
divenne il rappresentante, dopo gli arrabbiati, dell'ala più radicale della
Rivoluzione francese, dagli avversari chiamata "gruppo degli esagerati" o hébertisti.
Fu arrestato e giustiziato durante il Regime del Terrore di Robespierre.
[3] Architetto e ingegnere
svizzero. Fu titolare dell'impresa alla quale venne appaltata la costruzione
del traforo ferroviario del San Gottardo.
[4] Louis Favre (Chêne-Bourg, 28 gennaio 1826 – Göschenen,
19 luglio 1879) è stato un architetto e ingegnere svizzero. Era titolare
dell'impresa alla quale fu appaltata la costruzione del traforo ferroviario del
San Gottardo.