CHÂTEAU
ROUGE
Non c'è una rue du Château-Rouge, né un quartiere, è
solo il nome di una piazza e della stazione della metropolitana che permette di
immergersi, o piuttosto emergere direttamente nella folla di venditori di
frutta esotica, anelli in vero oro, occhiali Chanel, eroina, cinture Gucci,
borse Vuitton, sigarette Marlboro, pamphlets di Frantz Fanon, hashish, giornali
cabili, spuntini tunisini, cd di predicatori salafiti, valium scaduto, piatti
couscous, prodotti miracolosi per sbiancare la pelle, mais alla griglia, kebab,
crack e così via, tutto ciò che rende l'identità francese del quartiere Goutte
d'Or (18° arrondissement) e il fascino del "mercato esotico" di rue
Dejean.
Ma in passato esisteva una piccola casa padronale,
era (più o meno) rossa, nota come Château Rouge,
situata in precedenza all'angolo tra le rue Doudeauville e Clignancourt. Da qui
il nome della piazza e della fermata metropolitana.
Questa residenza, costruita probabilmente tra il 1775 e il 1795, aveva anche un vasto parco
delimitato dalle strade Doudeauville, des Poissonniers, Cristiani e Ramey.
Il primo proprietario del posto, era un certo signor Christophe, subdelegato dell'intendenza di Parigi. Poi gli successe Jean Feutrier, direttore delle imposte del Dipartimento della Senna, mestiere remunerativo.
Il luogo divenne famoso nel 1814 per aver ospitato il
posto di comando di Giuseppe Bonaparte, fratello
di Napoleone, incaricato della difesa di
Parigi contro gli eserciti della coalizione.
Il banchetto allo Château-Rouge il 9 giugno 1847) |
La casa, lasciata all'abbandono, divenne poi
proprietà di una signora che aveva una rivendita di ornamenti d'occasione,
banco dei pegni, o eventualmente usurpatrice, una certa Ozanne, che vi nutriva
greggi di gatti.
La tenuta, che comprendeva un vasto parco tra gli
attuali boulevard Barbès e rue de Clignancourt, fu tagliata e messa in vendita
in lotti nel 1844, aprendo le vie Poulet e Custine. Un certo Boboeuf comprò
l'edificio e ciò che rimaneva del terreno per farne una sala per ballo pubblico il «Bal du Château-Rouge». Era
la moda dei balli popolari detti campestri alle porte di Parigi, dove i
borghesi venivano a divertirsi, a ballare la polka e la mazurka, balli di
coppia. Molto rapidamente, il posto diventò una tappa obbligata per tutti i
festaioli del tempo.
Tutto questo ci porta nel 1847.
La Francia di Luigi
Filippo era afflitta dalla corruzione, dalla crisi industriale e
finanziaria, dai cattivi raccolti, dalla disoccupazione. La miseria s’installò
tra gli operai, la carestia minacciava. I repubblicani, delusi dai risultati
delle elezioni censitarie dell'agosto 1846, cercarono di fare campagna
aggirando il divieto delle riunioni pubbliche imposto da Guizot.
Lo Château-Rouge durante la Comune |
Un certo Laurent-Antoine Pagnerre, un libraio-editore,
era segretario del Comitato centrale degli elettori dell'opposizione del
dipartimento della Senna. Riunì in casa gli oppositori di tutte le tendenze e
redasse una petizione che chiedeva la riforma elettorale e parlamentare. Fu lui
che ebbe l'idea, per raccogliere migliaia di firme, di organizzare banchetti
pubblici. Il 9 luglio 1847 al Bal du Château-Rouge. 1.200 persone
parteciparono, di cui 86 deputati, al primo di quei famosi banchetti politici,
che portarono alla rivolta del 1848 e alla caduta di Luigi
Filippo.
"Il tempo era splendido - raccontava
Garnier-Pagès[1] deputato della Sarthe, uno
degli organizzatori - ammorbidito dalla brezza della sera, il sole
proiettava sulla sala del banchetto onde mescolate di luce e di ombra. Attorno
a quattordici tavoli svolti sotto una vasta tenda, si premeva l'assemblea
(...). La musica, lanciando ai venti della sera i più bei canti della
Rivoluzione, celebrava questa doppia festa della natura e del pensiero".
La campagna dei «banchetti repubblicani», più
successivamente denominati banchetti rivoluzionari, ebbe inizio. 50 banchetti
vennero organizzati in tutta la Francia, nel corso dei sei mesi successivi,
riunendo più di 20.000 persone. Infine, il 21 febbraio 1848, il prefetto di
Parigi proibì un banchetto previsto per il giorno successivo agli Champs
Elysées. Il 22 febbraio, la folla si riunì sulla place de la Madeleine,
accendendo la miccia ai moti rivoluzionari del ’48 francese. Il resto è storia.
Gli edifici costruiti al posto dello Château-Rouge dal numero 42 al 54 di rue de Clignancourt |
Anche a Montmartre
si vivevano in giugno gli ultimi sussulti di quella rivoluzione. Alla fine
dell'insurrezione operaia, dopo che le barricate del faubourg Saint-Antoine e
del faubourg Saint-Martin furono rovesciate dall'esercito, i combattimenti
continuarono a la Chapelle e a la Goutte d'Or, divenute da alcuni anni
quartieri operai. Lo Château Rouge fu requisito per confinare l'esercito. Gli
ultimi insorti tentarono di rifugiarsi nelle cave di Montmartre.
L'esercito li inseguì nel labirinto sotterraneo e più di cento uomini furono
massacrati. Il generale Cavaignac rifiutò di risarcire il signor Boboeuf per i
danni causati dalle truppe, cosa che lo portò al fallimento.
Il Bal du Château Rouge andò in disuso durante gli
anni 1860. La casa padronale fu ristrutturata con l'apertura di rue Custine, e
dichiarata di Pubblica Utilità nel 1863.
Nell'agosto 1870, quando iniziò l'assedio
di Parigi da parte dei prussiani, lo Château Rouge fu nuovamente
trasformato in caserma, questa volta per la Guardia
Nazionale, e fu usato anche come sede del Comitato
di vigilanza di Montmartre.
Il 18
marzo 1871, giorno in cui scoppiò l'insurrezione
della Comune, quando il generale Lecomte,
che ha condotto le truppe del governo di Thiers
all'assalto di Montmartre,
venne fatto prigioniero dagli abitanti e dalle guardie nazionali, è stato allo
Château Rouge che venne prima portato. Dallo Château Rouge, fu condotto nel
primo pomeriggio in un altro postazione della Guardia
Nazionale, in cima alla collina, al n° 6 di Rue des Rosiers, dove venne fucilato. Trasformato in corte
marziale, dopo la vittoria dell’esercito versagliese, vide il massacro di molti
Comunardi
durante la Settimana
Sanguinante.
Caduto nell'oblio, il ballo dello Château Rouge
sopravvisse ancora alcuni anni e poi chiuse. Nel 1881, una società immobiliare
lo acquistò e, nel 1882, demolì sia edificio che il parco e fece costruire al
suo posto tredici edifici. Si possono ancora vedere, con le loro facciate identiche,
all'incirca, dal 42 al 54 di rue de Clignancourt e dal 7 al 13 bis di rue
Custine.
[1] Louis-Antoine Pagès detto Garnier-Pagès (Marsiglia 16 febbraio 1803 Parigi 31 ottobre 1878) è stato un politico francese. Fu membro del governo provvisorio del 1848, sindaco di Parigi (1848) e infine membro del governo della Difesa Nazionale (1870-1871).