MARTEDÌ 9 MAGGIO 1871
(19 FIORILE
ANNO 79)
È lo stesso responsabile militare
Rossel
che informa la Comune e i
Parigini della caduta del forte Issy.
Ma in che strano modo! Senza avvertire il Consiglio
della Comune, fa stampare diecimila copie di un manifesto intitolato «La bandiera tricolore sventola sul forte di
Issy». Non lo si crederebbe un proclama di vittoria versagliese? E fa
uscire sui giornali una lettera aperta di dimissioni, dove denuncia gli errori
militari della Comune,
concludendo: “Ho due possibilità dinanzi
a me: spezzare l'ostacolo che mi impedisce di agire o ritirarmi. Non spezzerò
l'ostacolo, dato che siete voi e la vostra debolezza; io non voglio attentare
alla sovranità pubblica. Io mi ritiro e ho l'onore di domandarvi una cella nel carcere di
Mazas”.
Dalle sue parole appare chiaro
che Rossel antepone il
«suo onore» alla salvaguardia della Comune,
dato che così rivela pubblicamente, informandone perciò anche Thiers,
le debolezze militari di Parigi.
Riunioni, discussioni,
incontri con Rossel:
il Consiglio
della Comune è perplesso. Rossel
è un traditore? Bisogna arrestarlo? O non è piuttosto un patriota in collera?
Un manifesto rassicurante è affisso sui muri di Parigi; termina con queste
parole: «La Comune sta
prendendo le energiche misure che la situazione richiede». Intanto la «Commissione
delle barricate» rafforza le difese all'interno della città.
Thiers
si tiene in contatto con prefetti e commissari di polizia della regione intorno
alla capitale, allo scopo di appesantire sempre più il blocco dei viveri; ma le
maglie non sono ancora abbastanza strette. Scrive il Commissario
di Creil: “Mi si segnala Chantilly come
centro di raccolta di ingenti rifornimenti che sarebbero diretti a Parigi sia
per ferrovia che per altri canali”.
Manifesto sulla disciplina delle armi |