FORT D'ISSY
Fort d'Issy e i suoi
dintorni durante l'assedio di Parigi. La linea prussiana è nel sud-ovest della mappa |
Nel 1814 e il 1815, alla fine
delle guerre napoleoniche, Parigi è stata due volte occupata da una coalizione
di forze britanniche, austriaci, russe e prussiane. Dopo la restaurazione della
monarchia borbonica, e in particolare dopo la monarchia di luglio andata al
potere nel 1830, ci fu la crescente richiesta per la costruzione di
fortificazioni intorno a Parigi. La tensione aumentò durante la crisi orientale
del 1840[1]. Il primo ministro Adolphe
Thiers è stato autorizzato dal Consiglio dei Ministri nel settembre 1840 ad
iniziare la costruzione del sistema di difesa, e per farlo ha ricevuto un
finanziamento. Il Generale Guillaume de la Dode Brunerie venne nominato
direttore generale del programma. Un muro continuo avrebbe dovuto circondare la
città, protetta da forti distaccati. Dopo i dibattiti in Parlamento nel corso
dei piani, una legge del 3 Aprile 1841 ha approvato il finanziamento per il
progetto ed ha definito una zona chiara (zona non edificabile) intorno alle
mura. Le fortificazioni di Thiers
sono state costruite tra il 1841 e il 1845.
Il Fort d’Issy fu uno di questi
ed era situato sulle alture che dominano Issy-les-Moulineaux[2], Parigi e la Senna.
È stato il più ad ovest di una linea di sei forti distaccati che hanno difeso
il sud di Parigi. Ogni forte era grande e potente, con elevata scarpata, grandi
interni e un ampio alloggio per i loro presidi. Tuttavia, sono stati così
vicino alla cinta di Parigi che servivano come fortificazioni esterne piuttosto
che forti indipendenti, inoltre hanno avuto una cattiva progettazione che non
ha preso in considerazione una eventuale guerra d'assedio.
Sollevamento la bandiera tedesca a Fort Vanves il 29 gennaio 1871 |
La guerra
franco-prussiana è iniziata il 19 luglio 1870. Il 2 settembre 1870 Napoleone
III
ordinò la resa alla battaglia
di Sedan. Due giorni dopo la folla di Parigi ha dichiarato
la Repubblica, con il generale Louis-Jules
Trochu come capo del governo
provvisorio. L’assedio
di Parigi è iniziato il 18 settembre 1870, quando i prussiani circondarono
la città, e durò cinque mesi. Il 16 Dicembre 1870 due compagnie avanzarono da
Fort Issy per occupare il villaggio di Meudon[3]. Incontrarono
avamposti prussiani, ebbero cinque vittime e si ritirarono. Quando furono
pronti, i prussiani ebbero poca difficoltà a far tacere forti di Parigi.
L'artiglieria prussiana ha iniziato
il suo bombardamento, il 5 gennaio 1871. Ha continuato per 22 giorni. Il 6
gennaio il fuoco da Fort Issy è stato temporaneamente messo a tacere. Il 7-8
gennaio iniziarono a crollare i reparti e gli edifici all'interno del forte,
mentre il fuoco di ritorno del forte era debole. I prussiani fecero fuoco anche
contro obiettivi all'interno di Parigi. L'11 gennaio le caserme di Fort Issy vennero
colpite. Tre delle quattro caserme nell’interno del forte furono bruciate e una
è stata resa inagibile. Dal 14 gennaio 1871 Fort Issy aveva quasi smesso di
sparare. Il 16 gennaio una batteria prussiana ha cominciato a demolire le
casematte della fortezza. Il 25 gennaio 1871 i francesi hanno cercato di
costruire terrapieni dentro e intorno a Fort Issy approfittando della nebbia,
ma sono stati fermati.
Alla fine del bombardamento le
polveriere non sono state violate. Conque delle diciannove casematte nella
cortina sud-ovest erano state distrutte e le altre danneggiate dal fuoco. Anche
le feritoie sono state distrutte.
Durante il bombardamento la
guarnigione di Fort Issy ha subito in media 8 vittime al giorno. Ci furono
anche delle diserzioni.
Re Guglielmo di Prussia ha
accettato il titolo di Imperatore il 18 gennaio 1871 in una cerimonia nella
Sala degli Specchi di Versailles.
Il 28 gennaio 1871 è stato dichiarato un armistizio di tre giorni in base al
quale tutti i forti di Parigi sarebbe stati ceduti e l’esercito disarmato. La
mattina del 29 gennaio Fort Issy è stato occupato dal 5° corpo prussiano. Nel
febbraio 1871 Adolphe
Thiers, capo del governo nazionale francese, ha firmato un armistizio con Otto
von Bismarck, primo ministro di Prussia. L'accordo è stato ratificato
dall'Assemblea Nazionale nel marzo 1871 e nel maggio 1871 venne firmato il
Trattato di Francoforte.
Nel marzo 1871 la tensione
cresceva tra l’Assemblea nazionale e la classe operaia parigina. Il 18
marzo 1871 un tentativo da parte del governo per rimuovere i cannoni dalla
collina di Montmartre
innescò la rivolta e l'Assemblea nazionale si ritirò nel sobborgo di Versailles.
Subito dopo nacque la Comune di
Parigi. La guerra civile è iniziata quando Thiers
ha ordinato lo scioglimento della Guardia
Nazionale parigina, che era in gran parte composta da volontari della
classe operaia. I Comunardi
combatterono le superiori forze dell'esercito versagliese per il controllo di
Parigi per tutto aprile e maggio 1871. Nel frattempo il forte fu difeso dalle
Guardie nazionali della Comune di
Parigi contro l'esercito regolare francese nell’aprile-maggio 1871.
Edmond Megy, comandante del forte sotto la Comune |
Edmond
Megy era un ingegnere ferroviario, un militante che aveva una certa
influenza tra i lavoratori ed è stato visto dai blanquisti[4]
come un affidabile uomo d’azione. Megy
aveva ucciso un poliziotto che ha cercato di arrestarlo per cospirazione. È
stato difeso al suo processo tenutosi a Blois[5] nel mese di agosto
1870 da Eugène
Protot e salvato dalla condanna a morte per un cavillo, venendo invece
condannato a 15 anni di lavori forzati. È riuscito a ottenere la sua libertà, e
dopo aver tentato di avviare rivolte a Bordeaux e Marsiglia
ritornò a Parigi il 13
aprile 1871. È stato promosso a colonnello e gli fu dato il comando di Fort
d'Issy il 18
aprile 1871.
L'esercito di Versailles
ricevette ingenti risorse per superare Fort Issy, tra cui 53 batterie di
cannoni, 60 cannoni navali, 70 battaglioni di fanteria, cavalleria, gendarmi e
cacciatori. Il generale Ernest Courtot de Cissey ha inviato un messaggio al
colonnello Megy,
con il permesso del maresciallo Patrice
de Mac-Mahon, offrendogli la possibilità di risparmiare la vita dei
difensori del forte, e farli tornare a Parigi con i loro effetti personali e le
armi, se avessero abbandonato il forte. La sera del 26
aprile 1871 l'esercito francese attaccò Issy-les-Moulineaux[2], che
dominava la strada dal forte all’isola Billancourt sulla Senna, con un
bombardamento intensivo. All'interno del forte una compagnia di genieri
completamente demoralizzati si rifiutò di continuare il loro lavoro e il
mattino seguente il 92° battaglione federato insistette per essere sollevato.
Il forte era quasi in rovina.
La mattina del 29
aprile 1871 Megy
telegrafò che il forte era stato aggirato sulla destra e non poteva essere
tenuto senza un rinforzo di 2.000 uomini. Il generale Gustave
Cluseret gli disse di aspettare i rinforzi, ma Megy
telegrafò che ormai stava sparando solo con le pistole ed evacuando il forte,
cosa che fece senza indugio. Si presentò al quartier generale di Parigi poco
dopo. Megy
affermò di aver lasciato il forte perché gli erano rimasti solo diciassette
uomini, ma aveva lasciato un uomo con l'ordine di far saltare in aria il forte.
Nel frattempo, i generali Comunardi Cluseret
e Napoléon
La Cécilia raggiunsero Issy, dove un battaglione di circa 200 uomini
occupava il villaggio. I generali li riportarono al forte, che gli assedianti
non avevano ancora occupato poiché sospettavano che fosse minato. Quando Cluseret
tornò in città fu arrestato. Il forte fu tenuto per diversi giorni
Nel maggio 1871 Raymond
Adolphe Séré de Rivières dirigeva il 2° Corpo dell'esercito di Versailles
negli assedi di Fort d'Issy, Fort de Vanves e Fort de Montrouge. L'esercito francese
riprese il bombardamento intenso di Fort d'Issy. Le truppe versagliesi scavarono
una trincea attraverso il parco di Issy tra la fortezza e la città, e quindi la
usarono per dirigersi verso nord. I Federati
abbandonarono Fort Issy l’8
maggio 1871 dopo aver combattuto per due settimane. Fort Vanves cadde il 13
maggio. Le forze di Versailles
potevano ora causare danni ancora maggiori a Parigi e le sue difese con il
fuoco dai forti Issy e Vanves.
Giardino giapponese nell’eco-quartiere |
L'esercito di Mac-Mahon
preparò la sua strada in modo sistematico proseguendo verso le mura di Parigi.
Il 20
maggio 1871 le batterie di artiglieria di Mac-Mahon
erano piazzate a Montretout, Mont-Valeriano, Boulogne, Issy, e Vanves ed
aprirono il fuoco contro i quartieri occidentali della città. La mattina presto
del 22
maggio 1871 l'esercito di Versailles
entrò a Parigi da quattro porte vicino al lato nord-occidentale della Senna. Nella
parte sud del fiume una truppa di genieri del generale De Cissey sfondò le
fortificazioni alla porta Sèvres. Sembra che i Comunardi
avessero abbandonato queste difese a causa del pesante bombardamento da Fort
Issy e da altrove. Dopo aspri combattimenti la Comune è
stata sconfitta dalle truppe governative alla fine di maggio 1871.
Nel 1871 Henri Félix Emmanuel
Philippoteaux e suo figlio Paul Philippoteaux produssero un ciclorama
raffigurante la difesa del forte d'Issy. Questo era un dipinto panoramico
all'interno di un grande cilindro progettato per fornire un visore in piedi al
centro del cilindro, con una vista a 360° dell’opera. Il dipinto era
tridimensionale, con diverse tele e particolari del paesaggio, e aveva lo scopo
di immergere lo spettatore nella scena di battaglia.
Le fortificazioni non erano
necessari durante la prima guerra mondiale (1914-1918), e il muro è stato
tirato giù nel 1919. Il Boulevard Périphérique oggi segna l'andamento generale
del muro. Molti dei forti sopravvissero, e son diventati centri per
installazioni militari più moderni. Il Ministero della Difesa ha occupato Fort
Issy fino agli inizi del 2000. l 12 ettari (30 acri) del sito è stato acquisito
dal Comune di Issy-les-Moulineaux nel 2006. Il sito è stato completamente
smilitarizzato nel 2009.
Il forte è stato restituito ad
usi civili nel 2009, ed oggi il sito del forte è un "eco-distretto",
un quartiere residenziale ecologico e digitale.
[1] La crisi orientale del 1840 fu un
episodio della guerra egizio-ottomano nel Mediterraneo orientale, innescato
dall'auto-dichiarato Khedive d'Egitto (Khedive: titolo onorifico di origine
persiano usato per i sultani e i grandi visir dell'Impero ottomano, ma
soprattutto per il viceré d'Egitto dal 1805 al 1914) e dal Sultano Muhammad Ali
Pasha mirava a stabilire un impero personale nella provincia ottomana
dell'Egitto. La Francia, sotto il governo di recente formazione del Primo Ministro
Adolphe
Thiers, ha cercato di aumentare la sua influenza nel Nord Africa dopo la
loro conquista dell'Algeria. Per questo, sostenere Muhammad Ali sembrava la
cosa migliore. Il contrammiraglio Julien Pierre Anne Lalande fu inviato nel
Mediterraneo per eventualmente unire le forze con la flotta ottomana
inadeguata. Ma la Francia venne politicamente isolata quando le altre grandi
potenze iniziarono a sostenere il Khedive e Thiers non era disposto a portare
il paese in guerra aperta con la Gran Bretagna. La Francia cambiò posizione e
si schierò contro Muhammad Ali nell'ottobre 1840.
[2] Comune nella periferia
sud-occidentale di Parigi, che giace sulla riva sinistra della Senna, nel dipartimento dell'Hauts-de-Seine nella regione
dell'Île-de-France.
[3] Nel
dipartimento dell'Hauts-de-Seine nella regione dell'Île-de-France, a sud-ovest
di Parigi.
[4] Il blanquismo
fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della
Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il
diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra
intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina
rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa
fazione, il francese Louis Auguste
Blanqui.
[5] Capoluogo
del dipartimento del Loir-et-Cher, nella regione del Centro-Valle della Loira.