LA
COMMISSIONE DELLE BARRICATE
«L’ora della guerra rivoluzionaria è arrivata. Il popolo non
sa niente di manovre erudite. Ma con un fucile in mano, il marciapiede sotto i
suoi piedi, non teme tutti gli strateghi della scuola monarchica».
Sui muri di Parigi, maggio 1871.
Barricata in rue de Charonne |
C’è stato un tempo, che ora
sembra così lontano, in cui le strade erano usate per qualcosa di diverso dal
trasporto di merci. Vi si costruivano i rapporti di vicinato. Si costruivano
buoni rapporti con i negozianti, con il venditore di vino, il macellaio, il
pescivendolo, il fornaio. Le bancarelle venivano montate nelle piazze
principali per mantenere le relazioni con i quartieri e i villaggi. I bambini
crescevano insieme e si vendevano le verdure fresche coltivate nei giardini
comunali. Veniva occupato uno spazio che apparteneva a tutti e lo difendevamo.
Questo accadeva ovunque, in tutte le città d’Europa e nel mondo. Quando gli
invasori arrivavano armati per occupare le città, o gli organi repressivi dello
Stato irrompevano per reprimere il popolo, scattava subito l’allarme e venivano
erette le barricate per difendere il popolo e il territorio.
In Francia, quando i soldati,
i monarchici, i deputati – come fece la borghesia a Parigi nel 1848 o i coloni francesi ad Algeri nel 1950 - entrarono nei quartieri,
suonarono le campane a martello. La musica risuonava nella città e, come una
tavola armonica echeggia i suoi echi, le barricate cominciarono ad apparire con
persone pronte a difendere la loro presenza nel mondo.
Se un tempo, a Parigi, i
caffè, le taverne, alcune chiese, erano luoghi di grandi raduni, di discussioni
che riunivano l'élite intellettuale e gli operai turbolenti, è chiaro che
adesso questi luoghi non esistono più. Se una volta si poteva credere alla
presenza di una forte tradizione clandestina che invitava
all'autodeterminazione del popolo, con differenti modalità di azione e di
organizzazione, per porre fine all'esclusività delle élite nella sfera
politica, è necessario notare che questo sogno di rivoluzione da parte della
base oggi è lungi dall'essere realizzato.
Il moto ondoso che solleva barili, spazzatura, carri e ciottoli nelle
strade dei quartieri popolari nel 19° secolo arrivò alla Comune di
Parigi per fermarsi e morire. I Comunardi
pensarono che fosse meglio tentare di rianimare le strade con l'elettroshock
della barricata creando la «Commissione delle barricate». Alcuni storici dicono
che ciò che questa Commissione non capì fu che nel 1871 la barricata era già
morta mentre era presente, fu solo il requiem prima della sepoltura finale.Commissione delle barricate - Manifesto del 29 settembre 1870 |
Dopo il 1848,
i borghesi progettarono l'habitat di Parigi, avviando un processo
di modernizzazione complessiva della capitale francese
operato tra il 1852 e il 1870
da Napoleone
III
e dal prefetto Haussmann. Il progetto toccò
tutti gli aspetti dell'urbanistica e dell'urbanizzazione
di Parigi, sia nel centro della città che nei quartieri esterni: strade e
viali, regolamentazione delle facciate, spazi verdi, arredo urbano,
fognature
e rete
idrica, attrezzature e monumenti
pubblici. Dopo il 1870, Parigi cambiò completamente aspetto: le piccole strade
strette vennero modificate trasformandole in larghi viali, grandi piazze,
abbattendo edifici e case del popolo. Ciò non fu fatto solo per abbellire la
città, ma per interrompere i rapporti sociali tra i popolani (come descritto
all’inizio, in un vicolo, in una stradina o in una piazzetta è più facile
venire a contatto con i vicini rispetto alle avenue o ai boulevard) e, nello
stesso tempo, rendere più difficile l’edificazione di barricate in un’eventuale
sollevazione popolare.
Infatti nel 1871, il nuovo
piano urbanistico rese impossibile creare barricate nella forma in cui furono
concepite nel 1848.
La Commissione, decise di organizzarle in modo strategico ed efficiente.
Inizialmente non furono né efficaci né strategiche. Ma alla fine, grazie
anche alla volontà e lo spirito di unione tra i combattenti, si trovò il tempo
di costruire al meglio questi sistemi di difesa (a volte vere e proprie
fortificazioni) ma che purtroppo vennero facilmente aggirate dall’esercito di Versailles
grazie ai gradi viali costruiti sotto il secondo
Impero causando così il massacro dei Federati
e la fine della Comune.
Le barricate della Comune
Dopo la sfortunata sortita del
3
aprile, l'esercito della Comune, un
po' demoralizzato per il suo fallimento, si limitò sempre più a una strategia
puramente difensiva. Questo è stato sostenuto dal generale Cluseret,
delegato alla Guerra, che non aveva fiducia nel potere di attacco dei Federati,
e questo fu anche quello che sostenne la Commissione militare, incolpando
l'offensiva del 3
aprile, ordinando a Cluseret
di rimanere sulla difensiva.
Il 5
aprile 1871, il generale
inviò ai membri della Commissione esecutiva un rapporto in cui rivelò le sue
intenzioni:
"La nostra posizione è quella della gente che, con i loro diritti,
aspettano pazientemente di essere attaccati, solo per difendersi"[1].
La Comune
era ancora in una situazione favorevole: era padrona di una grande città e
aveva notevoli risorse di uomini e attrezzature. Era quindi possibile
rafforzare la capitale in previsione di un inevitabile assedio.
Manifesto sul lavoro alle barricate |
Il 7
aprile Cluseret
invitò gli allievi delle scuole speciali ad arruolarsi al servizio delle
fortificazioni. L'8,
istituì una Commissione delle barricate composta da capitani del Genio, due
membri della Comune
e un membro eletto per ogni arrondissement. Le prime misure del delegato alla
guerra lasciavano supporre che avrebbe dedicato tutti i suoi sforzi al
raggiungimento di un'efficace difesa interna. Tuttavia, si libererà
immediatamente del suo incarico passandolo al suo capo di stato maggiore, il
colonnello Rossel.
Perché ha perso interesse nella gestione delle opere? Ha cercato di
giustificarsi dicendo: "Se avessi
permesso la costruzione di barricate, sarebbe stato impossibile mantenere gli
uomini nei forti e persino sui bastioni. Tutti erano rimasti nei loro quartieri
per non uscire".
Barricata di rue Saint-Florentin |
La prima seduta della
Commissione delle Barricate si è svolta il 12
aprile alle tre e mezza del pomeriggio, sotto la presidenza del Colonnello Rossel.
Fu opportuno iniziare demolendo le barricate del 18
marzo, costruite in fretta e senza metodo, per sostituirle con un nuovo
sistema di difesa. La Commissione previde due tipi di barricate: una per le
grandi vie di comunicazione, l'altra per le piccole. Le misure del fossato,
dell'argine e della panchina furono rigorosamente determinate. Questo nuovo
modello di barricata, progettato da ingegneri e realizzato da specialisti, fu
indubbiamente ispirato da Rossel,
un ufficiale del genio. La barricata-fortezza del 1871 contrasta totalmente con
quell’improvvisata delle precedenti rivoluzioni. La razionalizzazione della
costruzione è stata un profondo cambiamento nella tecnica della guerra di
strada. La Commissione decise che il verbale della riunione sarebbe stato
pubblicato ed affisso, ad eccezione delle misure che regolano l'ubicazione e la
strategia delle barricate.
Dopo la sessione inaugurale, la Commissione delle barricate, considerata
una parte accessoria della Difesa da Cluseret
e dal suo successore Rossel,
mancò di coerenza nel suo funzionamento e soffrì della debolezza della sua
gestione. Furono fatti molti ordini per la costruzione delle barricate senza
preoccuparsi della loro esecuzione.
La gestione di Gaillard
père
Nel corso dei dibattiti nella
Commissione, si impose un personaggio, il cittadino Gaillard,
a cui la Commissione affidò la costruzione delle barricate del 1°
e del 20°
arrondissement. Il 14
aprile 1871, fece appello alla devozione di tutti i cittadini che volevano
garantire Parigi contro una sorpresa o un tradimento, e promise un saldo di 4
Franchi al giorno. La costruzione delle barricate di rue Saint-Florentin e rue
Castiglione vennero immediatamente intraprese. Il 17
aprile, il delegato per la Guerra, che non ammise sconfinamenti sul suo
campo, reagì all’iniziativa di Gaillard
père: "Il cittadino delegato
della guerra viene a sapere che sono state fatte delle barricate che non gli
sono state presentate, e che si è promesso una paga elevata per questo lavoro.
Questa alta retribuzione non verrà pagata" Gaillard
père ammise che: "il prezzo di 4
Franchi al giorno, fissato dalla Comune, è
troppo alto nelle circostanze attuali". Il prezzo fu quindi ridotto a
3 Franchi e fece nuovamente appello ai volontari.
Ma Gaillard,
che non accettava gli ammonimenti di Cluseret,
si rivolse ai cittadini del comitato esecutivo per esprimere la sua
indignazione. Ben presto Rossel
succedette a Cluseret
e diede pieni poteri a Gaillard
père:
Parigi,
30 aprile 1871
ORDINE
Il
cittadino Gaillard père è responsabile della costruzione di barricate che
formano un secondo recinto dietro le fortificazioni. Egli designerà, o avrà
designato per le municipalitò, in ciascuno dei distretti esterni, gli ingegneri
oi delegati incaricati di lavorare sotto i suoi ordini per queste costruzioni.
Prenderà
gli ordini del delegato alla Guerra per fissare le collocazioni di queste
barricate e il loro armamento.
Oltre al
secondo recinto sopra indicato, le barricate includeranno tre recinti chiusi o
cittadelle, situate a Trocadero, Buttes Montmartre e il Pantheon.
Il
tracciato di queste cittadelle verrà fissato sul terreno dal delegato alla
guerra, non appena gli ingegneri responsabili di queste costruzioni saranno
stati designati".
Questo piano, se
correttamente seguito, avrebbe potuto prevedere la difesa della capitale. Perché
Rossel
affidò la responsabilità di questo compito primordiale a Gaillard,
un brav'uomo, ma senza alcuna competenza in materia? Forse Rossel
non credeva in questo tipo di difesa, il suo addestramento militare non lo
aveva preparato per la guerra di strada; o forse voleva, attraverso Gaillard,
apprezzato oratore nei club,
rafforzare il suo potere conquistando il sostegno popolare. Questa è la tesi
supportata da Cluseret
e Da
Costa. Le lettere amichevoli di Rossel
inviate al suo subordinato sostengono questa ipotesi:
Parigi, 1 maggio 1871
Al cittadino GAILLARD père
Hotel du Louvre
Non ti vedo da quando la
piccola rivoluzione del serraglio mi ha portato al posto di Cluseret.
Farò tutto il possibile per
aiutarti nel baricamento che, spero, diventerà serio.
Vieni a trovarmi di notte o
al mattino,queste sono le uniche volte in cui posso parlare.
Tuo devoto
ROSSEL
Il battaglione dei barricadieri
La creazione del battaglione
dei barricadieri confermò il desiderio
di affidare la costruzione a lavoratori specializzati, sotto la supervisione di
tecnici esperti.
Il 25
aprile 1871, per ordine del capo di stato maggiore del colonnello Rossel:
«Il cittadino Gaillard
père è autorizzato a formare per la costruzione di
barricate delle compagnie speciali. Queste compagnie comporranno un battaglione
di cui il cittadino Gaillard
père prenderà il comando /.../ ».
Dopo il rapporto redatto da Gaillard,
il 15
maggio 1871, il battaglione speciale di barricadieri doveva essere composto
da dieci compagnie di 150 uomini, ciascuna sotto il comando di un ingegnere
ispettore con il grado di capitano.
Lo stato maggiore, collocato
al Grand Hôtel du Louvre (il Palazzo del Louvre), era diretto da un direttore
generale, che aveva il grado di comandante in capo: Gaillard
père; un vice direttore con il grado di aiutante maggiore, segretario
generale: Gaillard fils. Il controllo del dipartimento di guerra era esercitato
da un capitano dello stato maggiore: Edouard-Achille
Ballière. La paga degli operai era quella dell'artiglieria. Operai e
supervisori indossavano abiti civili, ma per lo stato maggiore era stata
fornita un'uniforme speciale.
Al suo scioglimento, il 15
maggio 1871, il battaglione dei barricadieri era formato solo per metà e
composto da 800 uomini e 40 ufficiali.
Il castello di Gaillard
Una parte della barricata chateau Gaillard |
"La Place de la Concorde era barricata su quattro punti. L'opera più importante era all'angolo tra rue de Rivoli e rue St-Florentin / ... Questa barricata aveva cinque feritoie. Aveva mascherato un sentiero coperto dietro il quale c'erano nuove fortificazioni. Il tutto costituito una doppia massa di terra chiusa in sacchi e in barili”[2].
“Alta due piani con
bastioni, piattaforma, un muro che unisce i due bastioni e fossato ampio e
profondo davanti all'argine, il castello Gaillard aveva un aspetto fiero”[3].
Gaillard,
che non metteva in dubbio le sue capacità, non accettò alcun consiglio e
rifiutò la tutela del Genio militare. Il 3
maggio scrisse a Rossel:
"Sai, i miei istanti sono contati, non potrò fare nulla se mi creano
degli ostacoli /.../". Gli ufficiali del Genio volevano installare una
batteria nel Trocadero, dove il loro battaglione doveva sollevare una
barricata.
Il direttore del Genio, Roselli-Mollet,
criticò severamente l’attività disordinata di Gaillard,
in una lettera inviata il 2
maggio al delegato alla Guerra:
"Gli
arrondissement che non hanno alcuna probabilità di essere attaccati sono pieni
di grandi e costose strutture, mentre i quartieri minacciati mancano delle più
elementari difese".
Rossel
non prese in considerazione tali avvertimenti perché classificava perentoriamente
il direttore dell'artiglieria «tra i più disastrosamente mediocri».
Alcuni delegati degli
arrondissement inoltre non sono d'accordo con i metodi del loro direttore. Il
delegato del 16°
arrondissement si lamentò del fatto che il cittadino Gaillard
père, usando il suo mandato, assumeva uomini a un salario doppio rispetto
quello che egli stesso concedeva, con conseguente diserzione del suo sito e uno
spreco organizzato. Rossel,
tuttavia, continuò a mostrare molta fiducia al direttore delle barricate. L'8
maggio, Gaillard
presentò ancora le sue lamentele a Rossel:
"Ieri, sono andato in giro con mio figlio in vari quartieri di Parigi
per esaminare le barricate in costruzione. Sono tutte difettose nella loro
interezza e nei dettagli. Tuttavia, se vuoi che io agisca in modo efficace,
l'onere non deve essere al di fuori delle mie forze. Quindi ho avvertito il
colonnello Borgella che da domani è lui che deve occuparsi della paga ai suoi
lavoratori / ... / A te di cuore”.
La fine di un regno
Lasciapassare |
Il 12
maggio, Gaillard
sollecitò alcuni incontri con Delescluze,
un nuovo delegato alla guerra. Volle esporgli le sue concezioni relative alla
difesa interna ed esterna di Parigi. Senza aspettare la sua risposta, lo
avvertì: "Verrò da te stasera, dalle 9".
Il 14
maggio, il direttore delle barricate scrisse al Comitato
di Salute pubblica che rifiutò di unirsi ai rappresentanti del Genio
militare, a causa della «loro incapacità e la loro cattiva volontà». Disse che
non voleva, alcuna responsabilità nella sbagliata direzione dei lavori.
I suoi rapporti con Ballière
non erano
molto migliori. Il 6
maggio, a questo ufficiale negò l'ingresso nella barricata di Rivoli.
Il 15
maggio, Gaillard
père inviò una lunga lettera al cittadino Delescluze:
"Cittadino
Il tempo sta
scadendo, le ore passano, dobbiamo agire. Di grazia, abbi fiducia del mio
patriottismo /.../ place de la Concorde deve essere completamente
fortificata: una linea di formidabili barricate può essere costruita
immediatamente da Montrouge all’Arc de Triomphe e dall’Arc de Triomphe ai
Batignolles. E nello stesso tempo, la cittadella di Montmartre, quella del
Trocadéro e la Montagne Sainte Geneviève.
Mi prenderò
cura di questo se sono aiutato, cioè se non sono ostacolato /.../".
Delescluze,
che non diede credito a queste vanterie, e lo invitò piuttosto a dimettersi, Gaillard
si piegò a questo volere il 15
maggio: "Le dimissioni del cittadino Gaillard
père, responsabile della costruzione delle barricate e comandante dei
barricadieri, sono accettate per questo doppio titolo /.../".
A metà maggio, oltre allo chateau
Gaillard, c’erano circa quindici barricate, più o meno completate, costruite
dalle delegazioni degli arrondissement. Solo quelli di place Vendome, place de
la Concorde e Trocadero furono costruite sotto l'efficace gestione di Gaillard.
Alcuni delegati degli arrondissement
hanno svolto correttamente il loro lavoro. Il delegato del 18°
stabilì con cura la forza lavoro necessaria per la difesa di ognuna delle sue
sette barricate in esecuzione. Rossel
apprezzò le capacità del comandante del Genio Dianoux,
architetto responsabile delle barricate del 17°
arrondissement. Pensò persino di affidargli l'opera di difesa della Porte
Maillot.
Buyat,
nel 14°,
fortificò la rue de Vanves, l’avenue de Chatillon, l’avenue du
Maine e Porte d'Orleans. Queste barricate erano vere e proprie fortificazioni costruite
su una base in muratura, con scarpata e fossato di fronte, 2 m. di profondità;
erano spesse 7 m. e l'altezza media era 2,80 m. Ma queste opere sparse erano
insufficienti e la ripresa in mano del Genio militare fu generalmente
benvenuta. Il 20
maggio 1871, l'ex capo
di stato maggiore ungherese della Guerra d'Indipendenza
commentò
favorevolmente il cambiamento: "/.../ Per quanto riguarda le barricate
e le linee difensive in generale, vedo il cambiamento più felice e completo
grazie alla direzione molto intelligente del Genio militare tanto denigrato da
alcuni gruppi malvagi, il lavoro di dilettanti, assurdi ma molto costosi, sono
cessati".
Gaillard
non ammise la sua sconfitta. Volle che il suo nuovo piano di difesa fosse
accettato da Bergeret,
membro della Commissione della Guerra. Prima di concedergli un'incontro, chiese
a Delescluze
la sua autorizzazione, che gli rispose senza mezzi termini:
«Parigi, 19 maggio 1871
Cittadino Bergeret.
Non ho alcun problema nel ricevere il comandante Gaillard
père. Quanto a me, sono fissato sulla sua competenza in fatto di barricate,
e non tornerò nel modo rovinoso, dove l'ex comandante delle barricate ha
lanciato la Comune
/.../».
Manifesto del Comitato di Salute pubblica che incita alle barricate e alle armi |
Alla riunione del Consiglio
comunale del 19
maggio, la gestione di Gaillard
père venne fortemente criticata da Chalain,
eletto dal 17°
arrondissement: “Sono state stanziate significative somme per la
costruzione delle barricate e l'installazione delle batterie. La demolizione
del tunnel della Porte Maillot costata 12.000 Franchi. Abbiamo avuto difficoltà
a reclutare la manodopera necessaria, mentre i soldati disarmati dell'esercito
regolare, refrattari e parte della Guardia
Nazionale sedentaria potrebbero essere utilmente impiegati nell’esecuzione
di opere di difesa”. L'architetto Delbrouck,
capitano del Genio, propose a Delescluze,
il 15
maggio, di impiegare tutti gli uomii inattivi, ma non ottenne niente.
Chalain
aveva anche preso di mira il direttore del Genio Roselli-Mollet.
Lo rimproverò per l'alta somma della sua paga e quella del suo stato maggiore.
Voisinier,
eletto del 1°
arrondissement, prese una energetica difesa: "Il lavoro che Roselli
ha svolto da Point-du-Jour all'Arc de l’Etoile, mette questa parte al riparo di
tutti gli attacchi e costringe i nostri nemici ad un assedio di oltre un mese
prima essere in grado di entrare a Parigi".
In realtà, l'esercito di Versailles
impiegò solo poche ore per occupare la parte occidentale di Parigi, da
Point-du-Jour ad Etoile.
Il successore di Gaillard?
La caduta in disgrazia di Gaillard
père stimolò le ambizioni di un uomo di nome Bellivier,
che pubblicò nel giornale di Felix
Pyat Le Vengeur
il suo piano per la difesa di Parigi.
L'articolo fece un grande
scalpore e fu incluso nella Journal
Officiel del 15 maggio e ne Le Cri du Peuple del 17 maggio: "Se
fosse stato incaricato della difesa, avrebbe fatto costruire, seduta stante,
una linea di fortificazioni che, partendo dalla place Péreire, avrebbe
abbracciato e unito tutti i viali e le strade principali che portavano all’Arc
de Triomphe de l’Etoile, e verrebbe ad unirsi alla rotonda degli Champs-Elysées
fino alla Senna".
Questo piano non era diverso
da quello esposto da Cluseret
nella sua lettera a diversi giornali dopo la sua visita del 16
maggio ai lavori di difesa. Cluseret,
che era stato detenuto all'Hôtel
de Ville, aveva ottenuto il permesso di constatare sul posto se gli ordini
impartiti a Gaillard
père fossero stati eseguiti. Dopo aver visto che le sue istruzioni non
erano state seguite, insistette sull'urgenza di fortificare particolarmente i
dintorni di place Wagram, lo spazio che si estende dalla Porte de Passy al
ponte di Grenelle e il triangolo tra barrière de l’Etoile, la place du Roi de
Rome (place du Trocadéro), e la place d’Eylau (place Victor-Hugo). Sottolineò
l'enorme errore di permettere che il bois de Boulogne fosse invaso e sostenne
una terza linea di difesa dal pont de la Concorde a Porte Saint-Ouen.
Andrieu,
delegato ai servizi pubblici, al quale non piaceva Cluseret,
fu entusiasta del piano di Bellivier.
Trascorse innumerevoli ore affinché il suo protetto diventasse il successore di
Gaillard
père. Le Cri du Peuple del 18 maggio
confermò la notizia: «La costruzione delle barricate è stata appena tolta al
cittadino Gaillard
père e affidata al cittadino Bellivier».
Per far rispettare il piano di Bellivier,
Andrieu
inviò una nota al Comitato
di Salute pubblica e al delegato alla Guerra, nella quale insistette su
«... l'utilità di far svolgere il lavoro, previo accordo con la Commissione
della Guerra e la municipalità, nelle attribuzioni dei servizi pubblici».
Il delegato alla Guerra rinviò
Andrieu
e la sua proposta al colonnello Roselli-Mollet,
che mostrò poca impazienza ad esaminare il progetto.
Per la maggior parte degli
osservatori del tempo, partigiani o nemici della Comune,
era chiaro che le barricate strategiche, se fossero state costruite seriamente,
non avrebbero potuto assicurare il trionfo della Comune, ma
avrebbero rallentato considerevolmente. l'avanzata di Versailles.
Le barricate della Settimana
sanguinante
L'ingresso dei versagliesi
segnò il ritorno alla barricata tradizionale improvvisata, con la sua
conclusione, lo slogan fatale: «Ciascuno nel suo quartiere!». La maggior parte
delle barricate incontrate dall'esercito di Versailles
furono erette in fretta tra il 10
e il 27
maggio. Con condiscendenza, Rossel
fornì una descrizione di quel povero trinceramento: "La barricata del 1871 è una misera fortificazione; è un muro in
pavimentazione di 1,50 m fino a 1,80 m di altezza, e da 1 m a 1,50 m di
spessore, a volte murato, a volte coronato da merlature lastricate".
Tuttavia, la barricata più
sofisticata non è completamente scomparsa. Un diplomatico nel pomeriggio del 22
maggio, riguardo lo spettacolo dalla strada: "Queste opere non
assomigliano per niente alle primitive barricate del 1848 composte da alcuni attrezzi gettati dall'altra parte della strada,
tavole e mattoni ammucchiati. I maestri delle barricate hanno formato gli
allievi e gli allievi sono diventati maestri". Jules
Andrieu, nella notte tra il 21
e il 22
maggio, ottiene dal Comitato
di Salute pubblica l’autorizzazione ad erigere davanti all’Hôtel
de Ville delle barricate che secondo piani fatti negli ultimi quindici
giorni, dovevano essere fortezze.
Barricata in rue Saint Florentin e place de la Concorde |
Il lunedì pomeriggio, 22
maggio, Lissagaray
fa un'osservazione simile sulla barricata di rue de Rivoli, all'angolo di rue
Saint-Denis: «Più di cento operai stavano costruendo una barricata in
muratura, mentre i bambini stavano scavando il terreno di square St. Jacques.
Questo lavoro, di diversi metri di profondità, con un'altezza di 6 metri, con
fossati, porte, è stato interamente completato in ventiquattr'ore esempio di
quello che avrebbe potuto essere per la difesa di Parigi uno sforzo prodotto
intelligente in modo tempestivo».
E nella sua Histoire
de la Commune, Lissagaray
sottolineò che questo lavoro era solido come la redoute Saint-Florentin, che
aveva richiesto settimane.
«La barricata improvvisata
nei giorni di maggio è un po' di ciottoli, a malapena all'altezza dell'uomo.
Dietro, a volte un cannone o una mitragliatrice. Al centro, sostenuta da due
pietre per lastricati, la bandiera rossa della Vendetta. A venti anni, dietro
questi stracci di mura, hanno fermato i reggimenti (P. O. Lissagaray, Gli
otto giorni di maggio dietro le barricate)».
La guerra di strada ha riscoperto
le sue radici popolari, ma anche gli errori fatali del ’48,
i Federati,
in generale, non andavano oltre i loro quartieri, nemmeno fuori dalle loro
strade, e non sapevano come cambiare la tattica delle lotte popolari.
Nonostante tutto, per una settimana, una decina di migliaia di Federati
resistettero agli assalti mortali di 130.000 versagliesi.
Sebbene il minimo pensiero
generale fosse inesistente, e l'iniziativa lasciata agli artisti, la barricata
degli ultimi giorni non offrì solo l'immagine di una lotta disperata; assunse
un nuovo significato per l'importante partecipazione delle donne in sua difesa.
Non solo esortarono gli uomini alla lotta rivoluzionaria, ma vi presero parte
con ardore: non è più la cittadina della vecchia barricata che serva le
munizioni e curava i feriti; ora costruiva le barricate con le braccia e le
unghie per poi difenderla. Le 120 donne che difesero la barricata di place
Blanche tennero le truppe versagliesi comandate dal generale Clinchant
sotto controllo per quattro ore. "Mercoledì sera, all'incrocio tra la square Saint-Jacques
e il boulevard Sébastopol, una barricata di 20 metri di lunghezza fu, in mezza
giornata, edificata, completata da donne di la Halle /…/ Ovunque le Comunarde
prendessero parte all'attacco e alla difesa, portarono con loro quel feroce
ardore, non riflessivo ma appassionato, che le rende eroine a cui poi va
l'ammirazione della folla (L. Nass:
Le Siège de Paris et la Commune, Paris,
Plon et Nourrit, 1914)”. Questo entusiasmo per l’insurrezione
del 18 marzo potrebbe facilmente essere giustificato; la Comune era
francamente femminista.
Le lezioni di un fallimento
A causa di una vita
avventurosa, Cluseret,
che aveva acquisito una certa esperienza militare, imparò la lezione degli
eventi e le trascrisse in alcune pagine del suo libro di memorie, intitolato La
Guerre des rues. La fortezza del 1871 fu definitivamente condannata; la
barricata non ha più bisogno di essere perfezionata:
"/ ... / macchinari
rovesciati, porte strappate dai cardini, mobili lanciati dalle finestre,
mattoni dove ci sono, travi, botti, ecc. sono abbastanza [...] Le
barricate non hanno lo scopo di proteggere i loro difensori che sono nelle
case, ma solo per impedire il movimento delle forze nemiche /.../ Le
barricate sono buone, ma non abbiamo usato abbastanza case. I versagliesi, al
contrario, sapevano come usarle". Cluseret,
nel 1887, era cambiato: non aspetta più pazientemente il nemico: "Nella
guerra di strada, l'insorto deve sempre mantenere l'offensiva e andare avanti,
ma ancora al riparo".
La barricata architettonica
della Comune
fu un fallimento a causa della mancanza di coordinamento e organizzazione.
Piuttosto che attribuire la
colpa del fallimento esclusivamente agli uomini che sono stati responsabili
delle operazioni, forse si dovrebbe anche prendere in considerazione
un'interpretazione rassicurante, seppur riduttiva, del ruolo della barricata
strategica che sembra avere prevalso al momento.
Durante il suo processo del 3°
Consiglio di guerra tenutosi a Versailles,
Rossel
spiegò: "/ ... / Queste barricate
furono fatte piuttosto per dare fiducia agli uomini che erano sui bastioni che
a servire davvero in difesa. Era opinione di Gaillard
che le barricate dovevano essere fatte per non difenderle".
Lo «Château Gaillard» rimarrà
un caso isolato nella storia delle barricate. Certamente in passato c'erano
anche enormi trincee, la barricata Saint-Antoine, nel giugno ‘48, è un esempio,
ma queste erano costruzioni fatte senza un piano predeterminato,
nell’eccitazione dell'azione, con i mezzi a disposizione; nulla di paragonabile
all'imponente «Château Gaillard».
Eppure la barricata di rue
Saint-Florentin è caduta rapidamente nel dimenticatoio; la memoria popolare ha
mantenuto solo quella della Settimana
sanguinante, che simboleggia meglio la lotta eroica del popolo di Parigi.
[1] Cluseret: Memorie, Parigi, Jules
Levy, 1887.
[2] L. Hans: Second siège de
Paris, Parigi, A. Lemerre, 1871.
[3] P. O.
Lissagaray: Gli otto giorni di maggio dietro le barricate.