DOMENICA 23 APRILE 1871
(3 FIORILE
ANNO 79)
Continua la ristrutturazione
perché l'insegnamento laico diventi realtà. Gli ostacoli che si frappongono
saranno denunciati dal comunardo Jean
Allemane nelle proprie Memorie: “Dei manigoldi ci accolgono a sassate, mentre
delle devote recitano con delle «buone sorelle» la patetica commedia della separazione... M'è toccato anche di
dover strappare dalle mani di un gruppo di bottegaie del Mercato delle
Carmelitane la direttrice della scuola del luogo, alla quale queste signore
benpensanti facevano discendere, la testa in avanti, i due piani di scale che
separano la strada dall'aula in cui esse l'avevano catturata”.
Spesso i locali un tempo
occupati dalle Congregazioni erano di una sporcizia repellente. Lo conferma Allemane,
che dirigeva la Commissione per l'insegnamento della sua circoscrizione. Il
«nuovo stile» della scuola laica è caratterizzato dalla pulizia, dall'igiene,
dal cibo sano e abbondante (“In cucina
troneggiano due grosse pentole dalle quali viene un buon odore di minestra”).
Allemane
racconta un episodio commovente, considerando privazioni e miseria subite da
questi ragazzi: “Non dimenticherò mai la
radiosa sorpresa che si leggeva sui loro volti, quando entravano in quei
refettori, che fino a ieri erano riservati ai «cari fratelli», o quando
gustavano la zuppa di cui il solo fumo stuzzicava l'appetito”.
«L'Internazionale», il giornale dell'Associazione
Internazionale dei Lavoratori che esce a Bruxelles, continua a pubblicare
notizie sulla situazione Parigina denunciando la campagna diffamatoria
scatenata dalla stampa borghese di tutta Europa. Si può leggere nel numero di
oggi: “La Comune, che promuove con le
proprie lotte la liberazione dei proletari, decisi a pagare col proprio sangue l'indomabile volontà di
riscatto, continua nel proprio sforzo di darsi una nuova organizzazione sociale”.
Sì, il sangue comunardo scorre
a fiumi soprattutto nel settore di Dombrowski.
Martial Senisse annota: “Per un quarto
d'ora, dall'alto delle mura, ho osservato Neuilly, su cui le bombe cadevano senza interruzione. Ogni strada di questa
Neuilly ha conosciuto le gesta del pugno di uomini che, sotto il comando di Dombrowski,
tiene a bada da molti giorni un intero corpo d'armata. Quattro locomotive
blindate, piazzate sul viadotto di Point-du-Jour, concentrano il fuoco sulle
batterie versagliesi. Le cannoniere che navigano sulla Senna bombardano
Saint-Cloud e Bretenie. Le ho viste pure avanzare allo scoperto per poter
colpire Meudon”.
Molte operazioni di polizia,
guidate da Raoul
Rigault, sono state oggetto di denunce da parte dei cittadini. Una
commissione nominata questa mattina dalla Comune è stata incaricata di visitare
le carceri, al fine di raccogliere le deposizioni dei prigionieri. Raoul
Rigault, delegato del Commissione per la Sicurezza Generale, dovrebbe
annunciare le sue dimissioni stasera, a meno di un mese dal suo arrivo a capo
della Commissione di Sicurezza Generale, responsabile della polizia,
dell'ordine e della sicurezza. A soli 24 anni, era diventato il padrone
indiscusso della sede dell'ex prefettura di polizia. Le sue dimissioni arrivano
in piena polemica sulla repressione condotta dalla polizia comunale, mentre
viene criticata proprio la sua gestione disastrosa e le sue decisioni
sconsiderate.
Popolare negli ambienti
studenteschi, è noto per la sua opposizione al Secondo
Impero. Combattendo con le idee blanquiste[1],
cerca di premunirsi contro l'intervento della polizia imperiale, che reprime
assiduamente la protesta politica e redige fascicoli dettagliati sugli
ufficiali di polizia e sui collaboratori della prefettura.
Sembra quindi che si adatti
bene al compito che gli è affidato dalla Comune: cercare e arrestare gli agenti
di Versailles
e gli spioni che potrebbero infiltrarsi nelle autorità municipali. Appena
arrivato, aveva ripulito il personale compromesso dal regime imperiale.
Rinomato inflessibile e focoso, da allora si è reso famoso difendendo posizioni
radicali, specialmente contro la Chiesa.
Ma Rigault
è accusato di essersi circondato da intimi per coprire le sue azioni e di aver
usato nella caccia agli avversari della Comune gli stessi mezzi che usavano
allora la polizia imperiale: arresti arbitrari, denunce anonime e perquisizioni
abusive. I cittadini Ranc
e Vermorel
indicano inoltre che il delegato aveva già inserito nel Journal
Officiel i
decreti di sua invenzione, senza informare l'assemblea comunale.
Il 5
aprile Delescluze
aveva denunciato l'abuso di potere della Sûreté générale e Lefrançais
chiedeva la sostituzione di Rigault.
Gli spioni e i traditori devono essere identificati, ma non a costo di misure
repressive che sono sia discutibili che inefficaci. I refrattari, che rifiutano
di partecipare alla difesa della città non arruolandosi nella Guardia
Nazionale, non devono essere imprigionati senza processo, e le requisizioni
possono intervenire solo con decisione della Comune.
All’Hôtel
de Ville, i cittadini sono determinati
a rimediare. Dall'8
aprile, tutte le perquisizioni sono soggette ad autorizzazione preventiva
da parte della Commissione di Giustizia. Il 14
aprile, l'Assemblea
comunale ha deciso l'immediata notifica di ogni arresto al delegato per la
giustizia, Eugene
Protot. Oggi, su decisione del delegato Protot,
è stata incaricata una commissione a visitare le prigioni per raccogliere le
denunce dei prigionieri.
Probabilmente cedendo alle
pressioni di Delescluze,
Rigault
prevede di annunciare le sue dimissioni dal Comitato per la Sicurezza. È
tuttavia il suo amico e assistente Frédéric
Cournet che dovrebbe sostituirlo alla testa della Surêté. Lo stesso Rigault,
che gode del sostegno dei suoi compagni blanquisti[1], potrebbe essere nominato
domani come procuratore della Comune. Questo è ciò che ha confidato ai suoi
amici, riuniti nel pomeriggio a casa sua in rue Gay-Lussac 29.
[1] Il blanquismo fu un
movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e,
una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il
diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra
intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina
rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa
fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.