giovedì 6 dicembre 2018

02-11-37 - Domenica 23 aprile 1871

DOMENICA 23 APRILE 1871
(3 FIORILE ANNO 79)


Continua la ristrutturazione perché l'insegnamento laico diventi realtà. Gli ostacoli che si frappongono saranno denunciati dal comunardo Jean Allemane nelle proprie Memorie: Dei manigoldi ci accolgono a sassate, mentre delle devote recitano con delle «buone sorelle» la patetica commedia della separazione... M'è toccato anche di dover strappare dalle mani di un gruppo di bottegaie del Mercato delle Carmelitane la direttrice della scuola del luogo, alla quale queste signore benpensanti facevano discendere, la testa in avanti, i due piani di scale che separano la strada dall'aula in cui esse l'avevano catturata”.
Spesso i locali un tempo occupati dalle Congregazioni erano di una sporcizia repellente. Lo conferma Allemane, che dirigeva la Commissione per l'insegnamento della sua circoscrizione. Il «nuovo stile» della scuola laica è caratterizzato dalla pulizia, dall'igiene, dal cibo sano e abbondante (“In cucina troneggiano due grosse pentole dalle quali viene un buon odore di minestra”). Allemane racconta un episodio commovente, considerando privazioni e miseria subite da questi ragazzi: “Non dimenticherò mai la radiosa sorpresa che si leggeva sui loro volti, quando entravano in quei refettori, che fino a ieri erano riservati ai «cari fratelli», o quando gustavano la zuppa di cui il solo fumo stuzzicava l'appetito”.
«L'Internazionale», il giornale dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori che esce a Bruxelles, continua a pubblicare notizie sulla situazione Parigina denunciando la campagna diffamatoria scatenata dalla stampa borghese di tutta Europa. Si può leggere nel numero di oggi: “La Comune, che promuove con le proprie lotte la liberazione dei proletari, decisi a pagare col proprio sangue l'indomabile volontà di riscatto, continua nel proprio sforzo di darsi una nuova organizzazione sociale”.
Sì, il sangue comunardo scorre a fiumi soprattutto nel settore di Dombrowski. Martial Senisse annota: “Per un quarto d'ora, dall'alto delle mura, ho osservato Neuilly, su cui le bombe cadevano senza interruzione. Ogni strada di questa Neuilly ha conosciuto le gesta del pugno di uomini che, sotto il comando di Dombrowski, tiene a bada da molti giorni un intero corpo d'armata. Quattro locomotive blindate, piazzate sul viadotto di Point-du-Jour, concentrano il fuoco sulle batterie versagliesi. Le cannoniere che navigano sulla Senna bombardano Saint-Cloud e Bretenie. Le ho viste pure avanzare allo scoperto per poter colpire Meudon”.
Molte operazioni di polizia, guidate da Raoul Rigault, sono state oggetto di denunce da parte dei cittadini. Una commissione nominata questa mattina dalla Comune è stata incaricata di visitare le carceri, al fine di raccogliere le deposizioni dei prigionieri. Raoul Rigault, delegato del Commissione per la Sicurezza Generale, dovrebbe annunciare le sue dimissioni stasera, a meno di un mese dal suo arrivo a capo della Commissione di Sicurezza Generale, responsabile della polizia, dell'ordine e della sicurezza. A soli 24 anni, era diventato il padrone indiscusso della sede dell'ex prefettura di polizia. Le sue dimissioni arrivano in piena polemica sulla repressione condotta dalla polizia comunale, mentre viene criticata proprio la sua gestione disastrosa e le sue decisioni sconsiderate.
Popolare negli ambienti studenteschi, è noto per la sua opposizione al Secondo Impero. Combattendo con le idee blanquiste[1], cerca di premunirsi contro l'intervento della polizia imperiale, che reprime assiduamente la protesta politica e redige fascicoli dettagliati sugli ufficiali di polizia e sui collaboratori della prefettura.
Sembra quindi che si adatti bene al compito che gli è affidato dalla Comune: cercare e arrestare gli agenti di Versailles e gli spioni che potrebbero infiltrarsi nelle autorità municipali. Appena arrivato, aveva ripulito il personale compromesso dal regime imperiale. Rinomato inflessibile e focoso, da allora si è reso famoso difendendo posizioni radicali, specialmente contro la Chiesa.
Ma Rigault è accusato di essersi circondato da intimi per coprire le sue azioni e di aver usato nella caccia agli avversari della Comune gli stessi mezzi che usavano allora la polizia imperiale: arresti arbitrari, denunce anonime e perquisizioni abusive. I cittadini Ranc e Vermorel indicano inoltre che il delegato aveva già inserito nel Journal Officiel i decreti di sua invenzione, senza informare l'assemblea comunale.
Il 5 aprile Delescluze aveva denunciato l'abuso di potere della Sûreté générale e Lefrançais chiedeva la sostituzione di Rigault. Gli spioni e i traditori devono essere identificati, ma non a costo di misure repressive che sono sia discutibili che inefficaci. I refrattari, che rifiutano di partecipare alla difesa della città non arruolandosi nella Guardia Nazionale, non devono essere imprigionati senza processo, e le requisizioni possono intervenire solo con decisione della Comune.
All’Hôtel de Ville, i cittadini sono determinati a rimediare. Dall'8 aprile, tutte le perquisizioni sono soggette ad autorizzazione preventiva da parte della Commissione di Giustizia. Il 14 aprile, l'Assemblea comunale ha deciso l'immediata notifica di ogni arresto al delegato per la giustizia, Eugene Protot. Oggi, su decisione del delegato Protot, è stata incaricata una commissione a visitare le prigioni per raccogliere le denunce dei prigionieri.
Probabilmente cedendo alle pressioni di Delescluze, Rigault prevede di annunciare le sue dimissioni dal Comitato per la Sicurezza. È tuttavia il suo amico e assistente Frédéric Cournet che dovrebbe sostituirlo alla testa della Surêté. Lo stesso Rigault, che gode del sostegno dei suoi compagni blanquisti[1], potrebbe essere nominato domani come procuratore della Comune. Questo è ciò che ha confidato ai suoi amici, riuniti nel pomeriggio a casa sua in rue Gay-Lussac 29.



[1] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.