mercoledì 26 febbraio 2020

02-14-VA11 – Ernest VAUGHAN

ERNEST VAUGHAN
  


Ernest Vaughan è nato il 10 gennaio 1841 a Saint-Germain-en-Laye[1], è stato un giornalista e scrittore francese e fondatore del quotidiano L'Aurore nel 1897.
Ha iniziato la sua vita professionale in fondo alla scala come apprendista tappezziere, a 20 anni era già imprenditore artigiano. Vicino alle idee di Proudhon, aderì alla Prima Internazionale nel 1867 e fu favorevole alla Comune di Parigi. Alla sua caduta, dovette fuggire in Belgio per sottrarsi alla repressione del governo di Versailles. A Bruxelles fondò il giornale La Bombe.
Tornato a Parigi con l'amnistia del 1880, nel 1881 divenne il direttore responsabile de L'Intransigeant[2] di Henri Rochefort. Il rapporto tra i due uomini era difficile, così nel 1888 avvenne la separazione. Vaughan prese quindi la direzione del quotidiano socialista Le Petit Lyonnais.
Nell'ottobre del 1897 fondò L'Aurore con Urbain Gohier e Georges Clemenceau. Il quotidiano, pubblicato fino all'agosto del 1914, rimarrà fedele ai suoi impegni progressisti. Schierato a favore dell'innocenza del maggiore Dreyfus[3], uno dei pochi giornali parigini apertamente dreyfussiani, pubblicò il 13 gennaio 1898 il famoso J'accuse di Émile Zola[4]. Fu un enorme successo di stampa, che portò la diffusione del quotidiano oltre 100.000 copie per diversi mesi, facendo diventare L’Aurore uno dei giornali più letti di Francia.
Lasciata la stampa nel 1903, Vaughan divenne direttore dell'Istituto per ciechi Quinze-Vingts, occupando la carica per 16 anni. Nel 1902 pubblicò le sue memorie.
È morto a Parigi il 21 gennaio 1929.



[1] Nel dipartimento degli Yvelines, nella regione dell'Île-de-France.
[2] L'Intransigeant era un quotidiano francese, fondato a Parigi nel luglio 1880 da Eugène Mayer, direttore di La Lanterne, e da Henri Rochefort, che divenne il suo primo editore. Inizialmente un giornale di opposizione di sinistra, fu stampato in circa 70.000 copie quando fu creato nel 1880 e formato da 4 pagine vendute per 5 centesimi Si spostò verso destra durante l'affare Boulanger (Rochefort sostenne Boulanger) e divenne un importante giornale di destra negli anni '20. evolvendosi rapidamente verso posizioni nazionaliste. Nel 1898, partecipò al coro della stampa antisemita ostile a Dreyfus. L'Instransigeant cessò la pubblicazione l'11 giugno 1940, dopo la debacle del 40 giugno. Conobbe una breve ricomparsa, dal 13 maggio 1947, con Paul Gordeaux , direttore. Il titolo fu assorbito il 30 settembre 1948 da Paris-Presse, che prese il titolo Paris Presse, L'Intransigeant. A sua volta, questo titolo fu assorbito da France-Soir nel 1970.
[3] Alfred Dreyfus (Mulhouse, 9 ottobre 1859 – Parigi, 12 luglio 1935) è stato un militare francese. Nel 1871 la Francia era reduce dalla sconfitta subita nella guerra Franco-Prussiana, ed i rapporti interni erano ancora tesi. Nonostante il processo si basasse su documenti palesemente falsi, Dreyfus fu condannato quale estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco in cui venivano rivelate importanti informazioni militari francesi. Nonostante l'esplodere del caso, Dreyfus non fu interamente riabilitato prima del luglio 1906, grazie a un verdetto della Corte di Cassazione.
[4] Émile Édouard Charles Antoine Zola (Parigi, 2 aprile 1840 – Parigi, 29 settembre 1902) è stato uno scrittore, giornalista, saggista, critico letterario e fotografo francese. Durante la guerra franco-prussiana, Zola e la moglie fuggono da Parigi. Zola torna a Parigi nel marzo 1871; ricomincia a lavorare da Bell, che è ostile alla rivolta della Comune. Finito sotto controllo della polizia politica, Zola è stato arrestato il 20 marzo e rilasciato il 21. Il 18 è stata proclamata la Comune di Parigi. Nel mese di aprile scrive contro la soppressione di alcuni giornali e, sotto pericolo di arresto, Zola fugge attraverso Saint-Denis, sotto il controllo dei Prussiani, e si rifugiò in Bennecourt. Gli Zola tornano a Parigi alla fine di maggio, dopo la Settimana sanguinante e l'abbattimento della Comune. Benché perplesso sui metodi della Comune, non ne fu completamente contrariato. Nel 1898 interviene con passione nell'affare Dreyfus[nota 2] in difesa dell'accusato, il capitano Alfred Dreyfus[nota 2].