lunedì 29 luglio 2019

02-14-RO06 – Henri ROCHEFORT

HENRI ROCHEFORT
 
Henri Rochefort fotografato da Felix Nadar 

Victor Henri Rochefort, marchese di Rochefort-Luçay, meglio conosciuto con il nome di Henri Rochefort, è nato a Parigi il 30 gennaio 1831, è stato un letterato, giornalista e politico francese. Henri Rochefort era figlio di Claude-Louis-Marie de Rochefort-Luçay (1790-1871), un nobile decaduto che aveva acquistato una certa rinomanza come autore di vaudeville con lo pseudonimo di Armand Rochefort.


Il giornalista

L’esordio

Ottenuta la maturità liceale nel 1849, divenne un ammiratore di Victor Hugo e abbandonò presto gli studi medici cui lo destinò suo padre. Iniziò a lavorare come impiegato presso l'Hôtel de Ville, il Municipio di Parigi, che gli permetteva di avere abbastanza tempo libero per affinare il suo stile di scrittore.
Si dedicò rapidamente al giornalismo, fondando con Jules Vallès Chronique parisienne, che durò solo pochi numeri. Nel 1856 lavorò al giornale satirico illustrato Le Charivari (di orientamento repubblicano e anticlericale) come responsabile della rubrica di teatro. Nel 1858 pubblicò con lo pseudonimo di Eugène de Mirecourt il romanzo La Marquise de Courcelles. Nonostante una promozione ottenuta nel 1860, si dimise dal Municipio di Parigi, non appena i suoi guadagni letterari gli permisero di farlo. Tra il 1860 e il 1866 scrisse numerose opere narrative e teatrali, oggi completamente dimenticate.
Riprendendo gradualmente alla scrittura politica nel Charivari, la sua carriera di giornalista iniziava a progredire costantemente. Nel 1863 contribuì anche a un altro giornale satirico: Le Nain jaune. Attorno al 1865 iniziò a collaborare con L'Événement (fondato a Parigi il 1° agosto 1848 da Victor Hugo) e con Le Figaro[1]. A quel tempo, la stampa era strettamente controllata, le Figaro non aveva ancora pagato la cauzione che gli permetteva di affrontare le questioni politiche. Henri Rochefort si limitò quindi alla rubrica letteraria, omettendo di fornire i pezzi scritti sul duca Charles de Morny[2] o di dichiarare la sua ammirazione per l'Hugo in esilio. Ha lasciato Le Figaro per unirsi a Le Soleil prima di tornare a Le Figaro con uno stipendio quadruplicato. Il tono di Henri Rochefort non fu tollerato a lungo dall'Impero, una serie di suoi articoli con violenti attacchi al regime bonapartista, pubblicati in seguito nel volume Les français de la décadence (3 voll., 1866-1868), lo portarono in rotta di collisione con le autorità francesi e, dopo l'intervento del governo, fu allontanato da Le Figaro (1868).

Henri Rochefort nei giorni di La Lanterne

La legge sulla stampa iniziò a diventare più liberale, Rochefort fondò allora il proprio settimanale satirico La Lanterne (il primo numero uscì il 31 maggio 1868) e accentuò la polemica politica. Del primo numero vennero stampate 15.000 copie, fu necessario stampare copie supplementari per raggiungere i 100.000 vendute. L'editoriale del primo numero rimarrà famoso: "La Francia ha 36 milioni di soggetti [sudditi NDR], senza contare i soggetti [argomenti NDR] di malcontento ...". L'indifferenza mostrata dal potere non resistette a lungo al successo del giornale, perché Rochefort non conosceva alcuna misura; egli ha anche scritto: "La statua equestre di Napoleone III, rappresentato in Cesare, ho detto nel mio ultimo numero, è opera del signor Barye. Sappiamo che il signor Barye è dei nostri più famosi scultori di animali". La Lanterne venne tuttavia soppresso dopo l'undicesima uscita e nell'agosto 1868 Rochefort venne condannato a un anno di carcere e alla multa di 10.000 franchi. Rifugiatosi a Bruxelles, Rochefort poi si unì, con l'altro nemico del «Piccolo Napoleone»: Victor Hugo, rifugiatosi lì già da diversi mesi.
Nella città belga riprese le pubblicazioni de La Lanterne che, stampato in francese, inglese, spagnolo, italiano e tedesco, veniva poi spedito clandestinamente in tutta Europa. Protetto dal suo esilio, Rochefort adottò un tono più aspro nella critica dell'Impero. Una serie di duelli, il più famoso dei quali fu quello fatto con il portavoce del partito bonapartista Paul de Cassagnac[3] a proposito di un articolo su Giovanna d'Arco, mantennero viva l'attenzione dell'opinione pubblica su Rochefort.
Il nemico giurato del bonapartista fu richiesto dagli elettori parigini nelle elezioni della Chambre des députés francese del 1869, ma è stato sconfitto da Jules Favre (votato dai bonapartisti). Nel mese di novembre però eletto, per il primo arrondissement di Parigi, al seggio lasciato vacante da Léon Gambetta.


Ritornato in Francia riprese l'attività pubblicistica contro il Secondo Impero attraverso un nuovo giornale, La Marseillaise, il cui primo numero uscì il 19 dicembre 1869. La Marseillaise fu co-creato con Lissagaray e vi collaborarono anche Eugène Varlin, Jules Vallès, Paschal Grousset e Victor Noir. Una serie di articoli violenti contro il governo da parte di Noir e Grousset portarono alla morte dello stesso Noir, ucciso dal principe Pierre Bonaparte (10 gennaio 1870), alla soppressione de La Marseillaise e alla condanna di Rochefort e Grousset. Il funerale di Noir, tenutosi il 12 gennaio, fu seguito da circa 200.000 persone in collera. Secondo Rochefort, quel giorno era il momento opportuno di rovesciare l'Impero.
Il governo riuscì a revocare l'immunità parlamentare del deputato e, nel processo, ottenne la sua condanna a sei mesi di prigione. Venne portato al carcere  di Sainte-Pélagie, dove era piuttosto ben trattato e potè continuare a scrivere per La Marsigliese e discutere con i suoi compagni detenuti, Pasquale Grousset e Olivier Pain. Era rinchiuso in cella quando venne a sapere della dichiarazione di guerra alla Prussia. Per patriottismo e con prudenza, sperava in una prossima liberazione; smise di scrivere gli articoli per la Marsigliese, e quelli già scritti preferì tenerli con se in prigione.


Attivista repubblicano

La Repubblica

La pena non fu scontata interamente perché nel frattempo la caduta di Napoleone III e la rivoluzione del 4 settembre portarono alla liberazione dei repubblicani. Rochefort venne rilasciato proprio quel giorno e fu portato in trionfo presso il governo provvisorio che risiedeva all'Hôtel de Ville.
Il governo di Difesa nazionale era composto esclusivamente da deputati di Parigi o deputati che sono stati eletti a Parigi, ma scelti in un altro dipartimento (Gambetta, Jules Simon[4]). Era giusto, quindi, che Henri Rochefort fosse un membro del governo di Difesa nazionale. Furono eletti anche i due generali Louis-Jules Trochu e Adolphe Le Flô[5], considerati dai repubblicani moderati come anti-bonapartisti. In realtà, gli elettori di Rochefort furono felici di vederlo al governo perché era considerato il garante dell’estrema sinistra .
Rochefort divenne membro del Comitato Centrale della Guardia Nazionale ma, dopo i moti del 31 ottobre, si trovò di nuovo di fronte a una situazione critica, la vicinanza alle forze moderate fu presto interrotta a causa delle sue aperte simpatie verso coloro che chiedevano la nascita della Comune, così si dimise e si allontanò dalla vita politica fino al gennaio 1871 preferendo frequentare degli amici come l'editore Hetzel[6] o Edmond Adam[7] e sua moglie Juliette Adam. L'armistizio tra Francia e Prussia del 28 gennaio, che egli rifiutò, e l'annuncio delle elezioni per inizio di febbraio gli fecero riprendere in mano la penna con la creazione del giornale Le Mot d'ordre (La Parola d’Ordine). L’8 febbraio venne eletto all’Assemblea nazionale (con sede a Bordeaux[8] perché Parigi assediata). Con una forte maggioranza di monarchici, l'Assemblea si trovò a dover affrontare un problema essenziale, porre fine all'occupazione prussiana, conseguente alla guerra franco-prussiana, supportando l'armistizio con i prussiani e l’assedio di Parigi. Per quest’atteggiamento Rochefort, nel marzo 1871, si dimise dall'Assemblea nazionale, assieme a pochi altri deputati, per non sottoscrivere lo smembramento territoriale della Francia

Henri Rochefort ritratto da Gustave Courbet (Museo di Versailles)

Ritornò troppo tardi a Parigi per assistere agli inizi della Comune. Il suo atteggiamento diventò più complesso. Senza credere nella vittoria, rifiutò la sconfitta. Senza condannare la Comune, egli la sostenne sempre meno, e ne fu sempre più critico. Nel giornale Le Mot d'ordre le critiche verso Adolphe Thiers e Versailles erano vive, ma i Comunardi, tra cui i suoi ex amici, come Paschal Grousset, non furono risparmiati.
L'11 maggio 1871 fuggì da Parigi assediata. Arrestato a Meaux[9], per ordine del governo di Versailles fu dapprima rinchiuso in un forte, poi condannato da un tribunale militare, in un processo che ha avuto luogo nel mese di settembre, al carcere a vita e, nonostante le proteste dell'opinione pubblica e di intellettuali come Victor Hugo, alla deportazione in Nuova Caledonia. Il tentativo degli intellettuali ottenne i suoi frutti, riuscirono ad arrivare a Thiers che si impegnò a proteggere Rochefort.


Armand Gautier, Henri Rochefort in prigione (1871)
La prigione

Dapprima internato nel carcere Saint-Pierre a Versailles, Rochefort venne inviato a Fort Boyard dove ritrovò Paschal Grousset. Le prime deportazioni ebbero luogo a maggio, e nel mese di giugno, Rochefort vide partire per la deportazione i suoi compagni Grousset, Pain e Jourde. Lui venne trasferito all’Oléron[10] dove venne a scoprire il destino di un gruppo di insorti algerini arrestati nel 1871 durante la rivolta di Mokrani[11] che ben presto divenne la Kabilia[12] del Pacifico. Sempre grazie all'intervento dei suoi influenti amici massoni provenienti da fuori, Rochefort fu trasferito a Saint-Martin-de-Ré[13] dove riuscì scrivere un romanzo. Gli fu anche permesso di sposare la madre dei suoi figli gravemente malati. Nel gennaio 1873, Rochefort vide deportare anche Achille Ballière.

Édouard Manet, La fuga di Rochefort (1880-81) Museo d'Orsay diParigi)
La deportazione a Noumea

Le dimissioni di Thiers fecero rimuovere tutte le protezioni a Rochefort. Nonostante l'insistenza di Victor Hugo che scrisse al duca de Broglie[14], la deportazione divenne inevitabile e l’8 agosto, Rochefort si trovò a bordo della Virginia, nello stesso convoglio con Louise Michel, con la quale scambiò delle poesie. Soffrendo di mal di mare durante tutto il viaggio, Rochefort è stato ben trattato dal capitano Launay e dal medico di bordo Perlié che prestava particolare attenzione alla salute dei deportati.
Arrivato l’8 dicembre del 1873 a Noumea, in Nuova Caledonia, Rochefort, come tutti i deportati, approdò alla penisola di Ducos. Volle alloggiare nelle capanne di Paschal Grousset e Olivier Pain alfine di preparare con i suoi compagni un’evasione le cui linee guida erano state decretate a Parigi con gli amici del giornalista, massoni come lui; e fu grazie al supporto logistico di massoni australiani che la fuga di Rochefort con cinque detenuti Comunardi ebbe successo.

La fuga

Il 19 marzo 1874 al calar della notte, Rochefort Grousset e Pain raggiunsero a nuoto l'isola di Kuauri che non era sorvegliata. I deportati liberi Charles Bastien, Achille Ballière e François Jourde li presero a bordo di una barca per raggiungere il P.C.E. («Peace, Comfort, Ease»), una nave britannica che salpò il giorno successivo per Newcastle in Australia. La fuga di Rochefort ispirò un famoso dipinto di Édouard Manet[15].
Nonostante alcune difficoltà, la fuga riuscì e i sei fuggitivi arrivano in Australia il 27 marzo. Rochefort si prodigò di avvertire Edmond Adam[7] che lanciò una sottoscrizione per le spese di retribuzione e per finanziare il ritorno degli evasi in Europa. Olivier Pain e Rochefort scelsero di ritornare al più presto il Regno Unito attraverso l'America.
Così si imbarcarono sul Cyphrénès con cui Jourde e Achille Ballière fecero scalo alle Fiji. Da lì si imbarcarono verso San Francisco, dove poi raggiunsero New York, dove Rochefort accettò la richiesta del New York Herald a raccontare l’esperienza della deportazione. Rochefort e Pain, infine, raggiungere Londra il 18 giugno del 1874 dove vennero accolti dagli esuli Comunardi.
Questa fu l'unica fuga nella storia, avvenuta con successo, della colonia penale della Nuova Caledonia.


Il ritorno trionfante e la caduta

L’Intransigeant[16]

Dopo una sosta a Londra Rochefort si stabilì a Ginevra, dove riprese a pubblicare La Lanterne e a scrivere articoli per giornali francesi. Diede origine all'utilizzo del termine «opportunista» per riferirsi ai deputati, in particolare Léon Gambetta, che attesero il "momento giusto" per votare l'amnistia per i Comunardi. Questa fu finalmente votata l’11 Luglio 1880, così Rochefort fu in grado di tornare in Francia.
A Parigi fondò un nuovo giornale, L'Intransigeant, di tendenze radicali e socialiste, il cui primo numero apparve nelle edicole, con il supporto finanziario del finanziere e giornalista francese Eugene Mayer, il 14 luglio anniversario della presa della Bastiglia ed ebbe un immediato successo.
Questo nuovo giornale ebbe un grande successo che permise a Rochefort di assumere molti ex deportati Comunardi. L'Intransigeant fu la voce dei vecchi Comunardi, ma ben presto fu vittima di una campagna mediatica.
La sua assenza ai funerali di Albert Joly (1844-1880, suo avvocato difensore nel processo contro i Comunardi nel 1871) fornì l’occasione agli avversari di accusare Rochefort di ingratitudine. Si parlò dei 25.000 franchi francesi della sottoscrizione che Rochefort non gli rimborsò e che distribuì tra i evasi. Dei suoi amici come Paschal Grousset o Henry Bauër contestarono oltre i ruoli che Rochefort ebbe nella deportazione e nella fuga, ma anche l'impegno di Rochefort nel boulangismo[17] che sigillerà la rottura con i suoi vecchi amici.

Il nazionalismo: il boulangista e l’antidreyfussiano

Per un breve periodo, fra il 1885 e il 1886, Rochefort sedette nella Camera dei Deputati; ma Henri Rochefort a poco a poco si avvicinò al generale Georges Boulanger[18] e all'estrema destra. Si unì al Comitato repubblicano di protesta nazionale e al Comitato direttivo della Lega dei patrioti nel 1888. Diventò uno dei più forti sostenitori del boulangismo[17] sia intellettualmente che finanziariamente. La sua attività a favore di Boulanger[18] gli procurò una nuova condanna al carcere a vita (1889); riuscì a evitare la reclusione riparando in tempo a Londra, dove vi si era recato seguendo il generale Boulanger[18] nel suo esilio, prima a Bruxelles e poi a Londra, da dove continuò a collaborare al suo giornale.
Ritornò a Parigi, grazie a una nuova amnistia, nel 1895, due anni prima che scoppiasse l'affare Dreyfus[19], lo scandalo politico più importante in Francia sul finire del XIX secolo. Da allora in avanti si troverà tuttavia nel campo opposto a quello a cui aveva militato in passato: nel caso dell'affare Dreyfus[19] fu infatti alla guida della campagna contro Alfred Dreyfus[19] a fianco di antisemiti come Édouard Drumont[20] e Hubert-Joseph Henry[21]; negli ultimi tempi, sempre più su posizioni filo-bulangiste, fu direttore del quotidiano nazionalista La Patrie.

L'isolamento sociale

Già, sotto l'affare Dreyfus[19], la sua impopolarità era ben avviata nelle classi popolari. Presto, non poté più onorare il Muro dei federati senza subire i fischi dei parigini. Continuò senza sosta la sua attività di polemico e, senza molto buonsenso, condusse battaglie contrastanti con le quali arrivava spesso all'insulto. È morto ad Aix-les-Bains[22] il 1° luglio 1913, e nonostante tutto, domenica 6 luglio, il suo funerale civile ha avuto luogo nel cimitero di Montmartre accompagnato da una folla enorme di parigini riuniti attorno al Place Clichy e alla presenza di numerose personalità.

Iconografia

Henri Rochefort è stato oggetto di un gran numero di ritratti e caricature.
Nella pittura: un suo ritratto è stato dipinto da Gustave Courbet nel 1874 (Museo di Versailles) e Edouard Manet nel 1881 (Amburgo, Kunsthalle). Quest'ultimo ha fatto due dipinti del sua evasione, con altri cinque Comunardi, in barca (baleniera) della Nuova Caledonia nel 1873. Uno è un olio su tela dal 1881 e conservato a Parigi, al Musée d'Orsay, e l’altro datato 1880-1881 (museo Kunsthaus Zurigo). Manet incontrò Rochefort nel dicembre 1880 dopo aver letto la storia della sua fuga. Fece arrivare una baleniera nel suo studio per le esigenze di realismo.
Nella scultura: un busto è opera di Jules Dalou[23] eseguito nel 1888 (bronzo Musée d'Orsay a Parigi) e uno di Auguste Rodin[24] tra il 1884 e il 1890 (Parigi, Musée d'Orsay e Museo Rodin).

Henri Rochefort fotografato da Alfred Roll (1897
Edouard Manet , La fuga di Rochefort ( 1881 ),
Kunsthaus Zurich
Jules Dalou busto di Henri Rochefort
1888, Museo D'Orsay (Parigi)
Auguste Rodin busto di Henri Rochefort
1888, Museo D'Orsay (Parigi)
Tomba di Henri Rochefort
(cimitero di Montmartre, divisione 17)
Rochefort in una foto di Nadar del 1900 circa


Su Henri Rochefort



Opere

Romanzi, opere di narrativa, saggi

·         Les petits mystères de l'Hôtel des ventes (1862)
·         L'évadé, roman canaque (1880)
·         Madmoiselle Bismark : roman parisien (1881, Gallica)
·         Les dépravés (1882)
·         La malaria : étude sociale (1887)
·         Les aventures de ma vie (1896)


Raccolte di articoli

·         Les français de la décadence (1866)
·         La grande Bohême (1867, Google books)
·         Les signes du temps (1868, Google books)
·         Mes treize premières lanternes (1868, Google books)
·         La Lanterne (1870)
·         Napoléon dernier (1880)
·         Retour de la nouvelle Caledonie : De Noumea en Europe (1881)


Opere teatrali

·         Je suis mon fils, commedia-vaudeville in un atto, Théâtre du Palais-Royal (4 febbraio 1860)
·         Le petit cousin, operetta in un atto, Bouffes-Parisiens (1860)
·         Les roueries d'une ingénue, vaudeville in 3 atti, Théâtre du Vaudeville (1861)
·         Une martingale, vaudeville in un atto, Théâtre des Variétés (6 aprile 1862)
·         Un premier avril, operetta in 1 atto, Bouffes-Parisiens
·         Un homme du Sud, à-propos burlesque, Théâtre du Palais-Royal (31 agosto 1862)
·         'Les bienfaits de champavet, commedia-vaudeville in un atto, Théâtre des Délassements-Comiques (30 maggio 1862
·         Nos petites faiblesses, vaudeville in 2 atti, Théâtre des Variétés (18 novembre 1862)
·         Les Secrets du Grand Albert, commedia in 2 atti, Théâtre des Variétés (31 gennaio 1863)
·         La Vieillesse de Brindidi, pièce in un atto, Théâtre des Variétés (1864)
·         Sauvé, mon Dieu!, vaudeville in un atto, Théâtre du Vaudeville (1865)
·         La tribu des Rousses, vaudeville in un atto (1865)
·         La Foire aux grotesques, pièce in 2 atti, Théâtre du Palais-Royal (1866)
·         La Confession d'un enfant du siècle, commedia in 1 atto, Théâtre du Vaudeville (1866)



[1] Le Figaro è un quotidiano francese, il più longevo fra quelli ancora in pubblicazione. Fu fondato nel 1826 sotto Carlo X; prese il nome dal personaggio della trilogia di Beaumarchais (Le nozze di Figaro, Il barbiere di Siviglia, La madre colpevole). Nel 2011 è stato il più diffuso quotidiano francese, con 320.000 copie di vendita media.
[2] Charles Auguste Louis Joseph de Morny, 1° Duca de Morny, era il figlio naturale di Ortensia Beauharnais (la moglie di Luigi Bonaparte e regina d'Olanda) e di Charles Joseph, conte de Flahaut, e perciò fratellastro di Napoleone III.
[3] Paul Adolphe Marie Prosper Granier de Cassagnac, dit Paul de Cassagnac, (Parigi, 1842 - Saint-Viâtre, 1904) è un giornalista politico, un deputato bonapartista dell'estrema destra e un duellatore francese. Inarrestabile nemico della Repubblica, è l'inventore del soprannome dispregiativo La Gueuse che designa la Repubblica, soprannome successivamente ripreso dai realisti di Action française. Nel 1866, entrò nel quotidiano Pays, diretto da suo padre, e divenne il suo editore nel 1867. Le sue controversie gli valsero vari duelli, tra cui: con la pistola con Henri Rochefort (ferito) e con la spada con Prosper-Olivier Lissagaray, direttore di l'Avenir (settembre 1868). Durante quest'ultimo combattimento, Lissagaray ricevette diverse ferite, la prima fu tra il pollice e l'indice dato che aveva rifiutato il guanto; la seconda fu nel petto, che lo costrinse a letto per un mese. Appena guarito, rimandò i suoi testimoni da Cassagnac per riprendere il duello. Quest'ultimo rispose: "No signore! Sono stato in grado di essere il suo avversario, detesto diventare il suo macellaio ..." Per questo duello, Cassagnac nevve condannato a 6 giorni di prigione e i 4 testimoni a 50 franchi di multa. Nel luglio 1869, affrontò Gustave Flourens, ferito allo stomaco dopo il duello.
[4] Jules François Simon (Lorient, 27 dicembre 1814 – Parigi, 8 giugno 1896) è stato un politico francese. È stato il primo ministro della Francia dal 12 dicembre 1876 al 17 maggio 1877. Fu membro della Massoneria, essendo stato iniziato il 3 luglio 1870 nella loggia Le Réveil maçonnique di Boulogne-sur-Seine, appartenente al Grande Oriente di Francia. Durante la guerra del 1870, divenne ministro della pubblica istruzione, del culto e delle belle arti del governo provvisorio il giorno dopo il 4 settembre 1870.
[5] Adolphe Le Flô [Lesneven (Finistère) 2 novembre 1804 - castello di Nec'hoat (Ploujean vicino a Morlaix) 16 novembre 1887], è stato un generale e politico francese. All'inizio delle ostilità con la Prussia, chiese di essere reintegrato nell'esercito, ma il Ministro della Guerra rifiutò. Ma dopo la caduta dell'Impero e l'annuncio della Terza Repubblica, e nonostante le sue famigerate convinzioni orleaniste, il governo della Difesa Nazionale lo nominò Ministro della Guerra. Sostituito nell'esercito come generale di divisione, Le  Flô fu incaricato di armare l'esercito attivo e la Guardia Nazionale. Durante l'assedio della capitale, gli furono concessi diversi progetti di attacco ai prussiani, che tuttavia non ebbero alcun effetto. Il 19 febbraio 1871, Thiers lo mantenne nelle sue funzioni di ministro della guerra del governo, che lo assecondò nella sua lotta contro la Comune. Si dimise nel giugno 1871, dopo l'assedio di Parigi da parte di Versaillais e della Settimana sanguinante.
[6] Pierre Jules Hetzel (Chartres, 15 gennaio 1814 – Monte Carlo, 17 marzo 1886) è stato un editore francese, molto noto anche come redattore. È principalmente conosciuto per le sue straordinarie illustrazioni dei romanzi di Jules Verne, che sono grandemente apprezzati dai collezionisti di oggi. Hetzel fu anche l'editore principale di Victor Hugo.
[7] Edmond Adam [Bec-Hellouin (Eure) 19 novembre 1816 - Parigi, 14 giugno 1877] è un anziano politico repubblicano francese del XIX secolo. Consigliere di Stato, ha rassegnato le dimissioni e si è opposto al Secondo Impero. Sotto la Terza Repubblica, fu primo prefetto di polizia nel 1870, poi vice senatore inamovibile.
[8] Capoluogo del dipartimento della Gironda e della regione della Nuova Aquitania.
[9] Sottoprefettura nel dipartimento della Senna e Marna, nella regione dell'Île-de-France.
[10] Un'isola della costa atlantica della Francia di fronte a Rochefort [Rochefort, non l’Henri di cui trattando porlando ma l’arrondissement dipartimentale della Francia situato nel dipartimento della Charente Marittima).
[11] La rivolta di Mokrani, conosciuta localmente come Unfaq urrumi, ("la guerra francese"), che scoppiò il 16 marzo 1871, fu la più importante rivolta locale contro il potere coloniale francese in Algeria dalla conquista nel 1830: più di 250 tribù, circa un terzo della popolazione del paese, sorsero. Fu guidata dai Kabili (popolo berbero e un gruppo etnico originario della Kabylia nel nord dell'Algeria) dei monti Biban comandati da Cheikh Mokrani e suo fratello Boumezrag, così come Cheikh El Haddad, capo della confraternita religiosa di Rahmaniyya.
[12] Regione dell'Algeria, che ha inizio a un centinaio di chilometri a est di Algeri.
[13] Nel dipartimento della Charente Marittima nella regione della Nuova Aquitania.
[14] Jacques Victor Albert de Broglie, duca di Broglie (Parigi, 13 giugno 1821 – Parigi, 19 gennaio 1901) è stato un politico francese. È stato il Primo Ministro della Francia tre volte: la prima dal 25 maggio al 26 novembre 1873, la seconda dal 26 novembre 1873 al 22 maggio 1874 e la terza dal 17 maggio al 23 novembre 1877. Fu il nonno di Louis de Broglie, premio Nobel per la fisica.
[15] L’Evasione di Rochefort (L'Évasion de Rochefort) è un dipinto a olio su tela realizzato nel dicembre 1880, in vista del Salon del 1881, dal pittore Pre-impressionista francese Édouard Manet, poco prima della sua morte. L'opera è un omaggio al critico antimperiale Henri Rochefort e alla sua fuga da una colonia penale in Nuova Caledonia. Tuttavia, la tela pone meno l'accento sugli occupanti della barca piuttosto di quanto non faccia col mare che li circonda, minaccioso e rabbioso. Questo a presagire la sorte dei fuggitivi, che annegheranno durante il naufragio della nave. In questa versione si può riconoscere Rochefort che regge il timone della baleniera. Manet dipinse una seconda versione dell'opera (attualmente conservata al Museo d'Orsay di Parigi) in cui si può distinguere a malapena un Rochefort senza alcun ruolo particolare: la baleniera è diventata una barca sperduta in un mare nettamente più calmo, che è la componente essenziale del dipinto.
[16] L'Intransigeant era un quotidiano francese, fondato a Parigi nel luglio 1880 da Eugène Mayer, direttore di La Lanterne, e da Henri Rochefort, che divenne il suo primo editore. Inizialmente un giornale di opposizione di sinistra, fu stampato in circa 70.000 copie quando fu creato nel 1880 e formato da 4 pagine vendute per 5 centesimi Si spostò verso destra durante l'affare Boulanger (Rochefort sostenne Boulanger) e divenne un importante giornale di destra negli anni '20. evolvendosi rapidamente verso posizioni nazionaliste. Nel 1898, partecipò al coro della stampa antisemita ostile a Dreyfus. L'Instransigeant cessò la pubblicazione l'11 giugno 1940, dopo la debacle del 40 giugno. Conobbe una breve ricomparsa, dal 13 maggio 1947, con Paul Gordeaux , direttore. Il titolo fu assorbito il 30 settembre 1948 da Paris-Presse, che prese il titolo Paris Presse, L'Intransigeant. A sua volta, questo titolo fu assorbito da France-Soir nel 1970.
[17] Movimento politico francese, a carattere nazionalista, che, nella Terza Repubblica, ebbe a capo il generale G.-E. Boulanger[nota 18] (1837-1891), da cui prese il nome.
[18] Georges-Ernest-Jean-Marie Boulanger, generale e uomo politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837, morto a Bruxelles il 30 settembre 1891. Si presentò come candidato alla deputazione nel dipartimento del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma elettorale aveva propugnata la revisione della costituzione del 1875. Malgrado l'appoggio di partiti filo monarchici e bonapartisti, la sua proposta di revisione fu respinta dalla camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida coalizione che lo sosteneva risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati, che furono spinti a riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime. L'allarme divenne più forte quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di Boulanger, nominandolo deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose il suo proposito d'aspirare alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più una semplice tappa verso la restaurazione della monarchia. Il ministro dell'Interno, Constant, iniziò silenziosamente una procedura giudiziaria, imputando del delitto di alto tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un tratto dal panico, fuggì a Bruxelles il 1° aprile 1889.
[19] Alfred Dreyfus (Mulhouse, 9 ottobre 1859 – Parigi, 12 luglio 1935) è stato un militare francese. Nel 1871 la Francia era reduce dalla sconfitta subita nella guerra Franco-Prussiana, ed i rapporti interni erano ancora tesi. Nonostante il processo si basasse su documenti palesemente falsi, Dreyfus fu condannato quale estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco in cui venivano rivelate importanti informazioni militari francesi. Nonostante l'esplodere del caso, Dreyfus non fu interamente riabilitato prima del luglio 1906, grazie a un verdetto della Corte di Cassazione.
[20] Edouard Drumont (Parigi il 3 maggio 1844 - Parigi 3 febbraio 1917) è stato un giornalista, scrittore, polemista e politico francese. Fondatore del quotidiano La Libre Parole, antidreyfussiano, nazionalista ed antisemita, è stato il creatore, con il Marchese de Morès, della Lega nazionale antisemita francese. Deputato ad Algeri dal 1898 al 1902,fu una delle figure storiche di spicco dell'antisemitismo in Francia.
[21] Hubert Joseph Henry (Pogny, 2 giugno 1846 – Parigi, 31 agosto 1898) è stato un militare francese; fu il principale accusatore del capitano Alfred Dreyfus in quello che è stato poi conosciuto come affare Dreyfus. Accusato di aver falsificato dei documenti, e incarcerato nella prigione militare di Mont-Valerien, fu trovato morto il giorno dopo l'arresto, con la gola tagliata. La sua fine fu attribuita a un suicidio, ma molti sospettarono un omicidio.
[22] Nel dipartimento della Savoia della regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi.
[23] Aimé-Jules Dalou (31 dicembre 1838, a Parigi - 15 aprile 1902, a Parigi) era uno scultore francese, riconosciuto come uno dei più brillanti virtuosi della Francia del diciannovesimo secolo, ammirato per la sua percettività, esecuzione e realismo senza pretese.
[24] François Auguste René Rodin (12 novembre 1840 - 17 novembre 1917) era uno scultore francese. Sebbene Rodin sia generalmente considerato il capostipite della scultura moderna, non ha deciso di ribellarsi al passato. Tradizionalmente, aveva un approccio artigianale al suo lavoro e desiderava il riconoscimento accademico, sebbene non fosse mai stato accettato nella principale scuola d'arte di Parigi.