DECRETO DEGLI OSTAGGI
Dopo gli omicidi di Flourens, Duval
e molte altre guardie nazionali, che hanno causato grande dolore e non meno
grande indignazione, la Comune votò all'unanimità,
nella sua seduta del 5
aprile,
il decreto detto «degli ostaggi», redatto da Eugène
Protot
e proposto da Charles
Delescluze. I cittadini e le cittadine che bruciarono la ghigliottina
in piazza Voltaire la mattina del 6 aprile avevano potuto leggere questo
decreto sui giornali del mattino.
Il testo è il seguente:
Decreto degli
ostaggi
Comune di
Parigi
2 pratile anno
79
La Comune di
Parigi,
Considerando
che il governo di Versailles calpesta apertamente i diritti dell'umanità come
quelli della guerra, che si è reso colpevole di orrori di cui non si sono
nemmeno macchiati gli invasori del suolo francese;
Considerando
che i rappresentanti della Comune di Parigi hanno il dovere imperioso di
difendere l'onore e la vita di due milioni di abitanti, che hanno consegnato
nelle loro mani la cura dei loro destini, che occorre prendere in tempo tutte
le misure necessarie a tale situazione;
Considerando
che i politici e i magistrati della città devono conciliare la salvezza comune
con il rispetto delle libertà civili;
Decreta:
Art.
1. - Ogni persona, accusata di complicità con il governo di Versailles, sarà
immediatamente accusata e incarcerata;
Art.
2. - Una giuria d'accusa sarà istituita entro 24 ore per conoscere dei crimini
che le sono deferiti;
Art.
3. - La giuria delibera entro quarantotto ore;
Art.
4. - Tutti gli imputati, trattenuti dal verdetto della giuria d'accusa, saranno
ostaggi del popolo di Parigi;
Art.
5. - Ogni esecuzione di un prigioniero di guerra o di un sostenitore del governo
regolare del Comune di Parigi sarà immediatamente seguita dall'esecuzione di un
numero triplo degli ostaggi detenuti in virtù dell'articolo 4, che saranno
designati a sorte;
Arte.
6. - Ogni prigioniero di guerra sarà portato davanti alla giuria d'accusa, che
deciderà che sarà immediatamente rilasciato o tenuto in ostaggio.
Questo decreto è stato un cattivo «colpo» politico:
Fu inutile. Per esempio, Thiers non ha fatto votare
dall'Assemblea di Versailles alcun decreto che ordinava l'assassinio dei prigionieri.
L'applicazione fornì dei martiri alla reazione.
In ogni caso, non venne mai applicato. Quando degli
«ostaggi» vennero giustiziati, nel
corso della Settimana
sanguinante, non fu né dalla Comune né venne applicato questo decreto.
Non ha salvato nessun prigioniero
federato.
Provocò le dimissioni di altri due membri della Comune, Arthur
Ranc
ed Ernest
Lefèvre.
Arthur Arnould, nel suo libro Histoire
populaire et parlementaire de la Commune de Paris, scrisse:
«Le dimissioni dei cittadini Ranc
e Loiseau-Pinson[1] ebbe inoltre
questa gravità che, ritirandosi, trascinarono con sé questa parte della borghesia
repubblicana ed anche rivoluzionaria, fino ad un certo punto, che sarebbe stato
il nostro miglior scudo contro le calunnie di Versailles e le atrocità
sanguinarie della reazione. Ancora
una volta, il popolo rimase solo, o più o meno, di fronte a difficoltà
spaventose e nemici implacabili, come era rimasto solo nel giugno 1848».
[1] Charles Loiseau-Pinson è stato
eletto alla Comune con 6.932 voti nel 2°
arrondissement su 11.143 elettori. Il 29 marzo si è seduto nel comitato del
lavoro e dei cambi, ma si è dimesso il 31 marzo, non senza aver avanzato il 28
marzo la seguente proposta: "La pena di morte è abolita in tutte le
questioni”.