ARTHUR RANC
Arthur Ranc è nato a Poitiers[1]
il 20 febbraio 1831, ed è stato un giornalista, saggista e politico francese.
Repubblicano radicale e rivoluzionario, per breve tempo fece parte del Consiglio
della Comune di Parigi. Fu poi deputato e senatore della III Repubblica.
Studiò diritto a Parigi e nel
dicembre del 1851 ha combattuto sulle barricate per opporsi al colpo
di Stato di Luigi
Napoleone Bonaparte. Fu intermediario tra Auguste
Blanqui e Giuseppe Mazzini[2],
il che gli valse la condanna ad un anno di carcere per appartenenza ad una
società segreta. Coinvolto in una cospirazione, venne condannato alla
deportazione a Lambessa, in Algeria, nel 1854. Riuscì a fuggire e raggiungere
prima l'Italia e poi la Svizzera. Rientrato a Parigi a seguito dell'amnistia del
1859, collaborò al giornale repubblicano Le Réveil
di Charles
Delescluze e a La Rue di Jules
Vallès. Subì nuove ammende e condanne al carcere per «istigazione alla
guerra civile».
Alla proclamazione
della Repubblica, il 4
settembre 1870, fu eletto sindaco del 9°
arrondissement di Parigi e durante l'assedio
della capitale fu con Léon
Gambetta nella delegazione del Governo
della Difesa Nazionale di Tours[3].
L'8 febbraio 1871 fu eletto all'Assemblea Nazionale ma diede le dimissioni il 2
marzo per protesta contro la firma dei preliminari di pace con la Germania. Il 26
marzo fu eletto al Coniglio
della Comune da parte del nono
arrondissement, ma diede le dimissioni il 6
aprile per protesta contro il decreto sugli ostaggi appena approvato dalla Comune.
Membro della Ligue d'union
républicaine des droits de Paris (Lega
dell’unione repubblicana dei diritti di Parigi), fu tra quei
«conciliatori» che cercarono un accordo tra Versailles
e la Comune.
Dopo la Settimana
sanguinante e la caduta della Comune non
fu disturbato, e si presentò alle lezioni municipali del 30 luglio con il suo
amico Clemenceau.
È stato eletto, ma di fronte agli attacchi della stampa di Versailles
fuggì in Svizzera, mentre la corte
marziale lo condannava a morte in contumacia nell'ottobre del 1873.
Tornò in Francia con l'amnistia
del 1880 e fu eletto deputato repubblicano alle elezioni del 4 settembre
1881, e divenne anche presidente del Consiglio dei ministri, opponendosi alla
separazione tra Stato e Chiesa. Non fu rieletto nel 1885. Si oppose al
boulangismo[4],
fondando con Georges
Clemenceau e Jules Joffrin la Société des Droits de l'Homme et du
Citoyen (Società dei diritti
dell'uomo e del cittadino)[5]
contro il cesarismo e il plebiscito del generale Boulanger[6].
Nel 1891 fu eletto senatore e
nel 1892 divenne il primo presidente della Sinistra Democratica, il più antico
gruppo parlamentare francese, mantenendo la carica fino al 1893, quando gli
succedette Émile Combes[7].
Non rieletto nelle elezioni del 1900, riuscì a farsi rieleggere come senatore
della Corsica il 15 febbraio 1903, e nel 1905, quando Clemenceau
fu nominato presidente del Consiglio, gli succedette nella direzione del
quotidiano L'Aurore.
È morto a Parigi, il 10 agosto
1908, ed è sepolto al Père Lachaise.
[1] Nel
dipartimento della Vienne nella regione della Nuova Aquitania.
[2] Giuseppe
Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872) è stato un politico,
filosofo e giornalista italiano. Esponente di punta del patriottismo risorgimentale,
le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla
nascita dello Stato unitario italiano.
[3] Capoluogo
del dipartimento Indre e Loira nella regione Centro-Valle della Loira.
[4] Movimento politico francese, a
carattere nazionalista, che, nella Terza Repubblica, ebbe a capo il generale
G.-E. Boulanger (1837-1891), da cui prese il nome.
[5] La
Société des droits de l'homme et du citoyen era una lega fondata nel 1888 da
Georges Clemenceau, Arthur Ranc, Jules Joffrin e Lissagaray. Quest'ultimo divenne il suo
segretario, mentre Clemenceau presiedeva la Société, che mirava a riunire le
varie tendenze repubblicane contro l'ondata boulangista che minacciava di
impadronirsi del potere. Riuniva soprattutto i repubblicani radicali e i
socialisti, gli opportunisti vicini a Jules Ferry preferivano unirsi
all'Associazione nazionale repubblicana. Il suo obiettivo era: «La difesa della
Repubblica con la lotta spietata contro qualsiasi impresa di reazione e
dittatura». La lega, si era formata al Grande Oriente di Francia, in rue Cadet,
i suoi membri sono stati qualificati come «cadettisti> dai loro avversari.
Per Denis Lefebvre, la Société des droits de l'homme et du citoyen “costituisce
la prima manifestazione dell'ingresso della massoneria nella Terza Repubblica.
Aveva anche un altro scopo: spiegare nelle logge ciò che stava cuocendo e i
suoi pericoli, mentre alcuni "fratelli" furono sedotti dal generale
... ». Attraverso la sua difesa della Repubblica al di là delle diverse
famiglie politiche, ha paragonato l'approccio a quello del fronte repubblicano
sotto la Quinta Repubblica.
[6] Georges-Ernest-Jean-Marie
Boulanger, generale e uomo politico francese, nato a Rennes il 29 aprile 1837,
morto a Bruxelles il 30 settembre 1891. Si presentò come candidato alla
deputazione nel dipartimento del Nord, e fu eletto (1888). Nel suo programma elettorale
aveva propugnata la revisione della costituzione del 1875. Malgrado l'appoggio
di partiti filo monarchici e bonapartisti, la sua proposta di revisione fu
respinta dalla camera dei deputati e lo spettacolo dell'ibrida coalizione che
lo sosteneva risvegliò le diffidenze dei repubblicani moderati, che furono
spinti a riavvicinarsi ai radicali per la difesa del regime. L'allarme divenne
più forte quando la stessa capitale rinnovò l'investitura di Boulanger,
nominandolo deputato a grande maggioranza. Il generale non nascose il suo
proposito d'aspirare alla presidenza della Repubblica, ritenuta dai più una
semplice tappa verso la restaurazione della monarchia. Il ministro
dell'Interno, Constant, iniziò silenziosamente una procedura giudiziaria,
imputando del delitto di alto tradimento il Boulanger; il quale, preso d'un
tratto dal panico, fuggì a Bruxelles il 1° aprile 1889.
[7] Émile
Combes (Roquecourbe, 6
giugno 1835 – Pons, 25 maggio 1921) è stato un politico francese. È stato primo
ministro della Francia dal 7 giugno 1902 al 24 gennaio 1905.