mercoledì 25 settembre 2019

04-07-02 - Alleanza Internazionale della Democrazia Socialista

ALLEANZA INTERNAZIONALE DELLA DEMOCRAZIA SOCIALISTA


L'Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici è stata un’organizzazione anarchica internazionalista fondata il 25 settembre 1868 da Michail Bakunin. Nacque dal congresso della Lega per la Pace e la Libertà (Berna, dal 22 al 26 settembre 1868), a cui parteciparono centinaia di delegati (96 delegati svizzeri, 41 francesi, 29 tedeschi, 11 russi e 9 italiani), in cui l’ala rivoluzionaria guidata dagli anarchici (tra i quali Michail Bakunin, gli italiani Giuseppe Fanelli[1] e Saverio Friscia[2] ...) si separarono dai "moderati" e diedero origine all'Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici.
Il programma dell’Alleanza rivendicava una serie di riforme rivoluzionarie che costituivano la base della dottrina politica di Bakunin: soppressione degli Stati nazionali e formazione in sua vece di federazioni costituite da libere associazioni agricole e industriali; abolizione delle classi sociali e dell’eredità, uguaglianza dei sessi e delle organizzazioni operaie al di là delle organizzazioni partitiche.
Bakunin chiese l’ingresso dell’Alleanza nell’A.I.L., ma ciò fu impedito dai principi organizzativi di quest'ultima: l’A.I.L. non poteva ammettere organizzazioni internazionali con programmi concorrenti, ma potevano aderirvi solo le organizzazioni nazionali, e l’Alleanza era un’organizzazione internazionalista. Principalmente per questo motivo essa fu costretta a sciogliersi, trasformandosi in sezione ginevrina, e i suoi militanti indirizzarono il proprio attivismo direttamente all’interno dell’Internazionale. Comunque non si identificò con le altre sezioni del luogo: aveva risolutamente lo scopo di radicalizzarle, di farvi penetrare le sue idee e ii suo programma ateo, rivoluzionario, antistatale, di agire come propagandista, di guidare infine l’A.I.L. ginevrina.
Bakunin attribuì all’Alleanza il ruolo centrale di organizzazione politica, cioè quello di svolgere la funzione di avanguardia del proletariato, di far prendere coscienza ai proletari del loro sfruttamento e nel contempo di guidarne il percorso prima, durante e dopo la rivoluzione. Bakunin tuttavia non le attribuisce un ruolo elitario; egli ritiene che l’organizzazione politica debba guidare dall’interno le masse, diventando un tutt’uno con esse, senza quindi assumere quel ruolo, esterno alle masse, che invece le attribuisce il marxismo-leninismo.
Bakunin spiega molto bene compiti e funzioni dell'Alleanza:
Michail Bakunin
«...per organizzare le masse, per stabilire fermamente l’azione benefica dell’Associazione Internazionale dei lavoratori su di esse, basterebbe a rigore che un solo operaio su dieci dello stesso mestiere facesse parte della relativa sezione [...] Nei momenti delle grandi crisi economiche, quando l’istinto delle masse, riscaldate fino ad arroventarsi, si apre a tutte le felici ispirazioni, quando questi branchi di uomini schiavizzati, piegati, schiacciati, giammai rassegnati, si rivoltano finalmente contro il loro giogo, ma si sentono disorientati e impotenti perché sono completamente disorganizzati, dieci o venti o trenta uomini bene affiatati e bene collegati fra loro e che sappiano dove vanno e ciò che vogliono, ne trascineranno facilmente cento, duecento, trecento e anche più [...] si potrebbe obbiettare che questa maniera di organizzare l’influenza dell’Internazionale sulle masse popolari sembra voler stabilire sulle rovine delle antiche autorità e dei governi esistenti un nuovo sistema d’autorità ed un nuovo governo. Ma questo sarebbe un grave errore. Il governo dell’Internazionale, se governo c’è, o piuttosto la sua azione organizzata sulle masse, si distinguerà sempre da tutti i governi e dall’azione di tutti gli stati per questa sua essenziale proprietà; di non essere altro che l’organizzazione dell’azione - non ufficiale e non investita di autorità o di una qualsiasi forza politica, ma assolutamente naturale - di un gruppo più o meno numeroso di individui orientati dallo stesso principio e tendenti allo stesso scopo, prima sull’azione delle masse e, soltanto in seguito, mediante l’opinione più o meno modificata dalla propaganda dell’Internazionale, sulla loro volontà, sui loro atti».

L’attività dell’Alleanza non si limitò a Ginevra: se l’organizzazione internazionale si dissolse formalmente, una Alleanza gemella fu fondata in Spagna, con contatti regolari con Bakunin e il comitato ginevrino. Bakunin, entusiasta dei Giurassiani dopo la prima visita, aveva voluto che assumessero i suoi punti di vista sulla questione dell’organizzazione; in effetti, solo alcuni aderirono all’Alleanza. Guillaume[3] si rifiutò, vedendovi una manovra pericolosa e prevedendo la critica degli altri membri dell’A.I.L.; ma ammise l’utilità delle «intimità» e raggruppò attorno a lui, inizialmente a Le Locle[4], alcuni sicuri rivoluzionari che formarono il motore dell’Internazionale del Giura. Accettò pure, dietro pressioni di Bakunin, di esplorare il terreno a Basilea, poco prima del congresso del settembre 1869.



Subito dopo i suoi «addii solenni e pubblici» alla borghesia, dimissionando dalla Lega per la pace e la libertà, Bakunin nel 1868 aderì all’A.I.L., fondandovi una sezione un poco particolare, l’Alleanza internazionale della democrazia socialista.
Marx, Engels[5], Lafargue e Utin immaginarono che essa avesse potuto mettere a ferro e fuoco l’Europa, sviare gli operai dal loro primo compito - la conquista del potere politico - di far deviare infine l’A.I.L. dai propri scopi. Queste accuse si trattavano solo di dettagli e che non raggiungevano l’essenza degli argomenti di Bakunin. Il problema politico era senza dubbio più importante: per i marxisti il primo dovere del proletariato era formare un partito, partecipare agli organi politici - i parlamenti - della società borghese per criticarli, trasformarli ed infine prendere il potere. Bakunin non ignorava l’importanza della politica, ma le dava un senso radicalmente diverso:

«Gli operai (...) dapprima entrano nell’Internazionale e si organizzano per scopo eminentemente politico, quello della rivendicazione solidale della completezza dei loro diritti economici contro lo sfruttamento oppressivo della borghesia di tutti i paesi. (...)  Distrugge da una parte le frontiere politiche e tutta la politica internazionale degli Stati, in quanto fondata sulle simpatie, sulla cooperazione volontaria e sul fanatismo patriottico delle masse asservite; scava l’abisso tra la borghesia e il proletariato, mettendo quest’ultimo al di fuori dell’azione e del gioco politico di tutti i partiti dello Stato. La politica borghese vuole la conquista del potere, il soggiogamento, e l'organizzazione dello Stato allo scopo di sfruttare le masse soggiogate e conquistate. Le masse, al contrario, vogliono la rivolta contro lo Stato e, in ultima conseguenza, la distruzione dello Stato».

Queste analisi erano (e sono) veramente inammissibili per coloro che vogliono vedere la classe operaia organizzarsi in un unico modo, sotto una direzione incaricata di esprimere la sua coscienza, ancora confusa, seguire un programma stabilito per poi arrivare al potere.
Nonostante Marx ed Engels[5] cercavano di denunciare le frazioni, la cerchia dei partigiani di Bakunin non cessò di estendersi e di mettere in causa la linea che il Consiglio generale voleva dare all’Internazionale.
Per il congresso dell’Aia, Marx ed Engels[5] richiamano i loro amici, i delegati del Consiglio generale, i socialdemocratici tedeschi e i francesi obbedienti, che fabbricarono per l’occasione mandati di sezioni inesistenti. Erano in possesso di mandati in bianco, sufficienti per assicurarsi una confortevole maggioranza. Infine hanno fissato all’ordine del giorno dapprima la questione politica - rendendo obbligatoria la partecipazione alla politica parlamentare -, poi l’esclusione degli «alleanzisti».
L’annuncio del congresso provocò un grido di indignazione nei Giurassiani. Essi non desideravano staccarsi dal Consiglio generale, volevano cercare ancora una volta di salvaguardare l’unità dell’Internazionale. In giugno, avevano inviato le loro quote regolari a Londra, che furono accettate. Ma i loro sforzi per cambiare il luogo del congresso e l’ordine del giorno restarono vani.
La reazione degli italiani, appena costituitisi in federazione regionale, era più viva: dichiararono di voler rompere ogni legame con il Consiglio generale, boicottare il Congresso dell’Aia e recarsi a Neuchâtel per la stessa data per riunirsi con le federazioni «anti-autoritarie» e costituire un programma comune. Nonostante l’accordo tra Bakunin e i compagni italiani, i Giurassiani si opposero a questo piano: solo se l’intesa era impossibile all’Aia, si poteva valutare la possibilità di una simile riunione; ma prima bisognava imporsi al Congresso, domandare la revisione degli statuti e la riduzione dei poteri del Consiglio generale. Fu soprattutto Guillaume[3] che si assunse il compito di conciliatore.
Alla fine si trovarono riuniti all’Aia quaranta delegati che formarono la maggioranza, di cui sedici membri del Consiglio generale, e venticinque che formarono la minoranza autonomista, di cui cinque membri del Consiglio generale. 
Dopo tre lunghe giornate per verificare i mandati, venne affrontato il primo punto dell’ordine del giorno che trattava dei poteri del Consiglio generale; il risultato paradossale della discussione fu la decisione di allargare i suoi poteri nei riguardi delle federazioni e nel contempo di trasferire la sede a ... New York! Cioè togliergli praticamente ogni potere.
Il secondo punto dell’ordine del giorno tendeva a introdurre negli statuti la famosa risoluzione della Conferenza di Londra, che rendeva obbligatoria l’azione politica. Gli «astensionisti» giurassiani patrocinarono la loro causa; Guillaume[3] espose brevemente le idee collettiviste e federaliste, poi la distinzione tra la politica positiva preconizzata dalla Conferenza di Londra e la politica negativa, distruttrice del potere politico da parte degli autonomisti. Dall’inizio del congresso si era messa in discussione l'Alleanza e le sue azioni e si propose di escludere i presunti sobillatori: BakuninGuillaume[3], Schwitzguébel[6] e alcune comparse.
Al voto, ovviamente formale, solo BakuninGuillaume[3] trovarono sufficienti avversari per essere solennemente espulsi dall’A.I.L..  L’esclusione di Bakunin e di Guillaume[3] venne seguita, l’anno dopo, dalla sospensione della Federazione del Giura, poi di tutte le federazioni che solidarizzavano con essa, sospensioni pronunciate dal Consiglio generale fantasma di New York.
Solo Adhémar Schwitzguébel[6] aveva trovato tolleranza nei delegati del congresso; di fatto avrebbero dovuto rimproverargli le stesse manovre clandestine e frazioniste di BakuninGuillaume[3]; anzi, contrariamente a quest’ultimo, era stato membro del’Alleanza della democrazia socialista dal 1869. Ma egli era un operaio, attivo nella sua professione e nel suo villaggio di Sonvilier; si era impegnato meno nelle polemiche o nei libelli degli amici; era dunque difficile espellerlo. Tagliate le teste, le comparse potevano sopravvivere.


Il programma e i regolamenti dell'Alleanza Internazionale della Democrazia Socialista.

L'Alleanza internazionale della democrazia socialista fu fondata da Bakunin a Ginevra nell'ottobre 1868, e del primo Ufficio centrale fecero parte, fra gli altri, Crosset, Perron, Zagorsky e Becker; quest’ultimo, il 29 novembre 1868, ne inviò il programma e i regolamenti al Consiglio generale dell'A.I.L. a Londra, che ne discusse nella riunione del 15 dicembre: a questa data sembrano quindi dover essere assegnate le osservazioni private di Marx al testo di ispirazione bakuniniana, poi ripresi in termini politici (e non più personalistici) nella lettera circolare dello stesso Consiglio generale e datata 22 dicembre 1868. Le annotazioni di Marx sono riportate in parentesi quadrate ed evidenziate in giallo. Le parole sottolineate risultano sottolineate dallo stesso Marx sull'originale.
Il testo bakuniniano venne pubblicato a stampa a Ginevra nello stesso ottobre 1868, con titolo L'Alliance internationale de la démocratie socialiste, e fu in gran parte raccolto (ad esclusione delle annotazioni finali) da Marx, Engels[5], Lafargue, nel 1873 nel loro rapporto conclusivo sulla stessa alleanza.


ALLEANZA INTERNAIONALE
DELLA DEMOCRAZIA SOCIALISTA

PROCLANAZIONE, PROGRAMMA E REGOLAMENTO

(1868)

La minoranza socialista della Lega della pace e della libertà, separatasi dalla lega madre in seguito al voto della maggioranza a Berna, che si è formalmente pronunciata contro il principio fondamentale di tutte le associazioni operaie, dell'eguaglianza economica e sociale delle classi e degli individui [l'eguaglianza delle classi!], ha per questa ragione aderito ai principi proclamati dai congressi operai tenutisi a Ginevra, a Losanna e a Bruxelles. Numerosi membri di detta minoranza, appartenenti a diverse nazioni, ci hanno proposto di organizzare una nuova Alleanza internazionale della democrazia socialista, completamente fusa nella grande Associazione internazionale degli operai [fusa nella, e fondata contro!]; ma con la missione speciale di studiare le questioni politiche e filosofiche sulla base stessa di questo grande principio dell'eguaglainza universale e reale di tutti gli esseri umani della terra.

Convinti, per parte nostra, dell'utilità di una siffatta impresa, che ai democratici socialisti sinceri dell'Europa e dell'America fornirà i mezzi per comprendersi e per affermare le loro idee [Così, i democratici socialisti non si intendono attraverso il mezzo dell'Internazionale], al di fuori di qualsivoglia pressione da parte di quel falso socialismo che la democrazia borghese ritiene utile propagandare oggi, noi, congiuntamente con questi amici, abbiamo ritenuto di dover prendere l'iniziativa di questa nuova organizzazione.

Di conseguenza, ci siamo costituiti in sezione centrale dell'Alleanza internazionale della democrazia socialista, e ne pubblichiamo oggi il Programma e il Regolamento [Quale modestia! Si sono costituiti quali autorità centrale, questi valorosi!].

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Programma
dell'Alleanza internazionale della democrazia socialista

1 - L'Alleanza si dichiara atea; vuole l'abolizione dei culti, la sostituzione della scienza alla fede e della giustizia umana alla giustizia divina [Quasi si potesse dichiarare per decreto l'abolizione della fede!].
2 - Vuole in primo luogo l'eguaglianza politica, economica e sociale degli individui dei due sessi [L'uomo ermafrodita! È come la Comune russa!], cominciando con l'abolizione del diritto d'eredità, affinché in avvenire il godimento sia eguale alla produzione di ciascuno, e, in conformità con le decisioni assunte dall'ultimo congresso degli operai a Bruxelles, la terra, gli strumenti di lavoro, al pari di ogni altro capitale, diventando proprietà collettiva della società intera, non possano venir utilizzati che dai lavoratori, cioè dalle associazioni agricole e industriali [vecchia panacea sansimoniana!].
3 - Essa vuole per tutti i bambini dei due sessi, dalla nascita alla vita, l'eguaglianza dei mezzi di sviluppo, vale a dire di mantenimento, di educazione e d'istruzione a tutti i livelli della scienza, dell'industria e delle arti [Frase!], convinta che questa eguaglianza, all'inizio puramente economica e sociale, otterrà il risultato di creare vieppiù una grande eguaglianza naturale degli individui, facendo scomparire tutte le diseguaglianze fittizie, prodotto storico di un'organizzazione sociale falsa e iniqua.
4 - Nemica di ogni dispotismo, non riconoscendo altra forma politica che quella repubblicana e respingendo assolutamente ogni alleanza reazionaria, rifiuta anche qualsivoglia azione politica, che non abbia come fine immediato e diretto il trionfo della causa dei lavoratori contro il capitale [!].
5 - Riconosce che tutti gli Stati politici e autoritari attualmente esistenti, riducendosi sempre più alle semplici funzioni amministrative dei servizi pubblici nei loro paesi rispettivi, dovranno scomparire nell'unione universale delle libere associazioni, tanto agricole che industriali [Se questi si riducono da se stessi, non dovranno scomparire, ma spariranno spontaneamente].
6 - La questione sociale non può trovare la una soluzione definitiva che sulla base della solidarietà internazionale o universale dei lavoratori di tutti i paesi: L'Alleanza respinge ogni politica fondata sul cosiddetto patriottismo e sulla rivalità delle nazioni [Ci sono rivalità e rivalità, mio caro russo!].
7 - L'Alleanza vuole l'associazione universale di tutte le associazioni locali, realizzata attraverso la Libertà.

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Regolamento

1 - L'Alleanza internazionale della democrazia socialista si costituisce in una sezione Dell'associazione internazionale degli operai, di cui accetta tutti gli statuti generali [L'Associazione internazionale non ammette "sezioni internazionali"].

2 - I membri fondatori dell'Alleanza organizzano in via provvisoria un Ufficio centrale a Ginevra [Nuovo Consiglio centrale!].

3 - I membri fondatori appartenenti a un medesimo paese costituiscono l'ufficio nazionale di detto paese.

4 - Gli uffici nazionali hanno per missione di dar vita, in ogni località, a gruppi locali Dell'alleanza della Democrazia Socialista, che tramite la mediazione dei loro rispettivi uffici nazionali, richiederanno all'ufficio centrale dell'alleanza la loro ammissione all'Associazione internazionale degli operai [Gli statuti dell'Internazionale non riconoscono questo "potere di mediazione"].

5 - Tutti i gruppi locali costituiranno i loro uffici seguendo il sistema adottato dalle sezioni locali dell'Associazione internazionale degli operai.

6 - Tutti i membri dell'Alleanza s'impegnano a pagare un contributo mensile di 10 centesimi, una metà della quale sarà trattenuto da ciascun gruppo nazionale per i suoi propri bisogni, e l'altra metà verrà versata nella cassa dell'Ufficio centrale, per i suoi bisogni generali [Nuove tasse, che ci sottraggono i nostri contributi!].

7 - Al congresso annuale degli operai, la delegazione dell'Alleanza della democrazia socialista, come ramo dell'Associazione internazionale degli operai, terrà le sue sedute pubbliche in un locale separato[7] [Vogliono comprometterci, e sotto il nostro patrocinio!].

I membri del gruppo iniziatore di Ginevra[8]

[…] J. Philippe Becker - M. Bakunin [...] [Asinus Asinorum! e la signora Bakunin!].
[…]
[Jules Johannard, Eugène Dupont[9]].

I membri fondatori dell'Alleanza internazionale della democrazia socialista, hanno deliberato di fondare un giornale dal titolo La Révolution[10] [e costoro hanno avuto l'impudenza di annunciare in Svizzera che io contribuirei con articoli alla Révolution, senza avermi avvertito!], quale organo della nuova associazione: l'Ufficio centrale provvisorio comincerà a pubblicare detto giornale non appena saranno state sottoscritte 300 azioni da 10 franchi ciascuna, pagabili per quarti, ogni trimestre, a partire dal 1° gennaio 1869. l'Ufficio centrale provvisorio si appella quindi a tutti gli uffici nazionali dell'Alleanza, invitandoli ad aprire le sottoscrizioni nei rispettivi paesi. Poiché tali azioni sottoscritte vengono considerate doni volontari, che non danno diritto all'abbonamento, gli  uffici nazionali sono in pari tempo pregati di compilare liste di abbonamento.

Il giornale sarà settimanale.

Prezzo dell'abbonamento:         un anno               6 fr.          sei mesi               3,50 fr.


In nome dell'Ufficio centrale provvisorio

il segretario, Jean ZAGORSKI, (rue Montbrillant, 8)

N. B. Gli Uffici nazionali sono sollecitati a far pervenire all'Ufficio centrale le somme delle sottoscrizioni e degli abbonamenti raccolti, prima del 1° gennaio.




[1] Giuseppe Fanelli (Napoli, 13 ottobre 1827 - Nocera Inferiore, 5 gennaio 1877), inizialmente repubblicano rivoluzionario, partecipò ai Moti del 1848, alla spedizione dei Mille e a diverse imprese garibaldine. Fu deputato al Parlamento italiano poi anarchico, membro della Prima Internazionale e propagandista dell'anarchismo in Spagna. Aderì giovanissimo alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini: partecipò ai combattimenti per la repubblica romana (1848-49) e nel 1857 era affianco di Carlo Pisacane nel tentativo rivoluzionario intrapreso nel sud Italia. Nonostante i fallimenti non si perse d'animo e nel 1860 con Garibaldi partecipò all'impresa dei Mille. Dal 1865 al 1874 fu deputato al Parlamento italiano venendo eletto nel Collegio di Monopoli. Partecipò con Garibaldi alla terza guerra d'indipendenza del 1866 e alla spedizione a Roma del 1867. La svolta della sua vita la ebbe quando incontrò Bakunin a Ischia nel 1866, che lo portò a schierarsi con l'internazionalismo, il federalismo e l'anarchismo. . Nel 1868 assistette a Berna (Svizzera) al "Congresso della Lega della Pace" quindi partecipò alla creazione dell'"Alleanza Internazionale della Democrazia Socialista". Entrò a far parte della Prima Internazionale, dove giocò un ruolo importante soprattutto nella diffusione delle concezioni anarchiche in Spagna. Nello scontro tra Marx e Bakunin prese con decisione posizione a favore del secondo partecipando attivamente alla Conferenza di Rimini e al successivo Congresso Internazionale di Saint-Imier.
[2] Saverio Friscia (Sciacca, 11 novembre 1813 – Sciacca, 22 febbraio 1886) è stato un patriota, politico e anarchico italiano. Attivo nei Moti del 1848 in Sicilia e nella Spedizione dei Mille ricoprì in entrambi i casi importanti ruoli di governo nell'isola. Deputato per 7 legislature dopo l'Unità fu tra i più stretti collaboratori di Bakunin  nella diffusione delle idee socialiste della Prima Internazionale. Medico, fu tra i pionieri in Italia della medicina omeopatica. La nascita della Prima Internazionale, la conoscenza di Proudhon e soprattutto l'amicizia con Bakunin, che all'epoca si trovava a Napoli, lo portano ad abbracciare le idee federaliste e antiautoritarie, auspicando un'Italia non unificata e ritenendo si potesse concretizzare una Sicilia indipendente o al limite federata con altre regioni. Divenuto organizzatore della sezione di Catania dell'A.I.L., nel settembre 1868 partecipò a Berna al secondo congresso della Lega per la Pace e la Libertà, durante il quale i bakunisti (tra cui Giuseppe Fanelli[1], Carlo Gambuzzi, Umberto Tucci), messi in minoranza, abbandonarono i lavori per dar vita all'Alleanza internazionale per la Democrazia Socialista. Nel 1871 il giornale internazionalista L'Eguaglianza, di Agrigento, pubblicò «L'Internazionale e Mazzini», un articolo scritto da Friscia, o comunque da lui ispirato, nel quale si polemizzava contro lo statalismo di Mazzini e il suo attacco alla Comune di Parigi. Nell'agosto 1872 era delegato al congresso di Rimini delle sezioni italiane dell'Internazionale, che sancì l'adesione degli internazionalisti italiani alle posizioni di Bakunin  e il rifiuto della linea di Marx ed Engels.
[3] James Guillaume (Londra, 16 febbraio 1844 - Préfargier, 20 novembre 1916), scrittore e anarchico svizzero, è stato tra i principali esponenti dell'Internazionale anarchica fondata a Saint-Imier nel 1872 e dell'anarchismo svizzero. James Guillaume partecipa attivamente all'attività del movimento internazionalista, ma ben presto, in sintonia con la maggioranza degli internazionalisti del Giura, giunge alla conclusione che la classe operaia doveva pretendere di più che il semplice riformismo. Il congresso dell'Internazionale a Losanna e quello della Lega per la Pace e la Libertà a Ginevra, tenutosi nel 1867, convincono definitivamente l'anarchico svizzero della necessità della rivoluzione sociale. Il salto ideologico definitivo, lo compie insieme a gran parte dei militanti del Giura quando in Svizzera giunge, nel 1869, il carismatico anarchico russo Michail Bakunin. Guillaume si convince così in maniera definitiva che l'eguaglianza non può realizzarsi che in assenza di Stato. Guillaume si dedica anima e corpo all'Internazionale. dall'11 aprile 1870 diviene redattore de «La Solidarité», organo della federazione romanda dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, e poi viene anche espulso con Bakunin dall'Internazionale a causa del suo ruolo preponderante nell'ambito della Federazione del Giura. Si tratta di una prima piccola scissione interna al movimento internazionalista che anticipa quanto si concretizzerà nel 1872. James Guillaume muore il 20 novembre 1916 a Préfargier (Svizzera) e viene inumato a Parigi presso il cimitero di Montparnasse.
[4] Comune svizzero del Canton Neuchâtel, nel distretto di Le Locle del quale è capoluogo; ha lo status di città ed è sede di rilevanti aziende di orologeria.
[5] Friedrich Engels (Barmen, 28 novembre 1820 – Londra, 5 agosto 1895) è stato un filosofo, sociologo, economista, giornalista e imprenditore tedesco, fondatore assieme al sodale Karl Marx del socialismo scientifico, oltre che teorico del materialismo dialettico attraverso principalmente il suo Dialettica della natura (1883), basandosi in particolare sull'impostazione critica in chiave materialista dell'intera storia umana sviluppata da Marx nella sua «concezione materialistica della storia».
[6] Adhémar Schwitzguébel (Sonvilier, 15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato un sindacalista e anarchico svizzero. Orologiaio incisore di professione, fu un organizzatore della Fédération Jurassienne e un esponente di rilievo della Prima Internazionale e del sindacalismo svizzero. Nel 1866 partecipò al congresso internazionale di Ginevra in rappresentanza della sezione di Sonvilier, che aveva contribuito a creare. Nel 1869 fu delegato al congresso internazionale di Basilea e nel 1871 partecipò alla costituzione della Fédération Jurassienne. Convinto sostenitore delle teorie di Bakunin si fece promotore di un socialismo anarchico che propugnava l'avvento di una società collettivista basata sulla libera federazione delle associazioni sindacali e delle comuni. Dopo la caduta della Comune di Parigi (1871) aiutò diversi profughi a trovare rifugio in Svizzera fornendo loro documenti falsi. Quando lo scontro tra Bakunin e Marx in seno all'Associazione Internazionale dei Lavoratori giunse al culmine Schwitzguébel fu tra i promotori della Conferenza di Sonvilier (1871) dove venne approvata una circolare in cui Marx veniva accusato di voler "introdurre nell'Internazionale lo spirito autoritario" attraverso una rigida centralizzazione, e si rivendicava il mantenimento del "principio dell'autonomia delle sezioni" ed un'organizzazione di stampo federalista. Schwitzguébel, insieme a Bakunin e a James Guillaume[7] partecipò al congresso della Prima Internazionale a L'Aja (2-7 settembre 1872). La maggioranza marxista chiese l'espulsione di tutti e tre accusandoli di appartenere segretamente all'Alleanza Internazionale per la Democrazia Socialista (una associazione che Bakunin si era impegnato a sciogliere). Bakunin e Guillaume[7] vennero effettivamente espulsi mentre Schwitzguébel evitò l'espulsione per un leggero scarto di voti. Subito dopo partecipò al Congresso Internazionale di Saint-Imier (15-16 settembre 1872) celebrato dalla componente bakuninista, in cui vennero disconosciute le deliberazioni dell'Aja e venne creata l'Internazionale antiautoritaria. Dopo il 1880, pur continuando nell'impegno sindacale e politico, si orientò progressivamente verso posizioni riformiste. Trasferitosi a Bienne (1889) dal 1891 fu aggiunto romando presso il segretariato operaio svizzero (Comité de la Fédération ouvrière suisse), l'anno successivo fu uno dei promotori della Federazione degli operai dell'industria orologiera, che costituì il primo tentativo di unire i sindacati del settore orologiero in Svizzera. Morì a 51 anni a causa di un tumore allo stomaco.
[7] Termina a questo punto la parte del documento ripubblicata nell'appendice a L'Alleanza della democrazia socialista e l'Associazione internazionale degli operai.
[8] Segue l'elenco di 82 nominativi (il primo nome, di Becker, risulta sottolineato da Marx): Fra essi sono quelli di "Mme" Bakunin e di numerose altre donne.
[9] I due nomi sono inseriti, fra le osservazioni di Marx, scritti di propria mano da Jung, al termine dell'elenco.
[10] Il giornale apparve in effetti a Ginevra, ma con il titolo L'Égalité, dal 1868 al 1872, e fu diretto dapprima dallo stesso Bakunin, e poi dal suo oppositore Utin.