ALLEANZA INTERNAZIONALE DELLA DEMOCRAZIA SOCIALISTA
L'Alleanza Internazionale dei
Socialisti Democratici è stata un’organizzazione anarchica internazionalista
fondata il 25 settembre 1868 da Michail
Bakunin. Nacque dal 2° congresso della Lega
per la Pace e la Libertà (Berna, dal 22 al 26 settembre 1868), a cui
parteciparono centinaia di delegati (96 delegati svizzeri, 41 francesi, 29
tedeschi, 11 russi e 9 italiani), in cui l’ala rivoluzionaria guidata dagli
anarchici (tra i quali Michail
Bakunin, gli italiani Giuseppe Fanelli[1]
e Saverio Friscia[2] ...)
si separarono dai "moderati" e diedero origine all'Alleanza
Internazionale dei Socialisti Democratici.
Il programma dell’Alleanza
rivendicava una serie di riforme rivoluzionarie che costituivano la base della
dottrina politica di Bakunin:
soppressione degli Stati nazionali e formazione in sua vece di federazioni
costituite da libere associazioni agricole e industriali; abolizione delle
classi sociali e dell’eredità, uguaglianza dei sessi e delle organizzazioni
operaie al di là delle organizzazioni partitiche.
Bakunin
chiese l’ingresso dell’Alleanza nell’A.I.L.,
ma ciò fu impedito dai principi organizzativi di quest'ultima: l’A.I.L.
non poteva ammettere organizzazioni internazionali con programmi concorrenti,
ma potevano aderirvi solo le organizzazioni nazionali, e l’Alleanza era
un’organizzazione internazionalista. Principalmente per questo motivo essa fu
costretta a sciogliersi, trasformandosi in sezione ginevrina, e i suoi militanti
indirizzarono il proprio attivismo direttamente all’interno dell’Internazionale.
Comunque non si identificò con le altre sezioni del luogo: aveva risolutamente
lo scopo di radicalizzarle, di farvi penetrare le sue idee e ii suo programma
ateo, rivoluzionario, antistatale, di agire come propagandista, di guidare
infine l’A.I.L.
ginevrina.
Bakunin
attribuì all’Alleanza il ruolo centrale di organizzazione politica, cioè quello
di svolgere la funzione di avanguardia del proletariato, di far prendere
coscienza ai proletari del loro sfruttamento e nel contempo di guidarne il
percorso prima, durante e dopo la rivoluzione. Bakunin
tuttavia non le attribuisce un ruolo elitario; egli ritiene che
l’organizzazione politica debba guidare dall’interno le masse, diventando un
tutt’uno con esse, senza quindi assumere quel ruolo, esterno alle masse, che
invece le attribuisce il marxismo-leninismo.
Bakunin
spiega molto bene compiti e funzioni dell'Alleanza:
Michail Bakunin |
«...per organizzare le masse, per
stabilire fermamente l’azione benefica dell’Associazione Internazionale dei lavoratori su di esse, basterebbe a rigore che un solo
operaio su dieci dello stesso mestiere facesse parte della relativa sezione
[...] Nei momenti delle grandi crisi economiche, quando l’istinto delle masse,
riscaldate fino ad arroventarsi, si apre a tutte le felici ispirazioni, quando
questi branchi di uomini schiavizzati, piegati, schiacciati, giammai
rassegnati, si rivoltano finalmente contro il loro giogo, ma si sentono disorientati
e impotenti perché sono completamente disorganizzati, dieci o venti o trenta
uomini bene affiatati e bene collegati fra loro e che sappiano dove vanno e ciò
che vogliono, ne trascineranno facilmente cento, duecento, trecento e anche più
[...] si potrebbe obbiettare che questa maniera di organizzare l’influenza
dell’Internazionale sulle masse popolari sembra voler stabilire sulle rovine
delle antiche autorità e dei governi esistenti un nuovo sistema d’autorità ed
un nuovo governo. Ma questo sarebbe un grave errore. Il governo dell’Internazionale,
se governo c’è, o piuttosto la sua azione organizzata sulle masse, si
distinguerà sempre da tutti i governi e dall’azione di tutti gli stati per
questa sua essenziale proprietà; di non essere altro che l’organizzazione
dell’azione - non ufficiale e non investita di autorità o di una qualsiasi
forza politica, ma assolutamente naturale - di un gruppo più o meno numeroso di
individui orientati dallo stesso principio e tendenti allo stesso scopo, prima
sull’azione delle masse e, soltanto in seguito, mediante l’opinione più o meno
modificata dalla propaganda dell’Internazionale,
sulla loro volontà, sui loro atti».
L’attività dell’Alleanza non
si limitò a Ginevra: se l’organizzazione
internazionale si dissolse formalmente, una Alleanza gemella fu fondata in Spagna, con contatti regolari con Bakunin
e il comitato ginevrino. Bakunin,
entusiasta dei Giurassiani dopo la
prima visita, aveva voluto che assumessero i suoi punti di vista sulla
questione dell’organizzazione; in effetti,
solo alcuni aderirono all’Alleanza. Guillaume[3]
si rifiutò, vedendovi una manovra pericolosa e prevedendo la critica degli
altri membri dell’A.I.L.;
ma ammise l’utilità delle «intimità» e
raggruppò attorno a lui, inizialmente
a Le Locle[4], alcuni sicuri rivoluzionari
che formarono il motore dell’Internazionale
del Giura. Accettò pure, dietro
pressioni di Bakunin,
di esplorare il terreno a Basilea,
poco prima del congresso del settembre 1869.
L’Alleanza e l’Associazione Internazionale dei Lavoratori
Subito
dopo i suoi «addii solenni e pubblici» alla borghesia,
dimissionando dalla Lega
per la pace e la libertà, Bakunin
nel 1868
aderì all’A.I.L., fondandovi una sezione un poco
particolare, l’Alleanza internazionale della democrazia
socialista.
Marx,
Engels[5], Lafargue
e Utin immaginarono che essa avesse potuto
mettere a ferro e fuoco l’Europa,
sviare gli operai dal loro
primo compito - la conquista del potere
politico - di far deviare infine l’A.I.L. dai propri scopi. Queste accuse si trattavano solo di dettagli e che non
raggiungevano l’essenza degli argomenti di Bakunin. Il problema politico era senza dubbio più importante: per i marxisti il primo
dovere del proletariato era formare un
partito, partecipare agli organi politici
- i parlamenti - della società borghese per criticarli, trasformarli ed infine prendere il potere. Bakunin
non ignorava l’importanza della politica, ma
le dava un senso radicalmente diverso:
«Gli
operai (...) dapprima entrano nell’Internazionale
e si organizzano per scopo
eminentemente politico, quello della rivendicazione solidale della completezza dei loro
diritti economici contro lo sfruttamento
oppressivo della borghesia di tutti i
paesi. (...) Distrugge da una parte le frontiere politiche e tutta la politica internazionale degli Stati,
in quanto fondata sulle simpatie, sulla cooperazione volontaria e sul fanatismo patriottico delle masse asservite; scava l’abisso tra la borghesia e il proletariato,
mettendo quest’ultimo al di fuori dell’azione e del gioco politico di tutti i partiti dello Stato. La politica
borghese vuole la conquista del
potere, il soggiogamento, e l'organizzazione dello Stato allo scopo di sfruttare le masse soggiogate e conquistate. Le masse, al
contrario, vogliono la rivolta contro lo Stato
e, in ultima conseguenza, la distruzione dello Stato».
Queste analisi erano (e sono)
veramente inammissibili per coloro che
vogliono vedere la classe operaia organizzarsi in un unico modo, sotto una direzione incaricata di
esprimere la sua coscienza, ancora
confusa, seguire un programma stabilito
per poi arrivare al potere.
Nonostante Marx ed
Engels[5] cercavano di denunciare le
frazioni, la cerchia dei partigiani di Bakunin
non cessò di estendersi e di mettere in causa
la linea che il Consiglio generale voleva dare all’Internazionale.
Per il congresso
dell’Aia, Marx ed
Engels[5] richiamano i loro amici, i delegati del Consiglio
generale, i socialdemocratici tedeschi e i francesi
obbedienti, che fabbricarono per
l’occasione mandati di sezioni inesistenti.
Erano in possesso di mandati in
bianco, sufficienti per assicurarsi una
confortevole maggioranza. Infine hanno
fissato all’ordine del giorno dapprima la questione politica - rendendo obbligatoria la partecipazione alla
politica parlamentare -, poi l’esclusione
degli «alleanzisti».
L’annuncio del congresso
provocò un grido di indignazione nei
Giurassiani. Essi non desideravano staccarsi dal Consiglio generale, volevano cercare ancora una volta di salvaguardare l’unità dell’Internazionale.
In giugno, avevano inviato le loro quote regolari a Londra, che furono accettate. Ma i loro sforzi per cambiare il luogo
del congresso e l’ordine del giorno restarono vani.
La
reazione degli italiani, appena costituitisi in federazione
regionale, era più viva: dichiararono di voler rompere ogni legame con il Consiglio generale, boicottare
il Congresso dell’Aia e recarsi a
Neuchâtel per la stessa data per riunirsi con
le federazioni «anti-autoritarie» e costituire un programma comune. Nonostante l’accordo tra Bakunin e i compagni italiani,
i Giurassiani si opposero a questo
piano: solo se l’intesa era impossibile all’Aia, si poteva valutare la possibilità di una
simile riunione; ma prima bisognava imporsi al Congresso,
domandare la revisione degli statuti e la riduzione dei poteri del Consiglio generale. Fu soprattutto Guillaume[3] che si
assunse il compito di conciliatore.
Alla fine
si trovarono riuniti all’Aia quaranta delegati che formarono
la maggioranza, di cui sedici membri del Consiglio generale, e venticinque che formarono la minoranza autonomista, di cui cinque membri del Consiglio generale.
Dopo tre lunghe giornate per verificare i mandati, venne
affrontato il primo punto dell’ordine
del giorno che trattava dei poteri del
Consiglio generale; il risultato paradossale della discussione fu la decisione di allargare i suoi
poteri nei riguardi delle federazioni e nel contempo di trasferire la sede a ... New York! Cioè
togliergli praticamente ogni potere.
Il secondo
punto dell’ordine del giorno tendeva a introdurre negli statuti la famosa
risoluzione della Conferenza di Londra, che rendeva obbligatoria l’azione politica.
Gli «astensionisti» giurassiani
patrocinarono la loro causa; Guillaume[3]
espose brevemente le idee collettiviste e federaliste,
poi la distinzione tra la politica positiva preconizzata dalla Conferenza di Londra e la politica negativa,
distruttrice del potere politico da parte degli autonomisti. Dall’inizio del congresso
si era messa in discussione l'Alleanza e le sue azioni e si propose di escludere i presunti sobillatori: Bakunin, Guillaume[3], Schwitzguébel[6] e alcune comparse.
Al voto,
ovviamente formale, solo Bakunin
e Guillaume[3] trovarono sufficienti avversari per essere solennemente espulsi dall’A.I.L.. L’esclusione di Bakunin
e di Guillaume[3] venne seguita, l’anno dopo, dalla sospensione della Federazione
del Giura, poi di tutte le
federazioni che solidarizzavano con essa, sospensioni pronunciate dal Consiglio generale
fantasma di New York.
Solo
Adhémar Schwitzguébel[6] aveva trovato tolleranza nei delegati del congresso;
di fatto avrebbero dovuto rimproverargli le
stesse manovre clandestine e frazioniste di Bakunin
e Guillaume[3]; anzi, contrariamente a quest’ultimo, era stato
membro del’Alleanza della democrazia socialista dal 1869. Ma
egli era un operaio, attivo nella sua professione e nel suo villaggio di
Sonvilier; si era impegnato meno nelle
polemiche o nei libelli degli amici; era dunque difficile espellerlo.
Tagliate le teste, le comparse potevano sopravvivere.
Il programma e i regolamenti dell'Alleanza Internazionale della
Democrazia Socialista.
L'Alleanza internazionale della democrazia socialista
fu fondata da Bakunin
a Ginevra nell'ottobre 1868, e del primo Ufficio centrale fecero parte, fra gli
altri, Crosset, Perron, Zagorsky e Becker; quest’ultimo, il 29 novembre 1868,
ne inviò il programma e i regolamenti al Consiglio generale dell'A.I.L.
a Londra, che ne discusse nella riunione del 15 dicembre: a questa data
sembrano quindi dover essere assegnate le osservazioni private di Marx al
testo di ispirazione bakuniniana, poi ripresi in termini politici (e non più
personalistici) nella lettera circolare dello stesso Consiglio generale e
datata 22 dicembre 1868. Le annotazioni di Marx
sono riportate in parentesi quadrate ed evidenziate in giallo. Le parole
sottolineate risultano sottolineate dallo stesso Marx
sull'originale.
Il testo bakuniniano venne pubblicato a stampa a
Ginevra nello stesso ottobre 1868, con titolo L'Alliance internationale de
la démocratie socialiste, e fu in gran parte raccolto (ad esclusione delle
annotazioni finali) da Marx,
Engels[5], Lafargue,
nel 1873 nel loro rapporto conclusivo sulla stessa alleanza.
ALLEANZA INTERNAIONALE
DELLA DEMOCRAZIA SOCIALISTA
PROCLANAZIONE, PROGRAMMA E REGOLAMENTO
(1868)
La minoranza socialista della Lega della pace e della libertà,
separatasi dalla lega madre in seguito al voto della maggioranza a Berna, che si
è formalmente pronunciata contro il principio fondamentale di tutte le associazioni
operaie, dell'eguaglianza economica e sociale delle classi e degli individui
[l'eguaglianza delle classi!],
ha per questa ragione aderito ai principi proclamati dai congressi operai
tenutisi a Ginevra, a Losanna e a Bruxelles. Numerosi membri di detta minoranza,
appartenenti a diverse nazioni, ci hanno proposto di organizzare una nuova Alleanza
internazionale della democrazia socialista, completamente fusa nella grande
Associazione internazionale degli operai [fusa nella, e fondata contro!]; ma con la missione
speciale di studiare le questioni politiche e filosofiche sulla base stessa di questo
grande principio dell'eguaglainza universale e reale di tutti gli esseri umani della
terra.
Convinti, per parte nostra, dell'utilità di una siffatta impresa,
che ai democratici socialisti sinceri dell'Europa e dell'America fornirà i mezzi
per comprendersi e per affermare le loro idee [Così, i democratici socialisti non si intendono
attraverso il mezzo dell'Internazionale], al di fuori di qualsivoglia pressione
da parte di quel falso socialismo che la democrazia borghese ritiene utile propagandare
oggi, noi, congiuntamente con questi amici, abbiamo ritenuto di dover prendere l'iniziativa
di questa nuova organizzazione.
Di conseguenza, ci siamo costituiti in sezione centrale
dell'Alleanza internazionale della democrazia socialista, e ne pubblichiamo
oggi il Programma e il Regolamento [Quale modestia! Si sono costituiti quali autorità centrale,
questi valorosi!].
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Programma
dell'Alleanza internazionale della democrazia socialista
1 - L'Alleanza si dichiara atea; vuole l'abolizione dei
culti, la sostituzione della scienza alla fede e della giustizia umana alla giustizia
divina [Quasi si potesse dichiarare
per decreto l'abolizione della fede!].
2 - Vuole in primo luogo l'eguaglianza politica, economica e
sociale degli individui dei due sessi [L'uomo ermafrodita! È come la Comune russa!],
cominciando con l'abolizione del diritto d'eredità, affinché in avvenire
il godimento sia eguale alla produzione di ciascuno, e, in conformità con le decisioni
assunte dall'ultimo congresso degli operai a Bruxelles, la terra, gli strumenti
di lavoro, al pari di ogni altro capitale, diventando proprietà collettiva della
società intera, non possano venir utilizzati che dai lavoratori, cioè dalle associazioni
agricole e industriali [vecchia
panacea sansimoniana!].
3 - Essa vuole per tutti i bambini dei due sessi, dalla nascita
alla vita, l'eguaglianza dei mezzi di sviluppo, vale a dire di mantenimento, di
educazione e d'istruzione a tutti i livelli della scienza, dell'industria e delle
arti [Frase!], convinta
che questa eguaglianza, all'inizio puramente economica e sociale, otterrà il risultato
di creare vieppiù una grande eguaglianza naturale degli individui, facendo scomparire
tutte le diseguaglianze fittizie, prodotto storico di un'organizzazione sociale
falsa e iniqua.
4 - Nemica di ogni dispotismo, non riconoscendo altra forma politica
che quella repubblicana e respingendo assolutamente ogni alleanza reazionaria, rifiuta
anche qualsivoglia azione politica, che non abbia come fine immediato e
diretto il trionfo della causa dei lavoratori contro il capitale [!].
5 - Riconosce che tutti gli Stati politici e autoritari attualmente
esistenti, riducendosi sempre più alle semplici funzioni amministrative dei servizi
pubblici nei loro paesi rispettivi, dovranno scomparire nell'unione universale delle
libere associazioni, tanto agricole che industriali [Se questi si riducono da se stessi, non dovranno
scomparire, ma spariranno spontaneamente].
6 - La questione sociale non può trovare la una soluzione definitiva
che sulla base della solidarietà internazionale o universale dei lavoratori di tutti
i paesi: L'Alleanza respinge ogni politica fondata sul cosiddetto patriottismo
e sulla rivalità delle nazioni [Ci sono rivalità e rivalità, mio caro russo!].
7 - L'Alleanza vuole l'associazione universale di tutte
le associazioni locali, realizzata attraverso la Libertà.
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Regolamento
1 - L'Alleanza internazionale della democrazia socialista
si costituisce in una sezione Dell'associazione internazionale degli operai,
di cui accetta tutti gli statuti generali [L'Associazione internazionale non ammette "sezioni internazionali"].
2 - I membri fondatori dell'Alleanza organizzano
in via provvisoria un Ufficio centrale a Ginevra [Nuovo Consiglio centrale!].
3 - I membri fondatori appartenenti a un medesimo paese costituiscono
l'ufficio nazionale di detto paese.
4 - Gli uffici nazionali hanno per missione di dar vita, in ogni
località, a gruppi locali Dell'alleanza della Democrazia Socialista,
che tramite la mediazione dei loro rispettivi uffici nazionali, richiederanno
all'ufficio centrale dell'alleanza la loro ammissione all'Associazione internazionale
degli operai [Gli statuti
dell'Internazionale non riconoscono questo "potere di mediazione"].
5 - Tutti i gruppi locali costituiranno i loro uffici seguendo
il sistema adottato dalle sezioni locali dell'Associazione internazionale degli
operai.
6 - Tutti i membri dell'Alleanza s'impegnano a pagare
un contributo mensile di 10 centesimi, una metà della quale sarà trattenuto
da ciascun gruppo nazionale per i suoi propri bisogni, e l'altra metà verrà versata
nella cassa dell'Ufficio centrale, per i suoi bisogni generali [Nuove tasse, che ci sottraggono
i nostri contributi!].
7 - Al congresso annuale degli operai, la delegazione dell'Alleanza
della democrazia socialista, come ramo dell'Associazione internazionale degli
operai, terrà le sue sedute pubbliche in un locale separato[7]
[Vogliono comprometterci, e
sotto il nostro patrocinio!].
I membri
del gruppo iniziatore di Ginevra[8]
[…] J. Philippe
Becker - M. Bakunin [...] [Asinus
Asinorum! e la signora Bakunin!].
[…]
[Jules Johannard, Eugène Dupont[9]].
I membri fondatori dell'Alleanza internazionale della
democrazia socialista, hanno deliberato di fondare un giornale dal titolo La
Révolution[10]
[e costoro hanno avuto l'impudenza
di annunciare in Svizzera che io contribuirei con articoli alla Révolution,
senza avermi avvertito!], quale organo della nuova associazione: l'Ufficio
centrale provvisorio comincerà a pubblicare detto giornale non appena saranno
state sottoscritte 300 azioni da 10 franchi ciascuna, pagabili per quarti, ogni
trimestre, a partire dal 1° gennaio 1869. l'Ufficio centrale provvisorio
si appella quindi a tutti gli uffici nazionali dell'Alleanza, invitandoli
ad aprire le sottoscrizioni nei rispettivi paesi. Poiché tali azioni sottoscritte
vengono considerate doni volontari, che non danno diritto all'abbonamento, gli uffici nazionali sono in pari tempo pregati
di compilare liste di abbonamento.
Il giornale sarà settimanale.
Prezzo dell'abbonamento: un anno
6 fr. sei mesi 3,50 fr.
In nome dell'Ufficio centrale provvisorio
il segretario, Jean ZAGORSKI, (rue Montbrillant, 8)
N. B. Gli Uffici nazionali sono sollecitati
a far pervenire all'Ufficio centrale le somme delle sottoscrizioni e degli
abbonamenti raccolti, prima del 1° gennaio.
[1] Giuseppe
Fanelli (Napoli, 13 ottobre 1827 - Nocera Inferiore, 5 gennaio 1877),
inizialmente repubblicano rivoluzionario, partecipò ai Moti del 1848, alla
spedizione dei Mille e a diverse imprese garibaldine. Fu deputato al Parlamento
italiano poi anarchico, membro della Prima Internazionale e propagandista
dell'anarchismo in Spagna. Aderì giovanissimo alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini:
partecipò ai combattimenti per la repubblica romana (1848-49) e nel 1857 era
affianco di Carlo Pisacane nel tentativo rivoluzionario intrapreso nel sud
Italia. Nonostante i fallimenti non si perse d'animo e nel 1860 con Garibaldi
partecipò all'impresa dei Mille. Dal 1865 al
1874 fu deputato al Parlamento italiano venendo eletto nel Collegio di
Monopoli. Partecipò con Garibaldi alla terza guerra d'indipendenza del 1866 e alla spedizione a Roma del 1867. La svolta della sua vita la ebbe
quando incontrò Bakunin
a Ischia nel 1866, che lo portò a schierarsi con l'internazionalismo, il
federalismo e l'anarchismo. . Nel 1868 assistette a Berna (Svizzera) al
"Congresso della Lega
della Pace" quindi partecipò alla creazione dell'"Alleanza
Internazionale della Democrazia Socialista".
Entrò a far parte della Prima Internazionale, dove giocò un ruolo
importante soprattutto nella diffusione delle concezioni anarchiche in Spagna.
Nello scontro tra Marx e Bakunin prese con decisione
posizione a favore del secondo partecipando attivamente alla Conferenza
di Rimini e al successivo Congresso
Internazionale di Saint-Imier.
[2] Saverio Friscia (Sciacca, 11
novembre 1813 – Sciacca, 22 febbraio 1886) è stato un patriota, politico e
anarchico italiano. Attivo nei Moti del 1848 in Sicilia e nella Spedizione dei
Mille ricoprì in entrambi i casi importanti ruoli di governo nell'isola.
Deputato per 7 legislature dopo l'Unità fu tra i più stretti collaboratori di Bakunin nella diffusione delle idee socialiste della Prima Internazionale. Medico, fu tra i pionieri in Italia della medicina
omeopatica. La nascita della Prima Internazionale, la conoscenza di Proudhon
e soprattutto l'amicizia con Bakunin,
che all'epoca si trovava a Napoli, lo portano ad abbracciare le idee
federaliste e antiautoritarie, auspicando un'Italia non unificata e ritenendo
si potesse concretizzare una Sicilia indipendente o al limite federata con
altre regioni. Divenuto organizzatore della sezione di Catania dell'A.I.L.,
nel settembre 1868 partecipò a Berna al secondo congresso della Lega
per la Pace e la Libertà, durante il quale i bakunisti (tra cui Giuseppe
Fanelli[1], Carlo Gambuzzi, Umberto Tucci), messi in minoranza, abbandonarono i
lavori per dar vita all'Alleanza internazionale per la Democrazia Socialista.
Nel 1871 il giornale internazionalista L'Eguaglianza, di Agrigento,
pubblicò «L'Internazionale e Mazzini», un articolo scritto da Friscia, o
comunque da lui ispirato, nel quale si polemizzava contro lo statalismo di
Mazzini e il suo attacco alla Comune
di Parigi. Nell'agosto 1872 era delegato al congresso di Rimini delle
sezioni italiane dell'Internazionale,
che sancì l'adesione degli internazionalisti italiani alle posizioni di Bakunin e il rifiuto della linea di Marx ed
Engels.
[3] James Guillaume (Londra, 16
febbraio 1844 - Préfargier, 20 novembre 1916), scrittore e anarchico svizzero,
è stato tra i principali esponenti dell'Internazionale
anarchica fondata a Saint-Imier nel 1872 e dell'anarchismo svizzero. James
Guillaume partecipa attivamente all'attività del movimento internazionalista,
ma ben presto, in sintonia con la maggioranza degli internazionalisti del
Giura, giunge alla conclusione che la classe operaia doveva pretendere di più
che il semplice riformismo. Il congresso dell'Internazionale
a Losanna e quello della Lega
per la Pace e la Libertà a Ginevra, tenutosi nel 1867, convincono
definitivamente l'anarchico svizzero della necessità della rivoluzione sociale.
Il salto ideologico definitivo, lo compie insieme a gran parte dei militanti
del Giura quando in Svizzera giunge, nel 1869, il carismatico anarchico russo Michail
Bakunin. Guillaume si convince così in maniera definitiva che l'eguaglianza
non può realizzarsi che in assenza di Stato. Guillaume si dedica anima e corpo
all'Internazionale.
dall'11 aprile 1870 diviene redattore de «La Solidarité», organo della federazione
romanda dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, e poi viene anche espulso con Bakunin
dall'Internazionale
a causa del suo ruolo preponderante nell'ambito della Federazione
del Giura. Si tratta di una prima piccola scissione interna al movimento
internazionalista che anticipa quanto si concretizzerà nel 1872. James
Guillaume muore il 20 novembre 1916
a Préfargier (Svizzera) e viene inumato a Parigi presso
il cimitero di Montparnasse.
[4] Comune
svizzero del Canton Neuchâtel, nel distretto di Le Locle del quale è capoluogo;
ha lo status di città ed è sede di rilevanti aziende di orologeria.
[5] Friedrich Engels (Barmen, 28 novembre 1820 – Londra, 5
agosto 1895) è stato un filosofo, sociologo, economista, giornalista e
imprenditore tedesco, fondatore assieme al sodale Karl Marx del socialismo scientifico, oltre
che teorico del materialismo dialettico attraverso principalmente il suo Dialettica
della natura (1883), basandosi in particolare sull'impostazione critica in
chiave materialista dell'intera storia umana sviluppata da Marx nella sua «concezione
materialistica della storia».
[6] Adhémar Schwitzguébel (Sonvilier,
15 agosto 1844 – Evilard, 23 luglio 1895) è stato un sindacalista e anarchico
svizzero. Orologiaio incisore di professione, fu un organizzatore della Fédération
Jurassienne e un esponente di rilievo della Prima Internazionale e del sindacalismo svizzero. Nel 1866 partecipò al congresso
internazionale
di Ginevra in rappresentanza della sezione di Sonvilier, che aveva
contribuito a creare. Nel 1869 fu delegato al congresso internazionale di Basilea e nel 1871 partecipò alla costituzione della Fédération
Jurassienne. Convinto sostenitore delle teorie di Bakunin
si fece promotore di un socialismo anarchico che propugnava l'avvento di una
società collettivista basata sulla libera federazione delle associazioni
sindacali e delle comuni. Dopo la caduta della Comune
di Parigi (1871) aiutò diversi profughi a trovare rifugio in Svizzera
fornendo loro documenti falsi. Quando lo scontro tra Bakunin
e Marx
in seno all'Associazione Internazionale dei Lavoratori giunse al culmine Schwitzguébel fu tra i
promotori della Conferenza di Sonvilier (1871) dove venne approvata una
circolare in cui Marx
veniva accusato di voler "introdurre nell'Internazionale
lo spirito autoritario" attraverso una rigida centralizzazione, e si
rivendicava il mantenimento del "principio dell'autonomia delle
sezioni" ed un'organizzazione di stampo federalista. Schwitzguébel,
insieme a Bakunin
e a James Guillaume[7] partecipò al congresso della Prima Internazionale a L'Aja (2-7 settembre 1872). La maggioranza marxista chiese
l'espulsione di tutti e tre accusandoli di appartenere segretamente all'Alleanza
Internazionale per la Democrazia Socialista (una associazione che Bakunin
si era impegnato a sciogliere). Bakunin
e Guillaume[7] vennero effettivamente espulsi mentre Schwitzguébel evitò
l'espulsione per un leggero scarto di voti. Subito dopo partecipò al Congresso
Internazionale di Saint-Imier (15-16 settembre 1872) celebrato dalla componente
bakuninista, in cui vennero disconosciute le deliberazioni dell'Aja e venne
creata l'Internazionale
antiautoritaria. Dopo il 1880, pur continuando nell'impegno sindacale e
politico, si orientò progressivamente verso posizioni riformiste. Trasferitosi
a Bienne (1889) dal 1891 fu aggiunto romando presso il segretariato operaio
svizzero (Comité de la Fédération ouvrière suisse), l'anno successivo fu uno
dei promotori della Federazione degli operai dell'industria orologiera, che
costituì il primo tentativo di unire i sindacati del settore orologiero in
Svizzera. Morì a 51 anni a causa di un tumore allo stomaco.
[7] Termina a questo punto la parte del
documento ripubblicata nell'appendice a L'Alleanza della democrazia socialista
e l'Associazione internazionale degli operai.
[8] Segue l'elenco di 82 nominativi (il
primo nome, di Becker, risulta sottolineato da Marx): Fra essi sono quelli di
"Mme" Bakunin e di numerose altre donne.
[9] I due nomi sono inseriti, fra le
osservazioni di Marx, scritti di propria mano da Jung, al termine dell'elenco.