domenica 28 luglio 2019

02-14-PRO18 – Eugène PROTOT

EUGÈNE PROTOT



Eugène Protot è nato a Carisey[1] il 27 gennaio 1839 ed è stato un anarchico e politico francese. L'uomo che ha rivoluzionato la giustizia sotto la Comune, ha avuto problemi con il Secondo Impero e la Terza Repubblica.
Figlio di contadini poveri, lavorò per mantenersi agli studi di diritto iniziati a Parigi nel 1864.
Nella capitale francese si innamorò delle idee rivoluzionarie. Militante blanquista[2], apparteneva al nucleo che ha formato l'embrione del partito e scrisse articoli per i giornali la Rive gauche e il Candide. Dal 29 ottobre all'1 novembre 1865, ha partecipato alla Conferenza internazionale degli studenti che si è tenuta a Liegi.
Fu solo il giorno prima della sua partenza per partecipare al primo congresso dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, tenutosi a Ginevra nel settembre 1866, che Protot iscrisse il suo nome alla 1ª Internazionale. Andò a Ginevra con i blanquisti[2] parigini non come delegato. Lì inscenò con i suoi compagni una tumultuosa manifestazione, e pur contro il parere di Blanqui venne è stato espulso dal Congresso il 6 settembre.
Lettere autografe firmate Eugène Protot
Quanto successe a Ginevra venne dibattuto nei circoli blanquisti[2] e durante una di queste riunioni, il 7 novembre presso il Café La Renaissance al Boulevard St. Michael, Protot fu arrestato insieme a Gustave Tridon (testa pensante del blanquismo[2] in assenza del suo leader "arrestato" e animatore principale di questo movimento di lotta contro l'ordine costituito del capitale e dell'impero), Raoul Rigault, i fratelli Edmond e Leonce Levraud, Gaston Da Costa, Alfred Verlière, Charles Longuet, Genton, Largilière e Landowski. Furono difesi dall'avvocato Gustave Chaudey e Protot venne condannato a 15 mesi di carcere e 100 franchi di ammenda.
Riuscì a portare a termine gli studi di diritto e negli anni di Napoleone III fu avvocato difensore di molti oppositori del Secondo Impero, condividendo più volte con loro il carcere.
Nel febbraio 1870 difese in un celebre processo l'operaio Edmond Mégy, dove divenne famoso per aver accusato alla sbarra la dinastia napoleonica. Ciò gli procurò l'arresto il 1° maggio seguente. Rilasciato per le proteste degli avvocati di Parigi, fu nuovamente arrestato il 30 maggio per «complotto contro la vita dell'Imperatore».
Protot fu anche uno dei redattori del Journal du Peuple, dal 1° luglio al 20 settembre, 1870, ed appartenne alla loggia l’Alliance fraternelle.
Durante l'assedio di Parigi (settembre 1870 - marzo 1871) fu eletto capo della 2ª batteria di artiglieria ausiliaria della Guardia Nazionale e si accampò tre mesi a Nogent, di fronte all’altopiano di Avron difendendo i partecipanti dell'insurrezione del 31 ottobre 1870 contro il governo di Difesa nazionale.
Instaurata la Comune, il 24 marzo, con Maxime Lisbonne e Paul Antoine Brunel, ha comandato la manifestazione contro il Sindaco del 1° arrondissement di Parigi. Il 26 marzo 1871 fu eletto al Consiglio della Comune da parte del 17° arrondissement, che lo ha eletto con 18.062 voti, ed anche dall’11° arrondissement. Egli non prese parte alla votazione per la creazione del Comitato di Salute Pubblica. Propose e fece votare il "decreto degli ostaggi". All'elezione dei delegati della Comune prese il maggior numero di voti (47 su 53) per delegazione della Commissione per la Giustizia, diventandone gestore il 18 aprile; Raoul Rigault, altro blanquista[2], ne ottenne solo 29 per il "Ministero" della Sicurezza. Fu il principale motore della riforma del sistema giudiziario, liberandolo dal suo carattere aristocratico e rifondandolo sulla base dei principi di democrazia e di giustizia uguale e gratuita per tutti e resa da giudici eletti che dovevano preoccuparsi di garantire la libertà individuale. In particolare abolì le cariche giudiziarie e notarili ed ordinò che tutti gli uffici pubblici si redassero gratuitamente gli atti relativi alla loro giurisdizione. Ma prima dovette porre rimedio alla disorganizzazione causata dalla fuga di molti funzionari a Versailles con la creazione di una Camera di rinvii (26 aprile) e nominando dei giudici di pace (3 maggio) e dei giudici istruttori (7 e 16 maggio), in attesa della completa ricostruzione dei tribunali civili per il suffragio universale. Inoltre Protot cercò di ottenere uno stato nominativo delle prigioni e spinse la Comune ad istituire una commissione atta a visitare le prigioni per raccogliere denunce dei prigionieri. Sempre con l'obiettivo di eliminare qualsiasi arbitrio, chiese di essere tenuto al corrente di tutti i movimenti residenti nei manicomi.
Eugène Protot entrò in conflitto con Raoul Rigault, delegato alla sicurezza, che compì arresti arbitrari, perquisizioni senza mandato, i sacerdoti furono le vittime principali. Ma Protot condusse una vigile lotta contro le violazioni della legalità rivoluzionaria. Il 14 aprile, la Comune ha approvato un decreto che instaurava la preliminare notifica ai delegati alla giustizia principale per qualsiasi perquisizione e requisizione.
Durante la Settimana sanguinante partecipò alle ultime battaglie sulle barricate e fu ferito: "Ero alla barricata della rue Fontaine-au-Roi e del Faubourg du Temple”, disse a Vuillaume, a Ginevra, una serata nel mese di ottobre 1871, “Il Venerdì (26 maggio NDR) stavamo combattendo lì fin dal mattino. Verso le cinque tutti i difensori erano caduti. Rimasi quasi da solo. Improvvisamente, fui scaraventato a terra da una spinta violenta. Un proiettile esplosivo - che mi ha fatto sette ferite. Il volto e la giacca erano coperte di sangue ... " Protot fu miracolosamente tratto in, salvato da uno sconosciuto che, da una finestra, aveva assistito alla scena ...
Riuscì a rifugiarsi a Ginevra e, successivamente in ottobre, a Losanna. Fu condannato in contumacia alla pena di morte da parte del Consiglio di Guerra il 19 novembre 1872. Lucien Descaves[3] ha descritto la sua vita di proscritto nel suo romanzo Philémon "Protot, ex delegato alla giustizia che ha preso la pensione, con André Slomszynski, presso il parroco di Besancon, ricevette dalla sua famiglia una somma modesta, si lavava la biancheria in una ciotola e si perfezionava assiduamente nello studio delle lingue straniere ...”. Nel 1872 era a Losanna, dove ha lavorato per un po'. Poi andò in Belgio ed è stato condannato a Bruxelles nel febbraio 1874 al quindici giorni di prigione "per falsa identità". Nel 1875, egli sarebbe stato a Berna. È stato anche a Londra e Genova, dove è stato arrestato.
Rientrò in Francia solo alcuni anni dopo l’amnistia concessa ai comunardi nel 1880 (è proprio il ritorno di Protot a Parigi che viene salutato da Pottier con la canzone L'insurgé) ma il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati non gli concesse di riprendere la professione forense. Dopo aver ambito invano l’investitura dei blanquisti[2] parigini (che gli preferirono Frédéric Boulé[4]) per le elezioni legislative del 27 gennaio 1889, fu candidato pochi mesi più tardi a Marsiglia, presso la sede di Félix Pyat, deceduto, contro Jules Guesde, ma non venne eletto. Lui non si diede per vinto e, forte dei suoi studi in orientalistica e della sua perfetta conoscenza dell’arabo e del persiano, riuscì a sopravvivere traducendo e collaborando a diverse pubblicazioni, come la “Revue du monde musulman”.
Col passar degli anni, i suoi ideali si andavano avvicinando verso il socialismo anarchico, opponendosi al marxismo centralista dei guesdisti in Francia. Divenne fiero oppositore di Jules Guesde e del marxismo che riteneva sciovinista e paternalista, fatto di intellettuali oligarchi lontani dal popolo giudicando la socialdemocrazia tedesca “un complotto per la rovina della Francia”. Si oppose in particolare alla celebrazione della Festa del Lavoro (1 maggio) da parte dei socialisti marxisti del Partito Operaio Francese e di Paul Lafargue, genero e traduttore del capitale di Marx, con la motivazione che si trattava di una "Festa tedesca in cui gli schiavi moderni ... implorano trattamenti migliori, s’inginocchiano davanti al padrone e riconoscono la legittimità della loro servitù
È morto povero com’era nato a Parigi il 17 febbraio 1921.


Scritti
Eugène Protot, Manifeste de la Commune révolutionnaire aux travailleurs de France, 1er mai 1893.



[1] Nel dipartimento della Yonne nella regione della Borgogna.
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[3] Lucien Descaves (Parigi, 18 marzo 1861 – Parigi, 6 settembre 1949) è stato uno scrittore, giornalista e drammaturgo francese.
[4] François-Frédéric Boulé, nato l'11 novembre 1843 a Corvol-l'Orgueilleux (Nièvre) e deceduto dopo il 19032, era un tagliatore di pietre, sindacalista e attivista socialista francese della fine del XIX secolo. Leader del grande sciopero dei terassiers di Parigi (luglio-agosto 1888), fu candidato a diverse elezioni legislative e municipali, passando dal blanquismo al boulangiasmo.