EUGÈNE PROTOT
Eugène Protot è nato a Carisey[1]
il 27 gennaio 1839 ed è stato un anarchico e politico francese. L'uomo che ha
rivoluzionato la giustizia sotto la Comune, ha
avuto problemi con il Secondo
Impero e la Terza
Repubblica.
Figlio di contadini poveri,
lavorò per mantenersi agli studi di diritto iniziati a Parigi nel 1864.
Nella capitale francese si
innamorò delle idee rivoluzionarie. Militante blanquista[2],
apparteneva al nucleo che ha formato l'embrione del partito e scrisse articoli
per i giornali la Rive gauche e il Candide. Dal 29 ottobre all'1
novembre 1865, ha partecipato alla Conferenza internazionale degli studenti che
si è tenuta a Liegi.
Fu solo il giorno prima della
sua partenza per partecipare al primo congresso dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, tenutosi a Ginevra nel settembre 1866, che
Protot iscrisse il suo nome alla 1ª Internazionale. Andò a Ginevra con i blanquisti[2] parigini non come
delegato. Lì inscenò con i suoi compagni una tumultuosa manifestazione, e pur
contro il parere di Blanqui
venne è stato espulso dal Congresso il 6 settembre.
Lettere autografe firmate Eugène Protot |
Quanto successe a Ginevra
venne dibattuto nei circoli blanquisti[2] e durante una di queste riunioni, il
7 novembre presso il Café La Renaissance al Boulevard St. Michael, Protot fu arrestato
insieme a Gustave
Tridon (testa pensante del blanquismo[2] in assenza del suo leader
"arrestato" e animatore principale di questo movimento di lotta
contro l'ordine costituito del capitale e dell'impero),
Raoul
Rigault, i fratelli Edmond
e Leonce
Levraud, Gaston
Da Costa, Alfred
Verlière, Charles
Longuet, Genton,
Largilière e Landowski.
Furono difesi dall'avvocato Gustave
Chaudey e Protot venne condannato a 15 mesi di carcere e 100 franchi di
ammenda.
Riuscì a portare a termine gli
studi di diritto e negli anni di Napoleone
III fu avvocato difensore di
molti oppositori del Secondo
Impero, condividendo più volte con loro il carcere.
Nel febbraio 1870 difese in un
celebre processo l'operaio Edmond
Mégy, dove divenne famoso per aver accusato alla sbarra la dinastia
napoleonica. Ciò gli procurò l'arresto il 1° maggio seguente. Rilasciato per le
proteste degli avvocati di Parigi, fu nuovamente arrestato il 30 maggio per
«complotto contro la vita dell'Imperatore».
Protot fu anche uno dei
redattori del Journal du Peuple, dal 1° luglio al 20 settembre, 1870, ed
appartenne alla loggia l’Alliance fraternelle.
Durante l'assedio
di Parigi (settembre 1870 - marzo 1871) fu eletto capo della 2ª batteria di
artiglieria ausiliaria della Guardia
Nazionale e si accampò tre mesi a Nogent, di fronte all’altopiano di Avron
difendendo i partecipanti dell'insurrezione
del 31 ottobre 1870 contro il governo
di Difesa nazionale.
Instaurata la Comune, il
24
marzo, con Maxime
Lisbonne e Paul
Antoine Brunel, ha comandato la manifestazione contro il Sindaco del 1°
arrondissement di Parigi. Il 26
marzo 1871 fu eletto al Consiglio
della Comune da parte del 17°
arrondissement, che lo ha eletto con 18.062 voti, ed anche dall’11°
arrondissement. Egli non prese parte alla votazione per la creazione del Comitato
di Salute Pubblica. Propose e fece votare il "decreto
degli ostaggi". All'elezione
dei delegati della Comune prese il maggior numero di voti (47 su 53) per
delegazione della Commissione per la Giustizia, diventandone gestore il 18
aprile; Raoul
Rigault, altro blanquista[2], ne ottenne solo 29 per il
"Ministero" della Sicurezza. Fu il principale motore
della riforma del sistema giudiziario, liberandolo dal suo carattere
aristocratico e rifondandolo sulla base dei principi
di democrazia e di giustizia uguale e gratuita per tutti e resa da giudici
eletti che dovevano preoccuparsi di garantire la libertà individuale. In
particolare abolì le cariche giudiziarie e notarili ed ordinò che tutti gli
uffici pubblici si redassero gratuitamente gli atti relativi alla loro
giurisdizione. Ma prima dovette porre rimedio alla disorganizzazione causata
dalla fuga di molti funzionari a Versailles
con la creazione di una Camera di rinvii (26
aprile) e nominando dei giudici di pace (3
maggio) e dei giudici istruttori (7
e 16
maggio), in attesa della completa ricostruzione dei tribunali civili per il
suffragio universale. Inoltre Protot cercò di ottenere uno stato nominativo
delle prigioni e spinse la Comune ad
istituire una commissione atta a visitare le prigioni per raccogliere denunce
dei prigionieri. Sempre con l'obiettivo di eliminare qualsiasi arbitrio, chiese
di essere tenuto al corrente di tutti i movimenti residenti nei manicomi.
Eugène Protot entrò in
conflitto con Raoul
Rigault, delegato alla sicurezza, che compì arresti arbitrari,
perquisizioni senza mandato, i sacerdoti furono le vittime principali. Ma
Protot condusse una vigile lotta contro le violazioni della legalità rivoluzionaria.
Il 14
aprile, la Comune ha
approvato un decreto che instaurava la preliminare notifica ai delegati alla
giustizia principale per qualsiasi perquisizione e requisizione.
Durante la Settimana
sanguinante partecipò alle ultime battaglie sulle barricate e fu ferito:
"Ero alla barricata della rue
Fontaine-au-Roi e del Faubourg du Temple”, disse a Vuillaume,
a Ginevra, una serata nel mese di ottobre 1871, “Il Venerdì (26
maggio NDR) stavamo combattendo lì fin dal mattino. Verso le cinque tutti i
difensori erano caduti. Rimasi quasi da solo. Improvvisamente, fui scaraventato
a terra da una spinta violenta. Un proiettile esplosivo - che mi ha fatto sette
ferite. Il volto e la giacca erano coperte di sangue ... "
Protot fu miracolosamente tratto in, salvato da uno sconosciuto che, da una
finestra, aveva assistito alla scena ...
Riuscì a rifugiarsi a Ginevra
e, successivamente in ottobre, a Losanna. Fu condannato in contumacia alla pena
di morte da parte del Consiglio di Guerra il 19 novembre 1872. Lucien Descaves[3]
ha descritto la sua vita di proscritto nel suo romanzo Philémon "Protot,
ex delegato alla giustizia che ha preso la pensione, con André
Slomszynski, presso il parroco di Besancon, ricevette dalla sua famiglia
una somma modesta, si lavava la biancheria in una ciotola e si perfezionava
assiduamente nello studio delle lingue straniere ...”. Nel 1872 era a
Losanna, dove ha lavorato per un po'. Poi andò in Belgio ed è stato condannato
a Bruxelles nel febbraio 1874 al quindici giorni di prigione "per falsa
identità". Nel 1875, egli sarebbe stato a Berna. È stato anche a Londra e
Genova, dove è stato arrestato.
Rientrò in Francia solo alcuni
anni dopo l’amnistia
concessa ai comunardi nel 1880 (è proprio il
ritorno di Protot a Parigi che viene salutato da Pottier
con la canzone L'insurgé) ma il Consiglio dell'Ordine
degli Avvocati non gli concesse di riprendere la professione forense. Dopo aver
ambito invano l’investitura dei blanquisti[2] parigini (che gli preferirono
Frédéric Boulé[4]) per
le elezioni legislative del 27 gennaio 1889, fu candidato pochi mesi più tardi
a Marsiglia,
presso la sede di Félix
Pyat, deceduto, contro Jules
Guesde, ma non venne eletto. Lui non si diede per vinto e, forte dei suoi studi in orientalistica e della sua perfetta
conoscenza dell’arabo e del persiano, riuscì a sopravvivere
traducendo e collaborando a diverse pubblicazioni, come la “Revue du monde musulman”.
Col passar degli anni, i suoi
ideali si andavano avvicinando verso il socialismo anarchico, opponendosi al
marxismo centralista dei guesdisti in Francia. Divenne fiero oppositore di Jules
Guesde e del marxismo che riteneva sciovinista e paternalista, fatto di intellettuali oligarchi lontani dal popolo giudicando la
socialdemocrazia tedesca “un complotto per la rovina della Francia”. Si oppose
in particolare alla celebrazione della Festa del Lavoro (1 maggio) da parte dei
socialisti marxisti del Partito Operaio Francese e di Paul
Lafargue, genero e traduttore del capitale di Marx,
con la motivazione che si trattava di una "Festa tedesca in cui gli
schiavi moderni ... implorano trattamenti migliori, s’inginocchiano davanti al
padrone e riconoscono la legittimità della loro servitù”
È morto povero com’era nato a
Parigi il 17 febbraio 1921.
Scritti
[1] Nel
dipartimento della Yonne nella regione della Borgogna.
[2] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo
secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali
e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.
[3] Lucien Descaves (Parigi,
18 marzo 1861 – Parigi, 6 settembre 1949) è stato uno scrittore, giornalista e
drammaturgo francese.
[4] François-Frédéric
Boulé, nato l'11 novembre 1843 a Corvol-l'Orgueilleux (Nièvre) e deceduto dopo
il 19032, era un tagliatore di pietre, sindacalista e attivista socialista
francese della fine del XIX secolo. Leader del grande sciopero dei terassiers
di Parigi (luglio-agosto 1888), fu candidato a diverse elezioni legislative e
municipali, passando dal blanquismo al boulangiasmo.