GIOVEDÌ 30 MARZO 1871
(9 GERMINALE
ANNO 79)
Il giorno seguente alla
pubblicazione delle elezioni, la Comune si è insediata in municipio.
Come lavorava il Consiglio?
In principio si riuniva ogni giorno alle 10, il pomeriggio, essendo riservato
alle commissioni e alle sedute supplementari, le riunioni furono poi spostate
alle 14. Si eleggeva un presidente e il suo segretario, poi il segretario
dell'assemblea dava lettura del verbale del giorno precedente, che poteva dar luogo ad osservazioni.
Quindi si apriva il dibattito sulle proposte, si discuteva, si votava, si
facevano relazioni. Leggi e decreti erano inseriti nel «Giornale
Ufficiale». C'erano inoltre i verbali dei lavori delle
commissioni; succedeva anche che il Consiglio
ricevesse e ascoltasse delegazioni, funzionari municipali, o dei responsabili
militari.
Come si vede, si
instaura un sistema democratico molto aperto. attentissimo. Un Comunardo,
Arthur
Arnould, rievocherà questo periodo di intensa, sfibrante attività, mentre
i giornali di Versailles parlavano di
continue baldorie, orge scandalose.
“Come raffigurarsi la nostra esistenza di quei 72 giorni? Come membri
della Comune ci riunivamo generalmente due volte al giorno. Queste due riunioni
erano interrotte soltanto da un breve intervallo per mangiare. Ciascuno di noi faceva
parte di una commissione che comportava il lavoro di diversi ministeri messi
insieme, col carico d'amministrare
vari settori pubblici (pubblica istruzione, guerra, assistenza, esteri, ecc.).
Solo la direzione di ciascuno di
questi settori avrebbe richiesto tutte
le energie di un uomo. Eravamo sindaci, ufficiali
di stato civile, responsabili dell'amministrazione nelle rispettive
circoscrizioni. Molti di noi avevano posti di responsabilità nella Guardia
Nazionale, nessuno che non dovesse continuamente correre agli avamposti, essere
presente nelle fortificazioni, incoraggiare i combattenti, tener conto delle
loro istanze; assumersi responsabilità, prendere decisioni. Quasi non dormivamo più. Per quanto mi riguarda, non mi
ricordo di essermi spogliato per coricarmi più di dieci volte in due mesi. Una
poltrona, una sedia, un bancone per pochi istanti, molto spesso interrotti,
fungeva da giaciglio”.
A Versailles,
Thiers,
e il suo accolito Favre
pensano seriamente di chiedere l'appoggio della Prussia per liquidare
l'insurrezione rossa.
Molti sono i lavoratori
stranieri a Parigi, spesso rifugiati politici, come Leò
Frankel ed altri. Essi vivono l'esperienza della Comune in modo totale.
Oggi la Commissione elettorale, con un’ordinanza, ha sanzionato l'eleggibilità
degli stranieri «considerato che la
bandiera della Comune è quella della Repubblica universale».