LEÓ
FRANKEL
Leó Frankel, nato a Budapest,
25 febbraio 1844, è stato un politico ungherese. Era un
internazionalista
e militante sindacalista. Militante nella sezione
francese della 1ª Internazionale e della 2ª Internazionale, ha avuto
la preoccupazione di dare a queste organizzazioni un ruolo di primo piano nello
sviluppo delle riforme. Dichiarò: "L'unione dei proletari di tutti i
paesi è compiuta, nessuna forza può dividerli". Frankel era
socialista: nelle sue relazioni con Marx,
dedusse "Se potessimo determinare un cambiamento radicale nei rapporti
sociali, la rivoluzione
del 18 marzo sarebbe la più fertile delle rivoluzioni". Ha
proclamato: "Non dobbiamo dimenticare che la rivoluzione
del 18 marzo è stata fatta esclusivamente dalla classe operaia, e se non
facciamo nulla per questa classe, che si basa sull'uguaglianza sociale, non ne
vedo il motivo di essere della Comune”.
Questo postulato guidò Leó Frankel durante tutta la sua azione.
Rimasto presto orfano, visse
in Germania e forse anche in Inghilterra prima di giungere nel 1867 a Lione, da
dove chiese l'iscrizione all'Associazione Internazionale dei Lavoratori a Londra. Trasferitosi a Parigi, dove lavorò
come operaio gioielliere, vi rappresentò la sezione tedesca dell'Internazionale.
Fu anche corrispondente del giornale Volksstimme
(La Voce della Gente) di Vienna. Per la sua adesione all’A.I.L.
fu arrestato alla fine dell'aprile 1870 con l'accusa di complotto e di
appartenenza a società segreta. Venne condannato a luglio, nel terzo processo
agli internazionalisti, a due mesi di prigione. Fu liberato dalla rivoluzione
del 4
Settembre 1870 che ha rovesciato il Secondo
Impero e proclamò la Repubblica.
Divenne membro della Guardia
Nazionale, del Comitato
centrale repubblicano dei venti arrondissement e con Eugène
Varlin ricostituì la sezione parigina dell'Internazionale. Non venne eletto
all'Assemblea Nazionale dell'8 febbraio 1871, dove si era presentato come
candidato socialista rivoluzionario.
Il
26 marzo si costituì a Parigi la Comune, e
Frankel ne venne eletto membro, nel 13°
arrondissement di Parigi, a far parte del Consiglio
della Comune.
Il 30
marzo scrisse a Marx: «Se riusciremo a trasformare radicalmente il
regime sociale
la rivoluzione
del 18 marzo sarà stata la più efficace di tutte quelle che
si sono avute fino a oggi. Così facendo, risolveremmo i problemi cruciali delle
rivoluzioni sociali a venire».
La Comune di
Parigi fece di un ungherese il suo ministro del lavoro e rimane in anticipo
sui tempi in cui risvegliamo nazionalismi esasperati e conflitti etnici e
religiosi.
Frankel fece parte della
Commissione Finanze, della Commissione Lavoro, industria e scambio. Il programma della commissione per il Lavoro e scambi
riguardava: le riforme dei servizi pubblici, i rapporti dei lavoratori con i
padroni, la revisione del Codice di commercio, l'istruzione professionale con
una nuova pedagogia basata sul metodo sperimentale e scientifico, i percorsi
che portavano alla rivoluzione sociale.
Per questo,
la commissione fu affidata a socialisti, federalisti, per lo più lavoratori e
membri dell'Internazionale, e guidata da Frankel. Il sostantivo «Industria» nel titolo della commissione
dimostra che teneva conto dell'importanza dell'industria come motore
dell'economia. La Comune
offrì alle questioni economiche e sociali un posto importante.
La
commissione si basava su principi democratici che richiedevano che i cittadini
venissero chiamati a regolare i propri interessi, in modo che i decreti fossero
espressione di interessi professionali. Varlin
affermava: "è attraverso l'organizzazione democratica della produzione
e del lavoro che realizzeremo la riforma sociale". Tale organizzazione
implicava: i produttori sceglievano le modalità di funzionamento; si formavano
in corporazioni, l'effetto della scala riduceva i costi e apriva più
opportunità; le corporazioni si trasformano in cooperative o associazioni di
produzione dei lavoratori, che si federavano e implementavano la nuova
organizzazione del lavoro.
Era in questa
prospettiva rivoluzionaria che si trova il decreto del 16
aprile 1871 relativo alle officine abbandonate e che dovevano essere
sfruttate dalle cooperative degli operai che vi lavoravano. Questo decreto fu
il capolavoro del Comitato per il Lavoro, l'Industria e il Commercio, un
decreto di natura socialista, libertaria, che poneva le basi per una trasformazione
sociale, una riflessione politica sui fondamenti della società e la rifusione
dell’appropriazione dei mezzi di produzione. L'esperimento rimase nelle sue
fasi iniziali, a causa della mancanza di tempo, alcune dozzine di laboratori
furono confiscati.
Con approcci
analoghi, sotto la direzione di Elisabeth
Dmitrieff, le Camere sindacali e le camere federali dei lavoratori
riunivano i lavoratori di: vestiario, biancheria ... munizioni che organizzano
la produzione. Leó Frankel decretò delle misure sociali, come
l'abolizione del lavoro notturno dei panettieri, il divieto delle multe sui
salari e il censimento delle officine abbandonate in vista della creazione di
officine cooperative. Il 1°
maggio, votò per la costituzione del Comitato
di Salute pubblica ma poi aderì alla minoranza, contraria a quella
decisione.
Durante la Settimana
sanguinante fu ferito in una barricata di rue du Faubourg-Saint-Antoine,
all'angolo della rue de Charonne e fu salvato da Elisabeth
Dmitrieff, la fondatrice dell'Union
des Femmes (Unione delle donne). Sfuggito ai versagliesi, si rifugiò in
Svizzera e poi in Inghilterra, mentre in Francia il Consiglio
di guerra, il 19 ottobre 1872, lo condannava a morte in contumacia.
A Londra prese parte nel
settembre del 1872 alla conferenza dell'Internazionale, unendosi alle tesi di Marx, e
l'anno dopo, al Congresso de L'Aia, votò per l'espulsione di Bakunin.
Nel 1875 si trasferì in
Germania ma ne fu subito espulso. Passato in Austria, in ottobre fu arrestato a
Vienna. Liberato nel marzo del 1876, si trasferì in Ungheria per organizzare il
Partito operaio. Arrestato nel marzo 1881, fu condannato a diciotto mesi di
carcere. Liberato nel febbraio del 1883, lavorò come tipografo correttore di
bozze e collaborò alla rivista socialista Gleichheit (Uguaglianza).
Tornò in Francia nel 1890,
partecipando al Congresso di fondazione della 2ª Internazionale. Collaborò al
quotidiano dei socialisti tedeschi Vorwärts (Avanti) e a La Bataille
(La Battaglia) di Lissagaray.
Morì di polmonite il 29 marzo
1896 e fu sepolto nel cimitero del Père
Lachaise (96ª divisione). Aveva disposto nel testamento «funerali semplici
come quelli dell'ultimo morto di fame. L'unica cosa che
io chiedo è di avvolgere il mio corpo in una bandiera
rossa, la bandiera del proletariato internazionale, per la cui
emancipazione ho dato la parte migliore della mia vita, e per la quale sono
sempre stato pronto a sacrificarla». Dal 1968 i suoi resti riposano nel
cimitero Kerepesi di Budapest. Al Père
Lachaise rimane solo un monumento.