HENRY
LOUIS CHAMPY
Henry Jean Louis Champy è nato il 23 febbraio 1846 a
Clamart[1]. Operaio in una fabbrica
di coltelli, mantenne dei rapporti con la Prima Internazionale ma non vi aderì. Durante l'assedio
di Parigi da parte dei prussiani (settembre 1870-marzo 1871) fece parte del
203º battaglione della Guardia
Nazionale. Durante la Comune, è
stato eletto al Consiglio
della Comune da parte del 10°
arrondissement ed è stato membro della Commissione dei Sussidi. Dopo la Settimana
sanguinante, venne arrestato il 7 luglio dai versagliesi, davanti alla corte
marziale sostenne di essere stato eletto contro la proprio volontà e di
aver sempre difeso la Chiesa. Fu condannato alla deportazione nella penisola
Ducos in Nuova
Caledonia, dove rifiutò di presentare domanda di grazia in quanto «ex-membro
della Comune».
Dopo l'amnistia
del 1880, ritornò in Francia, riprese la sua professione e divenne presidente
della Solidarité des proscrits de 1871 (Solidarietà dei proscritti del 1871),
che diventerà l'Association
des Amis de la Commune de Paris (1871) (Associazione degli amici della
Comune di Parigi). È entrato a far parte del Partito socialista rivoluzionario
dei lavoratori di Jean
Allemane e scrisse sul suo giornale, Le Parti ouvrier. Quando morì,
a Parigi il 11 agosto 1902, faceva il gioielliere.