LOUIS-DENIS
CHALAIN
Louis Denis
Chalain è nato a Le Plessis-Dorin[1]
il 10 gennaio 1845; è stato un operaio tornitore di bronzo.
Dopo l'omicidio
di Victor Noir il 10 gennaio 1870 e l'arresto di Rochefort,
il 7 febbraio 1870, Louis Chalain è stato tra coloro che hanno convinto i
lavoratori a mantenere la calma per non pregiudicare l'esito della lotta con
un’azione troppo affrettata. Lo stesso giorno ha aderito alla Prima Internazionale. Il 18 marzo 1870 partecipò alla riunione in cui furono
redatti i progetti di statuto della Federazione parigina dell’Internazionale,
che fu poi discussa e adottata il 19 aprile. Durante questo incontro, Louis Chalain
rappresentò la sezione di Vaugirard[2].
In aprile ha rappresentato la sezione di Grenelle[3].
Alla fine di aprile, la
polizia dell'Impero, che stava preparando il plebiscito dell'8 maggio, arrestò
i principali dirigenti dell'Internazionale
sotto la doppia accusa di cospirazione e società segreta. Nel terzo processo
dell'Internazionale, Louis Chalain presentò all'udienza del 30 giugno 1870 la
difesa collettiva degli imputati in un notevole discorso scritto interamente da
Benoit
Malon. quanto segue sono alcune delle sue dichiarazioni:
"L'Internazionale è la
prima associazione che si è sbarazzata del vecchio spirito autoritario [...] è
stata lei a respingere per prima la parola d’ordine del Comitato Direttivo, per
affidare il proprio lavoro alle masse stesse […] L'esperienza ha insegnato alle
classi lavoratrici che devono fare affidamento solo su se stesse; e questa è
l'idea madre dell'Internazionale […] Ciò che la gente vuole è innanzitutto il
diritto di governarsi senza intermediari e soprattutto senza salvatori; è la
completa libertà. […] È l'abolizione dell'usura, dei monopoli, del lavoro
salariato, degli eserciti permanenti; è l'istruzione integrale; è
l'applicazione delle riforme con cui raggiungerà l'uguaglianza delle condizioni".[4]
L'8 luglio, Louis Chalain è
stato processato e condannato per essere appartenuto ad una società segreta, e
condannato per avere aderito, a Parigi, all’A.I.T.
non autorizzata, e condannato a due mesi di carcere, 25 franchi di ammenda.
Imprigionato il 28 agosto
presso il carcere di Beauvais[5],
venne rilasciato il 5 settembre dopo la proclamazione
della Repubblica.
Il 26
marzo 1871 fu eletto al Consiglio
della Comune dal 17°
arrondissement, con 4.545 voti (su 11.394 votanti), e fece parte della
Commissione sicurezza il 29
marzo, poi passò alla Commissione Lavoro e Cambio il 21
aprile. Tornò alla Commissione di Sicurezza il 24
aprile. Non ha partecipato alla votazione sul Comitato
di salute pubblica.
Il suo ruolo nella Comune non
fu tra i più importanti, ma spesso prendeva la parola nei club,
specialmente in quello che si riuniva nella chiesa di Saint-Michel des
Batignolles.
Il pomeriggio del 23
maggio 1871, Louis Chalain aveva aiutato la sorella di R. P. Radigue,
priore del Convento de Picpus, prigioniero della Comune,
che venne poi fucilato in rue Haxo il 26
ad incontrarsi con suo fratello e, a sua volta, questa ha facilitato la fuga di
Louis Chalain.
Il 12 luglio del 1873, il 4°
consiglio di guerra, la corte marziale di Versailles,
ha condannato Chalain a morte, ma egli aveva già attraversato il confine
recandosi a Londra. In esilio, ha ricoperto vari lavori: intermediario di
librerie e operaio incisore. Poi si trasferì a Vienna, dove fu espulso nel
1873, e successivamente in Svizzera, dove ha trascorso due anni a Ginevra. Ha
partecipato al Congresso
della Federazione Giura tenutosi a La Chaux-de-Fonds il 25-27 aprile 1874.
Il 20 settembre 1875, Louis
Chalain lasciò Ginevra per Londra, fermandosi qualche giorno a Strasburgo ed a
Bruxelles. Lavorò poi come tornitore di rame, facendo sempre propaganda
socialista attiva e risulta essere stato anche informatore della polizia (ci
sono rapporti fino al 1877).
L'8 aprile 1879, Louis Chalain
scrisse da Londra all'ammiraglio Pothuau, ambasciatore francese in Inghilterra,
quindici fogli in cui chiedeva di beneficiare della legge di amnistia del 3
marzo e cercò di dimostrare che non aveva preso parte ad un assassinio o ad un
incendio e che aveva fatto tutto il possibile per "scongiurare
l'esecuzione degli ostaggi"[6].
Rientrò in Francia con l'amnistia
dei Comunardi del 1880.
È morto il 14 ottobre 1895 nel
20°
arrondissement di Parigi.
[1] Nel
dipartimento del Loir-et-Cher nella regione del Centro-Valle della Loira.
[2] Quartiere
del 15° arrondissement di Parigi, antico comune della Senna.
[4] Estratto dal
terzo processo dell’A.I.T. a Parigi, 1870.
[6] "Vengo, da repubblicano,
per chiedere al governo della Repubblica che i benefici concessi dalla legge di
amnistia [...] si applicano a me. […] Chiedo di tornare nel mio
paese, al fine di essere in grado con il mio lavoro di crescere i miei figli
onestamente e nel modo più adeguato possibile".