domenica 28 luglio 2019

02-14-PR05 – Marguerite PRÉVOST

MARGUERITE PRÉVOST


Marguerite Prévost, nata Guinder, chiamata Lachaise, è nata il 24 dicembre 1832 a Salins-les-Bains[1] sposata, madre di un bambino. Separata di fatto dal marito, un certo signor Prévost, ha vissuto in concubinato per undici anni con un certo Lachaise, un lavoratore di bronzo, di cui fece la scelta di prenderne il nome. Marguerite viveva in rue Sedaine 65, nell’11° arrondissement ed era confezionatrice di abiti femminili. Nel 1871 era ambulanziera e vivandiera alla mensa del 66° battaglione federato della Guardia Nazionale, i cui soldati hanno scritto alla Comune per lodare il suo coraggio e la devozione ai feriti, il 3 aprile, di fronte a Meudon[2], "in assenza di qualsiasi servizio chirurgico".
Ecco la testimonianza, pubblicata nel Journal Officiel del 9 aprile 1871, sottoscritta da più di 60 guardie nazionali: «I sottoscritti cittadini, appartenente al 66° battaglione della Guardia Nazionale di Parigi, dichiarano Marguerite Gainder, sposata Lachaise, cantiniera di revisione del battaglione, residente in rue Sedaine, 65, è stata nella battaglia del 3 aprile, davanti a Meudon, tenendo una condotta sopra ogni lode e con grande virilità è stata tutto il giorno sul campo di battaglia, nonostante ci fosse intorno a lei il fuoco della mitraglia, occupata a curare e guarire i molti feriti, in assenza di qualsiasi servizio chirurgico. In fede, i membri cittadini della Comune, vogliamo richiamare la vostra attenzione su questi atti, in modo che sia fatta giustizia per il coraggio e l'abnegazione di questa cittadina, repubblicana delle più perfette. Salvezza e fraternità».
Il 24 maggio, fu lei ad indicare alla folla Beaufort, reso responsabile delle perdite del battaglione; vedendolo nelle mani di un piccolo gruppo di federati, Marguerite Lachaise gli sputò in faccia, lo schiaffeggiò, lo travolse di insulti e fece sollevare contro di lui gli uomini di una barricata. A Delescluze, che voleva ottenere una tregua, avrebbe urlato, riferito da un testimone: "Se non gli spari, gli sparerò io stessa".
La vivandiera Lachaise è stata arrestata il 28 giugno. Il 6° Consiglio di guerra la assolse al processo dell'arcivescovo (9 gennaio 1872),
Davanti ai giudici della corte marziale si difese dicendo: "Ho portato gli effetti della vivandiera, ma non ho mai avuto armi"; la lettera dei soldati non diceva che era una combattente, ma nonostante tutto, il 19 giugno 1872 fu condannata a morte per l'esecuzione di Beaufort; la sua pena fu commutata il 14 settembre 1872, a lavori forzati a vita ed deportata in Guyana. Era stata raccomandata dal Grande Oriente, con una lettera arrivata il 10 gennaio 1872, come membro della «Loggia francese». Fu poi detenuta a Versailles. Dopo un'indagine, è stato notato: «La Loggia ... non ha informazioni sui titoli massonici della signora Lachaise».




[1] Nel dipartimento del Giura nella regione della Borgogna-Franca Contea.
[2] Nel dipartimento dell'Hauts-de-Seine nella regione dell'Île-de-France, a sud-ovest di Parigi.