LUNEDÌ 3 APRILE 1871
(13 GERMINALE
ANNO 79)
I Comunardi
decidono di rispondere all'occupazione di Courlevoie con una sortita in
direzione di Versailles.
Decisione presa tra l'entusiasmo popolare, ma non sufficientemente preparata.
Verso le quattro di questa mattina, Émile
Duval, Jules
Bergeret ed Emile
Eudes hanno lanciato la controffensiva. 40.000 uomini divisi in tre colonne
partirono per Rueil, Meudon e l'altopiano di Châtillon.
Gustave Flourens |
Impreparati, una delle tre
colonne che dovevano convergere su Versailles,
i Federati
di Bergeret, avanzano allo scoperto
e si trovano bruscamente sotto il tiro dei cannoni del forte di Mount Valerian.
C'è panico. Questo punto chiave del sistema difensivo di Parigi, abbandonato da
Thiers
il 18
marzo nella fretta
di fuggire, non venne occupato, quando avrebbero potuto farlo, dai Comunardi,
errore ch'essi hanno pagato caro. Il forte, che avrebbe dovuto intervenire a
sostegno dei Federati,
era stato rioccupato da un battaglione dell'esercito regolare, comandato da un
colonnello versagliese che gli insorti credevano simpatizzasse per loro. Che
non fosse così lo dimostrano i cannoni puntati contro i Comunardi.
La maggior parte dei
battaglioni parigini va in confusione e ritorna a Parigi. Parte delle colonne
rifluisce verso Neuilly.
Intanto un certo numero di Comunardi
guidati da Flourens,
un membro molto popolare della Comune, e ciò che resta della colonna Bergeret,
prosegue l'avanzata occupando alcuni villaggi: Rueil, Chatou, Bougival.
Arrivano a 6 chilometri da Versailles,
provocando un principio di panico fra i notabili della città. Resistono fino
alle ore 13, poi sono costretti a fuggire sotto il fuoco dei versagliesi, che
fanno molti prigionieri. La colonna Eudes,
guidato da Ranvier
e Avrial,
affronta una resistenza a Meudon, dove si oppongono truppe saldamente radicate
e dotate di mitragliatrici. Privati del supporto della colonna Bergeret,
i Federati in difficoltà si ritirano al forte di
Issy e installano le loro armi. In tal modo impediscono all'esercito di
riprendere l'offensiva.
Flourens,
sorpreso a Rueil, non vuole seguire i suoi uomini che si ritirano dal ponte
d’Asnières. Segue il fiume a piedi e si rifugia in una casa vicino al ponte de
Chatou, accompagnato dal suo aiutante di campo, l’anarchico Cipriani.
Riconosciuto, Flourens
è condotto di fronte alla casa circondata dai gendarmi. Il capitano della
gendarmeria Desmarets, senza nessun'altra forma di processo, gli taglia la
testa con la spada. Il suo corpo viene trascinato a Versailles
in un barile di letame. La Comune perde un eletto e un soldato di valore. Gustave
Flourens, repubblicano di tutti i combattimenti, aveva 33 anni. In
precedenza si era messo in evidenza mentre conduceva la rivolta parigina del 31
ottobre 1870. All’inizio semplice fisiologo, perseguitato dall'Impero
per le sue idee antireligiose e il supporto ai rivoluzionari cretesi, è stato
trionfalmente eletto al Consiglio
della Comune nel 19°
arrondissement La sua tragica morte non deve rimanere impunita!
Ciniche, ma inequivocabili le
parole d'un testimone versagliese: “Chi
sopravvive dopo gli scontri, è messo al muro, e passato per le armi”.
Siamo ancora senza notizie
della divisione guidata da Duval,
che si troverebbe nei guai sull'altopiano di Châtillon. Inoltre, i delegati
dell'ex prefettura riferiscono che un certo numero di andirivieni e riunioni
sospette si sono svolti in diverse chiese e nell'arcidiocesi. Quindi Raoul
Rigault giovane blanquista eletto il 7°
arrondissement, ha ordinato oggi l'arresto di Georges
Darboy, arcivescovo di Parigi, e le perquisizioni nella chiesa di
Saint-Laurent e di Notre-Dame des Victoires.
In sessione, i funzionari
eletti della Comune si interrogano sulla risposta da dare alla barbarie di Versailles,
che massacra i prigionieri. Ufficiali dell'esercito catturati il 18
marzo e alti funzionari della chiesa potrebbero essere usati come ostaggi. A Parigi si chiama all’appello e i
battaglioni si riuniscono. Parigi deve rimanere libera! Alle armi!
Stamani sono stati affissi i manifesti del decreto
di separazione tra Stato e Chiesa.