venerdì 6 settembre 2019

03-07 - Bordeaux

IL CASO DI BORDEAUX

 

 

Bordeaux, capoluogo del dipartimento della Gironda e della regione della Nuova Aquitania, nelle ultime elezioni prima del 4 settembre 1870, diede la maggioranza agli avversari dell'Impero; il Governo provvisorio scelse la città girondina come centro nevralgico della difesa nazionale in provincia; infatti proprio a Bordeaux si riunì l'Assemblea nazionale eletta dopo l'armistizio. I militanti della sezione dell'Internazionale, attraversati da un forte spirito repubblicano, reagirono. Molte tendenze repubblicane coesistevano nella città, dai notabili moderati al potere, attorno al loro giornale, La Gironde, fino ai "radicali" ed i ceti che essi influenzavano. Perché non c'è stata la Comune a Bordeaux? La risposta si trova nella natura del costituendo partito repubblicano. II movimento operaio e popolare, in una realtà comprendente industrie di vecchio tipo, dà una chiave di lettura. I rapporti tra l'ideologia repubblicana e la diversità sociale ed operaia, a Bordeaux, permettono di capire.

A Bordeaux, alla fine degli anni 1860, la situazione economica stagnante e le scelte politiche ambigue si coniugavano con una forte pressione popolare mentre i partigiani del regime imperiale si organizzarono quando l'Impero crollò. L'opinione comune dei bordolesi, pacifica come in tutto il resto della Francia, si sollevò contro l'Impero e soprattutto contro la sua diplomazia. Si sentì allora la necessità di non lasciarsi superare quando gli eredi dell'orientamento democratico radicale trovarono delle ragioni di speranza.

I bordolesi scelsero alle elezioni degli oppositori moderati dell'Impero; si allargò così il divario tra il popolo ed i possidenti. A differenza di quanto avveniva in altre città, la sottomissione sembrò prevalere. La proclamazione della repubblica permise al popolo di manifestare il suo odio verso l'Impero di cui si avvantaggiavano gli eletti democratici che non potevano affermare il proprio dominio se non mantenendo l'ordine. II contesto nazionale rafforzò un patriottismo che esigeva la calma. Senza organizzazioni che potevano esprimere il loro malcontento, i ceti popolari seguirono i democratici del consiglio municipale che si divisero. Qualche dirigente minore si mise primo piano nel seguito degli avvenimenti.

Davanti all'invasione delle armate prussiane, mentre una delegazione del governo tentava di organizzare in provincia la difesa nazionale, il governo a Parigi negoziò con Bismarck. A Parigi come in provincia, la lotta patriottica si tradusse in disaccordo sul mantenimento dell'ordine sociale e della legalità. II soggiorno del governo e dell'Assemblea a Bordeaux corrispose ad una progressione dell'adesione popolare alle idee repubblicane avanzate che si sforzavano di controllare i repubblicani più moderati. Davanti al degrado della situazione parigina, questi ultimi vollero calmare quelli che preparavano la guerra civile. Nella trincea che era diventata la prefettura girondina[1] si mescolavano slanci patriottici, difensori della repubblica ed aspirazioni a cambiamenti nell'ordine sociale, mentre il governo scelse di installarsi a Versailles e di preparare la propria armata per affrontare non l'invasore, ma la Comune proclamata nella capitale.

Parigi, a partire dal 18 marzo 1871, diventò il polo di attrazione o di repulsione per l'opinione pubblica bordolese che si divise di fronte alla Comune. Le organizzazioni entrarono in azione in funzione delle notizie che arrivavano da Parigi.

I consiglieri repubblicani della città controllavano questi movimenti. La corrente internazionalista cominciò a distinguersi dai radicali creando un giornale e diventando un bersaglio più facile da combattere. Tuttavia la sezione dell'Internazionale restò debole e sarebbe stato un errore farne l'ispiratrice e l'animatrice degli avvenimenti bordolesi. Dopo il tentativo di mediazione proposta dai "radicali" de La Tribune, rilanciato dai massoni ed accettato dalla maggioranza del consiglio municipale attorno al sindaco Emile Fourcand[2], l'agonia di Parigi durante la Settimana sanguinante corrispose a Bordeaux ad una accentuazione della repressione e tra i dirigenti della città avanzava l’idea di un  accordo con l'azione di Versailles.

L'analisi degli avvenimenti di Bordeaux rimpiazza il ripiego dell'opinione nel clima di antica diffidenza verso Parigi, simbolo, di volta in volta, della centralizzazione politica, dell'oppressione economica e dell'agitazione rivoluzionaria.

Bordeaux era ben informata di ciò che avveniva a Parigi dagli inviati che portavano le notizie. Non ci fu consapevolezza dell'originalità del movimento comunardo e dello scontro di classe, se non negli ultimi giorni e dopo lo scacco di tutti i tentativi di sostegno. II proletariato bordolese, debole, diviso, in maggioranza di vecchio tipo, in crisi, si riunì e andò verso un mutamento ed un inizio di organizzazione. AI fianco delle camere sindacali, la sezione dell'A.I.T. non riapparirono che nel cuore degli eventi. I suoi animatori, compreso Paul Lafargue, diedero un significato nazionale al senso sociale dell'organizzazione. Da qui il disorientamento delle masse popolari visto che anche altre correnti politiche si identificavano con l'ideale patriottico. A differenza di Lione e di Marsiglia, la sua influenza crebbe col progredire degli avvenimenti. La città partecipò alla vita della Guardia Nazionale ed alle lotte operaie e democratiche. Si sforzò di canalizzare il malcontento e le aspirazioni confuse del popolo dei salariati nel momento in cui gli ambienti repubblicani si allontanavano dalle aspirazioni patriottiche e mal risposero al malcontento popolare. Prese le distanze dagli ambienti radicali stabilendo un legame tra le lotte politiche, nazionali e sociali. Gli avvenimenti di Parigi furono una rivelazione per i suoi militanti che progressivamente si differenziarono dagli ambienti radicali de La Tribune, crearono il giornale La Fédération e si presentarono alle elezioni municipali di aprile-maggio 1871. Alcuni radicali, membri attivi o anziani della sezione dell'A.I.T., la fecero vivere a dispetto del clima repressivo che seguì la Comune di Parigi.

I repubblicani, ancorché divisi, mantennero il controllo dell'amministrazione e del servizio d'ordine. La municipalità mantenne i suoi ruoli essenziali. Ma per loro, l'affermazione municipale non portò a teorizzare l'autonomia comunale a differenza di quanto fecero i membri dell'Internazionale che la reclamavano.

I repubblicani tennero la situazione saldamente in mano e i notevoli disordini non sfociarono in tentativi di "Comune". La presenza del Governo provvisorio, poi dell'Assemblea, rinforzò l'unione intorno all'idea repubblicana ed intorno alla legalità costituita. I repubblicani ed i radicali finirono per accettare un governo che manteneva l'ordine.

L'ideale comune dei repubblicani cercava la conciliazione per frenare il movimento e rifiutava l'alleanza con Parigi. Alle elezioni municipali, tuttavia, la lista che sosteneva la Comune di Parigi ottenne un successo non indifferente. Gli ambienti conservatori votarono per i repubblicani di Fourcand[2] che assicuravano il mantenimento dell'ordine. Le idee repubblicane più radicali progredirono negli ambienti popolari e presso i sostenitori dell'Internazionale. Si sviluppò così una militanza repubblicana.

Per molti aspetti la situazione bordolese somigliava a quella delle altre città di provincia che non poterono aiutare efficacemente la Comune di Parigi. Lo scacco dei tentativi di coordinamento e l'entità della repressione parigina rivelarono la potenza di quanti reclamavano a gran voce "l'ordine". Per lungo tempo gli storici hanno cercato di descrivere e di comprendere il dramma parigino di fronte alla aspirazioni provinciali. II caso di Bordeaux completa e complica il fenomeno. Si tentò in certe regioni di aiutare Parigi attraverso diverse azioni di tipo insurrezionale o, come a Bordeaux, attraverso un’attitudine più conforme ad una concezione favorevole al popolo della Repubblica riconquistata.



[1] I girondini sono i membri di un gruppo politico rivoluzionario nato in Francia il 1º ottobre 1791, che partecipa con i propri deputati all'Assemblea legislativa e alla Convenzione Nazionale durante la Rivoluzione Francese. I Girondini, provenienti dal dipartimento della Gironda, fanno per lo più parte della borghesia provinciale dei grandi porti costieri. Fautori all'Assemblea legislativa della guerra contro l'Austria e del decentramento amministrativo, si confrontano aspramente con il gruppo dei Montagnardi (gruppo politico della Rivoluzione Francese, alla Convenzione Nazionale, favorevole alla Repubblica e contraria ai Girondini) nei primi mesi della Convenzione. Il club viene sciolto nel 1793 a seguito dell'insurrezione anti-girondina guidata da Robespierre; molti tra i suoi membri sono condannati a morte durante il regime del Terrore.

[2] Simon Paul Emile Fourcand, nato a Bordeaux il 14 novembre 1819 e morto a Tresses l’1 settembre 1881 , fu nominato sindaco di Bordeaux nell'agosto 1870. Émile Fourcand fu eletto il 14 dicembre 1875 senatore inamovibile, carica che mantenne fino alla sua morte nel 1881.