IL CASO DI BORDEAUX
Bordeaux, capoluogo del
dipartimento della Gironda e della regione della Nuova Aquitania, nelle ultime elezioni prima del 4 settembre 1870,
diede la maggioranza agli avversari dell'Impero;
il Governo
provvisorio scelse la città girondina come centro nevralgico della
difesa nazionale in provincia; infatti proprio a
Bordeaux si riunì l'Assemblea
nazionale eletta dopo l'armistizio. I militanti della sezione dell'Internazionale,
attraversati da un forte spirito repubblicano, reagirono. Molte tendenze
repubblicane coesistevano nella città,
dai notabili moderati al potere, attorno al loro giornale, La Gironde, fino ai "radicali"
ed i ceti che essi influenzavano. Perché
non c'è stata la Comune a Bordeaux? La
risposta si trova nella natura del costituendo partito repubblicano. II
movimento operaio e popolare, in una realtà comprendente industrie di vecchio
tipo, dà una chiave di lettura. I rapporti tra l'ideologia repubblicana e la
diversità sociale ed operaia, a Bordeaux, permettono di capire.
A Bordeaux, alla fine degli
anni 1860, la situazione economica stagnante e le scelte politiche ambigue si
coniugavano con una forte pressione
popolare mentre i partigiani del regime imperiale si organizzarono quando l'Impero crollò. L'opinione comune dei bordolesi,
pacifica come in tutto il resto della Francia, si sollevò contro l'Impero
e soprattutto contro la sua diplomazia. Si sentì
allora la necessità di non lasciarsi superare quando gli eredi
dell'orientamento democratico radicale trovarono
delle ragioni di speranza.
I bordolesi scelsero alle elezioni degli oppositori moderati
dell'Impero;
si allargò così il divario tra il popolo
ed i possidenti. A differenza di quanto avveniva
in altre città, la sottomissione sembrò
prevalere. La proclamazione
della repubblica permise al
popolo di manifestare il suo odio verso l'Impero
di cui si avvantaggiavano gli eletti
democratici che non potevano affermare il
proprio dominio se non mantenendo l'ordine. II contesto nazionale rafforzò un patriottismo che esigeva la calma. Senza organizzazioni che potevano esprimere il loro malcontento, i ceti
popolari seguirono i democratici del consiglio
municipale che si divisero. Qualche
dirigente minore si mise primo piano nel
seguito degli avvenimenti.
Davanti all'invasione delle
armate prussiane, mentre una delegazione del governo tentava di organizzare in provincia la difesa
nazionale, il governo a Parigi negoziò
con Bismarck.
A Parigi come in provincia, la lotta patriottica si tradusse in disaccordo sul mantenimento dell'ordine
sociale e della legalità. II soggiorno del governo e dell'Assemblea a Bordeaux
corrispose ad una progressione
dell'adesione popolare alle idee repubblicane avanzate che si sforzavano di controllare i repubblicani più
moderati. Davanti al degrado della situazione parigina, questi ultimi vollero calmare quelli che preparavano la guerra civile. Nella trincea che era
diventata la prefettura girondina[1] si mescolavano slanci patriottici, difensori della
repubblica ed aspirazioni a cambiamenti nell'ordine sociale, mentre il governo
scelse di installarsi a Versailles
e di preparare la propria armata per affrontare non l'invasore, ma la Comune
proclamata nella capitale.
Parigi, a partire dal 18 marzo 1871,
diventò il polo di attrazione o di
repulsione per l'opinione pubblica bordolese che si divise di fronte alla Comune.
Le organizzazioni entrarono in azione in
funzione delle notizie che arrivavano da Parigi.
I consiglieri repubblicani
della città controllavano questi
movimenti. La corrente internazionalista cominciò
a distinguersi dai radicali creando un giornale e diventando un bersaglio più facile da combattere. Tuttavia la
sezione dell'Internazionale
restò debole e sarebbe stato un errore farne l'ispiratrice e
l'animatrice degli avvenimenti bordolesi. Dopo il tentativo di mediazione
proposta dai "radicali" de La Tribune,
rilanciato dai massoni ed accettato dalla maggioranza del consiglio municipale
attorno al sindaco Emile Fourcand[2], l'agonia di Parigi durante
la Settimana sanguinante corrispose a Bordeaux ad una accentuazione della repressione
e tra i dirigenti della città avanzava l’idea di
un accordo con l'azione di Versailles.
L'analisi degli avvenimenti di
Bordeaux rimpiazza il ripiego dell'opinione nel clima di antica diffidenza
verso Parigi, simbolo, di volta in volta, della centralizzazione politica,
dell'oppressione economica e dell'agitazione rivoluzionaria.
Bordeaux era ben informata di ciò che avveniva a Parigi dagli
inviati che portavano le notizie. Non ci fu consapevolezza dell'originalità del
movimento comunardo e dello scontro di classe, se non negli ultimi giorni e
dopo lo scacco di tutti i tentativi di sostegno. II proletariato bordolese,
debole, diviso, in maggioranza di vecchio tipo, in crisi, si riunì e andò
verso un mutamento ed un inizio di
organizzazione. AI fianco delle camere sindacali, la sezione dell'A.I.T.
non riapparirono che nel cuore degli eventi. I suoi animatori, compreso Paul Lafargue,
diedero un significato nazionale al senso
sociale dell'organizzazione. Da qui il disorientamento delle masse popolari visto
che anche altre correnti politiche si identificavano
con l'ideale patriottico. A differenza di Lione e
di Marsiglia,
la sua influenza crebbe col progredire
degli avvenimenti. La città partecipò
alla vita della Guardia Nazionale
ed alle lotte operaie e democratiche. Si sforzò
di canalizzare il malcontento e le aspirazioni confuse del popolo dei salariati
nel momento in cui gli ambienti repubblicani si allontanavano dalle aspirazioni patriottiche e mal risposero al malcontento popolare. Prese le distanze dagli ambienti radicali stabilendo un legame tra le lotte
politiche, nazionali e sociali. Gli avvenimenti di
Parigi furono una rivelazione
per i suoi militanti che progressivamente si differenziarono dagli ambienti radicali de La Tribune, crearono il giornale La
Fédération e si presentarono alle
elezioni municipali di aprile-maggio
1871. Alcuni radicali, membri attivi o anziani della sezione dell'A.I.T.,
la fecero vivere a dispetto del clima
repressivo che seguì la Comune di Parigi.
I repubblicani, ancorché
divisi, mantennero il controllo
dell'amministrazione e del servizio d'ordine. La municipalità mantenne i suoi ruoli essenziali. Ma per loro,
l'affermazione municipale non portò a
teorizzare l'autonomia comunale a differenza di quanto fecero i membri dell'Internazionale
che la reclamavano.
I repubblicani tennero la situazione saldamente in mano e i notevoli disordini non sfociarono in tentativi di "Comune".
La presenza del Governo provvisorio,
poi dell'Assemblea, rinforzò l'unione
intorno all'idea repubblicana ed intorno alla legalità costituita. I
repubblicani ed i radicali finirono per
accettare un governo che manteneva
l'ordine.
L'ideale comune dei
repubblicani cercava la conciliazione per
frenare il movimento e rifiutava
l'alleanza con Parigi. Alle elezioni municipali, tuttavia, la lista che sosteneva la Comune di
Parigi ottenne un
successo non indifferente. Gli ambienti conservatori votarono per i repubblicani di Fourcand[2] che
assicuravano il mantenimento dell'ordine.
Le idee repubblicane più radicali progredirono
negli ambienti popolari e presso i sostenitori dell'Internazionale.
Si sviluppò così una militanza
repubblicana.
Per molti aspetti la
situazione bordolese somigliava a quella
delle altre città di provincia che non poterono aiutare efficacemente la Comune di
Parigi. Lo scacco dei tentativi di coordinamento e l'entità della repressione parigina rivelarono la potenza di quanti reclamavano a gran voce "l'ordine". Per lungo tempo gli storici hanno cercato di
descrivere e di comprendere il dramma parigino di fronte alla aspirazioni
provinciali. II caso di Bordeaux completa e complica il fenomeno. Si tentò in certe regioni di aiutare Parigi attraverso
diverse azioni di tipo insurrezionale o, come a Bordeaux, attraverso un’attitudine più conforme ad una concezione
favorevole al popolo della Repubblica riconquistata.
[1] I girondini sono i membri di
un gruppo politico rivoluzionario nato in Francia il 1º ottobre 1791, che
partecipa con i propri deputati all'Assemblea legislativa e alla Convenzione Nazionale
durante la Rivoluzione Francese. I Girondini, provenienti dal dipartimento
della Gironda, fanno per lo più parte della borghesia provinciale dei grandi
porti costieri. Fautori all'Assemblea legislativa della guerra contro l'Austria
e del decentramento amministrativo, si confrontano aspramente con il gruppo dei
Montagnardi (gruppo politico della Rivoluzione Francese, alla
Convenzione Nazionale, favorevole alla Repubblica e contraria ai Girondini) nei primi mesi della Convenzione. Il club viene sciolto
nel 1793 a seguito dell'insurrezione anti-girondina guidata da Robespierre;
molti tra i suoi membri sono condannati a morte durante il regime del Terrore.
[2] Simon Paul Emile Fourcand, nato a
Bordeaux il 14 novembre 1819 e morto a Tresses l’1 settembre 1881 , fu nominato
sindaco di Bordeaux nell'agosto 1870. Émile Fourcand fu eletto il 14 dicembre
1875 senatore inamovibile, carica che mantenne fino alla sua morte nel 1881.