giovedì 25 luglio 2019

04-01-L3 – Paul LAFARGUE

PAUL LAFARGUE


Paul Lafargue è nato a Santiago di Cuba il 15 gennaio 1842, ed è stato un rivoluzionario, giornalista, scrittore, economista, saggista, critico letterario, marxista, e uomo politico socialista francese. Genero di Karl Marx, per aver sposato la sua seconda figlia, Laura, è meglio conosciuto per il suo saggio Il diritto all'ozio. È stato militante dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, del Partito Operaio Francese, del Partito socialista di Francia e della Sezione Francese dell'Internazionale Operaia.
Suo nonno, originario della provincia di Bordeaux, si era stabilito a Santo Domingo dove aveva sposato una mulatta, mentre suo padre aveva trascorso la gioventù a New Orleans e aveva sposato un'ebrea francese; Paul Lafargue, in quanto difensore dei popoli oppressi, amò vantarsi delle sue origini creole.
Lagargue nel 1871
Durante l'adolescenza la famiglia, emigrata a Cuba da Haiti, visse in condizioni agiate, grazie ai redditi procurati dalla coltivazione del caffè, di cui il padre ne era il proprietario, e Paul iniziò i propri studi in un collegio proseguendoli, dopo che i Lafargue ritornarono in Francia nel 1851, dapprima nel liceo di Bordeaux[1], poi a Tolosa[2], dove si diplomò nel 1859, e quindi a Parigi, dove si iscrisse nella facoltà di medicina dell'università e dove conobbe Pierre-Joseph Proudhon. Fu lì che Lafargue iniziò la sua carriera intellettuale e politica, sostenendo la filosofia positivista e comunicando con i gruppi repubblicani che si opponevano a Napoleone III. Il lavoro di Proudhon sembra averlo particolarmente influenzato in questa fase. Come anarchico proudhoniano, Lafargue si unì alla sezione francese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori e collaborò al quotidiano La Rive Gauche, favorevole di tendenze proudhoniane. Lafargue riteneva che Proudhon fosse, come lui stesso scrisse, il liberatore della «morale e della scienza economica da ogni elemento soprannaturale».
Aderì alla Massoneria, dove conobbe seguaci di Auguste Blanqui, e nel 1865 fu il delegato del movimento socialista francese al Consiglio generale dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori tenutosi a Londra, dove presentò una relazione sulla situazione del movimento operaio francese. In quell’occasione (nel febbraio 1865) incontrò per la prima volta Friedrich Engels e Karl Marx; quest’ultimo non apprezzava le sue posizioni di socialista proudhoniano[3], tanto da scrivere alla figlia Laura che «questo maledetto Lafargue mi annoia con il suo proudhonismo e certamente non mi lascerà tranquillo finché non gli avrò rotto quella sua testa di creolo». Cominciò presto a frequentare Marx e Auguste Blanqui, la cui influenza pose fine alle tendenze anarchiche del giovane Lafargue.
Nell’ottobre dello stesso anno fu delegato al Congresso internazionale degli studenti, che si tenne in Belgio, a Liegi; a seguito di una sua dichiarazione in occasione del congresso, in cui espresse il desiderio di vedere sostituire i nastri tricolori con uno di un unico colore rosso, e in cui affermò che «la scienza non nega Dio: lo rende inutile» e «Guerra a Dio: in ciò consiste il progresso!», venne escluso dall'Università di Parigi e da tutte le università francesi.
Dopo la sua espulsione dall'università, in Francia, tornò a Londra per completare gli studi. Fu lì che entrò in stretto contatto con Marx, ma più che da Karl, una maggiore impressione Lafargue la ricevette sicuramente da Laura Marx, bella, alta, bionda con occhi azzurri, elegante, che egli conobbe frequentando la casa del padre a Londra; il padre di Paul, nell'agosto del 1866, chiese a Marx, per conto del figlio, la mano di Laura. Ottenuto il consenso, i due giovani si sposarono, testimone Engels, il 2 aprile 1868. Avranno tre figli che moriranno tutti nella primissima infanzia; sembra che in seguito a questa drammatica esperienza Lafargue, che si era laureato in medicina nel 1869, preferì abbandonare la professione medica per avviare uno studio di fotolitografia a Londra, anche grazie al contributo finanziario di Engels.
Laura Marx
Tornò poi in Francia dove divenne membro del Consiglio Generale della 1a Internazionale, ed ottenne l'incarico di segretario corrispondente per la Spagna, rappresentandola al congresso di Bruxelles nel 1868, anche se sembra che non sia riuscito a stabilire una comunicazione seria con i gruppi di lavoratori in quel paese, la Spagna si unì al congresso internazionale solo dopo la rivoluzione cantonalista del 1868, mentre eventi come l'arrivo dell'anarchico italiano Giuseppe Fanelli[4] causarono una forte influenza verso l’anarchismo (e non il marxismo che Lafargue aveva scelto di rappresentare).
L'opposizione di Lafargue all'anarchismo è diventata nota quando, dopo il suo ritorno in Francia, scrisse diversi articoli che criticavano le tendenze bakuniane che erano molto influenti in alcuni gruppi di lavoratori francesi; questa serie di articoli gli fecero iniziare una lunga carriera come giornalista politico.
A Parigi, infatti, fece parte della redazione del quotidiano repubblicano "La Marseillaise" e, nell'autunno del 1870, divenne direttore de "La Défense nationale" di Bordeaux, che proponeva, dopo la sconfitta nella guerra contro la Prussia e la conseguente occupazione, la confisca dei beni dei deputati bonapartisti, responsabili di aver provocato la guerra, la soppressione delle imposte indirette, benefici statali per le famiglie dei soldati e il pagamento del salario agli operai arruolati nella Guardia Nazionale.
Nel gennaio 1871 ricostituì la già soppressa sezione dell'Internazionale a Bordeaux [1]; nell'aprile, con l'instaurazione della Comune di Parigi, venne poi inviato nella capitale per organizzare un collegamento tra la Comune e i movimenti rivoluzionari nella provincia. Li venne raggiunto da sua moglie, i suoi figli e le sue sorellastre.
Dopo la Settimana sanguinante, per evitare di essere arrestati, tutti i Lafargue trovarono rifugio prima a Saint-Gaudens[5], poi a Luchon[6]. Infine, Lafargue entrò segretamente in Spagna a Bossòst nel mese di agosto, per poi recarsi a Huesca, dove venne arrestato su segnalazione del governo francese l'11 agosto.
Liberato il 21 agosto, si stabilì a Madrid con Laura, che diede lezioni d'inglese e tedesco; entrambi curarono le traduzioni in francese dell'Antidühring di Engels e l'edizione spagnola del I volume de Il Capitale di Marx.
Lafargue si occupò ancora dell'Internazionale, contattando alcuni membri locali dell'Internazionale, e fondando, a Madrid (1871), una sezione marxista della 1a Internazionale.
A differenza di altre parti dell'Europa dove il marxismo ha avuto una parte dominante, i rivoluzionari spagnoli erano per lo più devoti della fazione anarchica dell’Internazionale (rimanendo molto forti fino alla guerra civile spagnola degli anni trenta e alla successiva dittatura). Lafargue si impegnò a propagare il marxismo, un'attività che è stata diretta in gran parte da Friedrich Engels, in Spagna il compito conferito a Lafargue consisteva principalmente nel raccogliere adesioni al movimento marxista a Madrid, esercitando un'influenza ideologica attraverso articoli non firmati nel giornale La Emancipación (dove difese la necessità di creare un partito politico della classe operaia, uno dei temi principali contrari agli anarchici). Allo stesso tempo, Lafargue prese l'iniziativa attraverso alcuni dei suoi articoli, di esprimere le proprie idee sulla riduzione radicale del giorno lavorativo (un concetto che non era del tutto alieno al pensiero originale di Marx).
Nel 1872, dopo la critica pubblica di La Emancipación contro il nuovo Consiglio federale anarchico, la Federazione di Madrid espulse i firmatari di quell'articolo, che ben presto avviarono la Nuova Federazione di Madrid, un gruppo di limitata influenza nel movimento operaio iberico. L'ultima attività di Lafargue come attivista spagnolo fu quella di rappresentare questo gruppo di minoranza marxista nel Congresso dell'Aia del 1872 che segnò la fine della Prima Internazionale marcandola come un gruppo di tutti comunisti. Nell’ottobre dello stesso anno, dopo un viaggio in Portogallo, Lafargue tornò a Londra, dove vi rimase fino al 1882.
Nel luglio del 1880 venne amnistiato dal governo francese e in quello stesso anno pubblicò, sotto forma di articoli, quello che sarà il suo libro più noto, Il diritto all'ozio.
In quel periodo, a Londra, Lafargue non se la passava tanto bene, aprì un laboratorio di fotolitografia, ma il suo reddito limitato lo costrinse a richiedere denaro in parecchie occasioni ad Engels (la cui famiglia co-possedeva la società tessile Baumwollspinnerei Ermen & Engels). Grazie all'assistenza di Engels, iniziò nuovamente a comunicare da Londra con i lavoratori francesi piloticizzati, dopo aver iniziato a riconquistare la popolarità persa a seguito della repressione reazionaria di Adolphe Thiers nei primi anni della Terza Repubblica. Nel 1882 cominciò a lavorare in una compagnia di assicurazioni che gli permise di trasferirsi a Parigi e diventare più coinvolto nella politica socialista francese.
Rientrato a Parigi nel 1882, dove incontrò Jules Guesde, fondò, insieme a quest’ultimo e a Gabriel Deville[7], il P.O.F. (Parti Ouvrier Français – Partito dei Lavoratori Francesi) e il suo periodico, Le Socialiste (1885 - 1904), causando un conflitto con altre principali tendenze di sinistra: giacobini[8], radicali e blanquisti[9], e combattendo principalmente le frazioni anarchiche.
Da allora fino alla sua morte, Lafargue è rimasto il teorico più rispettato del P.O.F., non solo estendendo le dottrine originarie marxiste, ma anche aggiungendo idee originali proprie. Ha partecipato anche ad attività pubbliche come scioperi ed elezioni, ed è stato imprigionato più volte. Nel 1891, pur essendo in prigione, per la propaganda rivoluzionaria e "provocazioni all’omicidio" dopo la sparatoria di Fourmies (1 maggio 1891) che causò nove morti tra i lavoratori, fu eletto al Parlamento francese per il dipartimento di Lille, difendendo l'ortodossia marxista sia contro il revisionismo di origine bernsteiniana che contro le tendenze anarco-sindacaliste teorizzate da Jean Jaurès, un atteggiamento che mantiene anche nel 1908, nel Congresso socialista tenuto a Tolosa, nel quale avviene l'unificazione delle diverse anime socialiste francesi in un unico partito.
Lafargue fu il primo socialista francese ad occupare un posto al Parlamento francese, tenendolo dal 25 ottobre 1891 al 14 ottobre 1893. Il suo successo incoraggerà il P.O.F. a rimanere impegnata in attività elettorali e di abbandonare in gran parte le politiche insurrezionali del suo precedente periodo. Tuttavia, Lafargue continuò a difendere l'ortodossia marxista contro qualsiasi tendenza riformista, nonché il suo rifiuto di partecipare a qualsiasi governo "borghese".
Nel 1896, Laura Marx-Lafargue ereditò una parte della fortuna di Friedrich Engels. Paul e Laura poi acquistarono un immobile a Draveil[10], nei pressi di Parigi, dove vissero in "maniera edonistica”.
Dal 1906 scrisse regolarmente editoriali per l'Humanité.
Nel 1908, dopo un congresso a Tolosa, le diverse tendenze socialiste si unificarono in un unico partito. Durante questi ultimi anni, Lafargue aveva già cominciato a trascurare la politica, vivendo alla periferia di Parigi, limitando i suoi contributi ad un certo numero di articoli e saggi, nonché occasionalmente comunicando con alcuni dei più noti attivisti socialisti del tempo, come Karl Kautsky e Hjalmar Branting della vecchia generazione, e Karl Liebknecht o Vladimir Lenin della generazione più giovane.
A Draveil Paolo e Laura Lafargue conclusero la loro vita, con la sorpresa e persino l’indignazione dei socialisti francesi ed europei. A 69 anni, il 25 novembre 1911, vicino al limite dell’età di 70 anni che si era prefissato, si suicidò a Draveil con la moglie. La sera di quel giorni, i coniugi Lafargue rientrarono in casa da Parigi; salutarono il giardiniere e si intrattennero cordialmente con la sua famiglia: raccontando del film che avevano visto in un locale della capitale. La mattina dopo, una domenica, furono trovati morti: Paul sdraiato sul letto, vestito, e nella stanza vicina, Laura, seduta in poltrona; la morte era stata provocata da un'iniezione di acido cianidrico.
Nel testamento, rinvenuto insieme ad altre ultime lettere, Lafargue aveva scritto:
«Sano di corpo e di spirito, concludo la mia vita prima che una vecchiaia impietosa mi tolga ad uno ad uno i piaceri e le gioie dell'esistenza e mi spogli delle capacità fisiche e mentali. Affinché la vecchiaia non paralizzi la mia energia, non spezzi la mia volontà e non mi renda un peso per me e per gli altri.
La tomba di Lafargue al Père Lachaise Divisione76
Da molto tempo mi sono ripromesso di non superare i settan'anni; ho fissato l'esatto anno per il mio distacco dalla vita e ho preparato il sistema per mettere in pratica la mia decisione: un'iniezione ipodermica di acido cianidrico.
Muoio con la suprema gioia della certezza che, in un prossimo futuro, la causa alla quale mi sono votato da quarantacinque anni trionferà. Viva il Comunismo. Viva il Socialismo Internazionale!»
Il funerale si svolse al cimitero parigino del Père Lachaise, presenti i maggiori esponenti socialisti del tempo, compreso Lenin. I loro corpi, cremati, sono sepolti nella divisione 76, rivolti verso il Muro dei Federati, di fronte al quale, il 28 maggio 1871, durante la repressione della Comune, centinaia di appartenenti alla Comune di Parigi furono fucilati e sepolti in una fossa comune ai suoi piedi.
La maggior parte dei socialisti deplorarono la sua decisione pubblicamente o privatamente; l'anarchico spagnolo Anselmo Lorenzo[11], che era stato un importante rivale politico di Lafargue durante il suo periodo spagnolo, ha accettato la sua decisione con comprensione. Lorenzo scrisse dopo la morte di Lafargue:
"Il doppio, originale e, a prescindere dai routinisti, anche il simpatico suicidio di Paul Lafargue e Laura Marx [in Spagna, le donne mantengono il loro cognome anche dopo il matrimonio], che sapevano e potevano vivere uniti e amanti fino alla morte, ha risvegliato i miei ricordi ( ...) Lafargue era il mio insegnante: la sua memoria è per me quasi importante come quella di Fanelli. (...) a Lafargue erano due aspetti diversi che lo facevano apparire in costante contraddizione: affiliato al socialismo, era comunista anarchico di intima convinzione; Ma nemico di Bakunin, suggestionato da Marx, cercò di danneggiare l'anarchismo. A causa di quel duplice modo di essere, ha causato un effetto diverso in quelli che hanno avuto rapporti con lui: i semplici sono stati confortati dai suoi ottimismi, ma quelli toccati da deprimenti passioni hanno cambiato l'amicizia in odio e hanno prodotto problemi personali, divisioni e organizzazioni create che, a causa del vizio originale, darà sempre frutti amari. (...)"
Lafargue fu oggetto di una citazione famosa di Karl Marx. Poco prima di morire Marx nel 1883, scrisse una lettera a Lafargue e all'organizzatore del Partito dei Lavoratori Francesi Jules Guesde, i quali avevano affermato di rappresentare entrambi i principi "marxisti". Marx li accusò di "commercio di frasi rivoluzionari" e di negare il valore delle lotte riformiste. La fonte dell'osservazione di Marx, fu riportata da Friedrich Engels: "ce qu'il ya de cer c'est que moi, je ne suis pas Marxiste " ("ciò che è certo a me è che [se loro sono marxisti, allora] io non sono un marxista").

"Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni in cui regna la civiltà capitalista. Questa follia traina al suo seguito miserie individuali e sociali che, per due secoli, hanno torturato la triste umanità. Questa follia è l'amore per il lavoro, la passione furiosa per il lavoro, spinto fino all’esaurimento delle forze vitali dell'individuo e della sua progenie ... "
(Paul Lafargue)







[1] Capoluogo del dipartimento della Gironda e della regione della Nuova Aquitania.
[2] Capoluogo della regione Occitania, dipartimento dell'Alta Garonna.
[3] Per proudhoniani s’intendono definire i seguaci del filosofo francese Pierre-Joseph Proudhon, fondato essenzialmente sul mutualismo e sul federalismo, da molti studiosi inserito impropriamente nell’ambito di quello che Marx definì socialismo utopistico. L’anarchismo proudhoniano educa i seguaci ad una società libera e federata, di artigiani e piccoli contadini, che pone al centro i problemi del credito e del prestito ad interessi limitati. Gli elementi basilari dell’anarchismo proudhoniano sono il federalismo, il decentramento, il controllo diretto da parte dei lavoratori, abolizione della proprietà (ma non del possesso poiché reputato naturale), l'istruzione sotto il controllo degli insegnanti e dei genitori, l'istruzione legata all’apprendistato ecc.
[4] Giuseppe Fanelli (Napoli, 13 ottobre 1827 - Nocera Inferiore, 5 gennaio 1877), inizialmente repubblicano rivoluzionario, divenne poi anarchico, membro della 1ª Internazionale e propagandista dell'anarchismo in Spagna.
[5] Nel dipartimento dell'Alta Garonna nella regione dell'Occitania.
[6] Nel dipartimento dell'Alta Garonna nella regione del Midi-Pirenei
[7] Gabriel Deville (8 marzo 1854-28 febbraio 1940), è stato un teorico, politico e diplomatico socialista francese. Era un seguace del movimento guesdista negli anni ottanta del XIX secolo e fece molto per sensibilizzare le teorie di Karl Marx sulle debolezze del capitalismo attraverso i suoi libri e articoli.
[8] Con il termine giacobinismo si intende un movimento e un'ideologia politica risalenti all'esperienza del Club dei Giacobini durante la Rivoluzione francese. Il giacobinismo si diffuse in buona parte dell'Europa durante l'epoca rivoluzionaria ed ebbe un'influenza politica notevole nella storia francese per tutto il XIX secolo, in particolare negli eventi della Rivoluzione di luglio, della Rivoluzione francese del 1848 e, soprattutto, nell'esperienza della Comune di Parigi del 1871. Successivamente, sia Lenin che Antonio Gramsci sostennero una diretta filiazione del bolscevismo dal giacobinismo. Tale tesi, inizialmente sostenuta anche da storici francesi di orientamento marxista come Albert Mathiez e Georges Lefebvre, fu poi fermamente respinta dalla storiografia successiva.
[9] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis Auguste Blanqui.
[10] Nel dipartimento dell'Essonne nella regione dell'Île-de-France.
[11] Anselmo Lorenzo (Toledo, 21 aprile 1841 - Barcellona, 30 novembre 1914), conosciuto anche come "il nonno dell'anarchismo spagnolo", è stato uno dei primi anarchici spagnoli. Fu molto attivo nel movimento anarchico per tutta la sua vita, sin dal suo incontro con l'italiano Giuseppe Fanelli nel 1868 a Madrid.