PAUL
LAFARGUE
Paul Lafargue è nato a
Santiago di Cuba il 15 gennaio 1842, ed è stato un rivoluzionario, giornalista,
scrittore, economista, saggista, critico letterario, marxista, e uomo politico
socialista francese. Genero di Karl Marx,
per aver sposato la sua seconda figlia, Laura, è meglio conosciuto per il suo
saggio Il
diritto all'ozio. È stato militante dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, del Partito Operaio Francese, del Partito
socialista di Francia e della Sezione Francese dell'Internazionale Operaia.
Suo nonno, originario della
provincia di Bordeaux, si era stabilito a Santo Domingo dove aveva sposato una
mulatta, mentre suo padre aveva trascorso la gioventù a New Orleans e aveva
sposato un'ebrea francese; Paul Lafargue, in quanto difensore dei popoli
oppressi, amò vantarsi delle sue origini creole.
Lagargue nel 1871 |
Durante l'adolescenza la
famiglia, emigrata a Cuba da Haiti, visse in condizioni agiate, grazie ai
redditi procurati dalla coltivazione del caffè, di cui il padre ne era il
proprietario, e Paul iniziò i propri studi in un collegio proseguendoli, dopo
che i Lafargue ritornarono in Francia nel 1851, dapprima nel liceo di Bordeaux[1],
poi a Tolosa[2], dove
si diplomò nel 1859, e quindi a Parigi, dove si iscrisse nella facoltà di
medicina dell'università e dove conobbe Pierre-Joseph
Proudhon. Fu lì che Lafargue iniziò la sua carriera intellettuale e
politica, sostenendo la filosofia positivista e comunicando con i gruppi
repubblicani che si opponevano a Napoleone
III. Il lavoro di Proudhon
sembra averlo particolarmente influenzato in questa fase. Come anarchico
proudhoniano, Lafargue si unì alla sezione francese dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori e collaborò al quotidiano La Rive Gauche,
favorevole di tendenze proudhoniane. Lafargue riteneva che Proudhon
fosse, come lui stesso scrisse, il liberatore della «morale e della scienza
economica da ogni elemento soprannaturale».
Aderì alla Massoneria, dove
conobbe seguaci di Auguste
Blanqui, e nel 1865 fu il delegato del movimento socialista francese al
Consiglio generale dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori tenutosi a Londra, dove presentò una
relazione sulla situazione del movimento operaio francese. In quell’occasione
(nel febbraio 1865) incontrò per la prima volta Friedrich Engels e Karl Marx;
quest’ultimo non apprezzava le sue posizioni di socialista proudhoniano[3],
tanto da scrivere alla figlia Laura che «questo maledetto Lafargue mi annoia
con il suo proudhonismo e certamente non mi lascerà tranquillo finché non gli
avrò rotto quella sua testa di creolo». Cominciò presto a frequentare Marx e Auguste
Blanqui, la cui influenza pose fine alle tendenze anarchiche del giovane
Lafargue.
Nell’ottobre dello stesso anno
fu delegato al Congresso internazionale degli studenti, che si tenne in Belgio,
a Liegi; a seguito di una sua dichiarazione in occasione del congresso, in cui
espresse il desiderio di vedere sostituire i nastri tricolori con uno di un
unico colore rosso, e in cui affermò che «la scienza non nega Dio: lo rende
inutile» e «Guerra a Dio: in ciò consiste il progresso!», venne
escluso dall'Università di Parigi e da tutte le università francesi.
Dopo la sua espulsione
dall'università, in Francia, tornò a Londra per completare gli studi. Fu lì che
entrò in stretto contatto con Marx,
ma più che da Karl,
una maggiore impressione Lafargue la ricevette sicuramente da Laura Marx,
bella, alta, bionda con occhi azzurri, elegante, che egli conobbe frequentando
la casa del padre a Londra; il padre di Paul, nell'agosto del 1866, chiese a Marx,
per conto del figlio, la mano di Laura. Ottenuto il consenso, i due giovani si
sposarono, testimone Engels, il 2 aprile 1868. Avranno tre figli che moriranno
tutti nella primissima infanzia; sembra che in seguito a questa drammatica
esperienza Lafargue, che si era laureato in medicina nel 1869, preferì
abbandonare la professione medica per avviare uno studio di fotolitografia a
Londra, anche grazie al contributo finanziario di Engels.
Laura Marx |
Tornò poi in Francia dove
divenne membro del Consiglio Generale della 1a
Internazionale, ed ottenne l'incarico di segretario corrispondente per la
Spagna, rappresentandola al congresso di Bruxelles nel 1868, anche se sembra
che non sia riuscito a stabilire una comunicazione seria con i gruppi di
lavoratori in quel paese, la Spagna si unì al congresso internazionale solo
dopo la rivoluzione cantonalista del 1868, mentre eventi come l'arrivo
dell'anarchico italiano Giuseppe Fanelli[4]
causarono una forte influenza verso l’anarchismo (e non il marxismo
che Lafargue aveva scelto di rappresentare).
L'opposizione di Lafargue
all'anarchismo è diventata nota quando, dopo il suo ritorno in Francia, scrisse
diversi articoli che criticavano le tendenze bakuniane
che erano molto influenti in alcuni gruppi di lavoratori francesi; questa serie
di articoli gli fecero iniziare una lunga carriera come giornalista politico.
A Parigi, infatti, fece parte
della redazione del quotidiano repubblicano "La
Marseillaise" e, nell'autunno del 1870, divenne direttore de
"La Défense nationale" di Bordeaux, che proponeva, dopo la
sconfitta nella guerra
contro la Prussia e la conseguente occupazione, la confisca dei beni dei
deputati bonapartisti, responsabili di aver provocato la guerra, la
soppressione delle imposte indirette, benefici statali per le famiglie dei
soldati e il pagamento del salario agli operai arruolati nella Guardia
Nazionale.
Nel gennaio 1871 ricostituì la
già soppressa sezione dell'Internazionale
a Bordeaux [1]; nell'aprile, con l'instaurazione della Comune di
Parigi, venne poi inviato nella capitale per organizzare un collegamento
tra la Comune
e i movimenti rivoluzionari nella provincia. Li venne raggiunto da sua moglie,
i suoi figli e le sue sorellastre.
Dopo la Settimana
sanguinante, per evitare di essere arrestati, tutti i Lafargue trovarono
rifugio prima a Saint-Gaudens[5],
poi a Luchon[6].
Infine, Lafargue entrò segretamente in Spagna a Bossòst nel mese di agosto, per
poi recarsi a Huesca, dove venne arrestato su segnalazione del governo francese
l'11 agosto.
Liberato il 21 agosto, si
stabilì a Madrid con Laura, che diede lezioni d'inglese e tedesco; entrambi
curarono le traduzioni in francese dell'Antidühring di Engels e
l'edizione spagnola del I volume de Il Capitale di Marx.
Lafargue si occupò ancora
dell'Internazionale,
contattando alcuni membri locali dell'Internazionale, e fondando, a Madrid (1871),
una sezione marxista
della 1a
Internazionale.
A differenza di altre parti
dell'Europa dove il marxismo ha avuto una parte dominante, i rivoluzionari
spagnoli erano per lo più devoti della fazione anarchica dell’Internazionale
(rimanendo molto forti fino alla guerra civile spagnola degli anni trenta e
alla successiva dittatura). Lafargue si impegnò a propagare il marxismo,
un'attività che è stata diretta in gran parte da Friedrich Engels, in Spagna il
compito conferito a Lafargue consisteva principalmente nel raccogliere adesioni
al movimento marxista
a Madrid, esercitando un'influenza ideologica attraverso articoli non firmati
nel giornale La Emancipación (dove difese la necessità di creare un
partito politico della classe operaia, uno dei temi principali contrari agli
anarchici). Allo stesso tempo, Lafargue prese l'iniziativa attraverso alcuni
dei suoi articoli, di esprimere le proprie idee sulla riduzione radicale del
giorno lavorativo (un concetto che non era del tutto alieno al pensiero
originale di Marx).
Nel 1872, dopo la critica
pubblica di La Emancipación contro il nuovo Consiglio federale
anarchico, la Federazione di Madrid espulse i firmatari di quell'articolo, che
ben presto avviarono la Nuova Federazione di Madrid, un gruppo di
limitata influenza nel movimento operaio iberico. L'ultima attività di Lafargue
come attivista spagnolo fu quella di rappresentare questo gruppo di minoranza
marxista nel Congresso dell'Aia del 1872 che segnò la fine della Prima Internazionale marcandola come un gruppo di tutti comunisti. Nell’ottobre
dello stesso anno, dopo un viaggio in Portogallo, Lafargue tornò a Londra, dove
vi rimase fino al 1882.
Nel luglio del 1880 venne amnistiato
dal governo francese e in quello stesso anno pubblicò, sotto forma di articoli,
quello che sarà il suo libro più noto, Il
diritto all'ozio.
In quel periodo, a Londra,
Lafargue non se la passava tanto bene, aprì un laboratorio di fotolitografia,
ma il suo reddito limitato lo costrinse a richiedere denaro in parecchie
occasioni ad Engels (la cui famiglia co-possedeva la società tessile
Baumwollspinnerei Ermen & Engels). Grazie all'assistenza di Engels, iniziò
nuovamente a comunicare da Londra con i lavoratori francesi piloticizzati, dopo
aver iniziato a riconquistare la popolarità persa a seguito della repressione
reazionaria di Adolphe
Thiers nei primi anni della Terza
Repubblica. Nel 1882 cominciò a lavorare in una compagnia di assicurazioni
che gli permise di trasferirsi a Parigi e diventare più coinvolto nella
politica socialista francese.
Rientrato a Parigi nel 1882,
dove incontrò Jules
Guesde, fondò, insieme a quest’ultimo e a Gabriel Deville[7],
il P.O.F. (Parti Ouvrier Français – Partito dei Lavoratori Francesi) e
il suo periodico, Le Socialiste (1885 - 1904), causando un conflitto con
altre principali tendenze di sinistra: giacobini[8],
radicali e blanquisti[9],
e combattendo principalmente le frazioni anarchiche.
Da allora fino alla sua morte,
Lafargue è rimasto il teorico più rispettato del P.O.F., non solo estendendo le
dottrine originarie marxiste,
ma anche aggiungendo idee originali proprie. Ha partecipato anche ad attività
pubbliche come scioperi ed elezioni, ed è stato imprigionato più volte. Nel
1891, pur essendo in prigione, per la propaganda rivoluzionaria e
"provocazioni all’omicidio" dopo la sparatoria di Fourmies (1 maggio
1891) che causò nove morti tra i lavoratori, fu eletto al Parlamento francese
per il dipartimento di Lille, difendendo l'ortodossia marxista sia contro il
revisionismo di origine bernsteiniana che contro le tendenze
anarco-sindacaliste teorizzate da Jean Jaurès, un atteggiamento che mantiene
anche nel 1908, nel Congresso socialista tenuto a Tolosa, nel quale avviene
l'unificazione delle diverse anime socialiste francesi in un unico partito.
Lafargue fu il primo
socialista francese ad occupare un posto al Parlamento francese, tenendolo dal
25 ottobre 1891 al 14 ottobre 1893. Il suo successo incoraggerà il P.O.F. a
rimanere impegnata in attività elettorali e di abbandonare in gran parte le
politiche insurrezionali del suo precedente periodo. Tuttavia, Lafargue
continuò a difendere l'ortodossia marxista contro qualsiasi tendenza
riformista, nonché il suo rifiuto di partecipare a qualsiasi governo "borghese".
Nel 1896, Laura Marx-Lafargue
ereditò una parte della fortuna di Friedrich Engels. Paul e Laura poi
acquistarono un immobile a Draveil[10],
nei pressi di Parigi, dove vissero in "maniera edonistica”.
Dal 1906 scrisse regolarmente
editoriali per l'Humanité.
Nel 1908, dopo un congresso a
Tolosa, le diverse tendenze socialiste si unificarono in un unico partito. Durante questi ultimi anni, Lafargue aveva già
cominciato a trascurare la politica, vivendo alla periferia di Parigi,
limitando i suoi contributi ad un certo numero di articoli e saggi, nonché
occasionalmente comunicando con alcuni dei più noti attivisti socialisti del
tempo, come Karl Kautsky e Hjalmar Branting della vecchia generazione, e Karl
Liebknecht o Vladimir Lenin della generazione più giovane.
A Draveil Paolo e Laura
Lafargue conclusero la loro vita, con la sorpresa e persino l’indignazione dei
socialisti francesi ed europei. A 69 anni, il 25 novembre 1911, vicino al
limite dell’età di 70 anni che si era prefissato, si suicidò a Draveil con la
moglie. La sera di quel giorni, i coniugi Lafargue rientrarono in casa da
Parigi; salutarono il giardiniere e si intrattennero cordialmente con la sua
famiglia: raccontando del film che avevano visto in un locale della capitale.
La mattina dopo, una domenica, furono trovati morti: Paul sdraiato sul letto,
vestito, e nella stanza vicina, Laura, seduta in poltrona; la morte era stata
provocata da un'iniezione di acido cianidrico.
Nel testamento, rinvenuto
insieme ad altre ultime lettere, Lafargue aveva scritto:
«Sano di corpo e di
spirito, concludo la mia vita prima che una vecchiaia impietosa mi tolga ad uno
ad uno i piaceri e le gioie dell'esistenza e mi spogli delle capacità fisiche e
mentali. Affinché la vecchiaia non paralizzi la mia energia, non spezzi la mia
volontà e non mi renda un peso per me e per gli altri.
La tomba di Lafargue al Père Lachaise Divisione76 |
Da molto
tempo mi sono ripromesso di non superare i settan'anni; ho fissato l'esatto
anno per il mio distacco dalla vita e ho preparato il sistema per mettere in
pratica la mia decisione: un'iniezione ipodermica di acido cianidrico.
Muoio con la
suprema gioia della certezza che, in un prossimo futuro, la causa alla quale mi
sono votato da quarantacinque anni trionferà. Viva il Comunismo. Viva il
Socialismo Internazionale!»
Il funerale si svolse al
cimitero parigino del Père
Lachaise, presenti i maggiori esponenti socialisti del tempo, compreso
Lenin. I loro corpi, cremati, sono sepolti nella divisione 76, rivolti verso il
Muro
dei Federati, di fronte al quale, il 28
maggio 1871, durante la repressione della Comune,
centinaia di appartenenti alla Comune di
Parigi furono fucilati e sepolti in una fossa comune ai suoi piedi.
La maggior parte dei
socialisti deplorarono la sua decisione pubblicamente o privatamente;
l'anarchico spagnolo Anselmo Lorenzo[11],
che era stato un importante rivale politico di Lafargue durante il suo periodo
spagnolo, ha accettato la sua decisione con comprensione. Lorenzo scrisse dopo
la morte di Lafargue:
"Il doppio, originale
e, a prescindere dai routinisti, anche il simpatico suicidio di Paul Lafargue e
Laura Marx [in Spagna, le donne mantengono
il loro cognome anche dopo il
matrimonio], che sapevano e potevano vivere uniti e amanti fino alla
morte, ha risvegliato i miei ricordi ( ...) Lafargue era il mio insegnante: la
sua memoria è per me quasi importante come quella di Fanelli. (...) a Lafargue
erano due aspetti diversi che lo facevano apparire in costante contraddizione:
affiliato al socialismo, era comunista anarchico di intima convinzione; Ma
nemico di Bakunin,
suggestionato da Marx,
cercò di danneggiare l'anarchismo. A causa di quel duplice modo di
essere, ha causato un effetto diverso in quelli che hanno avuto rapporti con
lui: i semplici sono stati confortati dai suoi ottimismi, ma quelli toccati da
deprimenti passioni hanno cambiato l'amicizia in odio e hanno prodotto problemi
personali, divisioni e organizzazioni create che, a causa del vizio originale,
darà sempre frutti amari. (...)"
Lafargue fu oggetto di una
citazione famosa di Karl Marx.
Poco prima di morire Marx
nel 1883, scrisse una lettera a Lafargue e all'organizzatore del Partito dei
Lavoratori Francesi Jules
Guesde, i quali avevano affermato di rappresentare entrambi i principi
"marxisti".
Marx
li accusò di "commercio di frasi rivoluzionari" e di negare il valore
delle lotte riformiste. La fonte dell'osservazione di Marx,
fu riportata da Friedrich Engels: "ce qu'il ya de cer c'est que moi, je
ne suis pas Marxiste " ("ciò che è certo a me è che [se loro sono
marxisti, allora] io non sono un marxista").
"Una strana follia
possiede le classi operaie delle nazioni in cui regna la civiltà capitalista.
Questa follia traina al suo seguito miserie individuali e sociali che, per due
secoli, hanno torturato la triste umanità. Questa follia è l'amore per il
lavoro, la passione furiosa per il lavoro, spinto fino all’esaurimento delle
forze vitali dell'individuo e della sua progenie ... "
(Paul Lafargue)
[1] Capoluogo
del dipartimento della Gironda e della regione della Nuova Aquitania.
[2] Capoluogo
della regione Occitania, dipartimento dell'Alta Garonna.
[3] Per proudhoniani s’intendono
definire i seguaci del filosofo francese Pierre-Joseph
Proudhon, fondato essenzialmente sul mutualismo e sul federalismo, da molti
studiosi inserito impropriamente nell’ambito di quello che Marx
definì socialismo utopistico. L’anarchismo proudhoniano educa i seguaci ad una
società libera e federata, di artigiani e piccoli contadini, che pone al centro
i problemi del credito e del prestito ad interessi limitati. Gli elementi
basilari dell’anarchismo proudhoniano sono il federalismo, il decentramento, il
controllo diretto da parte dei lavoratori, abolizione della proprietà (ma non
del possesso poiché reputato naturale), l'istruzione sotto il controllo degli
insegnanti e dei genitori, l'istruzione legata all’apprendistato ecc.
[4] Giuseppe
Fanelli (Napoli, 13 ottobre 1827 - Nocera Inferiore, 5 gennaio 1877),
inizialmente repubblicano rivoluzionario, divenne poi anarchico, membro della 1ª
Internazionale e propagandista dell'anarchismo in Spagna.
[5] Nel
dipartimento dell'Alta Garonna nella regione dell'Occitania.
[6] Nel
dipartimento dell'Alta Garonna nella regione del Midi-Pirenei
[7] Gabriel Deville (8 marzo
1854-28 febbraio 1940), è stato un teorico,
politico e diplomatico socialista francese. Era un seguace del movimento
guesdista negli anni ottanta del XIX secolo e fece molto per sensibilizzare le teorie di Karl Marx
sulle debolezze del capitalismo attraverso i suoi libri e articoli.
[8] Con
il termine giacobinismo si intende un movimento e un'ideologia politica
risalenti all'esperienza del Club dei Giacobini durante la Rivoluzione
francese. Il giacobinismo si diffuse in buona parte dell'Europa durante l'epoca
rivoluzionaria ed ebbe un'influenza politica notevole nella storia francese per
tutto il XIX secolo, in
particolare negli eventi della Rivoluzione di luglio, della Rivoluzione
francese del 1848 e, soprattutto, nell'esperienza della Comune di
Parigi del 1871. Successivamente, sia Lenin che Antonio Gramsci sostennero
una diretta filiazione del bolscevismo dal giacobinismo. Tale tesi,
inizialmente sostenuta anche da storici francesi di orientamento marxista come
Albert Mathiez e Georges Lefebvre, fu poi fermamente respinta dalla
storiografia successiva.
[9] Il blanquismo fu un movimento dottrinale e
attivista a favore, in primo luogo, della Repubblica e, una volta raggiunta,
del comunismo in Francia, che era in vigore durante il diciannovesimo secolo,
penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra intellettuali e
studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina rivoluzionaria
combattiva. Deve il suo nome allo
scrittore, politico e leader di questa fazione, il francese Louis
Auguste Blanqui.
[10] Nel
dipartimento dell'Essonne nella regione dell'Île-de-France.
[11] Anselmo
Lorenzo (Toledo, 21 aprile 1841 - Barcellona, 30 novembre 1914), conosciuto
anche come "il nonno dell'anarchismo spagnolo", è stato uno dei primi
anarchici spagnoli. Fu molto attivo nel movimento anarchico per tutta la sua
vita, sin dal suo incontro con l'italiano Giuseppe Fanelli nel 1868 a Madrid.