LIONE
Lione, città operaia ribelle
Sotto il Secondo Impero, la tessitura della seta fu soppiantata dalle industrie metallurgiche e chimiche i cui lavoratori abitavano soprattutto nei quartieri di Guillotière e Broteaux, sull'altra sponda del fiume Rhône (Rodano).
La rivolta dei Canut a Lione nel 1834 |
Dal
1852 la città di Lione[1]
non aveva né sindaco né consiglio comunale. La città era amministrata dal prefetto del Rodano e da
una commissione comunale nominata dall'imperatore.
Ciononostante, l'influenza repubblicana era forte. Al corpo legislativo, dal
1852, faceva parte il Dr. Jacques-Louis
Hénon, repubblicano moderato era uno dei cinque "oppositori ufficiali
all'Impero".
Le
elezioni parlamentari nel 1869 hanno segnato un significativo spostamento a
sinistra dell'elettorato.
Per i radicali furono eletti François
Vincent Raspail[2] e
François-Désiré Bancel[3], invece
dalla parte
moderata Jules
Favre e Louis
Hénon. In queste elezioni, in assenza di candidati dell’Internazionale,
la classe operaia diede la sua voce ai repubblicani radicali che si opponevano
all'Impero.
Durante la prima metà del secolo, i lavoratori, per
difendere i propri interessi, si unirono in cooperative e in società di mutuo
soccorso fortemente influenzati da Proudhon.
Nel 1866 da centocinquanta a duecento operai erano affiliati all’Internazionale
fondata a Londra nel 1864; l'anno successivo, 22 gruppi di quartiere contavano
500 membri aderenti.
Nel 1869, dopo le elezioni parlamentari, ci furono
degli scioperi indetti da una ventina di corporazioni dei lavoratori contro i
salari bassi e le lunghe giornate di lavoro in laboratori insalubri. L'Internazionale
sostenne queste lotte e diede un aiuto alla loro organizzazione. La lotta più
emblematica fu rappresentata dagli scioperi delle ovaliste[4].
A Lione, durante l'estate del 1869, 250 operaie ovaliste
scesero in sciopero per chiedere un aumento di stipendio ed una riduzione
dell'orario di lavoro. Il giorno prima della mobilitazione, firmarono una
petizione in cui rivendicavano 2 franchi al giorno e la giornata lavorativa di
11 ore. Chiesero l'aiuto del prefetto affinché le loro richieste avessero buon
esito, ma invano. Quattro giorni dopo, il 21 giugno, smisero di lavorare.
Ricevettero aiuti dalla sezione lionese dell'Internazionale,
che inviò dei membri dell'A.I.T.(Associazione Internazionale dei Lavoratori), che permise loro di formare
un comitato di sciopero, ed ottenne dal Consiglio Generale il permesso di
organizzare una colletta di supporto (dei fondi furono raccolti in Francia, ma
anche in Belgio, Inghilterra, Svizzera ...). Ciò gli permise di portare avanti
la lotta per un mese diffondendo lo sciopero anche ad altre officine della
fabbrica, e di organizzare degli uffici di soccorso, utilizzando spazi pubblici
(nei caffè, per strada). Dopo circa un paio di mesi le ovaliste
ottennero quanto richiesto: gli stipendi aumentarono e la giornata lavorativa
diminuì di un’ora, così lo sciopero finì. Furono in 2000 le ovaliste
che collettivamente aderirono all’Internazionale,
diventando una larga federazione della camera sindacale e corporativa che
raccoglieva migliaia di aderenti. Marx
accettò di fare una delle loro rappresentanti, Philomene Rozan[5], una delegata al congresso dell'A.I.T.
di Basilea.
Di fronte a questa situazione sociale, Napoleone
III intraprese un'azione legale contro i dirigenti dell'Internazionale,
in particolar modo contro il responsabile di Lione, Albert
Richard.
Nel plebiscito dell’8 Maggio, 1870, 37.769 lionesi votarono per il NO, 22.256 per il SI
e 20.256 si astenettero.
Delle manifestazioni ebbero luogo dopo la
dichiarazione di guerra
alla Prussia il 19 luglio 1870. La notizia di ogni sconfitta militare
aumentò il nervosismo degli avversari dell'Impero
che richiesero la costituzione di una Guardia
Nazionale. Il 9, il 10 e l’11 agosto 1870 una folla di manifestanti si
riversarono per le strade del centro città, per richiedere armi e
l'organizzazione della Guardia
Nazionale.
Alla caduta dell'Impero, i repubblicani progressisti a Lione si trovarono in una posizione favorevole.
Inizio del movimento rivoluzionario
Nei primi mesi del 1870, i membri di Lione dell’Associazione
Internazionale dei Lavoratori (A.I.T.)
si mobilitarono per preparare i lavoratori lionesi per una possibile
rivoluzione. Legati ideologicamente con Bakunin,
organizzarono un grande incontro il 13 marzo che riunì diverse grande peso alla
locale sezione dell’Internazionale.
Durante il conflitto,
in tutta la città gli elementi repubblicani e i più attivi (anarchici,
socialisti rivoluzionari) si stavano preparando per l’ormai inevitabile caduta
dell'Impero. Associazioni di diverse ideologie politiche cercarono di
riunirsi per organizzare il dopo Napoleone
III, ma non raggiunsero un accordo.
Tuttavia su un'idea si trovarono d'accordo, sull’idea di realizzare
un’autonomia comunale, di rompere con le pratiche centralizzanti dell'Impero.
La notizia della disfatta
di Sedan e la cattura dell'Imperatore,
portata da viaggiatori che provenivano da Ginevra (il prefetto desiderava non
diffondere immediatamente le informazioni negative) si diffuse lentamente.
Tra gli attivisti che preparavano la presa del potere, un gruppo di ala
radicale che si chiamò "comité des neuf (comitato dei nove)" compilò
rapidamente una lista di circa settanta nomi per formare il primo organo del
potere che avrebbe preso il posto delle autorità ufficiali il giorno successivo.
Questo gruppo era composto da un membro dell'ala sinistra del partito radicale,
e per il resto da blanquisti[6].
Non vi figurava nessun membro dell’A.I.T..
La maggior parte di nomi previsti in quella lista formarono successivamente il
Comitato di Salute Pubblica.
Lione e la prima Comune: gli eventi
del 4 settembre
A Lione, il 4
settembre 1870, alle sette e mezzo, leggendo i manifesti che annunciavano
la sconfitta
di Sedan, la folla si radunò sui gradini dell'Hôtel de Ville (il
municipio); non trovando alcuna resistenza, gruppi di manifestanti lo
occuparono, mentre in quel momento si trovavano il prefetto e il Consiglio
Comunale nominato dal potere imperiale. Presero il potere sotto la guida di
alcuni leader arrivati in fretta: Jacques-Louis Hénon[7],
Désiré Barodet[8] e il medico Durand.
Il prefetto venne catturato.
Alle 9 del mattino, dal balcone del Municipio
proclamarono, con uno spirito innovativo ma non rivoluzionario, la Repubblica,
mezza giornata prima della proclamazione ufficiale fatta a Parigi, e fecero
affiggere in tutta la città manifesti che dichiaravano la caduta
dell'Impero. I membri dell’AssociazioneInternazionale dei Lavoratori parteciparono all'insurrezione, e la bandiera
rossa venne messa al posto del tricolore, senza che a nessuno fosse chiaro
se quel simbolo annunciasse una futura rivoluzione o semplicemente proclamasse
la caduta del disprezzato regime; la bandiera
rossa in cima all'edificio, vi rimase fino al 4 Marzo 1871.
Gli insorti formarono un Comitato di Salute Pubblica
composto da una maggioranza di militanti appartenenti a tendenze neo-giacobine,
radicali liberi-pensatori, e alcuni associati a sezioni dell’Internazionale
ammessi a titolo individuale; ne facevano parte anche alcuni repubblicani
moderati come l'ex deputato Hénon,
sconfitto nel 1869 alle elezioni da parte del
radicale Bance[9], amico di Raspail[2].
Questo gruppo di sessantasette militanti venne eletto
per acclamazione dal balcone del Municipio. La maggioranza dei membri del
comitato venivano da ambienti poveri; nel complesso, solo una dozzina erano
membri dell’A.I.T.,
il patriottismo della maggior parte dei creatori del comitato respinse molti di
loro.
La stampa borghese di Lione attaccò gli "sconosciuti" che presero il
potere. Sei mesi dopo, i giornali di destra ebbero lo stesso atteggiamento nei
confronti dei Comunardi
di Parigi.
François Raspail |
Nel frattempo, un comitato di sicurezza generale si impadronì dell’edificio della polizia e un comitato rivoluzionario si istallò al municipio di un arrondissement (quartiere) di Lione: la Guillotière, che conobbe una rivolta e la creazione di una Comune con l’esposizione di una bandiera rossa.
Il generale Espivant di Villeboisnet[10] ordinò alle sue truppe in città di disperdere i rivoluzionari. I soldati semplici si rifiutano di combattere, lasciando le spade e le sciabole dentro il fodero e abbassando i fucili. Per non vedere le sue linee familiarizzare con la gente, e le armi perdersi nella folla, il generale fece tornare i suoi uomini rapidamente in caserma, lasciando il Comitato di Salute Pubblica al suo posto.
Lo stesso giorno, le guardie nazionali dei quartieri
popolari, che non avevano restituito le armi, presero d’assalto i forti Lamothe
e la Vitriolerie e si impossessarono delle armi.
Tre commissioni (quello della finanza, della guerra e
degli interessi pubblici) preparano dei decreti comunicandoli al pubblico
attraverso i manifesti con il titolo "COMUNE DI LIONE” scritto con
caratteri molto più evidenti di quanto il sottotitolo, "Repubblica
francese ".
In dieci giorni, dal 5 al 15 settembre, le decisioni
prese dal Comitato di salute pubblica anticiparono quelle prese dalla Comunardi
di Parigi sei mesi più tardi: la soppressione dei sussidi alle
organizzazioni religiose, la separazione tra Chiesa e Stato, la soppressione
delle concessione date alla Chiesa, la realizzazione di progetti nazionali per
affrontare la disoccupazione e attivare la difesa del lavoro, la restituzione
degli oggetti depositati al Monte di Pietà, l’attivazione di una imposta
straordinaria su titoli e immobili, l’elezione di commissari di polizia ... Di
fatto un potere già comunardo si installò a Lione.
Di fronte a tale audacia, il Governo
di Difesa Nazionale formato a Parigi (ancora governativa e non comunarda)
reagì nominando, il 5 settembre, Challemel-Lacour[11],
un amico di Gambetta,
prefetto del Rodano. Questa notizia fu accolta con freddezza da parte del
Comitato di salute pubblica che precisò, il 6 settembre, che Challemel-Lacour
sarebbe stato ricevuto non come prefetto, ma come "delegato del governo
provvisorio" e che "il comitato si riserva tutto ciò che riguarda la
Comune".
L'8 settembre, dieci commissari furono nominati per
essere gli "intermediari del popolo
lionese e da parte del Comitato di Salute Pubblica". Albert
Richard, Louis Andrieux[12] e Victor
Jaclard, che facevano parte degli intermediari, furono delegati presso il
governo di Parigi per discutere con esso la rivolta di massa contro i
prussiani. Andrieux[11], il cui desiderio era solo il ritorno dell'ordine,
tornò da Parigi con il titolo di procuratore della Repubblica a Lione. Albert
Richard, rientrò in città con il generale Cluseret
a cui diede la nomina di comandante dei volontari del Rodano e del corpo
cecchini dal Sud.
A Lione, i dirigenti dell’Internazionale
erano fortemente influenzati da Bakunin,
iniziatore, all'interno dell'organizzazione, dell'Alleanza
internazionale della democrazia socialista.
Michail Bakunin |
Dalla Svizzera, Michail
Bakunin, che già si era eretto gigante indomito di fronte agli autoritari
marxisti e che rappresentava l'ala di estrema sinistra nei congressi dell'Internazionale,
scrisse il 6 settembre al suo amico Adolf Vogt: «I miei amici, i socialisti
rivoluzionari di Lione, mi chiamano. Ho deciso di portarvi le mie vecchie ossa
e di giocarvi probabilmente la mia ultima partita». Il 14 settembre era a Lione
(“Salvare la Francia per mezzo dell'anarchia!” Tale divenne il suo motto) e il
15 settembre con Vladimir Ozerov, Valentin
Lankiewick e F.
Bischoff.
Si lamentò nel vedere collaborare membri dell’Internazionale
con i repubblicani, e preparò una rivolta con tutti i suoi amici lionesi dell'Internazionale.
Gli eventi del 28 settembre 1870
Challemel-Lacour[13]
approfitterà abilmente dei disaccordi che nacquero rapidamente nel Comitato di
salute pubblica, per consentire ai moderati a dominare il consiglio comunale
eletto il 15 settembre. Il repubblicano moderato Louis
Hénon diventò sindaco ma, sotto la pressione popolare, il consiglio
comunale non poté rimettere interamente in causa la politica democratica e
rivoluzionaria del Comitato di salute pubblica. Così, il consiglio comunale,
per non urtare la popolazione, decise, il 24 settembre, che la bandiera
rossa, "segnale del paese in pericolo, rimarrà issata sul palazzo
comunale fino a quando il pericolo sarà cessato".
A Lione il 17 settembre 1870, nel corso di un
incontro pubblico, si decise di dare vita ad un "Comitato Centrale di
Salute della Francia". Nel corso di un altro incontro, i furono eletti
membri tra cui Lankiéwicz,
d’Ozeroff e Michail
Bakunin. Camille
Camet ne fu il segretario.
Bakunin
tenne riunioni segrete al quartiere de La Guillotière, dove si trovavano molti
membri dell'AssociazioneInternazionale dei Lavoratori, ed altri rivoluzionari come l'ingegnere Adrien
Schettel[14] o lo stuccatore Eugene Saignes. Il
Comitato Centrale di Salute della Francia, di cui facevano parte delegati
provenienti da diversi luoghi della città, si mise in attività, stampò
manifesti e moltiplicò gli incontri pubblici. Fu presto stabilito un
coordinamento tra i gruppi rivoluzionari, associazioni dei lavoratori e milizie
cittadine per pianificare una insurrezione a Lione e metterla in pratica.
Il lunedì 26 settembre 1870, nella sala Rotonda del
Municipio del quartiere di Brotteaux, nel corso di una riunione tenutasi
davanti a 6000 persone, si proclamò la Federazione Rivoluzionaria dei Comuni,
che fece approvare dal popolo e diffuse un manifesto che porta la firma di Michail
Bakunin. Il tutto riportato su un manifesto rosso, che venne affisso
dappertutto nella città, e su cui era scritto:
Manifesto della prima Comune di Lione, conservato negli archivi comunali di Lione |
Repubblica Francese
Federazione Rivoluzionaria
dei
COMUNI
La situazione disastrosa nella quale si trova il paese;
l'impotenza dei poteri ufficiali e l'indifferenza delle classi privilegiate
hanno portato la nazione francese sull'orlo dell'abisso.
Se il popolo organizzato rivoluzionariamente non si
affretta di agire, il suo avvenire è perduto. La rivoluzione è perduta, tutto è
perduto! Ispirandosi all'immensità del pericolo e considerando che l'azione
disperata del popolo non può essere ritardata di un solo istante, i delegati
dei Comitati federali della Svizzera della Francia, riuniti in Comitato
Centrale propongono di adottare immediatamente le risoluzioni seguenti:
Articolo Uno - La macchina amministrativa e
governamentale dello Stato, divenuta impotente, è abolita.
Il popolo di Francia rientra nel pieno
possesso di sé stesso.
Art 2 - Tutti i Tribunali penali e civili
sono sospesi e sostituiti dalla giustizia popolare.
Art 3 - I pagamenti delle imposte e delle
ipoteche sono sospesi. L'imposta è sostituita dalle contribuzioni dei Comuni
federati prelevate sulle classi ricche in proporzione ai bisogni della salvezza
della Francia.
Art 4 - Lo Stato, essendo decaduto, non
potrà più intervenire per i pagamenti dei debiti privati.
Art 5 - Le organizzazioni municipali
esistenti sono destituite e rimpiazzate in tutti i comuni federati dai Comitati
di Salute della Francia, che eserciteranno tutti i poteri sotto il controllo
immediato del popolo.
Art 6 - Ogni Comitato di Capoluogo di
dipartimento invierà due delegati per formare la Convenzione rivoluzionaria di
Salute della Francia.
Art 7 - Questa Convenzione si riunirà
immediatamente al Municipio di Lione, quale seconda città della Francia e la
più adatta per provvedere energicamente alla difesa del paese.
Questa Convenzione appoggiata dall'intero
popolo, salverà la Francia.
ALLE ARMI!!!
(seguono le firme).
Bakunin
organizzò, con Albert
Richard, Eugene Saignes e Gaspard
Blanc, responsabili lionesi dell'Internazionale,
incontri che riunirono diverse centinaia di persone, nel corso delle quali
venne decisa una manifestazione, per il 28 settembre, di fronte l’Hôtel de
Ville (il Municipio).
La chiamata a questa insurrezione fu molto sentita e
vi parteciparono diverse migliaia di lavoratori che a mezzogiorno andarono a
dimostrare sulla Place des Terreaux; tra essi gli operai dei cantieri nazionali
impegnati nei lavori per la difesa della città e di rafforzamento delle sue
fortificazioni in previsione dell’arrivo delle truppe prussiane, quel giorno
decisero di fare una loro manifestazione, sempre nella piazza di fronte l’Hôtel
de Ville, per protestare contro la decisione del Consiglio municipale di
ridurre la loro paga giornaliera di 50 centesimi, controbattendo la loro
richiesta di mantenere la paga della giornata di lavoro a 3 franchi ed in più
chiedendo un premio di 1,25 franchi per le giornate di pioggia in cui il lavoro
è impossibile.
Durante le manifestazioni una delegazione del
Comitato Rivoluzionario entrò nell’Hôtel de Ville, senza riuscire ad avere
alcun contatto con i membri del Municipio. Fu allora che un centinaio di uomini
con tutta facilità forzarono una porta laterale del Palazzo Comunale, in rue
Puits-Gaillot, da cui entrarono Saignes, Bakunin,
Richard,
Bastelica
e gli altri membri del comitato che in questo modo si impossessò del Municipio
di Lione.
Da un balcone dell’edificio comunale, Saignes lesse
una dichiarazione che annunciò la creazione di una Federazione rivoluzionaria
delle Comuni. Dal balcone, Saignes lesse il nuovo manifesto e l’acclamazione
della folla, che nel frattempo stava crescendo sempre di più, fu generale su
tutta la Place des Terreaux. Saignes nominò Gustave
Cluseret, arrivato pochi giorni prima da Parigi, "generale in capo
delle armate rivoluzionarie e federative".
Gustave-Paul Cluseret |
Cluseret,
incaricato di chiamare alle armi la Guardia Nazionale del quartiere La
Croix-Rousse, chiese loro di andare all’Hôtel de Ville, ma senza armi; il
consiglio efficace di Bakunin
di arrestare immediatamente le autorità, non fu messo in pratica, e così pure
furono respinte le proposte dei veri rivoluzionari di opporre la forza
proletaria alla forza in divisa!
Nel pomeriggio il Comitato Rivoluzionario cedette il
Campo al Consiglio Comunale che si riunì nella stessa Sala.
La situazione era molto confusa. Bakunin
e Cluseret
furono arrestati, per qualche ora, vennero presto liberati da una compagnia di
franchi-tiratori pronti all'azione, ma una parte dei manifestanti della prima
ora, specialmente i lavoratori dei cantieri nazionali, abbandonarono la piazza.
In serata, alla chiamata del sindaco, le guardie nazionali de La Croix-Rousse
intervennero e misero in fuga gli istigatori della rivolta. I lavoratori
raccolti sulla Place des Terreaux si trovarono, in questo modo, disarmati di
fronte alle truppe della Guardia Nazionale dei quartieri borghesi, che armati
entrarono con facilità nel cortile del Palazzo Comunale, e così sventarono
questa rivolta popolare e la prima "Comune di Lione".
La sera di quel 28 settembre, l'Internazionale
fu screditata a Lione, i suoi funzionari disorientati fuggirono, le forze
popolari si divisero, la maggioranza moderata del consiglio municipale si
rafforzò. Il movimento rivoluzionario era abortito! Bakunin
attribuì il fallimento del movimento per il "tradimento" e la
"vigliaccheria" di Cluseret;
col cuore pieno di tristezza, andò via da Lione per Marsiglia, e Marx da
Londra non mancò di gettare il dileggio su questa disgraziata, ma coraggiosa,
azione di Bakunin!
“Dirà
l'avvenire se a torto od a ragione l'abolizione dello Stato voluta da Bakunin,
nel breve momento di trionfo avuto a Lione, fosse o non fosse un'asineria, e
sarà l'avvenire, speriamo non lontano, che giudicherà non solo il sistema
autoritario di Marx ed
il libertario di Bakunin,
ma anche la grande ingenua fede dell'uno e la grande ambizione personale
dell'altro (Luigi
Molinari: Il dramma della Comune).
A Marsiglia Bakunin,
perseguitato dalle autorità repubblicane che lo diffamarono quale agente
prussiano, trovò un nascondiglio; più tardi, con l'aiuto di fedeli amici,
s'imbarcò per Genova e ritornò a Locarno. Anche Marsiglia ebbe il suo movimento
per la Comune rivoluzionaria. Il 31
ottobre i lavoratori Marsigliesi occuparono la prefettura e proclamarono la
Comune, ma gli intrighi e la forza dei reazionari ebbero il sopravvento e dopo
pochi giorni l'Hôtel de Ville veniva rioccupato dalla borghesia.
Nel frattempo, le forze reazionarie riacquistarono le
forze; nelle elezioni per l'Assemblea nazionale dell'8 febbraio 1871, nella
città che aveva trionfalmente eletto nel 1869 i repubblicani radicali
Raspail[2] e Bancel[3], furono eletti tredici candidati conservatori e i
democratici furono irrimediabilmente battuti.
La Comune del 23 marzo
Manifesto che proclama la seconda città di Lione 23 Marzo 1871, conservato negli archivi comunali di Lione |
Nonostante questa situazione non favorevole, i
quartieri della città erano animati da i sentimenti rivoluzionari; nella
primavera del 1871, c’erano ancora numerosi attivisti lionesi sconosciuti ed insorti praticamente
anonimi che fecero delle rivoluzioni locali. Questi brevi insurrezioni
avvennero in due fasi: la prima dal 22 al 25 Marzo 1871 si svolse all’Hôtel de
Ville, mentre la seconda del 30 aprile e del 1° maggio 1871, più sanguinosa, si
svolge nel quartiere de La Guillotière.
La notizia degli avvenimenti del 18
marzo a Parigi fece rivivere le loro speranze. Alla chiamata del Comitato
Centrale Democratico della Guardia Nazionale, rimasto fedele alla rivoluzione
del 4 settembre 1870, e con il supporto di responsabili locali dell’Internazionale,
un’assemblea cittadina tenutasi il 22 marzo pomeriggio al Palazzo Saint-Pierre,
vicino al municipio, richiese l’adesione della municipalità alla Comune
di Parigi.
Verso le sei di sera, di fronte alle tattiche
ostruzionistiche del sindaco Henon e del prefetto Valentin, nominato dal
governo di Versailles
al posto di Challemel-Lacour, con l'aiuto degli insorti del 28 settembre 1870,
da membri dell’ex Comitato di Salute Pubblica, del Comitato rivoluzionario del
La Guillotière, e gli uomini del 22° Battaglione del quartiere Guillotière, nella
notte tra il 22 e il 23 marzo, entrano dentro l’Hôtel de Ville, che venne
nuovamente occupato. Si formò un comitato provvisorio che proclamò la Comune,
si fece issare la bandiera
rossa, vennero destituiti prefetto e sindaco, e venne nominato a capo della
Guardia Nazionale Riciotti
Garibaldi, figlio del generale
italiano.
La mattina del 23 marzo, Bakunin,
ritornato a Lione, si affacciò al balcone del Municipio, e rivolto alla
popolazione riunitasi in Place des Terreaux, lanciò un’appello alla rivoluzione
mondiale. Egli aveva con sé tutta la PrimaInternazionale dei Lavoratori, dichiarando Lione come capitale mondiale del
socialismo.
Un manifesto annunciò la proclamazione della Comune
di Lione il cui obiettivo era quello di continuare la politica del Comitato di
salute pubblica del 4
settembre 1870, e di sostenere la Comune
di Parigi.
Improvvisando e organizzandosi in tutta fretta, e
passando attraverso contraddizioni di varie correnti, il nuovo governo sembrò
fragile.
Il 25 marzo, però, con una sottile trovata per
contrastare la Comune di Lione, Henon, il primo sindaco di Lione della terza
Repubblica, fece affiggere dei manifesti che annunciavano il ricevimento
solenne dell’armata degli eroi di che parteciparono alla difesa di Belfort[15] resistendo con onore all’assedio dei
Prussiani.
Approfittando di questa situazione, le autorità
militari riunirono nei dintorni di Lione, le truppe necessarie per riprendere
il controllo della situazione. Il loro compito fu facilitato con l'entrata in
città, quel 25 marzo, degli eroici combattenti di Lione, e che furono accolti
con entusiasmo dalla popolazione. Il vento cambiò, quella notte, la commissione
provvisoria rinunciò potere.
Senza dover versare una goccia di sangue, la Comune di
Lione del 23 marzo spontanea, ma disordinata, si eclissò senza clamore e senza
rumore.
L’ultimo sussulto del 30 aprile a La
Guillotière
Tuttavia, una parte significativa della popolazione
operaia restò a favore della Comune
di Parigi proclamata il 28 marzo; la bandiera
rossa, tuttavia, continuava a sventolare sul municipio del quartiere di La
Guillotière.
Lione repressione 30 Aprile 1871 |
La legge municipale versaillese del 14 aprile 1871
prevedeva elezioni comunali per il 30 aprile, ma gli abitanti della città si
rifiutarono di eleggere il loro sindaco boicottando le elezioni. A Lione, uno
staff clandestino, composto da internazionalisti e da uomini d'azione di
tendenza blanquisti[7], sviluppò un piano che mirava a far sollevare la città
ed evitare le elezioni.
Al quartiere La Guillotière, le cose andarono come
previsto, il municipio de La Guillotière (in Place du Pont) fu occupato dalle
guardie nazionali che vietavano l'accesso alle urne con complicità della
maggior parte della popolazione. Barricate furono erette alla Grand rue de la
Guillotière e in cours des Brosses (attuale corso Gambetta),
una manifestazione di 20.000 persone impedì all'esercito di intervenire. I
militari arrivarono dal quartiere Perrache per ordine del prefetto Valentin, di
fronte ad una folla di 20000, 25000 persone che urlavano: "Non sparate! Alzate
in aria i fucili! Non marciate contro il popolo!". Fu allora che due
colonne di fanteria, uno dal ponte de La Guillotière con Valentin, l'altro da rue
de Marsille con Andrieux dispersero i manifestanti intorno alle 19,45 sparando.
Anche al quartiere di La Croix-Rousse una barriera fu
eretta, in rue de Cuire, ma, priva di difensori, fu distrutta il 30 aprile
intorno alle 13,30. Gli insorti de La Guillotière combatterono da dietro le
barricate e la battaglia durò fino alle 23,00, quando i militari fecero sparare
i loro cannoni per abbattere le porte del municipio di La Guillotière, causando
la morte di trenta cittadini. La mattina del 1°maggio 1871, il sole sorse sul
massacro di place du Pont.
Per contro, le barricate della Grand rue de la
Guillotière hanno tenuto fino alle 11,20 del 1° maggio, dove ci furono molti
feriti e almeno 13 morti: il più vecchio, Michel Revol, di 63 anni, di La
Guillotière; il più giovane, Joseph Geoffray, di 18 anni, un tessitore di La
Croix-Rousse e una donna Marie Bure, operaia a La Guillotière, 50 anni.
L'ultimo tentativo per ripristinare la Comune di
Lione fu soffocata nel sangue.
BIOGRAFIA
DI ALCUNI COMUNARDI LIONNESI
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☺ Lione-Vaise
(Francia) 17 settembre 1823 - U ?. Sarto, repubblicano, membro dell'A.I.T.
e della Comune di Lione. Il consiglio
di guerra di Lione lo condannò in contumacia alla deportazione in un
recinto fortificato, il 13 dicembre 1871; fu in grado di rifugiarsi in
Svizzera. Venne riprocessato il venerdì 2 agosto 1872 e questa volta il
consiglio di guerra lo assolse. Fu successivamente arrestato e condannato il
25 aprile 1874, dal tribunale penale di Lione, ad un anno di carcere,
un'ammenda di 50 franchi e alla privazione di cinque anni dei diritti civili,
con l'accusa di aver tentato di ricostituire l'Internazionale.
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☺ Prjamuchino
(Russia) 30 maggio 1814 – U Berna 1° luglio 1876. Rivoluzionario e pensatore russo, è considerato uno dei padri
fondatori dell'anarchismo moderno. Prese parte attiva in Francia agli eventi
rivoluzionari di febbraio-marzo 1848
(a Parigi) e settembre 1870 (a Lione). Attivista della 1ª Internazionale, successivamente escluso da Marx
al Congresso dell'Aia, è stato fondatore della Fratellanza
Internazionale e dell’Alleanza
Internazionale della Democrazia Socialista. Nel
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|
☺ Bastia
(Francia) 14 dicembre 1845 – U Marsiglia 5 settembre 1884. Operaio tipografo, anarchico, attivista della 1ª Internazionale, aderente all’Alleanza
Internazionale della Democrazia socialista di Bakunin.
Giornalista, scrisse per La
Marseillaise di Parigi, L'Égalité e Le Peuple di Marsiglia. Oltre a far
parte della Comune
di Parigi, prese parte al tentativo di formare le Comuni rivoluzionarie a
Lyon e a
Marsiglia. Il Consiglio
della Comune di Parigi lo nominò direttore delle contribuzioni indirette.
Responsabile della difesa del forte
d'Issy. Durante la Settimana
sanguinante combatté sulle barricate, gravemente ferito, riuscì a
sfuggire alla repressione del governo di Versailles
rifugiandosi a Londra. Fu amnistiato
il 24 maggio 1879.
|
||
☺ Lione
(Francia) 4 agosto 1831 - U ?. Calzolaio, partecipò alla Comune di Lione. Il 3 ottobre 1874 apparve
davanti al 1°
Consiglio di Guerra con l'accusa di arresto illegale e detenzione
forzata.
|
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☺ La
Croix-Rousse (Francia) 28 dicembre 1811 - U 1879. Grande maestro della Carboniera lionnese; collaboratore militante;
attivista delle sezioni lionnesi dell'Internazionale;
partecipò alla Comune di Lione. Caporale nel 22° reggimento di fanteria
leggera di presidio a Lione, e fu
molto impegnato nella propaganda repubblicana. Nei giorni seguenti la Rivoluzione di
febbraio, questo reggimento partecipò a tutte le manifestazioni
organizzate dagli operai. Era affiliato con i club
lionnesi più avanzati.
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☺ Lione
(Francia) 27 aprile 1823 - U ?. Maestro tessitore; repubblicano socialista; membro dell'A.I.T.
Prestò servizio nella Guerra del 1870 come sergente maggiore della Guardia
Nazionale a Lione. Faceva parte del Comitato Esecutivo della Comune che
si sedeva nel municipio di La Guillotière il 30 aprile 1871. Il 13 dicembre 1871,
il consiglio
di guerra lo condannò in contumacia alla deportazione in un recinto
fortificato. Fu graziato
l'8 maggio 1879.
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☺ Lione
(Francia) 25 dicembre 1849 - U ?. Impiegato di commercio, partecipò alla Comune di Lione.
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☺ Villeurbane
(Francia) 18 gennaio 1845 - U ?. Impiegato nella gestione di ponti e strade; membro dell'Internazionale
a Lione dal 1866; partecipò alla Comune di Lione. Il 1°
Consiglio di Guerra lo condannò, in contumacia, il 13 agosto 1871, alla
deportazione in un recinto fortificato. Dovette aspettare fino al 30 maggio
1880 per beneficiare della remissione
della sua condanna.
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☺ Rive-de-Gier
(Francia) 28 giugno 1841 - U ?. Attivista sindacale, femminista, socialista e cooperativa. Impegnata
contro le ingiustizie sociali, si unì al movimento della Comune di Lione nel
1871, che le valse l'esclusione dall'istruzione pubblica.
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☺ Caluire
(Francia) 29 ottobre 1833 - U Villeurbanne 9 dicembre 1908. Aiutante stampatore su tessuti, commerciante di biancheria, poi
mediatore di librerie. Anarchico, apparteneva all'Internazionale
e partecipò alla Comune di Lione. Fu il principale fondatore della sezione
"anti-autoritaria"
della Croix-Rousse, ricostituita clandestinamente alla fine del 1872 dopo il Congresso
dell'Aia che aveva segnato la rottura tra marxisti e bakuninisti.
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☺ Bourges
(Francia) 12 ottobre 1839 - U ?. Bottaio, poi tessitore; membro del gruppo di Lione dell'A.I.T..
Partecipò alla Comune di Lione. Fu condannato in contumacia alla deportazione
in un recinto fortificato (consiglio
di guerra del 13 dicembre 1871).
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☺ Lione
(Francia) 21 ottobre 1844 - U ?. Tintore, attivista radicale, è stato uno degli organizzatori della
rivolta comunarda del 30 aprile 1871 a Lione. Il 1°
Consiglio di guerra di Lione, il 13 dicembre 1871, lo ha assolto.
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☺ Lione
(Francia) 27 maggio 1839 - U Marsiglia aprile 1917. Litografo e prese parte alla rivolta comunarda a Lione il 22 marzo,
poi il 30 aprile 1871.
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☺ Lione
(Francia) 22 novembre 1850 - U Dardilly 19 agosto 1917. Tessitore, attivista dell'A.I.T.;
partecipò alla Comune di Lione; inizialmente libertario poi fu militante del
partito operaio.
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☺ Saint-Jean-de-Soudain
(Francia) 3 marzo 1828 - U ?. Tessitore, era membro della sezione lionnese dell’Internazionale
e partecipò alla Comune di Lione. Arrestato dopo l'insurrezione comunarda del
30 aprile 1871, fu assolto e rilasciato.
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☺ ? - U 20 dicembre 1870. Tessitore di Lione, membro della Federazione lionnese dell’Internazionale,
partecipò alla Comune di Lione. Il 20 dicembre 1870, venne arrestato e
assassinato da parte di un ufficiale.
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☺ Saint-Germain-en-Gier
(o Givors) (Francia) 21 marzo 1830 (o 1829?) - U ?. Calzolaio (sarto nel 1871); membro dell'Internazionale;
partecipò alla Comune di Lione. Il 3 ottobre 1874, il 1°
Consiglio di guerra lo aveva condannato in contumacia a quindici anni di
lavori forzati, quindici anni di sorveglianza e alla perdita dei diritti
civili.
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☺ Suresnes
(Francia) 13 giugno 1823 - U Hyères 21 agosto 1900. Militare, partecipò alla spedizione dei Mille guidata da Garibaldi
nel 1860 nelle Due Sicilie e nel 1862 alla Guerra di secessione americana
arruolato tra i nordisti con il grado
di colonnello. Partecipò alle insurrezioni del 1870 di Lione (con Bakunin)
e Marsiglia.
Sotto la Comune
di Parigi ottenne il comando della Guardia
Nazionale e fu nominato delegato alla Guerra e fece parte della
Commissione esecutiva per la guerra. Venne eletto al Consiglio
della Comune il 16
aprile 1871. Nel corso della Settimana
sanguinante, riuscì a fuggire e sfuggire ai rigori della repressione
di Versailles, la cui corte
marziale lo condannò a morte in contumacia il 30 agosto 1871. fuggito in
Inghilterra, venne amnistiato
nel 1880.
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☺ Marsiglia
(Francia) 14 novembre 1843 - U ?. Operaio verniciatore di sedie; attivista della sezione di Marsiglia
dell'Internazionale;
partecipò alle Comuni di Lione e Marsiglia. Face parte del Comitato
rivoluzionario con la Ligue du Midi. Fu condannato in contumacia dal consiglio
di guerra di Lione alla deportazione per aver partecipato
all'insurrezione di Lione del settembre 1870. Il 12 febbraio 1872 fu
nuovamente condannato in contumacia, ma questa volta dal consiglio
di guerra di Marsiglia, a quattro anni di carcere, una multa di mille
franchi e dieci anni di interdizione per aver partecipato alla Comune di
Marsiglia e per essere un membro dell'Internazionale.
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☺ Lione
(Francia) 22 ottobre 1824 - U ?. Tessitore, membro importante della sezione lionnese dell'Internazionale,
nel 1866. Partecipò alla Comune di Lione.
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☺ Lione
(Francia) 23 novembre 1835 - U ?. Partecipò alla Comune di Lione e appartenne all'Internazionale.
Il Consiglio
di guerra di Lione lo condannò, in contumacia, il 13 dicembre 1871, alla
deportazione in una cinta muraria. Fu graziato
l'8 maggio 1879.
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☺ ? - U ?. Condannato in contumacia, il 13 dicembre 1871, dal consiglio
di guerra di Lione, alla deportazione in un recinto fortificato, per la
partecipazione alla Comune di Lione.
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☺ Lione
(Francia) 1840 - U ?. Letterato. Partecipò alla Comune di Lione. È stato condannato in
contumacia alla deportazione in un recinto fortificato, lui era rifugiato in
Svizzera.
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☺ Lione
(Francia) 4 dicembre 1844 - U ?. Falegname ebanista, anarchico. Partecipò alla Comune di Lione. Il 1°
Consiglio della 14ª divisione militare che lo condannò in contumacia il 3
ottobre 1874 a dieci anni di lavori forzati e dieci anni di alta sorveglianza
della polizia.
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☺ Dompierre-les-Ormes
(Francia) 1840 - U ?. Stagnino; membro dell'Internazionale;
partecipò alla Comune di Lione. Fu condannato in contumacia, il 13 dicembre
1871, dal consiglio
di guerra di Lione, alla deportazione in un recinto fortificato. Si era
rifugiato a Ginevra. Fu graziato
l'8 maggio 1879.
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☺ Metz
(Francia) 18 dicembre 1840 - U Parigi 14 Aprile 1903. Politico, massone, medico, professore di matematica, rivoluzionario
blanquista, membro della Prima Internazionale. Membro fondatore dell'Alleanza
Internazionale di Democrazia Socialista. All'inizio del settembre 1870
venne fortemente coinvolto nella rivolta di Lione. A Parigi venne eletto
comandante del 158° battaglione della Guardia
Nazionale e prese parte all'insurrezione
del 31 ottobre. Nel mese di novembre 1870 divenne vice sindaco 18°
arrondissement. La sera del 18
marzo sollecitò il Comitato
Centrale dei Venti Arrondissements a marciare su Versailles.
Fu nominato ispettore generale delle Fortificazioni. Catturato dalle truppe
versagliesi, è fuggito dopo 4 mesi. È stato amnistiato
nel 1880.
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☺ Vilnius
(Lituania) 21 maggio 1843 - U Parigi. Compositore di bozze in una tipografia, membro dell'Internazionale.
Con Bakunin,
Louis
Palix e Gaspard
Blanc preparò il tentativo rivoluzionario del 28 settembre. È stato
ucciso in combattimento durante la Comune di
Parigi.
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☺ 29 gennaio
1844 Parigi (Francia) - U ?. Ingegnere civile; membro dell'Internazionale
e del comitato esecutivo della Delegazione
Rivoluzionaria dei venti arrondissement di Parigi; partecipò alle Comuni
di Le
Creusot e Lione. Due consigli
di guerra lo condannarono in contumacia (perché riuscì a fuggire), due
volte - 2 settembre e 13 dicembre 1871 - alla deportazione in un recinto fortificato,
la sentenza venne commutata in semplice deportazione il 15 gennaio 1879 e
consegnata il 27 novembre dello stesso anno. Si era rifugiato in Inghilterra,
ma probabilmente tornò in Francia e fu arrestato, poiché fu deportato in Nuova
Caledonia. Fu rimpatriato dopo l'amnistia.
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☺ Ollières (Francia)
25 giugno 1829 - U Lione febbraio 1871. Sarto; attivista dell'A.I.T.,
partecipò alla Comune di Lione.
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☺ Lione
(Francia) 12 aprile 1836 - U Brest 15 gennaio 1874. Tessitore; membro dell'Internazionale
vicino a Bakunin;
partecipante attivo ai tentativi rivoluzionari di settembre 1870, in cui ebbe
un ruolo attivo, e marzo 1871. Il primo
consiglio di guerra a cinque anni di detenzione, il 2°
Consiglio di Guerra lo condannò, il 2 settembre, alla deportazione in Nuova
Caledonia.
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☺ ? - U ?. Operaio tullista, fece parte della commissione esecutiva della Comune
di Lione installata alla Guillotière il 30 aprile 1871. Fu condannato in
contumacia, il 13 dicembre 1871, dal Consiglio
di guerra di Lione, alla deportazione in un carcere fortificato.
Rifugiatosi in Svizzera, fu graziato
l'8 maggio 1879.
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Saint-Didier-sur-Beaujeau (Francia) 24 gennaio 1841 - U ?. Meccanico, affiliato all'Internazionale,
diventò anarchico dopo il movimento comunardo. Partecipò agli eventi
insurrezionali del 22 marzo a Lione come membro della commissione provvisoria
della Comune. Il consiglio
di guerra lo condannò in contumacia, il 2 settembre 1871, alla
deportazione in un recinto fortificato, mentre lui era rifugiato a Ginevra, Amnistiato
dalla Repubblica francese il 26 aprile 1879, protestò contro questo favore e
non tornò immediatamente in Francia.
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☺ ? - U ?. Prese parte alla proclamazione della Comune di Lione, il 23 marzo
1871.
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☺ Lione
(Francia) 5 luglio 1840 - U tra settembre 1870 e giugno 1871. Attivista dell’Internazionale,
possedeva un laboratorio di incisione. Partecipò alla Comune di Lione.
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☺ ? - U ?. Contabile; fu arrestato dopo le rivolte di Lione del 30 aprile e 1
maggio 1871. È stato rilasciato su cauzione. In seguito si è rifugiato a
Ginevra. Il consiglio
di guerra del 13 dicembre 1871, lo condannò in contumacia alla deportazione
in un recinto fortificato.
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☺ Grandris
(Francia) 28 aprile 1835 - U ?. Tessitore; membro dell'Internazionale;
sostenitore della Comune di
Parigi. Partecipò allo scoppiò dell'insurrezione comunarda alla
Guillotière. Nel momento in cui i versagliesi entrarono a Parigi, fuggì in
Svizzera.
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☺ ? - U ?. Tessitore, partecipò alla Comune di Lione. Il consiglio
di guerra di Lione lo condannò in contumacia, il 13 dicembre 1871, alla
deportazione in un recinto fortificato, mentre lui era rifugiato a Ginevra.
Fu graziato
il 24 maggio 1879.
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☺ ? - U ?. Tessitore; attivista dell'Internazionale;
partecipò alla Comune di Lione.
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☺ Nyon
(Svizzera) 18 ottobre 1823 - U ?. Operaio, fece parte della Commissione esecutiva della prima sezione di
lionnese dell'Internazionale. Organizzò e scatenò l'insurrezione fallita il 28 settembre 1870; per questo
fatto, il 1°
consiglio di guerra lo condannò, il 13 agosto 1871, ad un anno di
prigione. Nel marzo 1871, dopo l'annuncio della Comune in questa città, era stato incaricato
dalla Commissione provvisoria di recarsi da Garibaldi
per offrirgli il comando della Guardia
Nazionale ribelle. Arrestato il 28 marzo e il 2°
Consiglio di guerra lo condannò, il 2 settembre, a cinque anni di
reclusione, questa pena si fuse in parte con la precedente.
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☺ Caderousse
(Francia) 20 maggio 1836 - U ?. Faceva il fabbro ed era segretario generale della Federatione lionnese
dell’Internazionale
nel luglio 1870. Fece parte della Comune provvisoria che si trasferì nel
municipio del Faubourg de la Guillotière il 30 aprile. Il consiglio
di guerra della regione lo condannò in contumacia, il 13 dicembre 1871,
alla deportazione in un recinto fortificato. Fu graziato
il 24 maggio 1879.
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☺ Lione
(Francia) 1826 (o 1834?) - U ?. Operaio tessitore; membro dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Fu membro del Comitato provvisorio della
Comune istituita a Lione il 22-23 marzo 1871. Fu condannato in contumacia, il
2 settembre 1871 alla deportazione in un recinto fortificato. Venne graziato
il 26 aprile 1879.
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☺ 1834 - U ?. Tullista; Probabilmente apparteneva dell'A.I.T..
Il 30 aprile 1871, fece parte dei delegati dei gruppi rivoluzionari membri
della Comune provvisoria. Fu condannato in contumacia il 13 dicembre 1871
alla deportazione in un recinto fortificato.
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[1] Città della Francia
sud-orientale, capoluogo della metropoli di Lione e della regione Alvernia-Rodano-Alpi.
[2] François Vincent Raspail (Carpentras, 29 gennaio 1794 –
Arcueil, 7 gennaio 1878) è stato un politico e scienziato francese. Partecipò
alla Rivoluzione del 1848 guidando, il 24 febbraio l'occupazione dell'Hôtel de
Ville e proclamandovi la Repubblica. Il 27 febbraio fondò il quotidiano L'Ami
du peuple e prese parte all'insurrezione del 15 maggio contro il governo
conservatore. Arrestato, durante la detenzione risultò eletto, il 17 settembre,
all'Assemblea Costituente, e non poté farne parte. Condannato il 2 aprile 1849
a sei anni di carcere, fu liberato nel 1855 ma, esiliato, si stabilì in Belgio.
Amnistiato nel 1859, tornò in Francia, stabilendosi ad Arcueil, presso Parigi.
Si presentò candidato alle elezioni del 24 maggio 1869 come candidato radicale
e fu eletto al Corpo legislativo. L'11 gennaio 1870 denunciò le manovre della
Corte per mandare impunito il principe Pietro Napoleone Bonaparte, responsabile
della morte
di Victor Noir, che fu infatti assolto in marzo dai giudici compiacenti. Fu
a Parigi durante l'assedio
e la Comune,
mantenendo un atteggiamento neutrale, ma per aver commemorato il comunardo Louis
Charles Delescluze nel suo Almanach et calendrier météorologique de 1874,
fu condannato, lui ottantenne, a un anno di prigione. Il 5 marzo 1876 fu eletto
all'Assemblea Nazionale e vi propose l'amnistia per tutti i condannati
politici, che fu respinta a grande maggioranza dall'Assemblea. Fu rieletto il
14 ottobre 1877 e morì pochi mesi dopo. È sepolto nel 18º distretto del
cimitero del Père-Lachaise.
[3] François-Désiré Bancel (Lamastre, 12 febbraio 1822 – Lamastre 23
gennaio 1871) era un politico francese. Repubblicano, partecipò alla
rivoluzione del 1848 e sostenne la candidatura di Cavaignac alle elezioni
presidenziali. Fu eletto membro repubblicano del Drôme il 13 maggio 1849.
Denunciò la politica di Napoleone III nella misura in cui fu costretto ad
andare in esilio a Bruxelles, dove insegnò letteratura ed eloquenza all'Università.
Dopo il suo ritorno in Francia, fu rieletto deputato per Parigi nel 1869. Fu un
convinto sostenitore della scuola che vedeva come una fonte di tolleranza.
[4] Le ovalistes
(Ovaliste) erano lavoratrici della seta il cui compito era quello di effettuare
i trattamenti preparatori del filato di seta grezza che emerge dalla filatura
per fare la tessitura (l'ovale era il fulcro del mulino che monitoravano). Le ovaliste
erano reclutate nelle campagne vicino Lione, ed erano pagate 1,40 franchi al
giorno per una giornata lavorativa di 12 ore, ed venivano fatte alloggiare in
camere sovraffollate e spesso insalubri. A Lione, durante l'estate del 1869,
250 operaie ovaliste scesero in sciopero per chiedere un
aumento di stipendio ed una riduzione del loro orario di lavoro. Il giorno
prima dello sciopero, le 250 firmarono una petizione in cui rivendicavano 2
franchi al giorno, e il giorno lavorativo di 11 ore. Chiesero l'aiuto del
prefetto affinché le loro richieste avessero buon esito, ma invano. Quattro
giorni dopo, il 21 giugno smisero di lavorare. Esse ricevettero il sostegno
dalla sezione dell'Internazionale
di Lione, che permise loro di formare un comitato di sciopero, ed ottennero dal
Consiglio Generale il permesso di organizzare una colletta per il loro sostegno
(fondi sono stati raccolti in Francia, ma anche in Belgio, Inghilterra,
Svizzera ...). In un mese lo sciopero si diffuse nelle altre officine della
fabbrica della seta, e si organizzarono uffici di soccorso, in spazi messi a disposizione
dai locali pubblici (caffè, strada). Dopo un mese lo sciopero lo sciopero ebbe
successo ed i lavoratori della sete ottennero quanto richiesto.
[5] Presidente della Commissione per lo sciopero delle ovaliste di Lione (Rodano), Philomène Rozan dichiarò il 6
luglio 1869, a suo nome e per conto di ottomila membri che componevano la
società, di aderire all'Associazione
Internazionale dei Lavoratori. Durante l'incontro del 10 agosto 1869
del Consiglio Generale dell'A.I.T.,
Marx,
supportato da Jung, propose di assegnare tutti i poteri a Ph. Rozan per
organizzare la società. La proposta è stata accettata. Talvolta si legge che Proudhon
si era opposto
alla delegazione di Rozan al Congresso di Basilea, dimenticando che Proudhon
era morto da
quattro anni.
[6] Il blanquismo
fu un movimento dottrinale e attivista a favore, in primo luogo, della
Repubblica e, una volta raggiunta, del comunismo in Francia, che era in vigore durante il
diciannovesimo secolo, penetrò fino in fondo in modo dominante ed eccitante tra
intellettuali e studenti, e fu anche caratterizzato da una forte disciplina
rivoluzionaria combattiva. Deve il suo nome allo scrittore, politico e leader di questa
fazione, il francese Louis Auguste
Blanqui.
[7] Jacques-Louis Hénon (Lione, 31 maggio 1802 – Montpellier,
28 marzo 1872) è stato un medico, botanico e politico francese.Fu contrario
alla Comune di Lione.
[8] Claude-Désiré Barodet (Sermesse, 27 luglio 1823 - Vincelles
18 aprile 1906) è un politico francese. Ha personificato l'anticlericalismo. Fu
contrario alla Comune di Lione.
[9] Bancel Jean-Baptite, nato il
12 febbraio 1822 a Lamastre (Ardèche), morto il 23 gennaio 1871 a Lamastre.
Avvocato. Rappresentante montagnardo della Drôme nel 1849 e deputato radicale
di Lione nel 1869.
[10] Il conte Henri Espivent di Villesboisnet (Londra 30 marzo
1813 - 25 gennaio 1908) è stato un generale e politico francese. Nel 1871, fu
inviato nel sud-est per sopprimere i movimenti insurrezionali del Comune di
Lione e quello di Marsiglia,
che vinse dopo una sanguinosa repressione.
[11] Paul-Armand Challemel-Lacour, nato ad Avranches il 19
maggio 1827 e morto a Parigi il 26 ottobre 1896, è stato uno statista francese,
presidente del Senato sotto la Terza Repubblica dal 1893 al 1896.
[12] Louis Andrieux (23 luglio 1840 a Trévoux (Ain) - 27 agosto
1931 a Parigi) era un politico francese. Quando scoppiò la rivolta all'annuncio
della sconfitta di Sedan, fu imprigionato
nella prigione di Saint-Joseph a Lione nel 1870. Fu rilasciato dai rivoltosi e
divenne rapidamente un pubblico ministero. Passato dalla parte del potere,
partecipò come procuratore generale alla repressione dell'insurrezione
dell'aprile 1871 che fece tremare Lione in seguito alla Comune di Parigi.
[13] Paul-Armand Challemel-Lacour, nato ad Avranches il 19
maggio 1827 e morto a Parigi il 26 ottobre 1896, è stato uno statista francese,
presidente del Senato sotto la Terza Repubblica dal 1893 al 1896.
[14] Adrien Schettel è nato il 18 ottobre 1823 a Nyon,
nel cantone di Vaud (Svizzera), ma, secondo un altro documento, è nato ad
Altorf (Basso Reno) e si dice che sia nato in Svizzera da genitori francesi.
Operaio lionesee, aveva fatto parte
della delegazione degli operai francesi all’Esposizione universale di Londra
(1862), si unì all’Internazionale
lionesee nel 1865, ma era una specie di frazione in parte composta dai
suoi amici dal 1862. Albert Richard fu escluso dall'Internazionale di Lione.
[15] Città della Francia nord-orientale, nella regione Borgogna-Franca Contea, situata tra Lione e Strasburgo.