GASTON
DE GALLIFFET
Il generale marchese Gaston
Alexandre Auguste de Galliffet, principe di Martigues, era un militare francese
nato a Parigi il 23 gennaio 1830 e morto a Parigi il 9 luglio 1909, ministro
della guerra nel governo Waldeck-Rousseau. La sua carriera ministeriale fu
segnata dalle sue posizioni impopolari durante il caso Dreyfus[1].
Ultimo rappresentante maschile
della famiglia di Galliffet, sposò nell'ottobre 1859 Florence Georgina
Laffitte. Veniva descritto così: «rumoroso,
arrivista, bell'uomo ben piazzato, con il naso a mandorla e i lineamenti
regolari, senza imperfezioni, coraggioso prima di tutto, mirava solo
all'effetto. Più che intraprendente, avendo la mania di parlare dei suoi affari
intimi, questo vecchio bambino viziato faceva scherzi che nessuno avrebbe osato
abbozzare per paura del ridicolo. [... ] I suoi gesti denotavano una giocoleria
naturale che furono uno dei segni distintivi del suo carattere». Spendeva in
abbondanza e viveva con fasto, la maggior parte del tempo a Parigi.
Dopo mediocri studi e la
laurea in lettere (1846), si arruolò il 22 aprile 1848
nella cavalleria leggera. Era brigadiere il 3 ottobre 1849 e sottufficiale il
13 dicembre 1850. Divenne sottotenente nel 1853, fu nominato al reggimento
delle guide, guardia personale di Napoleone
III
e
fatto cavaliere della Legion d'onore. Più interessato alla vita mondana, al
gioco d'azzardo e alle donne che alla carriera militare e avendo ereditato, nel
1854, alla morte dei suoi genitori, una piccola fortuna, pensò di dimettersi
dall'esercito.
Ecco un alto grado su cui
poteva contare Thiers
per schiacciare la Comune di
Parigi. Già durante la guerra avviata in Messico da Napoleone
III,
De Gallifet che faceva parte del corpo di spedizione amava vantarsi di essere
uno specialista dell'impiccagione. Nella Settimana
sanguinante, che iniziò il 21
maggio 1871, questo sinistro e sprezzante militare ha assolto dunque senza
pietà il compito che gli aveva affidato Thiers.
Ha presieduto alla repressione con il più grande sangue freddo.
”La guerra è stata dichiarata dai banditi di Parigi. Ieri, l'altro ieri,
oggi, hanno assassinato i miei soldati. È una guerra senza tregua nessuna pietà
dichiaro a questi assassini" ha dichiarato. Dei 20.000 Comunardi
fucilati, si stima che il numero di vittime di De Gallifet fosse di 3.000,
poiché quest'ultimo si assicurava il diritto di vita e di morte; secondo il suo
buon piacere, prelevava dai convogli dei prigionieri la decima di sangue. Nella
sua cronaca, lo storico Maurice Dommanget scrisse che passava così davanti alle
colonne dei prigionieri, lentamente, prendendo il suo tempo, calcolando
l'angoscia, frugando con i suoi occhi pieni di furore le figure attonite. Così,
faceva la sua scelta. Le sue vittime erano scelte preferibilmente fra i vecchi
ed i feriti. Una domenica mattina, nei fossati di Passy, fece fucilare 111
prigionieri dai capelli bianchi. "Siete
più colpevoli degli altri" diceva, gorsr perchè riteneva che i più
anziani, oltre che alla Comune, avrebbero potuto aver preso parte ai moti
del ‘48.
Molto più tardi, nel 1899, il
governo di Waldeck-Rousseau nominò il generale De Gallifet ... ministro della
guerra. Alla seduta di investitura di quel governo "repubblicano", De
Gallifet che si presentò davanti alla camera dei deputati è stato accolto da
"Assassino! Assassino!" E ad ogni ingiuria salutava, rispondendo
pieno di orgoglio: "Presente! Presente!"
Il deputato Ernest Roche[2],
in un intervento coraggioso, arrangò Waldeck-Rousseau in questi termini amari:
"Non si spiega che per difendere la
Repubblica, avete avvertito il bisogno di andare a cercare un generale che si è
bagnato nel sangue dei repubblicani, che si è mostrato nella Settimana
sanguinante e che, dopo essere
stato il piatto valleto di Napoleone
III, è diventato il boia della
Repubblica”. De Gallifet, da degno militare, si accampò per sempre sulle
sue posizioni: "Non ho rimpianti,
nessun rimorso di ciò che ho fatto da quando sono al mondo”.
[1] Alfred Dreyfus (Mulhouse, 9 ottobre
1859 – Parigi, 12 luglio 1935) è stato un militare francese. Nel 1871 la
Francia era reduce dalla sconfitta
subita nella guerra
Franco-Prussiana, ed i rapporti interni erano ancora tesi. Nonostante il
processo si basasse su documenti palesemente falsi, Dreyfus fu condannato quale
estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco in cui venivano
rivelate importanti informazioni militari francesi. Nonostante l'esplodere del
caso, Dreyfus non fu interamente riabilitato prima del luglio 1906, grazie a un
verdetto della Corte di Cassazione.
[2] Ernest Jean Roche
(19 ottobre 1850 - 27 dicembre 1917) è stato un incisore francese e un politico
socialista. Era di origine operaia, e da giovane iniziò l'attività sindacale.
Era un sostenitore del socialista rivoluzionario Louis
Auguste Blanqui. Fu imprigionato per il suo ruolo in uno sciopero dei
minatori di carbone nel 1886. Fu eletto alla legislatura nazionale nel 1889,
restando in carica fino al 1906, e fu rieletto dal 1910-1914. Ha sempre
sostenuto i lavoratori e le persone che sono state soppresse per le loro
opinioni o attività politiche. Successivamente si è mosso verso l'antisemitismo
e una forma di socialismo più nazionalista.