mercoledì 25 settembre 2019

04-01-G1 – Gaston de GALLIFET

GASTON DE GALLIFFET

  


Il generale marchese Gaston Alexandre Auguste de Galliffet, principe di Martigues, era un militare francese nato a Parigi il 23 gennaio 1830 e morto a Parigi il 9 luglio 1909, ministro della guerra nel governo Waldeck-Rousseau. La sua carriera ministeriale fu segnata dalle sue posizioni impopolari durante il caso Dreyfus[1].

Ultimo rappresentante maschile della famiglia di Galliffet, sposò nell'ottobre 1859 Florence Georgina Laffitte. Veniva descritto così: «rumoroso, arrivista, bell'uomo ben piazzato, con il naso a mandorla e i lineamenti regolari, senza imperfezioni, coraggioso prima di tutto, mirava solo all'effetto. Più che intraprendente, avendo la mania di parlare dei suoi affari intimi, questo vecchio bambino viziato faceva scherzi che nessuno avrebbe osato abbozzare per paura del ridicolo. [... ] I suoi gesti denotavano una giocoleria naturale che furono uno dei segni distintivi del suo carattere». Spendeva in abbondanza e viveva con fasto, la maggior parte del tempo a Parigi.

Dopo mediocri studi e la laurea in lettere (1846), si arruolò il 22 aprile 1848 nella cavalleria leggera. Era brigadiere il 3 ottobre 1849 e sottufficiale il 13 dicembre 1850. Divenne sottotenente nel 1853, fu nominato al reggimento delle guide, guardia personale di Napoleone III e fatto cavaliere della Legion d'onore. Più interessato alla vita mondana, al gioco d'azzardo e alle donne che alla carriera militare e avendo ereditato, nel 1854, alla morte dei suoi genitori, una piccola fortuna, pensò di dimettersi dall'esercito.

Ecco un alto grado su cui poteva contare Thiers per schiacciare la Comune di Parigi. Già durante la guerra avviata in Messico da Napoleone III, De Gallifet che faceva parte del corpo di spedizione amava vantarsi di essere uno specialista dell'impiccagione. Nella Settimana sanguinante, che iniziò il 21 maggio 1871, questo sinistro e sprezzante militare ha assolto dunque senza pietà il compito che gli aveva affidato Thiers. Ha presieduto alla repressione con il più grande sangue freddo.

La guerra è stata dichiarata dai banditi di Parigi. Ieri, l'altro ieri, oggi, hanno assassinato i miei soldati. È una guerra senza tregua nessuna pietà dichiaro a questi assassini" ha dichiarato. Dei 20.000 Comunardi fucilati, si stima che il numero di vittime di De Gallifet fosse di 3.000, poiché quest'ultimo si assicurava il diritto di vita e di morte; secondo il suo buon piacere, prelevava dai convogli dei prigionieri la decima di sangue. Nella sua cronaca, lo storico Maurice Dommanget scrisse che passava così davanti alle colonne dei prigionieri, lentamente, prendendo il suo tempo, calcolando l'angoscia, frugando con i suoi occhi pieni di furore le figure attonite. Così, faceva la sua scelta. Le sue vittime erano scelte preferibilmente fra i vecchi ed i feriti. Una domenica mattina, nei fossati di Passy, fece fucilare 111 prigionieri dai capelli bianchi. "Siete più colpevoli degli altri" diceva, gorsr perchè riteneva che i più anziani, oltre che alla Comune, avrebbero potuto aver preso parte ai moti del ‘48.

Molto più tardi, nel 1899, il governo di Waldeck-Rousseau nominò il generale De Gallifet ... ministro della guerra. Alla seduta di investitura di quel governo "repubblicano", De Gallifet che si presentò davanti alla camera dei deputati è stato accolto da "Assassino! Assassino!" E ad ogni ingiuria salutava, rispondendo pieno di orgoglio: "Presente! Presente!"

Il deputato Ernest Roche[2], in un intervento coraggioso, arrangò Waldeck-Rousseau in questi termini amari: "Non si spiega che per difendere la Repubblica, avete avvertito il bisogno di andare a cercare un generale che si è bagnato nel sangue dei repubblicani, che si è mostrato nella Settimana sanguinante e che, dopo essere stato il piatto valleto di Napoleone III, è diventato il boia della Repubblica”. De Gallifet, da degno militare, si accampò per sempre sulle sue posizioni: "Non ho rimpianti, nessun rimorso di ciò che ho fatto da quando sono al mondo”.



[1] Alfred Dreyfus (Mulhouse, 9 ottobre 1859 – Parigi, 12 luglio 1935) è stato un militare francese. Nel 1871 la Francia era reduce dalla sconfitta subita nella guerra Franco-Prussiana, ed i rapporti interni erano ancora tesi. Nonostante il processo si basasse su documenti palesemente falsi, Dreyfus fu condannato quale estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale tedesco in cui venivano rivelate importanti informazioni militari francesi. Nonostante l'esplodere del caso, Dreyfus non fu interamente riabilitato prima del luglio 1906, grazie a un verdetto della Corte di Cassazione.

[2] Ernest Jean Roche (19 ottobre 1850 - 27 dicembre 1917) è stato un incisore francese e un politico socialista. Era di origine operaia, e da giovane iniziò l'attività sindacale. Era un sostenitore del socialista rivoluzionario Louis Auguste Blanqui. Fu imprigionato per il suo ruolo in uno sciopero dei minatori di carbone nel 1886. Fu eletto alla legislatura nazionale nel 1889, restando in carica fino al 1906, e fu rieletto dal 1910-1914. Ha sempre sostenuto i lavoratori e le persone che sono state soppresse per le loro opinioni o attività politiche. Successivamente si è mosso verso l'antisemitismo e una forma di socialismo più nazionalista.